Settimana Coppi&Bartali 2015: Chicchi, una volata come rivincita - A Crevalcore batte Belletti e Colli. Comanda Swift

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Una Coppi & Bartali di rivincite, almeno per i velocisti. Ed è il segno che alle volte per tornare a far bene basta cambiare un po' aria: se giovedì abbiamo visto alzare le braccia Belletti, passato dall'Androni alla Southeast, oggi la volata vincente è tutta per Francesco Chicchi, autore del percorso inverso. Un Chicchi reduce da due inverni terribili: se nel 2014 era riuscito a strappare un rinnovo con Scinto e Citracca per il rotto della cuffia, quest'anno dopo un lungo tira e molla si era visto le porte chiuse in faccia a fine anno con molte squadre che ormai avevano completato il proprio organico. È stato Gianni Savio a ridare fiducia al 34enne velocista lucchese, fiducia oggi ripagata a Crevalcore.

 

Fuga immediata: in 11 in avanscoperta
Dopo la giornataccia di ieri, un bel sole attende i corridori a Calderara di Reno. La terza tappa giunge a Crevalcore, diventata ormai tradizionale per la Coppi & Bartali: son 5 anni che la Settimana Internazionale fa tappa qui, prima con una cronometro e adesso che una frazione per velocisti. Nel circuito conclusivo di 13,2 km, già affrontato l'anno scorso si entra dopo 55 km di tratto in linea, dopodiché tale circuito sarà da ripetere 9 volte. La fuga è già formata dopo 8 km, e dentro ci sono 11 atleti: Dylan Girdlestone (Drapac), Carlos Galviz (Androni), Giorgio Cecchinel (Southeast), Johann Van Zyl (Mtn), Silvan Dietrich, Giacomo Tomio (Roth Skoda), Matteo Malucelli (Idea), Gian Marco Di Francesco (Mg.Kvis-Vega), Enea Cambianca (Meridiana), Omar Alberto Mendoza (Movistar Continental) e Frantisek Sisr (Dukla Praha). Il gruppo non lascerà molto fare ai fuggitivi, tant'è che il vantaggio si assesterà sui 2'10" e resterà tale per i primi 2 passaggi sulla linea d'arrivo. 

 

L'ultimo ad arrendersi è Cecchinel
Con la Sky dietro pronta a tirare sia per difendere la maglia, che per possibilmente allungare il vantaggio in classifica di Ben Swift (qui l'anno scorso fu secondo dietro Viviani), aiutata da Bardiani e Unieuro rispettivamente per Ruffoni e Gasparrini, per la fuga non ci sono speranze. A 2 giri dal termine restano in avanscoperta i soli Girdlestone, Cecchinel e Van Zyl: il corridore della Southeast è l'ultimo ad arrendersi, quando ormai sta suonando la campana dell'ultimo giro. Le operazioni vengono prese in mano sempre dal Team Sky, ma anche la nazionale italiana vuol far la sua parte, sebbene orfana di Pacioni, ritiratosi ieri.

 

Caos caduta, prevale Chicchi
Entrambe le squadre però non potranno giocarsi le proprie carte nel finale: una caduta nelle prime posizioni si consuma infatti all'ultimo chilometro. Tra i coinvolti ha la peggio Davide Viganò (Idea), costretto al ritiro e a ulteriori controlli all'ospedale. A vincere è invece Chicchi, che si mette dietro il vincitore di Gatteo, Manuel Belletti, il quale già pregustava il quarto successo stagionale. Sul podio sale un altro velocista d'annata, Daniele Colli,che in Nippo sta ritrovando il feeling con le volate. Colli precede Ruffoni (Bardiani), Matysiak (CCC), Gasparrini (Unieuro), Pasqualon (Roth Skoda), Asbjørn Kragh Andersen (TreFor), Fortin (GM Cycling Team) e Colbrelli (Bardiani).

 

Roccapelago l'ultimo ostacolo per Ben Swift
La caduta di Crevalcore non ha avuto conseguenze per Ben Swift, il quale adesso dovrà gestirsi per un'ultima frazione che si presenta tutt'altro che facile. Da Pavullo nel Frignano a Roccapelago, 152 km su e giù per l'appennino modenese, quasi sempre sopra i 700 metri di altitudine. Una tappa davvero nervosa, più di quanto i 3 GPM (Lama Mocogno, Passo Cento Croci e Serpiano) possano dire. Il percorso si presta ad attacchi praticamente in ogni punto del tracciato, ma sarà soprattutto l'ultimo GPM di Serpiano, con scollinamento a 18 km dall'arrivo, a dare una definizione al finale di gara. E gli ultimi 2 km che portano nella fantastica cittadella sono in salita al 6%. Allo Swift visto ieri tutto questo non fa paura, e l'avere dalla sua la squadra più forte del lotto lo aiuta, ma è difficile pensare che gli scalatori delle professional italiane siano disposti a farsi umiliare un'altra volta da un velocista.