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Milano-Sanremo 2015: E Peter Sagan volle strafare - Le pagelle: Kristoff va al massimo, Cancellara non si vede

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L'attacco di Peter Sagan nel finale della Milano-Sanremo © Bettiniphoto

John Degenkolb - 10
Nel primo mese e mezzo di gare del 2015 era sembrato sempre abbastanza appannato al momento di sprintare ma si stava preparando a fondo per dare il meglio nelle classiche e al primo grande appuntamento il tedesco della Giant-Alpecin non ha fallito. Oggi Degenkolb è stato aiutato dai compagni di squadra solo fino ad un certo punto, poi dalla Cipressa fino all'arrivo se l'è praticamente sbrigata da solo (solo Dumoulin gli è rimasto vicino, gli altri compagni sono arrivati tutti da 5' in su) riuscendo a fare tutto alla perfezione: attento e ben posizionato sia in salita che in discesa, bravo a cogliere l'attimo giusto per lanciare lo sprint. Guai quindi a chiamarlo solo velocista: Degenkolb è un vero e proprio uomo da grandi classiche e nelle prossime settimane sulle pietre del nord sarà un cliente scomodissimo per tutti.

Alexander Kristoff - 9
Dodici mesi dopo il successo sul Lungomare Italo Calvino, il norvegese della Katusha si conferma come uno dei corridori più adatti a questa corsa. Va un po' in difficoltà sulla Cipressa ma è bravo a gestirsi, a tenersi da parte un po' di energie e infatti sul Poggio non perde mai le prime posizioni. Avesse avuto un compagno di squadra in più nel finale difficilmente avrebbe potuto perdere questa corsa: forse anche un pizzico di freddezza e lucidità per temporeggiare un attimo in più prima lanciarsi l'avrebbero potuto aiutare, ma con una lunghissima volata di testa partendo ai 250 metri riesce comunque ad arrivare secondo e non si può che fargli un grosso applauso.

Luca Paolini - 10
L'uomo del giorno è stato senza dubbio lui, assolutamente decisivo per il podio di Kristoff così come l'anno scorso lo era stato per il successo. L'esperienza e la grande capacità di lettura della corsa sono due qualità dell'italiano della Katusha che non scopriamo certo oggi: stavolta però ha fatto un autentico capolavoro, mettendosi in testa al gruppo sul Poggio con Kristoff a ruota e scandendo un ritmo alto e regolare che ha impedito praticamente a chiunque di scattare o di guadagnare un margine anche solo minimo. Al termine della discesa l'abbiamo ritrovato ancora una volta davanti a tirare la volata al compagno di squadra defilandosi quando ormai era decisamente stravolto: in pratica da solo ha fatto il lavoro di almeno tre gregarioni.

Peter Sagan - 4.5
La corsa è forse un po' meno dura di quanto gradirebbe, ma per 291 chilometri lo slovacco della Tinkoff-Saxo è praticamente perfetto: negli ultimi 2000 metri invece un disastro totale con errori macroscopici che gli impediscono di lottare non solo per il podio, ma anche per la vittoria visto che comunque la gamba c'era. Una volta terminata la discesa del Poggio si ritrova nelle primissime posizioni e l'istinto (o la voglia di strafare) lo ha portato a tentare un allungo tutto solo: guadagnati cinque metri, però, istinto e ragione hanno iniziato a litigare e Sagan è rimasto un po' lì davanti senza sapere che fare. Rientrato in gruppo poi sono mancati accordo e comunicazione con il compagno di squadra Matti Breschel che anziché aiutarlo a prendere una buona posizione s'è messo a ruota come a voler fare il suo sprint: il risultato l'abbiamo visto tutti, Sagan ha lanciato la volata molto indietro e la rimonta gli ha portato solo un quarto posto.

Michael Matthews - 8.5
Il 24enne australiano centra il podio in carriera in una grande classica e verrebbe quasi da dire "era ora!" viste le grandi qualità che gli sono riconosciute fin dal suo primo anno da professionista nel 2011. La gara di Matthews non è molto appariscente, ha cercato di stare sempre il più coperto possibile ma il cima al Poggio c'era anche lui tra i corridori che si sono mossi per marcare l'attacco di Greg Van Avermaet. In volata forse non ha ancora la punta di velocità di altri corridori ma il terzo posto è un risultato comunque fantastico per uno che nelle uniche due Sanremo corse in precedenza era arrivato al traguardo una volta con 8' di ritardo e l'altro con 10'.

Niccolò Bonifazio - 8.5
Per un corridore italiano la Milano-Sanremo è una corsa sempre molto sentita, figuriamoci per un giovane ragazzo ligure che abita proprio sul percorso della Classicissima e che del percorso conosce anche le più piccole buche dell'asfalto. Bonifazio ha solo 21 anni e prima di oggi s'è già messo in luce come uno dei giovani italiani più promettenti: il quinto posto di oggi, all'esordio, è un segnale che questo ragazzo può avere veramente un grande avvenire non sono come velocista ma anche nelle classiche. Non neghiamo che vedendolo lì a ruota di Kristoff a 200 metri dalla linea d'arrivo per attimo abbiamo pensato (e lo avrà pensato anche lui stesso) che potesse fare il colpaccio. Nel complesso buona prova anche per Davide Cimolai (voto 7) che si è spento negli ultimi 50 metri ma ha comunque chiuso ottavo: meno talentuoso di Bonifazio, ma quest'anno ha fatto un bel salto di qualità.

