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Tour de France 2015: Doctor Martin fa le scarpe a tutti - Tony gioca d'anticipo, vince e si veste finalmente di giallo nella tappa del pavé

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Tony Martin, vincitore a Cambrai e nuova maglia gialla del Tour © Bettiniphoto

Possiamo dire che non se la meritasse, questa giornata di gloria, Tony Martin? Certo che no. Forte ma non vincente nella crono d'apertura, attento ma beffato nei ventagli di Zelanda, resistente ma bruciato (per un solo secondo) sul Muro d'Huy, alla fine il Panzerwagen ha capito che se voleva conquistare quella benedetta maglia gialla doveva rompere gli indugi e dare una botta delle sue, e l'ha fatto esattamente oggi, a Cambrai, condendo il simbolo del primato con una bellissima vittoria di tappa.

Se non è questa la giornata perfetta per lui, allora quale?

Il tedesco era secondo in classifica e ora è primo, e probabilmente questo suo regno non durerà a lungo, ma intanto Tony si prende una meritata soddisfazione, non prima di essere risultato, una volta di più, molto prezioso per le sorti della sua squadra, la Etixx che ha in Rigoberto Urán un capitano ogni giorno più convinto e convincente.

 

Tappa lunga, fuga promettente
La frazione più lunga del Tour de France 2015, l'unica a sforare con decisione i 200 chilometri (223.5 in totale; ce ne sarà un'altra che arriverà a stento ai 200), era pure quella - attesissima - del pavé. Non casualmente, infatti, nella fuga partita (per il terzo giorno consecutivo) al chilometro 0, abbiamo ritrovato un uomo di una compagine "di classifica": Lieuwe Westra, compagno di Vincenzo Nibali, pronto ad attuare una delle tattiche care al team manager dell'Astana, Beppe Martinelli. Ovvero, l'uomo all'attacco da lontano a fungere da testa di ponte per il capitano nel finale. Che poi questa tattica funzioni una volta sì e 10 no, è un dettaglio.

L'esperto olandese è partito con Thomas De Gendt (Lotto Soudal), e ai due si sono subito accodati un paio di francesi, ovvero Perrig Quéméneur (Europcar), già visto in fuga ieri, e Frédéric Brun (della combattiva Bretagne). Il gruppo ha sostanzialmente lasciato fare sulle prime, tanto che i quattro (altro dettaglio che ritorna: tre fughe in queste prime tre tappe in linea, tre quartetti) hanno messo in cascina 9'10" di fieno (altrimenti detto: vantaggio massimo), limite toccato già dopo 37 km di tappa.

 

Il gruppo in fibrillazione a metà tappa
A quel punto le formazioni che avevano uomini interessati a giocarsi il successo di giornata hanno iniziato a collaborare per limare il margine dei battistrada. E così LottoNL (per Sep Vanmarcke), Giant (per John Degenkolb), BMC (per Greg Van Avermaet) si sono messe a lavorare in testa al gruppo.

Ancora prima del primo (isolato) settore di pavé, il plotone lanciato a tutta velocità si è ritrovato spezzettato da qualche ventaglio (poi rientrato), e sul citato settore (posto a 120 km dalla fine) il vantaggio dei quattro di testa è sceso a meno di un minuto. Era però troppo presto per andare ad annullare quell'azione, sicché superato il tratto in pavé, e nell'attesa di quelli successivi (che sarebbero giunti dopo altri 80 km), il gruppo si è rilassato, lasciando che i quattro si riportassero a oltre 3' di vantaggio. Tanto, si era capito, sarebbero bastati pochi chilometri pancia a terra per andare a riprendere Westra e soci.

 

Di nuovo pavé, il gioco si fa serio
Il primo dei 6 settori di pavé della fase calda della tappa è stato preso di petto proprio dalla Etixx di Tony Martin, con Michal Kwiatkowski a dare la prima trenata che ha messo in fila il gruppo causando anche il distacco di diverse sue parti. Nel prosieguo del settore (si era intorno ai -45), proprio il Panzerwagen ha dato un'altra bella tirata, e di lì a poco, prima del successivo tratto (ai -40) la fuga, che aveva perso nel frattempo Brun, è stata annullata.

Il quint'ultimo settore ha visto in azione direttamente l'Astana di Nibali, ma già in quest'occasione è emerso il dato che avrebbe caratterizzato tutto il resto del pavé: con la strada asciutta (non era caduta che qualche rada goccia di pioggia), fare vera selezione era davvero difficile.

Così le formazioni più attrezzate hanno avuto buon gioco, tra un tentativo e l'altro dell'Astana, a tenere la situazione più o meno cucita: tra queste ha spiccato ancora la Etixx con Zdenek Stybar e Matteo Trentin, ma anche la BMC di Daniel Oss, Manuel Quinziato e Greg Van Avermaet, la LottoNL con Vanmarcke, la Giant con Degenkolb e i suoi giannizzeri. Inoltre, appena si usciva da un settore di pavé, ci pensavano Sky e Tinkoff a riappallottolare il gruppo (che intanto si assottigliava sempre più, riducendosi fino a una quarantina di unità).

