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Giro delle Fiandre 2015: Kristoff, vittoria da gigante - Il norvegese ha sbaragliato la concorrenza correndo all'attacco | Cicloweb

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Giro delle Fiandre 2015: Kristoff, vittoria da gigante - Il norvegese ha sbaragliato la concorrenza correndo all'attacco

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Alexander Kristoff vince il 99° Giro delle Fiandre © Bettiniphoto

Se facessimo la conta tra i nostri lettori, ne troveremmo molti che pensavano che Alexander Kristoff potesse conquistare il 99esimo Giro delle Fiandre; approfondendo, però, faticheremmo a contare sulle dita di una mano quelli che erano convinti, alla vigilia, che il norvegese potesse vincere nel modo in cui ha vinto.

"Si difenderà sui muri, proverà a non farsi sorprendere da qualche scatto avversario nell'eventuale gruppetto di testa, fulminerà tutti in volata", questa in sintesi la strategia di corsa che ci eravamo prefigurati potesse portare al successo il 27enne della Katusha. Chi poteva immaginare che il ragazzo interpretasse invece un Fiandre tutto all'attacco?

 

Un finale quasi col freno a mano tirato
Lo scandinavo s'è intascata la seconda Monumento in carriera (dopo la Sanremo 2014) entrando nella decisiva azione promossa a poco meno di 30 km dalla fine da Niki Terpstra, collaborando con l'olandese nell'attesa di farne polpette nello sprint a due, e tra il dire e il fare ha anche navigato da ammiraglio nel mare tempestoso degli ultimi muri del percorso, l'Oude Kwaremont e il Paterberg.

Terpstra contava di staccare il pernicioso avversario, e invece le cose sono andate al contrario, è stato proprio Kristoff a scandire il ritmo in salita, dando addirittura l'impressione di potersi sbarazzare lui della compagnia del collega, sul Paterberg.

Gli è mancato - in quel frangente a 13 km dalla fine - solo quel pizzico di follia per affondare il colpo e andare a inseguire una clamorosa vittoria in solitaria. Troppo alto il rischio (che da dietro l'inseguimento venisse condotto in maniera molto più veemente contro l'uomo solo al comando) al cospetto di un beneficio tutto sommato secondario: in fondo, da solo o in compagnia di un avversario non certo veloce come lui, il risultato non cambiava (e portava l'alloro sempre verso la Norvegia, per la prima volta nella storia del Fiandre). In compenso, procedere in due dava maggiori garanzie di successo all'attacco.

 

Chi presume troppo, chi attacca, chi aspetta
Tra le principali squadre impegnate nella più importante classica fiamminga, la Sky aveva interpretato la corsa come suole fare quando ha un capitano forte (e stavolta ce l'aveva eccome, nella persona di Geraint Thomas): ovvero mettendosi in blocco in testa al gruppo e tirando a lungo, per inseguire la fuga del mattino ma più che altro per tenere sotto controllo la situazione. Tattica dispendiosa che ha portato il team britannico a ritrovarsi sul più bello a corto di uomini (il solo Luke Rowe è rimasto a dar man forte a Thomas negli ultimi 50 chilometri).

Dal canto loro, BMC e Lotto hanno adottato una strategia più gradevole per l'occhio di chi guardava, proponendo (soprattutto la formazione belga) diversi attacchi per sondare il terreno tra i big e anche - laddove possibile - per disseminare il percorso di punti d'appoggio per i capitani (Jürgen Roelandts, certo, ma non solo lui come vedremo).

La Etixx è stata più temporeggiatrice, e mancandole l'uomo capace di finalizzare senza dubbio (il Boonen della situazione, in pratica), ha giocato al risparmio fino a un certo punto, per poi puntare tutte le sue carte su un assalto da "o la va o la spacca" col suo uomo oggi più in forma, Niki Terpstra.