Matteo Bono - 7
Oltre ai suoi due uomini veloci, nella Lampre-Merida oggi s'è messo in bella evidenza anche Matteo Bono che è entrato nella fuga da lontano ed è stato l'ultimo ad essere raggiunto dal gruppo sulle rampe della Cipressa: abituato a prendere tanta aria lavorando per i compagni, alla Sanremo la Lampre sa di poter contare su di lui per queste azioni di copertura, ruolo che aveva svolto bene anche l'anno scorso. Un applauso e un bel 6.5 anche a tutti gli altri attaccanti di giornata: Maarten Tjallingii e Jan Barta hanno bissato la fuga del 2014 come Bono, in più stavolta si sono aggiunti gli italiani Marco Frapporti, Tiziano Dall'Antonia, Stefano Pirazzi e Andrea Peron, il belga Serge Pauwels, il francese Julien Bérard, il polacco Adrian Kurek ed il colombiano Sebastian Molano.

Fabian Cancellara - 5.5
Inutile dire che ci aspettassimo molto di più da lui, ma il vento contrario sul Poggio ed il bisogno di marcare un po' di punti in vista delle classiche del pavé lo hanno portato ad attuare una tattica decisamente conservativa. Alla fine si piazza settimo, subito dietro a quei corridori che nelle volate di gruppo ci si lanciano ad ogni occasione. Per la Trek bella prova anche di Fabio Felline, tra i primi a scollinare sul Poggio: il piemontese sta crescendo molto quest'anno, ha bisogno solo di una vittoria che lo faccia sbloccare.

Greg Van Avermaet - 7.5
Tra i principali favoriti è stato l'unico ad attaccare con convizione e l'ha fatto sia sulla Cipressa che sul Poggio. Nel complesso tutta la BMC ha adottato una tattica molto aggressiva e senza di loro in Via Roma avremmo avuto un gruppo molto più numeroso: sulla Cipressa il primo a muoversi è stato Silvan Dillier, seguito appunto da Van Avermaet, in cima si è visto Alessandro De Marchi mentre in pianura ha attaccato Daniel Oss. Sul Poggio poi è finalmente entrato in scena Philippe Gilbert ma s'è visto subito che la gamba non era quella dei giorni migliori: Van Avermaet ha provato un contrattacco, forse per preparare una nuova azione di Gilbert negli ultimi due chilometri ma la caduta di quest'ultimo in discesa ha lasciato la squadra rossonera senza un risultato di rilievo.

Mark Cavendish - 5
Fin dall'inizio della stagione s'è candidato a ruolo di principale favorito per la Milano-Sanremo a suon di risultati: prima della Tirreno-Adriatico però è stato in Sudafrica per partecipare ad una pedalata promozionale e ad un evento di beneficenza (Cape Town Cycle Tour) lì ha contratto un virus che l'ha debilitato. Nonostante tutto oggi ha tenuto bene fino alla Cipressa quanto a 1500 metri dalla cima ha perso contatto per un salto di catena: nell'ultimo tratto ha dato tutto per tenere il gruppo a tiro, è rientrato in discesa ma poi ha alzato bandiera bianca sul Poggio tagliando il traguardo nel secondo gruppetto con 23" di ritardo. Poco convincente oggi anche l'iridato Michal Kwiatkowski (voto 5.5), molto meglio invece Zdenek Stybar (6.5) che è uscito dal gruppo sia sulla Cipressa che sul Poggio ma oggi non era proprio la giornata buona per chi voleva evitare la volata.

Alejandro Valverde - 5
L'ultima volta che Valverde disputò la Sanremo era il 2006 ma questo percorso è oggettivamente troppo poco selettivo per un corridore come lui che a quasi 35 anni non ha più esplosività ed il cambio di ritmo di un tempo: più rimpianti per tutte le edizioni saltate (quelle con le Manie in particolare) che per non averci neanche provato oggi pur essendo sempre lì. Giornataccia invece per Juan José Lobato (voto 4), quarto l'anno scorso ed indicato da molti come uno dei possibili protagonisti oggi in caso di arrivo allo sprint: il 26enne spagnolo ha perso contatto già sulla Cipressa e non è più riuscito a rientrare; per i paragoni con Freire si prega di ritornare tra qualche anno.

André Greipel - 4.5
Ancora una volta viene respinto da una grande classica. Ha chiuso assieme a Cavendish nel secondo gruppo ma a differenza del britannico non ha un virus e un problema meccanico da usare come scuse: André è la testimonianza che la Sanremo sarà pure una corsa per velocisti, ma di certo non per tutti i velocisti

Geraint Thomas - 7
Sky molto battagliera fin dal Capo Berta anche se un po' forzata dagli eventi con la caduta di Salvatore Puccio che ha lanciato un'azione dei compagni di squadra Luke Rowe, Geraint Thomas e Ben Swift: il terzetto è quindi riuscito ad imboccare la Cipressa con un po' di margine anche se forse a Swift le energie spese in questo frangente avrebbero fatto comodo più avanti visto che allo sprint ha chiuso solo 13°. Terminata la discesa Geraint Thomas è stato bravo a rientrare da solo su Daniel Oss dando vita all'unica vera azione concetra di questa Sanremo: i due hanno guadagnato fino ad una trentina di secondi sugli inseguitori, poi il gallese ci ha provato da solo Poggio ma è stato raggiunto proprio in cima da Van Avermaet e tutti gli altri.

Sebastiano Cipriani

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