 

Il momento decisivo
Il penultimo tratto di pavé, il più lungo coi suoi quasi 4 chilometri (ai -20) è stato monopolizzato da Oss e dagli altri BMC. Appena usciti da tale settore (quello di Quiévy), Tony Martin ha forato, e ha dovuto prendere la bici che gentilmente il compagno Trentin gli ha passato. Con l'aiuto di Julien Vermote e Michal Golas, il tedesco è rientrato sui primi ai -15, anche se poi - trovandosi nelle retrovie - è stato nuovamente staccato sull'ultimo pavé, sotto i colpi (gli ultimi) dell'Astana che con Nibali e Fuglsang tentava il tutto per tutto.

Da quel settore è uscito un drappello di 8 uomini al comando (Nibali, Chris Froome accompagnato da Geraint Thomas, Tejay Van Garderen con Van Avermaet, Stybar, Degenkolb e un sorprendente - ma neanche troppo - Alejandro Valverde).

È stata la Tinkoff a incaricarsi (con tra gli altri un Peter Sagan superbo a scortare Contador) di ricucire il buco rispetto ai battistrada, sicché ai -8 i gialli di Oleg hanno riportato sotto una trentina di uomini, e tra questi c'era per l'appunto anche Martin.

 

La stoccata di Martin
Tony non ci ha messo molto a farsi due conti: in volata non avrebbe mai potuto sperare di prendere un abbuono, visto che nel drappello erano presenti fior di velocisti. Né poteva ipotizzare che Froome a quel punto si staccasse nei chilometri finali. Non rimaneva quindi che la sparata personale.

Detto fatto, a 3.4 km dal traguardo il passistone di Cottbus si è spostato sul lato sinistro della strada ed è partito deciso. Nell'attimo di incertezza che ha colto il gruppo (chi tira? chi si sacrifica?), Martin ha preso quei 200 metri di vantaggio che poi non avrebbe più avuto problemi a difendere fino alla fine, nonostante la Giant di Degenkolb e la Cofidis di Nacer Bouhanni abbiano provato a chiudere su di lui.

Sulla rampetta d'arrivo a Cambrai, Tony si è difeso ottimamente, mentre prima Bryan Coquard (ai 500 metri), poi Edvald Boasson Hagen (ai 300) tentavano di scatenarsi in una volata lunghissima che - nelle loro intenzioni - li avrebbe dovuti portare alla ruota del battistrada.

Ancora Degenkolb ha tentato il tutto per tutto sopravanzando EBH ai 200 metri, ma a quel punto Martin stava già esultando per la doppia affermazione. Il vincitore della Sanremo e della Roubaix si è dovuto accontentare del secondo posto davanti a Sagan, Van Avermaet, Boasson Hagen e Bouhanni (tutti cronometrati a 3" dal vincitore). Al settimo posto il primo degli italiani, Jacopo Guarnieri (che ha approfittato dell'assenza del suo capitano Alexander Kristoff, frenato strada facendo da più di un guaio meccanico); poi, a completare la top ten, Tony Gallopin, Stybar e Coquard, con Valverde e Mark Cavendish (anche lui ha tenuto fino alla fine) appena fuori dai 10.

 

Classifica e prossimi impegni
Coi 3" presi sul gruppo dei migliori e l'abbuono di 10" per la vittoria, Martin ha messo tra sé e Froome 12" in classifica. Al terzo posto c'è Van Garderen a 25", ma al momento si trovano ancora nelle prime posizioni diversi uomini da classiche (che fino ai Pirenei, la prossima settimana, resteranno in zona): Gallopin è quarto a 38", Sagan quinto a 39", Van Avermaet sesto a 40"; seguono Urán e Contador (rispettivamente a 46" e 48" da Martin), poi ancora Thomas a 1'15" e Stybar a 1'16". Nibali è 13esimo come ieri, il suo ritardo dalla maglia gialla è salito a 1'50".

Domani, dopo quattro giorni carichi di adrenalina, dovrebbe essere una giornata più tranquilla, almeno sulla carta: da Arras ad Amiens sono 190 km (scarsi) privi di reali difficoltà altimetriche (se non consideriamo il classico mangia&bevi continuo che caratterizza la pianura francese), e quindi si ipotizza il volatone finale.

Però, però: la carta altimetrica dice una cosa, quella meteorologica ne dice un'altra e chiama tutti all'allerta: previsto del bel vento trasversale per tutto il giorno, e dovrebbe cadere anche un bel po' di pioggia. Come dire che nulla è scontato, e anche in questa quinta frazione, all'apparenza semplice semplice, potrebbero nascondersi risvolti del tutto inattesi. Occhi aperti!

Marco Grassi

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