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Mondiali su pista 2015: Viviani terzo con orgoglio - Elia conquista il bronzo nell'Omnium. Gaviria imbattibile

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Elia Viviani sul podio dell'Omnium ai Mondiali su Pista in Francia © Ufficio Stampa FCI

Saremmo un po' bugiardelli se dicessimo che non ci avevamo fatto la bocca, alla possibilità che Elia Viviani si vestisse della maglia iridata dell'Omnium ai Campionati del Mondo su Pista di Saint-Quentin-en-Yvelines. Ci credevamo eccome, soprattutto dopo l'ultimo exploit del veronese nel Giro Lanciato, la quinta delle sei prove, quella che l'ha etimologicamente lanciato, appunto, proiettandolo a 6 punti dal leader Fernando Gaviria.

Saremmo però parecchio ingiusti se ci dicessimo delusi dal risultato finale, un terzo posto che colora di bronzo la spedizione azzurra in Francia. Né potremmo mai dirci in qualche misura insoddisfatti di quanto fatto da Elia sull'anello parigino, perché ci vorrebbe una bella faccia in tono con la medaglia (bronzea, insomma) per lamentarsi di un ragazzo che ha vinto tre delle sei prove in programma (Scratch, Eliminazione, Giro Lanciato), che si è difeso in maniera onesta nelle due gare più indigeste per lui (Inseguimento e Chilometro) e a cui è poi mancato solo il guizzo definitivo nella Corsa a Punti, quel lampo che gli avrebbe permesso di volare sul gradino più alto del podio. Ma che ha portato a casa un risultato di grande rilievo, prima medaglia per l'Italia nell'Omnium, prima in questi Mondiali, prima tra gli uomini dal 2011 a oggi (e il precedente porta ancora la firma di Viviani, che 4 anni fa vinse l'argento nello Scratch).

Saremmo d'altro canto poco rispettosi del valore degli avversari di Viviani, se ci lamentassimo. Di un avversario in particolare, quel Fernando Gaviria che si è dimostrato veramente un pezzo da 90, che sommato ai 20 della sua età dà come risultato 110: il massimo dei voti per questa che è stata a tutti gli effetti la sua tesi di laurea per quel che riguarda il ciclismo su pista. Per la lode, lo rimandiamo a futuri successi anche su strada (esordirà tra non molti mesi con la Etixx). Si presenta con un biglietto da visita importante, e dovrà essere bravo a sostenere le pressioni che già si addensano sulla sua figura.

 

Un Chilometro sofferto, un Giro Lanciatissimo
Esattamente come nell'Inseguimento, anche nel Chilometro Viviani è stato bravo a non sbracare, e ha raccolto, appunto come nell'Inseguimento, il decimo posto. La prova l'ha vinta il tedesco Lucas Liss davanti a un Glenn O'Shea in crescita e all'olandese Tim Veldt. Gaviria, sorpresa delle sorprese, è rimasto giù dal podio, quarto. Ma sempre ben saldo in testa alla classifica, con 144 punti contro i 124 di Elia e di O'Shea.

Il riscatto per il veronese è venuto immediatamente, nella quinta prova, il già citato Giro Lanciato, che l'ha visto protagonista oltre le più rosee aspettative: Elia questo scoglio l'ha superato vincendo (su Veldt e sullo svizzero Gaël Suter), e ha approfittato di un passetto falso del principale rivale (solo ottavo) per riavvicinarlo sensibilmente: 170 punti il colombiano, 164 l'italiano; a 158 O'Shea si proponeva come terzo incomodo.

 

Gaviria inavvicinabile nella Corsa a Punti
La decisiva Corsa a Punti è iniziata pure bene, per Viviani: mentre Gaviria cadeva come un salame dopo aver toccato Veldt, l'azzurro si avviava a vincere il secondo dei 16 sprint, portandosi così ad appena una lunghezza dal leader. La distrazione costatagli il ruzzolone è stata però l'ultima della giornata, per il sudamericano. Il quale, come per rimettere subito le cose in chiaro, appena s'è rialzato ed è rientrato in gara, è partito come una saetta insieme ad altri tre colleghi, e in appena 8 tornate ha conquistato il giro, mettendo tra sé e il secondo la bellezza di 23 punti.

