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Giro Rosa 2015: Dal gioco delle nove spunta la Brand - La fuga va in porto, velociste beffate. Lucinda su Scandolara e Cecchini

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La terza tappa del 26° Giro Rosa è di Lucinda Brand © Ufficio stampa Giro Rosa

Non è più solamente una gregaria, Lucinda Brand, e probabilmente non lo è mai stata. Il punto è che, a forza di correre in Rabo Liv, quasi sempre per Marianne Vos (in alternativa per Pauline Ferrand-Prévot, Anna Van der Breggen, Kasia Niewiadoma), ci si dimentica di quanto queste gregarione hanno fatto in passato, in gioventù. Lucinda Brand, 26 anni compiuti il 2 luglio, nata a Dordrecht, non è sempre stata al servizio di capitane più forti. Nel 2011 colse un bel bronzo a Offida, Europei Under 23, una settimana dopo aver corso un buonissimo Giro nella AA Drink: da rimarcare in particolare, quell'anno, il terzo posto a Grosotto, la frazione che affrontava per la prima volta il Mortirolo.

Dal 2013 corre nella Rabo di Marianne Vos, facendo il lavoro sporco e levandosi, ora qui, ora là, qualche soddisfazione, piccola o grande. Ad esempio, a fine 2014 ha portato a casa il GP de Plouay, ultima tappa di Coppa del Mondo e corsa per nulla facile. La vinse attaccando sin dalle prime battute ed arrivò al traguardo con quasi un minuto sul gruppo. Ha iniziato questo Giro Rosa, Lucinda, come vero e proprio jolly di una Rabo Liv che punta fortissimo su Anna Van der Breggen per la generale, senza trascurare Kasia Niewiadoma e con pauline Ferrand-Prévot non al meglio (è già attardata).

Nel prologo di Ljubljana ha chiuso seconda a un secondo dalla Van Vleuten e nella prima tappa in linea, quella vinta da Barbara Guarischi, è stata ancora alle spalle della vincitrice. In quell'occasione prese la maglia rosa, che però ha dovuto cedere nell'arco di poche ore. Troppo dura la Gaiarine-San Fior corsa ieri, oltre un minuto e mezzo di ritardo da Megan Guarnier. Non è tipa che s'arrende facilmente Lucinda Brand e così oggi, nella fuga decisiva, c'era.

 

Nel Parco del Mincio prime schermaglie, poi 9 in fuga
Tappa sulle strade del Parco del Mincio, tra le province di Mantova e Verona, con 127.5 km da Curtatone a Mantova, per l'appunto. Facilissima, le velociste già pregustano il volatone. E invece... Subito l'Orica manda in avanscoperta Lizzie Williams, ripresa però poco prima del Mozambano. Al Gpm, posto dopo 49 km, scollina per prima Flavia Oliveira, con Carlee Taylor, la maglia verde, in seconda posizione, ed Elena Cecchini terza. Parte poco dopo la fuga decisiva, con all'interno nove atlete: Lucinda Brand (Rabo-Liv), Mayuko Hagiwara (Wiggle-Honda), Valentina Scandolara (Orica-AIS), Malgorzata Jasinska (Alé-Cipollini), Chiara Pierobon (Top Girls Fassa Bortolo), Claudia Häusler-Lichtenberg (Liv-Plantur), Elena Cecchini (Lotto-Soudal), Daiva Tuslaite (Inpa-Biachi-Giusfredi) e Loren Rowney (Velocio-SRAM). Elena Franchi prova a ricongiungersi da sola al gruppo, ma la giovane della Servetto-Footon deve rialzarsi. Mancano meno di 60 km al traguardo.

 

Il gruppo perde fino a 5', nel finale recupera
Le nove guadagnano velocemente ed arrivano a sfiorare i 5' di vantaggio sul gruppo; siamo al traguardo volante di Goito, dove Lucinda Brand regola Elena Cecchini e Claudia Häusler-Lichteberg. Dietro si insegue ma il gran caldo non facilita le operazioni ed a 22 km da Mantova la fuga conserva ancora 3'06'' di vantaggio. Lucinda Brand è maglia rosa virtuale ed ai -13 ci crede sempre più, visto che il gruppo è ancora a 2'14". Nel finale però il plotone accelera nettamente. Non basterà a raggiungere le nove là davanti.

 

Cecchini e Scandolara sognano, Brand le sveglia
Elena Cecchini, due volte Campionessa italiana nelle ultime due stagioni, cerca la prima vittoria al Giro e ci crede, visto che tra quelle del gruppetto è una delle più veloci. A caccia del primo centro nella corsa italiana anche Valentina Scandolara. Lucinda Brand però non fa prigioniere e sul rettilineo di Mantova precede proprio Valentina Scandolara ed Elena Cecchini. Quarta l'australiana della Velocio-SRAM Loren Rowney, quindi la nipponica Mayuko Hagiwara, la lituana Daiva Tuslaite, la polacca Malgorzata Jasinska e la bavarese Claudia Häusler-Lichtenberg. Leggermente staccata, a 10", Chiara Pierobon, mentre il gruppo, regolato da Annalisa Cucinotta (su Mia Radotic e Katrin Garfoot), ha chiuso con un distacco di 1'15".

 

Megan Guarnier conserva (per poco) la maglia rosa
Sfiora la maglia rosa, Lucinda Brand, ma non la prende. Il simbolo del primato resta sempre sulle spalle della statunitense Megan Guarnier, vincitrice ieri a San Fior. A 2" Anna Van der Breggen, a 5" Ashleigh Moolman, a 12" Lucinda Brand. Un secondo in più della vincitrice di tappa odierna per Elisa Longo Borghini, con Evelyn Stevens a 15", Kasia Niewiadoma a 17", Karol-Ann Canuel a 24", Mara Abbott a 37" ed Elena Cecchini che risale al decimo posto, a 43" dalla Guarnier. Nella classifica della montagna comanda Carlee Taylor, con 15 punti (gli stessi totalizzati da Flavia Oliveira), mentre la maglia ciclamino della graduatoria a punti è di Lucinda Brand. La miglior giovane rimane a Kasia Niewiadoma e la maglia azzurra di miglior italiana resta ad Elisa Longo Borghini.

 

La quarta tappa è per ruote veloci. A meno che...
Domani quarta tappa, 98 km da Pioltello a Pozzo d'Adda. Sulla carta è praticamente un altro piattone caldissimo. Ma non dite che è tappa da velociste: nel femminile in special modo, la fuga in frazioni con dislivello zero può arrivare ed arriva. Lucinda Brand e le altre nove che si sono giocate la tappa oggi lo sanno e - c'è da giurarci - alcune di loro ci riproveranno immediatamente.

Francesco Sulas

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