 

La forza di Kristoff sorprende Terpstra
Se l'olandese fosse stato sottovalutato da tutti gli avversari (magari focalizzati più su Zdenek Stybar, altro spauracchio di casa Etixx), il piano sarebbe probabilmente riuscito. Purtroppo per Niki, però, a piombargli sulla ruota è stato proprio il meno raccomandabile tra i rivali: Kristoff, appunto, rappresentante di una formazione che fin lì non si era praticamente mai vista.

L'uomo di Stavanger ha dimostrato di saper leggere splendidamente la corsa, approfittando a propria volta del fatto che qualcuno nell'ammiraglia Etixx potesse sottovalutare lui. Sì, certo, faceva paura quel che Alexander ha mostrato in settimana stradominando la Tre Giorni di La Panne; e faceva paura la sua lucidità nell'accodarsi a un attaccante così importante, benché all'arrivo mancasse ancora relativamente molto (28 km).

Ma restava pur sempre la ragionevole certezza di poterlo staccare sull'Oude Kwaremont. Anche per questo Terpstra non si è certo risparmiato, tirando subito molto per guadagnare sul gruppo (che intanto era ridotto a una quindicina di unità). Quando poi è emersa la realtà (scottante, per l'olandese) della forza di Kristoff anche sulle salitelle, metà del lavoro era ormai fatto, e rialzarsi a quel punto poteva significare anche rischiare di perdere il podio.

 

Non perde solo la Etixx, anzi...
Possiamo criticare la formazione di Lefévère per aver corso - da un certo momento in avanti - ben consapevole di star lottando solo per un piazzamento importante, e non per la vittoria. Ma da quelle parti ultimamente si fanno le nozze coi fichi secchi; qualche uomo rende un po' meno del previsto (Guillaume Van Keirsbulck, tanto per citarne uno da cui ci aspettavamo di più in queste gare), altri sono un po' iellati (Matteo Trentin che viene abbattuto all'ingresso del Koppenberg non era previsto), e in ogni caso qualche podio in corse di tale levatura non si butta via.

Gli abbonati alla sconfitta sono anche altri: Greg Van Avermaet che una volta di più non finalizza il lavoro della squadra (Daniel Oss su tutti); Peter Sagan che pur mostrando qualche segnale di rinascita manca un altro podio (e in ogni caso le "sue" corse del periodo sono praticamente finite... Cosa dobbiamo aspettare per parlare di stagione buttata?); la Lotto che mostra un bell'approccio e soprattutto un giovanissimo fenomeno come Tiesj Benoot (quinto a 21 anni, pochi in passato come lui al primo Fiandre in carriera) ma che raccoglie certo meno di quanto seminato; Sep Vanmarcke che toppa clamorosamente una delle gare in cui era più atteso, confermando una vacua attitudine alla vittoria...

 

Kristoff, un gigante
In questo scenario, Kristoff ha potuto giganteggiare. Ha vinto un altro set nella bella sfida che lo sta contrapponendo a John Degenkolb (settimo a Oudenaarde), rivale diretto (per caratteristiche e obiettivi) del quale per ora si sta mostrando superiore. Ha prolungato la serie vincente della Katusha (già a segno domenica scorsa nella Gand), e ha confermato che la Sanremo l'ha persa più per caso (leggi: uno sprint troppo lungo) che per errori marchiani.

Ha vinto alla Boonen nel regno di Boonen, e per questo merita il massimo rispetto (se ne sta guadagnando tantissimo man mano che la sua carriera procede arricchendosi di perle); poi magari al Tour de France lo ritroveremo a battagliare come un "semplice" velocista per le vittorie di tappa (due alla Boucle 2014), perché la cosa più notevole che Alexander sta evidenziando è una versatilità straordinaria. Non siamo certi di poter intravedere i limiti a cui potrà tendere in futuro; di sicuro ha fatto già tanta più strada - in silenzio - di corridori molto più osannati e attesi di lui.

Marco Grassi

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