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E3 Harelbeke 2015: Thomas si veste da Nordista - Conferma Stybar, Sagan cocente delusione, Trentin va a podio

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Vittoria in solitaria per Geraint Thomas nella E3 Harelbeke © Bettiniphoto

Quanti colpi, ragazzi, in questa E3 Harelbeke! Ci sono quelli vincenti, come quello messo a segno da Geraint Thomas con uno scatto perfetto a poco più di 4 km dal traguardo; quelli dolorosi per il fisico, come le mazzate patite da tanti corridori (su tutti Fabian Cancellara, caduto, fratturato, ritirato), e quelli dolorosi per il morale, come il malinconico epilogo della corsa di Peter Sagan, che a distanza di 12 mesi da uno dei suoi successi più belli subisce oggi una batosta che lascerà strascichi.

Questo ricco antipasto di Giro delle Fiandre, tra lunghe fasi di transizione e qualche momento di spettacolo, regala anche conferme (Zdenek Stybar è più che mai uno dei nuovi leader del settore, e uomini come Alexander Kristoff o John Degenkolb continueranno a fare rumore anche ben oltre la Sanremo) e una piccola sorpresa targata Italia: il podio conquistato da Matteo Trentin con una bella volata proprio su Kristoff è carico di speranze per un corridore che attendiamo da tempo sui massimi palcoscenici fiamminghi, e che troppo spesso è obbligato a perdersi nelle pieghe delle tattiche della sua Etixx; discorso analogo a quello che si potrebbe fare per Daniel Oss, altro italiano in top ten oggi, che ha lavorato tantissimo per il suo capitano in casa BMC prima di concedersi il minimo lusso di quel decimo posto finale.

A livello di squadre, difficile passare sotto silenzio la nuova delusione targata Etixx: presente con uno dei suoi uomini migliori nell'azione decisiva nata sull'Oude Kwaremont, non è riuscita una volta di più a concretizzare. Certo non parliamo del tracollo di un mese fa alla Het Nieuwsblad, quando ben tre uomini di Lefévère si fecero infinocchiare da Ian Stannard. Ma anche oggi l'ordine d'arrivo è impietoso per la corazzata belga: ancora uno Sky al primo posto, circondato sul podio dalle maglie Etixx, con Stybar secondo e Trentin terzo.

 

Geraint Thomas verso nuove dimensioni
La vittoria di Thomas è stata costruita, cercata, voluta e ottenuta con disarmante metodicità. Il ragazzo venuto da Cardiff è reduce da notevoli prestazioni sulle salite di Volta ao Algarve (corsa che ha vinto) e Parigi-Nizza (in cui è stato ottima spalla per Richie Porte). Alcuni vedono in lui un possibile uomo da grandi giri. E lui che fa? Ti vince una classica fiamminga: non c'è che dire, a quasi 28 anni Geraint è entrato in una dimensione tutta nuova, quella di un corridore a 360° (e viene dalla pista, da quell'Inseguimento che ha già sfornato campioni del calibro di Bradley Wiggins).

Oggi la Sky aveva lavorato per ricucire sulla fuga del giorno (abbiamo visto anche Elia Viviani impegnato a tirare); poi sull'Oude Kwaremont proprio Thomas ha promosso l'attacco risolutivo, e Stybar prima e Sagan poi si sono accodati. Il terzetto, ottimamente assortito, ha lavorato bene fino alle porte di Harelbeke, superando di slancio i restanti muri di giornata e tenendo sempre a distanza di sicurezza gli inseguitori (i quali pure - spinti dalla BMC - non potranno dire di non aver provato a chiudere sugli attaccanti).

Ai 4 km, poi, la stoccata: Thomas ha avuto buon gioco perché l'uomo che avrebbe dovuto chiudere per primo su di lui ha mostrato un incredibile attimo di appannamento. Quell'uomo, Sagan, è andato completamente nel pallone, nell'occasione, e mentre Stybar (con un momento di ritardo) si affannava a a inseguire il gallese ormai imprendibile, lui, scarico di energie fisiche e mentali, si faceva risucchiare e poi staccare dal gruppetto dei big. Davvero un brutto finale di giornata per lo slovacco, che a questo punto desta più di un interrogativo: oggi teoricamente non aveva sbagliato niente, si era infilato (di forza) nel trenino giusto, ma alla fine gli sono clamorosamente mancate le gambe. Ritroverà spirito e brillantezza in vista delle prossime Monumento? I dubbi permangono, anzi si rafforzano.

 

Cambiano gli equilibri del grande Nord
Sarà peraltro un prosieguo di campagna del Nord tutto da riconsiderare, alla luce delle defezioni importanti (Cancellara, due vertebre fratturate, va a far compagnia - fuori dai giochi - a Tom Boonen, infortunato da tempo). Mancano gli uomini-faro, spazio alle seconde linee che da tempo sgomitano per mettersi al centro della scena. Oggi ad esempio Sep Vanmarcke è stato autore di una prova ambivalente: tonico, all'attacco in avvio di Paterberg, è poi finito fuori strada subito dopo il suo scatto, e da lì in poi non ha più saputo fare la differenza, nemmeno sul Kwaremont.

Greg Van Avermaet ha torchiato la squadra chiedendo l'impossibile a Oss, Burghardt, Drucker, nell'inseguimento al terzetto; salvo poi pagare un attimo di distrazione, cadendo malamente a 18 km dalla fine. Lars Boom starebbe molto bene, ma se cade sempre (due giorni fa alla Dwars door Vlaanderen, oggi) sarà difficile valutarne l'effettivo peso.

 

Le ruote veloci e quel giovanotto, Benoot...
Alexander Kristoff e John Degenkolb oggi hanno fatto la loro parte, si sono salvati sui muri (più brillante il norvegese, per dirla tutta), sono arrivati col gruppo buono, poi uno dei due ha sprintato (venendo battuto da Trentin, come già detto), l'altro no (il tedesco della Giant ha chiuso il drappello senza fare la volata), ma entrambi hanno dimostrato di esserci. Il loro problema è che non troveranno mai degli avversari disposti a spremersi per portarli al traguardo, visto che sono troppo veloci per tutti. E su percorsi pieni di trabocchetti come quelli di queste classiche fiamminghe (perlomeno le più dure tra esse) viene arduo immaginare una situazione di gara in cui possano uscire alla lunga vincenti: se vanno all'attacco con altri corridori, troveranno qualcuno che non collabora; se attendono, rischiano di farsi sfuggire le lepri di turno perché non sempre le altre squadre lavoreranno (indirettamente) per loro.

La chiosa di questo commento la dedichiamo a Tiesj Benoot, protagonista due giorni fa a Waregem, protagonista oggi ad Harelbeke. Anche in questa E3 il ventunenne della Lotto ha lavorato tanto, si è proposto, è riuscito a stare praticamente sempre nel vivo dell'azione. Nel momento storico in cui il Belgio prende coscienza di quanto possa essere dura la vita nelle classiche di casa senza Boonen, emerge all'orizzonte un talento che ha tutte le carte in regola per imporsi nei prossimi anni. Lo seguiremo con attenzione, del resto se continua a correre come in queste ultime due gare sarà impossibile non notarlo.

Marco Grassi

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