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Giro d'Italia 2015: Una rimonta che Conta(dor) - Alberto fora, poi dà spettacolo sul Mortirolo. Landa su, Aru giù

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Alberto Contador in azione sulle rampe del Mortirolo © Bettiniphoto

Doveva essere il primo tappone del Giro d'Italia e non ha deluso le aspettative: le ha addirittura superate. Fabio Aru aveva tutta l'intenzione di impensierire Alberto Contador e l'Astana in effetti s'è messa a pancia a terra quando è servito. Succede che a Stazzona, lungo la discesa che dall'Aprica porta in Valtellina, la maglia rosa fori. La Tinkoff-Saxo aspetta il capitano, Katusha ed Astana tirano dritto. Il risultato è che ai piedi del Mortirolo il gruppo con Fabio Aru, Steven Kruijswijk, Andrey Amador, Yury Trofimov e pochi altri, ha circa 40" sul plotone maglia rosa. I paragoni sono difficili, ma come immaginare che Alberto Contador, sulle rampe di una delle salite più impegnative al mondo, avrebbe messo in scena un'altra Oropa? Nel '99, al santuario biellese, Marco Pantani forò per poi recuperare in salita tutto il gruppo, vincendo in solitaria.

Alberto buca in Valtellina e nessuno si sogna di aspettarlo. Appena la strada s'impenna sotto le sue ruote, inizia la danza sui pedali che da sempre lo contraddistingue. Raggiunge gruppi, gruppetti, ex fuggitivi, ex uomini al comando. E poi loro, Landa ed Aru. Non pago, allungherà ancora, andando in caccia di Steven Kruijswijk. A quel punto Fabio Aru darà il via libera al basco compagno di squadra, che non faticherà troppo ad incollarsi alla ruota di Contador. La maglia rosa, se a Madonna di Campiglio aveva dato il via libera allo scalatore dell'Astana, oggi prova a resistergli, quando scatta a 3.3 km dall'Aprica. E però Landa è da tempo in coda al terzetto, mentre Contador, insieme ad un monumentale Kruijswijk, ha lavorato per impedire a chi insegue di rientrare. Ci sta che non riesca a tener testa al più forte in montagna insieme a lui. Mikel Landa esulta tutto solo sul traguardo dell'Aprica; è il primo corridore ad ottenere una doppietta in quest'edizione del Giro d'italia.

 

Gara bagnata, subito salita dopo Pinzolo
Partenza sotto la pioggia da Pinzolo. Davanti 177 km, il Campo Carlo Magno subito in avvio, poi il Tonale, un primo passaggio all'Aprica, il diabolico Mortirolo e la seconda, ultima ascesa verso il traguardo. Un tappone. La fuga va via già dai primi chilometri, con l'allungo di Ryder Hesjedal (Cannondale-Garmin), Edoardo Zardini (Bardiani-CSF), Franco Pellizotti (Androni-Sidermec), David De La Cruz (Etixx-QuickStep), Rubén Fernández (Movistar), Fabio Felline (Trek), Nikolay Mihaylov (CCC Sprandi-Polkowice), Brent Bookwalter (BMC) e Przemyslaw Niemiec (Lampre-Merida). A loro si aggiungeranno Sander Armée (Lotto-Soudal) e Simon Clarke (Orica) a formare un plotoncino di 11 uomini. La Tinkoff-Saxo di Alberto Contador, in maglia rosa sì, ma ancora a secco in questo Giro, non lascia troppo spazio: un paio di minuti e nulla più il loro vantaggio. Verso l'Aprica allunga Ryder Hesjedal, che con quello scatto passa sì per primo su quello che sarà il traguardo, ma al contempo rompe l'equilibrio tra i battistrada.

