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Freccia Vallone 2015: Il muro respinge Purito - Le pagelle: sorpresa Alaphilippe, male Kwiatkowski

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Michal Kwiatkowski in azione alla Freccia Vallone. Sullo sfondo si vede Vincenzo Nibali © Bettiniphoto

Alejandro Valverde - 9.5
Quarta vittoria consecutiva per la Spagna alla Freccia Vallone, ma soprattutto la terza in carriera nella classica belga per l'embatido, che sulla durissima erta finale dà subito l'impressione di essere quello con le gambe e la testa migliori, rimanendo costantemente in controllo e aspettando che sia qualcun altro ad affondare. Ma l'affondo non arriva, Alejandro è l'unico in grado di accelerare, e lo fa quando mancano 150 metri allo striscione dell'arrivo, aprendo il gas. Sulle prime Albasini sembra in grado di insidiarlo, poi il murciano prende il largo e va prendersi l'ennesima vittoria di una carriera brillantissima, senza nemmeno strafare, a nove anni dalla sua prima volta a Huy. Con la prestazione di oggi, e le controprestazioni di alcuni dei suoi possibili avversari, diventa il favorito numero uno per la Liegi-Bastogne- Liegi di domenica prossima.

Julian Alaphilippe - 9
A 23 anni il promettente corridore francese, fortissimo da juniores, raccoglie il suo miglior risultato da professionista, arrivando secondo in una corsa nella quale conta molto l'esperienza, la capacità di non lasciarsi prendere dalla foga nel momento in cui si attacca il muro di Huy. Nel finale il giovane Julian capisce subito che è Valverde l'uomo con più forza nelle gambe e si tiene costantemente dietro la sua ruota, mentre Albasini scalpita sull'altro lato della strada. Accusa quando lo spagnolo accelera, anche lo svizzero sembra scappargli, ma negli ultimi metri lo supera, a conferma di una tattica di gara e di una gestione delle forze perfetta. Raccoglie il massimo.

Michael Albasini - 8
Dopo il secondo posto del 2012 lo svizzero sale ancora sul podio della classica belga, anche se sul gradino più basso. Ai piedi del muro un attacco di Esteban Chaves preannuncia una discreta condizione da parte del capitano di giornata in casa Orica GreenEDGE, e la dimostrazione arriva poche centinaia di metri dopo, quando Michael è tra quelli che appaiono più pimpanti nel momento in cui la strada si inerpica. A quelle pendenze la scia conta poco, ma forse fa comunque un errore nel tenersi costantemente in vista, lì davanti, sul lato opposto rispetto a quello di Valverde, che lo controlla senza patemi. Poco prima dell'arrivo si fa superare da Alaphilippe, che gli ruba il secondo posto, ma conquista comunque un importante piazzamento, che ne conferma le qualità (spesso sottovalutate). Usato sicuro.

Joaquim Rodríguez - 6
Per uno che sui muri dalle pendenze impossibili ha costruito molta della sua carriera un qualunque piazzamento al di fuori del podio è poco, ed il quarto posto di oggi non può quindi essere considerato un buon risultato per il capitano della Katusha. Appena passata la curva che segna il punto più arduo della salita ci si aspetta un suo scatto, che non arriva, ed allora diventa subito chiaro che la gamba non è quella dei giorni migliori. Eppure, era stato fortissimo una decina di giorni fa, al Giro dei Paesi Baschi, del quale aveva vinto due tappe e la classifica finale. Dietro gli arriva il suo fedele scudiero Dani Moreno (voto 6.5), che nel momento buono è a ruota di Valverde, ma rimbalza al momento della sua accelerazione.

Alexis Vuillermoz - 7
Secondo francese nei dieci, la punta di una AG2R che nei primi quindici piazza anche Rinaldo Nocentini (dodicesimo, 6.5 per lui, primo degli italiani) è il corridore che si piazza meglio tra coloro che, passati i primi cinque, con superiori gambe ed ambizioni, ricorrono al tenere duro come unica tattica utile a determinare le posizioni della top ten. Gli farà senz'altro bene, per avere maggiore fiducia nei propri mezzi, a lui che alcuni indicavano tra i migliori prospetti del movimento francese, e che a 27 anni inizia a veder diminuire il tempo per dimostrarlo.

