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Het Nieuwsblad 2015: Parte da Gand l'infernale Nord - Da domani alla Roubaix del 12 aprile, grandi gare e personaggi

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Pavé e muri protagonisti delle classiche del Belgio © L.Claessen/ISPA

Un vero amante del ciclismo, posto di fronte alla scelta tra una vacanza alle Maldive o un weekend a Oudenaarde (citiamo la prima località che ci viene in mente), avrebbe ben pochi dubbi. Molto meglio l'aria nera e mineraria del vecchio Belgio che un'insulsa spiaggia candida di fronte a un mare cristallino. L'isola tropicale dei nostri sogni, poche ciance, è la Fiandra. La nostra sabbia finissima è il pavé; le nostre palme sono i mulini; e il nostro bagnasciuga è fatto di fango, giusto per non perdere l'abitudine con la stagione del ciclocross appena lasciata alle spalle.

Ovvio, quindi, che il vero amante del ciclismo, oggi, si senta come alla vigilia di una partenza per una vacanza che durerà un mese e mezzo, e sia per questo motivo il bimbo più felice del mondo. Dalla Het Nieuwsblad alla Freccia del Brabantse, da sabato 28 febbraio a mercoledì 15 aprile, ci passa di mezzo tutto il ciclismo più spettacolare che si possa immaginare. Sì, anche più di quello dei grandi giri, spesso troppo inchiodati a logiche tatticistiche. È il cosiddetto Grande Nord, l'università di questo sport, un campo di gara su cui qualunque campione dovrebbe sognare di misurarsi.

 

Da domani si scatenerà l'Inferno del Nord
Sappiamo bene che invece "qualunque campione" non ci viene, nell'"inferno" del Nord. Anzi, la maggioranza dei corridori più popolari si guardano bene dal fare qualche scampagnata in queste gare tanto affascinanti quanto difficili: troppa la paura di una caduta che possa compromettere una stagione, troppo il timore di fare brutte figure o di spendere troppe energie a fronte di risultati tutti da verificare.

Poi però succede che il Tour de France porti la sua carovana su qualche settore di pavé della Roubaix, e che un felice fato ci aggiunga una giornata di pioggia, e allora lì si scopre che qualcuno (un nome a caso: Vincenzo Nibali) su quel terreno vola, anche più di tanti specialisti; mentre qualcun altro (un nome a caso: Alberto Contador) soffre, perde minuti per strada. E sia nell'uno che nell'altro caso la domanda sorge spontanea: perché non prima? Perché un Nibali, che scopre di poter essere addirittura competitivo in una Roubaix, non va a correrla e a provare a vincerla? Perché un Contador, così negato per il pavé, non va ogni tanto a fare qualche garetta belga per prendere confidenza con quel particolare fondo stradale (hai visto mai che prima o poi possa servirgli...)?

 

Wiggins e la sua scommessa
Nel malinconico ciclismo a compartimenti stagni, fortunatamente qualche eccezione ogni tanto viene fuori. Stavolta è il caso di Bradley Wiggins, che dopo aver vinto tutto in pista, dopo aver conquistato su strada titoli mondiali e olimpici e pure un Tour de France, e nell'attesa di tentare di abbattere il Record dell'Ora per poi ridedicarsi alla pista in chiave Rio 2016, si è fatto prendere da un furente pallino: provare a vincere la Parigi-Roubaix.

Già l'anno scorso vi prese parte, facendo un'ottima figura (fu nono) al termine di una settimana che dedicò al pavé (fece Giro delle Fiandre e Scheldeprijs prima di tuffarsi nella regina delle classiche). Stavolta vuole fare le cose ancora meglio, e non lascia nulla al caso: appunto, non è un caso che domani e domenica sia previsto tra i partenti della Het Nieuwsblad e della Kuurne-Bruxelles-Kuurne, le due gare che aprono il calendario belga. Per il britannico è bene iniziare subito a entrare nel clima giusto, per prendere la rincorsa da lontano, dalla prima occasione utile.

 

Si parte da Het Nieuwsblad e Kuurne-Bruxelles-Kuurne
Domani sir Brad troverà subito qualcosa da fare: si dà il caso che in squadra con lui ci sia il vincitore dell'ultima edizione della Omloop Het Nieuwsblad, Ian Stannard, a sua volta un bel cavallino da pavé per il quale toccherà fare la corsa in casa Sky. Il palcoscenico dei principali protagonisti conta qualche assente (la Trek con Fabian Cancellara, la Tinkoff con Peter Sagan)  ma consta di grossi calibri, gente che questa corsa l'ha conquistata (Philippe Gilbert, per due volte; Sep Vanmarcke, una) e soprattutto uomini a cui è sin qui sfuggita: tra costoro, tra un Greg Van Avermaet e un Edvald Boasson Hagen, tra un Sylvain Chavanel e un Bjorn Leukemans, tra un Niki Terpstra e un Johnny Hoogerland, emerge senza dubbio Tom Boonen, che con la gara in questione ha un conto aperto, visto che è l'unica, tra le classiche e semiclassiche del periodo, ad essergli sfuggita in carriera. E brucia ancora, al vecchio (beh, mica tanto vecchio, poi: 34 anni) campione, il ricordo della clamorosa beffa subita nel 2012, quando Vanmarcke lo bruciò in una volata a tre che pareva non potesse sfuggirgli (il terzo uomo non faceva testo: era Juan Antonio Flecha, il battuto eccellente di questi anni di classiche del pavé).

