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Il debutto: E Aru uscì dal lungo letargo - Fabio sarà alla Parigi-Nizza. Poche gare fino al Giro, ma se funziona... | Cicloweb

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Il debutto: E Aru uscì dal lungo letargo - Fabio sarà alla Parigi-Nizza. Poche gare fino al Giro, ma se funziona...

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Fabio Aru debutterà domenica 8 marzo alla Parigi-Nizza © Bettiniphoto

Che fine ha fatto Fabio Aru? È in letargo, ma ancora per poco. Senza però scomodare Chi l'ha visto?, basta chiedere in Astana per capire che il talentuoso ragazzo di Villacidro, esploso tra i dilettanti prima ancora che al Giro ed alla Vuelta, lo scorso anno, nel 2015 non ha ancora corso. Vincenzo Nibali ha già gareggiato in Oman e al Dubai Tour, Nairo Quintana al San Luis, Alberto Contador s'è scornato alla Vuelta a Andalucía con Chris Froome. Fabio niente: non corre né correrà fino all'8 marzo, una domenica. Quel giorno prenderà il via la Parigi-Nizza. Un ritiro lontano da tutto e da tutti: con lui, sul Teide, solo i più fidati, il suo gruppo di lavoro. C'è Paolo Tiralongo, praticamente un fratello maggiore, ma anche Diego Rosa. C'è Andrey Zeits e Dario Cataldo. Paolo Slongo lo segue in altura, sul Teide appunto, Maurizio Mazzoleni lo prepara quando non è in ritiro. Completa il team il fisioterapista di Fabio, Umberto Inselvini.

 

Appena 20 gare e ben 68 giornate in ritiro
Quando, però, lo scalatore sardo non è in ritiro? Quasi mai: o meglio, correrà molto ma molto meno rispetto ai giorni di ritiro. Questi ultimi, da qui al Giro d'Italia, saranno 68, mentre le giornate di gara saranno una ventina. «Fabio ha deciso con la squadra di ripercorrere la strada dello scorso anno - spiega Beppe Martinelli, direttore sportivo della squadra kazaka. Correrà poco, si allenerà tanto. Arrivare al Giro preparati sarà fondamentale. Già nelle prime giornate si dovrà essere attenti: magari non a guadagnare terreno, sicuramente a non perderne. E l'Abetone, arrivo in salita, è subito alla quinta tappa». Non al top della forma ma ben preparati: così si dovrà arrivare al Giro e così Aru, con il suo staff, sta lavorando. Anche lo scorso anno aveva corso poco: da gennaio al Giro solo due prove della Challenge Mallorca, il Catalunya ed il Trentino, per un totale di 13 giorni. Tra Giro e Vuelta solo le sette tappe del Giro di Polonia. Entra in forma presto, Fabio, ha trovato una formula vincente, perché cambiarla? «I valori di Fabio ad inizio anno - continua Martinelli - sono davvero molto simili a quelli del 2014, perciò seguiremo la stessa strada. Anzi, non proprio la stessa, abbiamo aggiunto delle corse».

 

Il calendario di Aru, da Parigi-Nizza a Liegi e Giro
Vediamola, dunque, la strada di Aru verso un Giro d'Italia che Martinelli pensa possa essere quello della consacrazione. Da domenica 8 alla domenica successiva, il 15 marzo, c'è la Parigi-Nizza. Poi Volta a Catalunya, dal 23 al 29 marzo. Quindi il Giro del Trentino, dal 21 al 24 aprile, e la Liegi, il 26 aprile. Stop. Da lì al 9 maggio, giorno in cui prenderà il via la corsa rosa, nessun'altra gara. In totale Aru gareggerà 20 giorni, mentre in ritiro ci starà più di due mesi (non filati, ovviamente): 68 giorni in totale. Adesso è sul Teide, ci tornerà ad aprile, tra la Liegi ed il Giro. «Ma la cosa molto importante - precisa Martinelli - è che Fabio è sempre stato in ritiro. Non passa molto tempo a casa sua, da sempre. È uscito fuori all'ultimo Giro, e poi alla Vuelta, ma è uno cresciuto alla scuola di Olivano Locatelli. Lì, o sei un corridore, o vai a fare un altro lavoro. E poi, altro aspetto decisivo di Aru, si sa allenare. È molto giovane ma sa benissimo quello che deve fare. Non tutti i ragazzi della sua età sono come lui». Dopo il Giro, a Fabio piacerebbe correre il Tour supportando Nibali («piacerebbe anche a me...», ridacchia Martinelli), ma tutto verrà deciso a corsa rosa terminata.

 

Martinelli: «Tutti come Fabio? Non è bello, ma funziona»
Fabio Aru esce dal letargo, un lungo letargo, alla Parigi-Nizza: si farà vedere qui e là, di tanto in tanto, sperando di combinare qualcosa di buono già al Catalunya. Ma se tutti i corridori facessero come Aru, più di due mesi di ritiro ed una ventina di giorni di gare da qui a maggio, che ciclismo sarebbe? «Oggi le squadre hanno più punte - chiosa Martinelli. Comunque devo dire che è vero: dal punto di vista sportivo non è molto bello. Forse negli anni prossimi Fabio correrà di più, provando una nuova formula, ma adesso va benissimo così. Io sono molto, ma molto convinto che il suo Giro possa già lanciarlo in alto, consacrarlo». Già, il Giro: Fabio dovrà battersi contro gli avversari - uno su tutti Alberto Contador - ed una cronometro di poco meno di 60 km, a Valdobbiadene. A prima vista al sardo non piaceva, poi... «Poi siamo andati a provarla bene, anche per non fare ricognizioni il giorno prima della tappa, sprecando energie preziose. Bisogna arrivare a quella tappa preparati, conoscere a memoria il percorso. Bene, Fabio ha visto che i primi 30 km, eccetto alcune rotonde, sono da alte velocità. Un biliardo proprio. Nella seconda metà, non dico che si possa guadagnare, ma sicuramente potrà contenere il distacco».

 

Giro, c'è da battere Contador. Poi, forse, al Tour
L'avversario del sardo al Giro, come detto, sarà Contador: Aru ha già staccato il madrileno alla Vuelta a España, Martinelli conosce Alberto (per otto mesi l'ha avuto in Astana): «Io non so se Fabio riuscirà a battere Contador, che è un uomo ormai e sa bene quello che fa. So che sì, è possibile. L'altro giorno mi sono riguardato le due tappe dell'Andalucía, le avevo registrate. Ho visto i fuorigiri di Froome e Contador. Sono due professionisti e, se se le suonano, hanno fatto bene i loro calcoli. Noi, sia per Fabio al Giro che per Vincenzo al Tour, li stiamo a vedere. Scatta qui, poi altro scontro alla Tirreno, poi al Catalunya...». Insomma, in casa Astana si tifa per lo spettacolo e per gli scatti in faccia tra Contador e Froome. Che avranno fatto i loro calcoli, ma se arrivassero agli appuntamenti clou un po' meno freschi di Fabio Aru e Vincenzo Nibali, sai che goduria.

Francesco Sulas

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