Sergio Luis Henao - 6.5
Il giudizio sulla prestazione odierna del forte corridore colombiano sta con una gamba su ed una giù, come lui negli ultimi duri metri della corsa. Da un lato il piacere di vederlo tornare ad occupare i primi posti degli ordini d'arrivo, dopo un periodo per lui non certo esaltante, interrotto dal secondo posto al Giro dei Paesi Baschi; dall'altro la piccola delusione derivata dalla convinzione che questa corsa può vincerla, essendosi piazzato secondo nel 2013. Fa strano che sia lui che Purito, primo e secondo in terra basca, oggi siano tra gli sconfitti, ma la Freccia è corsa molto particolare, e già domenica prossima, alla Liegi, ci potrebbe essere il terreno per rifarsi.

Jakob Fuglsang - 6
Alla fine risulta essere il danese il migliore in casa Astana, dopo che i suoi compagni di squadra sono stati ben presenti in tutte le fasi importanti della corsa. Gli manca sempre qualcosa per ottenere risultati di rilievo, ma l'ottavo posto è senza dubbio apprezzabile. Sul muro Scarponi (5.5) sembra più pimpante di lui, poi il marchigiano cede e finisce al 18° posto; sulla penultima salita ci aveva provato un non convintissimo Nibali (5.5), che dopo l'attacco all'Amstel continua a fare le prove generali in vista di domenica.

Tim Wellens - 7.5
Non lasciatevi ingannare dall'età (è del 1991) e dal viso da bambino, il corridore belga può diventare tra i principali protagonisti delle classiche, e non ha nemmeno intenzione di aspettare molto. Sulla penultima salita di giornata (il cui inserimento è da apprezzare in toto) è lui quello che ne ha di più: prima lascia sfogare gli altri, poi va via tutto solo, tenendo a distanza Giampaolo Caruso (6, la gamba è buona per domenica) ed il gruppo. Viene ripreso ai piedi del muro, ma fa vedere di avere coraggio da vendere.

Giovanni Visconti - 7
Si fa rivedere davanti il siciliano della Movistar, oggi insieme a quell'altro guastatore che risponde al nome di Luis León Sánchez (7). Se per Giovanni l'obiettivo è principalmente quello di evitare alla sua squadra di tirare, facendo sì che siano altri a sobbarcarsi l'onere di tener chiusa la corsa nei chilometri finali, il secondo lavora in funzione di una strategia votata all'attacco da parte dell'Astana, non finalizzata dalla serie di improduttivi scatti portati dai suoi alfieri sulla penultima salita. Si rende utile anche nel finale, tirando per contenere l'attacco di Wellens.

Michal Kwiatkowski - 4
Ancora oggi il buon Michal si diceva frastornato dalla sua vittoria all'Amstel, che quasi verrebbe da pensare gli abbia fatto più piacere di quella al Mondiale di Ponferrada, viste le sue continue ed entusiastiche affermazioni al riguardo. Sarà per quello che oggi il capitano della Etixx-Quick Step fa corsa totalmente anonima, trovandosi già in difficoltà ai piedi del muro, piazzandosi alla fine al 33° posto. Una controprestazione francamente difficile da spiegare, e per fortuna che ci pensa l'ottimo Alpahilippe a dar valore al gran lavoro svolto dalla squadra. Forza Kwiato, l'Amstel è passata, è ora di pensare alla Liegi.

Rui Costa - 4
Il corridore lusitano ha il pregio di non farsi vedere molto, ma di essere poi molto efficace quando decide di tirar fuori la testa. Per questo, e visto anche il quarto posto di domenica scorsa all'Amstel, quando si è mostrato bello pimpante nelle prime posizioni del gruppo all'attacco del muro di Huy molti si saranno aspettati buone cose dal capitano in casa Lampre. E invece no. Poco dopo Valverde l'ha sostituito come faro del gruppo, e mentre il murciano controllava i rivali, per poi batterli nel finale, il portoghese affondava, fino alla 28esima posizione. Anche per lui un passo indietro, la Liegi è più nelle sue corde e potrà rifarsi.

Daniele Ratto - 6.5
Unico italiano nella fuga della prima ora: assieme al corridore della UnitedHealthcare c'erano anche Thomas De Gendt (Lotto), Pieter Vanspeybrouck (Topsport), Jérôme Baugnies (Wanty), Reinier Honig (Roompot), Mike Teunissen (Lotto NL) e Brice Feillu (Bretagne). In totale si contano circa 180 chilometri in avanscoperta: il nostro Ratto è stato protagonista di una prova nel complesso abbastanza convincente ed il suo voto si estende ovviamente a tutti gli altri sei generosi attaccanti, in particolar modo a Baugnies e De Gendt che sono stati gli ultimi ad essere ripresi grazie all'azione di Visconti e Luisle Sánchez.

Fabio Canonico

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