Ma non abbiamo certo esaurito qui l'elenco di chi domani potrebbe far bene: corsa aperta a ogni pronostico, 200 km da Gand a Gand, 11 muri tra i più noti della zona (3 in pavé; l'ultimo, il Molenberg, sarà affrontato a 35 km dalla fine), 10 altri tratti in pavé (l'ultimo, lungo oltre 2 km, è programmato ai -20), ma anche la possibilità di salvarsi per qualche velocista tra quelli - molto adatti a questi percorsi - che saranno in gara. Ne vogliamo citare? Alexander Kristoff, già plurivincitore di inizio 2015, è il primo della lista; ma occhio ad Arnaud Démare, Chris Sutton, Heinrich Haussler, Nikias Arndt, Gerald Ciolek, Tyler Farrar, Wesley Kreder...

Tale elenco di velocisti si arricchirà peraltro domenica nella Kuurne-Bruxelles-Kuurne, gara che tradizionalmente sorride a tale categoria molto più della Het Nieuwsblad: ai nomi citati sopra si aggiungeranno quelli di Mark Cavendish, Nacer Bouhanni, Bryan Coquard, Yauheni Hutarovich (per restare ai più famosi).

 

Da Trentin a Gatto, da Marcato a Viviani: c'è anche l'Italia
Statisticamente, non possiamo dire che l'Italia parta coi favori del pronostico quando si gareggia nelle Fiandre. Per dire, abbiamo dovuto aspettare il 1995 e il compianto Franco Ballerini per il primo successo nella Het Nieuwsblad (all'epoca Het Volk), gara fondata nel 1945; dopo di allora, altre tre affermazioni: Michele Bartoli nel 2001, Filippo Pozzato nel 2007 e da ultimo Luca Paolini nel 2013. Un gruppetto di specialisti che ci dice quanto possano essere selettivi gli albi d'oro di questo genere di corse. La KBK, se è per quello, è anche peggio: mai vinta da un italiano, al massimo contiamo un secondo posto di Paolo Bettini nel 2004.

Ciò ci dice che anche in questo week-end non sarà facile emergere, per quanto la pattuglia italica tra Gand e Kuurne non sarà disprezzabile: Matteo Trentin sarebbe un uomo faro, ha solo il problema di emergere nel proprio team (Etixx) tra un Boonen e un Terpstra, tra un Van Keirsbulck e uno Stybar; il trentino sarà l'unico - con Elia Viviani e Salvatore Puccio nella Sky - ad essere schierato in una delle 10 squadre World Tour presenti alla Het Nieuwsblad.

Gli altri azzurri li troviamo tra le Professional: Androni, Nippo e Southeast hanno ricevuto una wild card per domani, e potranno contare rispettivamente su atleti come Oscar Gatto, Daniele Colli, e la coppia Manuel Belletti-Mauro Finetto. Tra tutti, Gatto ha in palmarés una bella vittoria nella Dwars door Vlaanderen (Attraverso le Fiandre) di due anni fa, insomma lo consideriamo una delle nostre punte. Non vanno poi dimenticati Mirko Selvaggi e Marco Marcato (in maglia Wanty) e Kristian Sbaragli (schierato dalla MTN).

Quest'ultimo sarà probabilmente più in vista domenica, nella KBK, gara in cui non avremo la Androni (non invitata dagli organizzatori di Kuurne) ma in cui subentreranno altri bei nomi del nostro movimento, a partire da quell'Elia Viviani fresco reduce da due medaglie ai Mondiali su Pista: il veronese della Sky, dopo il rodaggio nella Het Nieuwsblad, sarà senz'altro tra i favoriti, schiera nella quale (con quote più alte presso i bookmakers) ci sarà anche Matteo Pelucchi nella IAM. E occhio anche alle ruote veloci di Jacopo Guarnieri (nella Katusha), Danilo Napolitano (nella Wanty) e Jakub Mareczko (nella Southeast).

 

Gli altri appuntamenti del Nord fino alla Roubaix
Esaurito questo week-end a cavallo tra febbraio e marzo, si continuerà a correre con regolarità in Belgio, o meglio, nel Belgio fiammingo. Dopo la prova d'apertura del calendario vallone (mercoledì 4 marzo con Le Samyn), ci ritroveremo da venerdì 6 a domenica 8 con la Driedaagse van West-Vlanderen (in altri termini: la Tre Giorni delle Fiandre Occidentali); poi pausa di 10 giorni, fino alla Nokere Koerse di mercoledì 18 marzo, seguita a ruota dalla Handzame Classic (venerdì 20), due gare che spesso si risolvono in volata.

Si entra decisamente nel vivo la settimana successiva con un trittico niente male: mercoledì 25 la Dwars door Vlaanderen, venerdì 27 la E3 Harelbeke (agli "onori" delle cronache negli ultimi giorni per via di una locandina un po' troppo pecoreccia, poi ritirata dagli organizzatori...), quindi domenica 29 si torna a Gand (o Gent) per la Gand-Wevelgem.

A cavallo di marzo e aprile (da martedì 31 a giovedì 2) in tanti affineranno la condizione alla Tre Giorni di La Panne, in vista dei fuochi d'artificio alla Ronde van Vlaanderen (il Giro delle Fiandre), in programma domenica 5 aprile. Rapido (in tutti i sensi, visto che è corsa da velocisti) passaggio mercoledì 8 allo Scheldeprijs (o GP de l'Escaut), quindi si culmina domenica 12 aprile con la Parigi-Roubaix (corsa francese che paradossalmente rappresenta meglio di tutte quelle belghe l'inferno del Nord. La zona è comunque la stessa, Roubaix è praticamente sul confine con le Fiandre).

Mercoledì 15 aprile la Freccia del Brabante, in territorio "neutrale", sarà l'ideale passaggio di consegne tra le gare del nord fiammingo e quelle del nord vallone. Tutt'un'altra storia, codeste; e ne riparleremo a tempo debito.

Marco Grassi

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