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Strade Bianche WE 2015: Guarnier, un assolo da gregaria - Bella vittoria della statunitense. Elisa Longo Borghini terza

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Megan Guarnier vince la prima Strade Bianche femminile © Bettiniphoto

Ci voleva una ragazza per portare la Strade Bianche al di là dell'Atlantico, negli Stati Uniti d'America. Megan Guarnier - ma in squadra è soprannominata Calimero - è un corridore forte ma nascosto, deciso di gamba ma con una personalità non certo memorabile. Un'ottima atleta, non una campionessa. Eppure oggi, tra vento, sterrati e salitelle spaccagambe, ha fatto la differenza: in Piazza del Campo ci entra da sola e spinge fino all'ultimo, perché in gare come questa l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Dietro ad ogni angolo. E all'ultima curva, quando vede Piazza del Campo, Megan esplode.

 

Vento laterale, gruppo in fila indiana
Sono 103 i chilometri da affrontare nella prima edizione della Strade Bianche femminile: da San Gimignano a Siena, cinque tratti di sterrato nel mezzo: gli uomini ne affrontano dieci. Via con Bigla e Rabo (la squadra olandese è priva dell'infortunata Marianne Vos e dell'iridata su strada e cross Pauline Ferrand-Prévot, debutterà al Trofeo Binda di Cittiglio) che sfruttano il vento laterale e cercano di forzare. La Rabo, in particolare, prova a mandar via una fuga nei primissimi chilometri, ma non riesce. Nel primo tratto sterrato, quello di San Leonardo, il vento laterale sferza il gruppo.

 

Davanti restano in 14, Johansson attardata
Nel secondo (San Martino in Grania, 9.5 km, il più lungo di tutti), le ragazze sono già in fila indiana. Tre plotoncini che s'inseguono, davanti 14 atlete: Hanna Solovey (Astan-Acca Due O), Annemiek Van Vleuten, Shelley Olds ed Ashleigh Moolman (Bigla), Lizzie Armitstead, Megan Guarnier e Christine Majerus (Boels-Dolmans), Olena Pavlukhina (BTC City Ljubljana), Lucinda Brand, Katarzyna Niewiadoma ed Anna Van der Breggen (Rabo Liv), Alena Amialiusik e Trixi Worrack (Velocio-SRAM), Elisa Longo Borghini (Wiggle Honda). La Campionessa d'Italia Elena Cecchini insegue con Gracie Elvin e Audrey Cordon a 18"; lo farà per una ventina di chilometri, ma quando davanti capiscono che Emma Johansson non c'è perché ha forato, né rientrerà, menano a tutta.

 

Cinque al comando: c'è la Longo Borghini
Ci danno dentro così forte che restano in cinque: Lizzie Armitstead e Megan Guarnier (Boels-Dolmans), Anna Van der Breggen (Rabo Liv) ed Elisa Longo Borghini (Wiggle Honda). La Boels-Dolmans è in superiorità numerica: Armitstead e Guarnier scattano di continuo, fino a quando quest'ultima resta da sola all'altezza del terzo settore sterrato, quello di Presciano. Va via, prende subito un buon margine e dietro ha la compagna Armitstead che sì lavora, ma alla fine di ogni strappo si rialza. Non si collabora ed a 20 km dalla fine la gara è chiusa. Megan Guarnier veleggia verso la vittoria, ma non si adagia sugli allori del vantaggio conquistato: metti una foratura, una caduta, un capovolgimento della situazione improvviso. E invece là davanti non cambia nulla.

 

Megan Guarnier, assolo e vittoria. Elisa è terza
La statunitense taglia il traguardo per prima a braccia alzate, regalando alla Boels-Dolmans la sesta vittoria stagionale (e con quattro atlete diverse: Van Dijk, Armitstead, Blaak e Guarnier). A 37" dalla vincitrice c'è proprio Lizzie Armitstead, che tiene alle spalle Elisa Longo Borghini e chiude seconda, con quel pugno chiuso: sa bene chi ha vinto. La Longo Borghini, terza, non aveva fatto mistero di puntare in alto alla Strade Bianche: l'aveva provata, ma non ci voleva la ricognizione per capire che su un tracciato duro come questo una che si esalta quando si fatica molto, come appunto l'ornavassese, avrebbe lottato per la vittoria.

 

Per la tricolore Elena Cecchini un'altra top ten
Al quarto posto Ashleigh Moolman, staccata di 39", poi Anna Van der Breggen, mezza delusione di giornata, a 46". A 52" un'altra Rabo Liv, la polacca Katarzyna Niewiadoma, con Alena Amialiusik a 54", Hanna Solovey a 1'04", Annemiek Van Vleuten a 1'10", Elena Cecchini a 4'01". Altre italiane: Rossella Ratto ha chiuso 13a a 4'03" dalla Guarnier, Valentina Scandolara, gregaria della Johansson all'Orica, 27a a 8'09", Francesca Cauz, dorsale numero 1 e l'esperienza da crossista, 31a a 8'14", l'altoatesina Anna Stricker 34a a 8'21". Una bella corsa, di certo durissima, sicuramente da riproporre nei prossimi anni. Adesso l'attenzione è rivolta al Belgio, dove già domani si correrà l'Omloop van het Hageland, mentre sabato in Olanda si aprirà l'ultima Coppa del Mondo, con la Ronde van Drenthe. Che nel 2014 aprì il regno di Elizabeth Armitstead, vincitrice di tappa e challenge. Oggi ha fatto vedere che c'è una buona possibilità che si ripeta.

Francesco Sulas

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