Vincere qualche sprint qua e là (o piazzarsi bene) non garantiva a Viviani di tornare ad insidiare Fernando, anche perché quello non è che nel frattempo se ne stava con le mani in mano, anzi più di una volta ha sprintato pure lui, raccogliendo altri punti (13 in totale, dopo la conquista del giro).

Elia, dal canto suo, ha rinviato l'eventuale tentativo di "caccia" al finale di gara, probabilmente per non esporsi a un nuovo contropiede di Gaviria qualora si fosse mosso troppo presto. Il problema è che il 20enne latino non gli ha praticamente più lasciato spazio. E gareggiare con quell'ingombrante presenza alla propria ruota non dev'essere stato facile neanche a livello nervoso, per l'azzurro.

Intanto gioiva chi era più indietro in classifica e poteva godere di tutta la libertà (il neozelandese Aaron Gate ad esempio ha guadagnato tre giri in totale); quando, a metà gara, anche O'Shea ha conquistato il giro e l'ha scavalcato nella generale, Viviani ha iniziato a temere di poter essere beffato anche per il discorso "medaglie minori". E si è messo quindi lui a controllare gli immediati inseguitori, marcando stretto soprattutto il belga Jasper De Buyst che iniziava a tampinarlo un po' troppo.

Alla fine i punti di Gaviria sono stati 205; quelli di O'Shea, secondo, 190. Elia ne ha messi insieme 181, che sono comunque tantissimi, e che soprattutto gli son bastati per tenersi dietro De Buyst (quarto a 178). Gate, che nella sola Corsa a Punti ha conquistato 81 punti, ha chiuso al quinto posto, a 173.

 

Bobridge finisce presto la benzina
Intanto, tra una prova e l'altra dell'Omnium, si disputavano anche le altre gare della quarta giornata dei Mondiali. Nell'Inseguimento l'Italia schierava Marco Coledan e Liam Bertazzo, ma è come se non l'avesse fatto, visto che i due nelle qualificazioni si sono fermati lontanissimi dai primi (17esimo e 18esimo).

Il miglior tempo l'ha fatto segnare Jack Bobridge, il quale dev'essersi poi convinto di poter fare un sol boccone dell'avversario che avrebbe trovato in finale, lo svizzero Stefan Kueng. E allora è partito come un treno, tenendo un ritmo indiavolato nel primo chilometro e gestendosi bene nel secondo; però nel terzo ha iniziato a sentire qualche scricchiolio, e nel quarto ha completato la débâcle perdendo metri a vista d'occhio rispetto a Kueng che invece, partito lento, ha chiuso come un forsennato.

Il sorpasso si è verificato proprio negli ultimi 250 metri, e l'elvetico ha fermato i cronometri sul tempo di 4'18"915 contro i 4'19"184 dell'australiano, rimastoci malissimo per la sconfitta (il suo andamento di gara ha peraltro ricordato il suo tentativo di Record dell'Ora: partito forte, si è spento alla distanza). Il bronzo è stato conquistato, al termine di una gara equilibrata, dal francese Julien Morice sul russo Alexander Serov.

 

Wild supersonica tra Scratch e Omnium
Tra i protagonisti della giornata, come non citare Kirsten Wild? Vincitrice con una volata monumentale (oltre 500 metri in testa!) nella finale dello Scratch davanti all'australiana Amy Cure e alla canadese Alison Beveridge (che l'ha spuntata al fotofinish sulla francese Pascale Jeuland), in una gara in cui una discreta Annalisa Cucinotta ha raccolto il settimo posto, l'olandese ha trovato il modo di lasciare il segno pure nell'Omnium femminile, iniziato in mattinata.

