Milano-Sanremo 2015: Il made in Italy si chiama Lampre - Bono in fuga, Bonifazio e Cimolai nei primi dieci
Sarà che in ammiraglia c'era il patron, Mario Galbusera, o sarà che gli uomini scelti erano quelli giusti, fatto sta che alla fine la Lampre-Merida ne ha piazzati due nei primi dieci. E se pensiamo che poteva andare anche meglio, quasi recriminano i blu-fucsia. Formazione criticata molto negli ultimi anni, ha iniziato la stagione con il piglio giusto: tre vittorie straniere (Tsgabu Grmay ai Campionati Africani e Rafa Valls al Tour of Oman, tappa e classifica finale) e tre italiane: una con il giovane Niccolò Bonifazio, al Gran Premio Città di Lugano, le altre due, a sorpresa, con Davide Cimolai. L'eterno (ma per nulla anziano) gregario ha messo in cascina del fieno che si chiama Trofeo Laigueglia e tappa alla Parigi-Nizza, quest'ultima battendo Coquard, Matthews e Bouhanni.
Bonifazio, 5° all'esordio nella Classicissima
Per capire l'ottima Sanremo disputata dall'unica squadra rimasta nel World Tour bisogna riavvolgere il nastro, ritornare all'ingresso in Via Roma, quando Luca Paolini lancia definitivamente Alexander Kristoff. Alla ruota del norvegese ci si aspetta di vedere Degenkolb - che infatti è in zona - Sagan, Bouhanni. Non certo Niccolò Bonifazio. Invece c'è proprio il ligure, alla prima Sanremo della sua carriera. La ruota che più giusta non si può potrebbe voler dire podio per lui, ma alla fine sarà solo quinto. Un solo grande così, visto che essendo, come detto, all'esordio nella Classicissima, ha fatto già molto e tanto altro lo tiene - si spera - per gli anni a venire. Il bicchiere in casa Lampre e Bonifazio, insomma, dev'essere visto per forza mezzo pieno. Al cospetto di certi mostri sacri Niccolò mostra il carattere, la grinta, fa vedere che lui se lo merita, quel posto in Via Roma. Lo chiami e risponde presente. Comprensibile che il ragazzo sia già corteggiato da diverse corazzate.
Cimolai si conferma solida certezza
Lampre-Merida che non mette solo Bonny là davanti, ma pure un Davide Cimolai inatteso: non solo in questa Sanremo, ma nell'inizio di 2015 tutto. Al Laigueglia poteva vincere - ed ha vinto - ma chi l'avrebbe pronosticato, alla vigilia? Diverso discorso per la seconda vittoria (e non stagionale, ma della carriera da pro'), alla Parigi-Nizza: lì si mise alle spalle i corridori più forti non solo del panorama ciclistico internazionale, ma in chiave Sanremo. Ed oggi il Cimo pensava in grande, giustamente. È arrivato un ottavo posto che non sarà memorabile per i più, ma per Davide significa molto. Significa che certi traguardi non gli sono, né saranno, preclusi.
La fuga di Bono, il lavoro di Pozzato
Il lavoro degli uomini Lampre era in realtà iniziato già dal mattino, quando nella fuga di undici uomini avevano inserito Matteo Bono. Dettaglio da poco? Forse, fatto sta che il corridore di Iseo è rimasto in testa superando senza problemi i capi, anzi forzando, ed attaccando in solitudine più o meno beata la Cipressa. D'accordo, poco dopo sarebbe stato ripreso e si sarebbe scatenato un mezzo inferno, ma era lì. Dei blu-fucsia va inoltre sottolineata la prova di Filippo Pozzato. Il vicentino di Sandrigo, ultimo dei nostri a vincere la Classicissima, nel 2006, forse sa di non potersi più ripetere su questo palcoscenico. Allo stesso tempo, Pippo crede molto sia in Cimolai che in Bonifazio. Eccolo quindi, nella discesa della Cipressa, mettersi davanti (abita a Montecarlo, si allena su queste strade, le conosce a memoria) con Tony Gallopin, tirare il collo al gruppo, pennellare curve e tornanti. Un lavoro sicuramente utile per far arrivare davanti i due giovani compagni, peccato che poi Pippo sia caduto insieme ad altri nella discesa del Poggio. Una Lampre-Merida che piazza due italiani - e sono i primi due italiani - nei primi dieci della Sanremo. Meglio di così c'era solo un podio o una vittoria, e forse l'unico rammarico è che Bonifazio, pur trovandosi nella posizione ideale, a ruota di Kristoff, al momento della volata non abbia saputo dare la stoccata finale. Manca il risultato di grido, ci si è andati a tanto così, ma con questi uomini sicuramente arriverà. E non troppo in là nel tempo.
