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Gand-Wevelgem 2015: Luca, 10 e lode inevitabile - Pagelle: Oss bravo e generoso. Sagan perde un altro treno

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Il podio della Gand-Wevelgem © Bettiniphoto

Luca Paolini - 10 e lode
Prende il toro per le corna, non si lascia intimorire da clima da lupi, cadute e avversari fortissimi, rientra tutto solo su un gruppetto che pareva irraggiungibile, si gestisce come solo uno con la sua esperienza può fare, e infine esplode tutto quello che può (ed è tanto) al momento giusto, piazzando uno scatto che vale una vittoria da tramandare. La sua foto all'arrivo la ritroveremo a dicembre, in sede di "momenti top del 2015".

Geraint Thomas - 8.5
L'unico a ripetersi tra i corridori che hanno dominato la E3 Harelbeke due giorni fa. Ha una gamba superba e riesce a non farsi mettere fuori gioco da una spettacolare caduta di cui è vittima a 59 km dalla fine (portato via da una folata, per fortuna atterra sull'erba). Lavora tantissimo, chiude su questo e quello, si arrende solo quando Paolini parte e nessun altro collabora a inseguirlo. Si lascia soffiare la piazza d'onore da Terpstra, ma è un dettaglio.

Jürgen Roelandts - 9
Meriterebbe di più per l'architettura che ha messo in piedi: un attacco solitario partito a quasi 80 km dal traguardo, e portato pervicacemente avanti tenendo a lungo a bada quei fior di campioni che lo inseguivano; una bella favola che vogliamo premiare con un votone malgrado i tempi completamente sbagliati, la benzina finita a 20 km dalla fine, l'obbligo di rinviare la vittoria da urlo che ancora manca al suo palmarés. La premiamo perché ha dato la stura - insieme al vento - a qualcosa di memorabile.

Niki Terpstra - 7.5
Ha visto riuscire ad un avversario il colpo che lui aveva messo a segno un anno fa a Roubaix. Non che non ci abbia provato anche stavolta, ma in questo caso quello stesso avversario (Paolini) gli ha messo il sale sulla coda, preparando poi il terreno per la propria stoccata. Lascia qualche dubbio la gestione del finale da parte della Etixx, chissà che lui e Vandenbergh non si potessero coordinare meglio per inseguire il barba involato. Comunque un podio in una corsa come questa è gran risultato.

Daniel Oss - 7
Come al solito lavora tanto, tanto, tanto. In mezzo ai ventagli è già lì a fare da balia a Greg Van Avermaet (inconsistente. Voto 4.5), che è rimasto attardato e ha l'urgenza di rientrare. Forse gli dice bene che ai 70 km non si muove un Sagan o uno Stybar, ma un uomo di seconda fascia, e allora in marcatura ci va lui; si ritrova nel bel mezzo di un'avventura che ricorderà per tutta la vita. Peccato che sul Kemmelberg si spenga la luce: gli avversari gli rimangono là davanti, non lontani eppure imprendibili. Se non si fosse svenato a gregarieggiare a 120 km dalla fine, chissà.

Stijn Vandenbergh - 7.5
Una giornata da Vandenbergh, e infatti lui c'è e si vede (difficile che si nasconda, è alto 3 metri o poco meno). Nella tempesta di vento si ferma per dare una ruota a Mark Cavendish (che poi però scompare nel nulla. Voto 4). Poi lo vediamo rinvenire, e ai -70 lancia l'inseguimento a Roelandts. Un'azione che provoca qualche disagio alla Etixx, perché parte in un momento in cui Zdenek Stybar (poco efficace: voto 5.5) è attardato da una foratura; e poi perché il suo autore si ritrova in potenziale inferiorità numerica rispetto ai Lotto Soudal. Quando Terpstra riesce a riportarsi sul drappello, Vandenbergh diventa un inesauribile stantuffo che stronca il sogno di Roelandts; nel finale fa quel che può, forse gli resta un piccolo freno mentale ("perché non posso lavorare per provare a vincere io?"), ma di fatto Paolini se la svigna, e a lui non rimane neanche la soddisfazione di un podio.

Jens Debusschere - 6.5
Chi pensa che sia solo un velocista perché l'ha visto vincere una tappa piatta alla Tirreno, si sbaglia. Il campione nazionale belga si muove benissimo su queste strade, riesce a inserirsi in un gruppo importante nel quale funge da spauracchio, nel finale si perde un po' ma per migliorare ha molti anni davanti a sé.

Sep Vanmarcke - 6.5
Non ce la sentiamo di non dare una sufficienza piena a qualcuno dei protagonisti degli ultimi 80 km di gara. Però ugualmente, anche a fronte della prestazione comunque importante fornita oggi, da lui ci aspettavamo qualcosa in più; invece nel finale era tra quelli con meno gambe. Però c'era, che diamine. Tanti altri avrebbero solo da prendere esempio da lui.

Peter Sagan - 5
Non è che dobbiamo sparare sulla croce rossa, ma anche stavolta si vede sfuggire il treno giusto, e non una volta sola. Confidava probabilmente nella speranza che fosse qualche altra squadra a riportarlo sotto, ma ultimamente anche le speranze gli riescono malissimo.

Alexander Kristoff - 6.5
Nei ventagli è più attento di molti diretti concorrenti; e all'arrivo ha la voglia di sprintare per il nono posto, e la capacità di vincere quella simbolica volatina su Sagan. Verranno altre giornate adatte a lui.

Maarten Tjallingii - 6.5
Uno che non ha mai paura di attaccare, oggi l'ha fatto nel momento più difficile per evadere, quando il vento soffiava più forte.

Mirko Tedeschi - 6
Uno dei sette fuggitivi del mattino (gli altri: Albert Timmer, Alexis Gougeard, Alex Dowsett, Pavel Brutt, Jesse Sergent, Tim Kerkhof), in una fuga che ha esaurito presto la spinta a causa dell'immane vento contrario.

John Degenkolb - 5
Il campione uscente prima patisce nei ventagli, poi però riesce a riprendere quota. Peccato che alla fine, quando vede che non si cava un ragno dal buco, decida di ritirarsi, evitando anche di andare a giocarsi un piazzamento nei 10.

Marco Grassi

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