 

Discesa insidiosa, Contador fora, Astana attacca
La discesa verso il fondovalle è per buona parte larga, poi si svolta a sinistra, verso Stazzona, e la musica cambia del tutto. Uno stradino che costringe lo stesso Hesjedal, battistrada ancora per poco, ad equilibrismi notevoli. Il gruppo maglia rosa l'affronta a tuitta velocità, poi si vede un Tinkoff-Saxo fermo a bordo Strada (Ivan Basso), la maglia rosa attardata, il plotone spezzato in più parti. Davanti a tutti ci sono Lagutin, Zakarin e Trofimov, terzetto insidioso della Katusha. E poi l'Astana, tutta l'Astana. Vede Contador in difficoltà e prova l'attacco. Il madrileno, una volta cambiata la ruota, mette i suoi ad inseguire. Sa bene che, se nelle altre tappe in salita era rimasto solo, con questo sforzo supplementare rimarrà isolato forse ancor prima del Mortirolo. Davanti Astana e Katusha tirano come dannate e raggiungono Hesjedal in testa alla corsa. Adesso c'è Aru con i suoi uomini al comando, altri gruppetti a seguire. Il gruppo di Contador paga 52" all'attacco del Mortirolo.

 

Mortirolo: Landa guida Aru, Contador a 52"
Davanti restano Landa a fare il ritmo per un Aru che pare meno fresco del compagno basco; poi Kruijswijk, Trofimov, Zakarin (che cede). Alberto Contador, non appena imbocca il Mortirolo, saluta i compagni ed inizia a sorpassare poveri corridori sofferenti. È un'impresa. Sui pedali, raggiunge un gruppetto, rifiata e di nuovo sui pedali. Avanti così per oltre 4km, una cronoscalata del Mortirolo che si protrae fino a quando nel mirino della maglia rosa non compaiono Landa, rilassato e fresco, ed Aru, rigido quando si alza in piedi, dal viso sofferente. Contador se ne accorge e siccome vede l'olandese Steven Kruijswijk là davanti, dà un altro colpetto (colpetto...), cercando di scrollarsi di ruota la coppia Astana. Ci riesce in parte, perché Aru non regge il ritmo di Contador ed allora Landa ha il via libera: un'accelerata potente ed è sulla ruota di Contador e Kruijswijk.

 

Aru va in crisi, Alberto sale in 45'07"
L'olandese della Lotto.NL-Jumbo è una forza della natura, Landa e Contador rifiatano alla sua ruota. Dietro Aru perde terreno anche rispetto a Trofimov, che era andato in crisi, ed Hesjedal, che rimonta. Si vede Andrey Amador, stamane terzo nella generale, ma anche lui stacca Aru. In cima al Mortirolo passa per primo Kruijswijk, con Contador e Landa appena dietro. Il madrileno fa segnare un tempo di scalata di 45'07" (seguono Kruijswijk con 45'56" e Landa con 46', mentre Aru impiega un tempo di scalata di 47'50"). Il 41'42" di Roberto Heras è lontano anni luce ma si tratta sempre di una gran prestazione. Aru passa a 1'49" dai primi, con Trofimov, Hesjedal ed Amador tra lui ed i battistrada. Il ragazzo è in crisi di gambe, ma la testa non molla.

 

Landa-Kruijswijk-Contador in discesa
Discesa, e Contador si prende rischi assurdi. Fortunatamente la strada è asciutta, visto che nell'ultimo chilometro di salita i corridori avevano preso pioggia e grandine. Dietro c'è sempre il gruppetto con Hesjedal, Trofimov ed Amador, con Aru che vede il costaricense della Movistar ma non riesce a raggiungerlo facilmente. In più il sardo ha un problema meccanico a fondovalle, e per fortuna l'ammiraglia è alle sue spalle. Perde trenta secondi, non di più, ma è un problema che si verifica al momento sbagliato. Manca solo l'ascesa verso l'Aprica, con la strada vecchia di Corteno Golgi che presenta tratti al 15%.