La prima delle sei prove (lo Scratch) è stata vinta dalla lituana Ausrine Trebaite sulla danese Amalie Dideriksen, l'irlandese Caroline Ryan e la bielorussa Tatsiana Sharakova (tutte e quattro hanno guadagnato un giro sulle avversarie). Le altre due gare hanno invece visto una grande reazione della britannica Laura Trott (solo 13esima nello Scratch), che le ha vinte entrambe: l'Inseguimento davanti all'australiana Annette Edmondson e all'onnipresente Wild; l'Eliminazione sulla Wild (ancora lei!) e la belga Jolien D'Hoore.

Fatti tutti i conti, Kirsten si è ritrovata in testa alla classifica con 102 punti, seguita da Edmondson a 98, Trott a 96, D'Hoore a 92, Dideriksen a 90. 44 i punti di Simona Frapporti, 16esima (negativa la sua prima giornata: 17esima, 16esima, 11esima: questo il suo score nelle tre prove).

 

Gli uomini e le donne più veloci del mondo
Da un'olandese vincente a una quasi vincente: Elis Ligtlee, 20 anni, era impegnata negli ultimi turni della Velocità femminile. Ha vinto la sua semifinale con autorità sull'australiana Stephanie Morton (2 volate a 0), e in finale si è ritrovata tra le ruote la campionessa uscente Kristina Vogel.

La tedesca aveva avuto il suo bel daffare per piegare la cinese Tianshi Zhong in semifinale (2-1 il risultato in favore dell'europea, che aveva perso il primo sprint e ha poi saputo ribaltare la situazione), e per poco non ha pagato dazio nella prima volata della finale: ci è voluto il fotofinish per definire chi aveva vinto tra Elis e Kristina, e per qualche millimetro l'ha spuntata quest'ultima, che poi nella seconda volata ha vinto senza problemi, andando a conquistare il secondo oro consecutivo nella specialità.

Ligtlee ha dalla sua l'età, quindi si accontenta dell'argento; il bronzo l'ha vinto la Zhong, che ha battuto per 2-0 la Morton.

Tra gli uomini, sono invece i francesi a catalizzare le maggiori attenzioni. Il loro torneo della Velocità è arrivato agli ottavi, e gli scontri dei quarti sono Dmitriev (Russia) contro Webster (Nuova Zelanda), Hoogland (Olanda) contro Glaetzer (Australia), Lafargue (Francia) contro Canelon (Venezuela), e poi la sfida fratricida tra Baugé e Pervis (che per arrivare fin qui è dovuto passare dai ripescaggi, visto che aveva perso il suo ottavo con Lafargue).

 

Le prossime gare e il medagliere
Gli ultimi fuochi nel Vélodrome Nationale, quelli domenicali, inizieranno alle 11 del mattino con i 500 metri dell'Omnium femminile (il Giro Lanciato è in programma alle 12.40, la Corsa a Punti alle 14.10); i quarti della Velocità sono in programma a partire dalle 11.25 (semifinali dalle 14, finali dalle 15.30), e in mattinata prenderà anche il via (alle 11.40) il Keirin femminile (finali dalle 15.20).

Per rivedere un po' di Italia (Frapporti nell'Omnium a parte) bisognerà aspettare le 15.45 e la Madison in cui gareggerà il fresco medagliato Viviani in coppia con Marco Coledan.

Il medagliere, dopo le gare sabatine, vede finalmente rappresentata anche l'Italia. La Germania guida con 3 ori, 1 argento e 3 bronzi, seguono la Francia (3 ori, 1 bronzo), l'Australia (2 ori, 4 argenti, 3 bronzi), la Russia (2 ori, 1 argento), la Nuova Zelanda (1-2-1), l'Olanda (1 oro e 1 argento), la Cina (1 oro e 1 bronzo), quindi Colombia e Svizzera con 1 oro. Spagna e Gran Bretagna hanno 2 argenti, gli Usa 1 argento e 2 bronzi, il Giappone 1 argento; con 2 bronzi troviamo il Canada, e con 1 l'Italia e la Malesia. Non una posizione di rilievo, ma in quella tabella è comunque meglio esserci sempre...

Marco Grassi

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