 

Il basco va via a 3300 metri dall'Aprica
Proprio su queste rampe ci si aspetta l'attacco di Landa a Contador, ma il basco è in leggera crisi di fame. Arriva ai -11 l'ammiraglia Astana, nutre il pupo e gli dice di restare a ruota. Contador parla fitto con Kruiijswijk ed i due si spartiscono le tirate. Dietro Amador, Trofimov ed Hesjedal non cedono, mentre Aru non riesce a ricucire il gap du di loro. Ai -3.3 Landa scatta: Alberto Contador, che questa tappa vorrebbe vincerla, non lo lascia subito andare, come accaduto a Madonna di Campiglio. Insegue qualche metro, il tempo che serve a capire che il vero capitano Astana ne ha più di lui. Meglio non rischiare, meglio tornare a ruota di Kruijswijk.

 

Landa, primo a far doppietta in questo Giro
Mikel Landa arriva all'Aprica tutto solo e forse con il rimpianto di non aver menato abbastanza sulle primissime rampe del Mortirolo. Se l'avesse fatto, forse a quest'ora Contador sarebbe ancor più staccato. Il madrileno in maglia rosa giunge invece al traguardo con un ritardo di 38", terzo (secondo è l'immenso Kruijswijk). A 2'03" Trofimov precede Amador, a 2'10" c'è Hesjedal, a 2'51' Aru, a 3'16" Caruso, a 3'19" König, Betancur e Geniez.

 

Alberto ora deve guardarsi dal basco
La nuova classifica generale vede Contador sempre più in rosa, ma adesso ci si dovrà guardare da Landa, più che da Aru: il basco è a 4'02" dal madrileno, mentre il sardo paga 4'52". Giù dal podio Amador, con un distacco di 5'48", poi Trofimov a 8'27", König a 9'21", Caruso a 9'27", Kruijswijk a 11'40" (stamane era 14°, stasera 8° e maglia azzurra di miglior scalatore), Geniez a 12'48", Hesjedal a 12'49".

 

Contador, che spettacolo! Ma le energie per il Tour?
Una tappa che ha detto tanto, di chi ne ha e di chi è in leggera flessione. Tra quest'ultimi mettiamo Fabio Aru, che ha 24 anni ed un futuro roseo - è il caso di dirlo - davanti a sé. Chi sta bene è senz'altro Landa, che nemmeno conosce i suoi limiti, forse. E poi Alberto Contador. Vuol vincere Giro e Tour, per ora è quasi a metà dell'opera. Sta spendendo tanto ed oggi, nella spettacolare rimonta del Mortirolo, ha lasciato molto. Può aver lasciato anche buona parte delle possibilità di vincere la Grande Boucle? È possibile, ma chi lo conosce bene sa che, in caso di maglia rosa finale, Alberto potrebbe correre un Tour più che discreto, concedendosi pure il lusso di non vincere.

Quello che è certo, vittorie o non vittorie, è che Alberto Contador fa divertire. Si dice che con l'età corra più à la Indurain, in maniera meno spregiudicata, garibaldina. Ma quando mai Indurain avrebbe scalato il Mortirolo (e non una montagna da Tour) come ha fatto oggi Contador? Che ha ragione quando dice che sì, gliene capitano di tutti i colori, ma la gente alla fine si affeziona ai corridori per imprese come quella del madrileno sulle rampe del Mortirolo. Sia che arrivi in rosa a Milano, sia che il Giro lo vinca Landa o Aru; sia che bissi il Giro con il Tour, sia che ottenga "solo" un piazzamento in terra di Francia. In qualunque caso, proprio nel caso di quella scalata prodigiosa di Pantani verso Oropa, la cronoscalata improvvisata con estrema lucidità da Alberto sulle pendici del Mortirolo la ricorderemo per anni. E per la fatica fatta, Tour o non Tour, ne siamo certi: la ricorderà bene anche lui.

Francesco Sulas

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