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Vuelta a Andalucía 2015: Contador li ha già seminati - Alberto vince la terza tappa. Froome 2°, ottimo Basso

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Alberto Contador in azione sull'Alto de Hazallanas © Bettiniphoto

Appena ieri eravamo a chiederci cosa ci avrebbe riservato il primo arrivo in salita di questa Vuelta a Andalucía, pur consci del fatto che Alberto Contador avesse già lanciato segnali più che confortanti nei suoi primi chilometri di gara percorsi in questo 2015. Ventiquattro ore più tardi ci ritroviamo pervasi dalla meraviglia di aver assistito ad uno spettacolo andato probabilmente ben oltre le aspettative. Il fuoriclasse di Pinto infatti non si è voluto limitare a vincere sull'Alto de Hazallanas, salita irregolare ma con tratti in cui le pendenze si facevano assai vertiginose, bensì, già di rosso vestito, ha voluto mettere subito in chiaro le cose, sbaragliando letteralmente la concorrenza lì dove l'ascesa ha iniziato a farsi più ardua.

Non si è fatto mancare sul traguardo il classico gesto dello sparo ma più che un colpo di pistola quello di oggi è stato deflagrante quanto un colpo di mortaio o di cannone, al termine di una gara controllata impeccabilmente ed in cui è toccato proprio ad Ivan Basso il compito di lanciarlo verso il successo, iniziando a sbrindellare per bene il plotone proprio all'inizio del tratto più duro di salita. Una prestazione senza dubbio notevole, confortata anche dai dati (negli ultimi 7,5 chilometri di tappa Contador ha sviluppato una VAM di 1778, su pendenze superiori al 9%. dato di una certa eloquenza visto che si è agli inizi di stagione) e che ha finito per regalare quello spettacolo da sempre atteso dagli appassionati. Se il buon giorno si vede dal mattino quindi il madrileno sembra apparire quanto mai determinato a tentare di realizzare quella doppietta Giro-Tour che finora gli è sfuggita (tenterà anche la tripla con la Vuelta? Lo scopriremo nelle prossime settimane), così come è fuor di dubbio che c'è tanta voglia di godersi questo Contador il più a lungo possibile e che quindi, se le motivazioni ed il fisico glielo consentiranno, possa andare ben oltre la fatidica data del 2016 che attualmente sembra essere l'ultimo paletto della sua splendida carriera.

In tutto questo come collocare quest'oggi Chris Froome? L'anglo-kenyano paga sicuramente qualcosina a Contador in questo momento della stagione e l'aver visto uno dei diretti rivali per la conquista della Grande Boucle involarsi con quella facilità apparentemente irrisoria può costituire un primo colpo a livello morale, tuttavia viene da chiedersi: Froome si è semplicemente fatto sorprendere nel momento del violento attacco del leader della Tinkoff-Saxo oppure ha attuato una tattica simile a quella vista nell'ultima Vuelta, in cui la scelta di non rispondere immediatamente agli attacchi dei rivali era seguita da un recupero più veemente nei chilometri conclusivi? Il dubbio rimane ma chi sulle prime pensava ad un Froome alla deriva è stato poi smentito proprio dal recupero effettuato negli ultimi due chilometri, in cui è riuscito a portare lo svantaggio a 20" scarsi. Ora come ora si può dire che va benissimo così, le prossime due giornate ci daranno ulteriori risposte.

 

In dieci vanno in fuga, presente anche Bazzana
La Motril-Alto de Hazallanas di 157,6 chilometri, terza frazione di questa edizione andalusa, ha seguito il classico canovaccio delle scorse giornate, anche se la morfologia della tappa e le asperità previste dal tracciato prima del gran finale hanno indotto diversi protagonisti a tentare. Dopo la partenza, che non ha visto presenti Bauke Mollema (Trek) e Murilo Fischer (FDJ), si è così sviluppata un'azione di nove atleti, quando erano stati percorsi poco più di dieci chilometri: in testa si sono ritrovati Szmyd (CCC), Bilbao (Caja Rural), Saramotins (IAM), De Maar (Rompoot), Roy (FDJ), Riblon (AG2R), Geschke (Giant), Jacobs (Topsport) ed il nostro Alessandro Bazzana (Unitedhealthcare), unico italiano presente nel tentativo. Un'azione ben assortita, a cui si è unito anche il colombiano Rubiano Chavez (Colombia) proprio nel momento in cui i battistrada affrontavano le rampe del Puerto de la Cabra, primo GPM di giornata posto al quarantanovesimo chilometro di gara. Come si può facilmente intuire, la presenza di corridori più che validi (Riblon, avvezzo a cavalcate vittoriose da lontano, o Geschke, per citarne due) obbiga il gruppo a non concedere un vantaggio strabordante all'avanscoperta, cosicché il massimo gap ottenuto dai coraggiosi di giornata non supera i 2'45". Chi trova senz'altro motivi di soddisfazione è Peio Bilbao, che dopo essere passato per primo sulla Cabra si ripete anche sul successivo Alto del Lucero, conquistando così la leadership nella classifica degli scalatori. Proprio negli ultimi chilometri di quest'ascesa il drappello dei fuggitivi perde definitivamente il lettone Saramotins, costretto ad alzare bandiera bianca per colpa di una foratura. Il vantaggio intanto continua a diminuire e ci si avvicina sempre più agli ultimi chilometri.

 

Fuga annullata ai -16, ai -7 Contador sferra l'attacco
Accade così che il ritmo imposto dalla Tinkoff-Saxo (in testa al gruppo si nota anche Matteo Tosatto) abbia buon gioco e che quando all'arrivo manchino 16 chilometri la fuga viene neutralizzata. Le maglie della formazione di Contador si mantengono compatte anche nel primo, semplice tratto di salita in cui è Paulinho a scandire il passo e a mantenere protetto il proprio leader in vista dell'insidioso attraversamento di Guéjar Sierra, ultimo paese posto prima degli ultimi duri sette chilometri. Il gruppo, un po' sfilacciato e con Nieve leggermente attardato da un inconveniente meccanico, si prepara così al momento della verità e non occorre attendere molto affinché si verifichi: superato dopo una curva il ponte sul fiume Genil, Paulinho si sposta dopo aver esaurito il proprio compito e lascia la scena ad Ivan Basso. Bastano pochi metri per capire che l'azione del varesino è di quelle che fanno male e così, mentre Kennaugh fatica sopra i pedali, con Mate e Peraud alla sua ruota (poco dopo sopraggiunge anche il bravo eritreo Merhawi Kudus), a ruota di Basso rimane solamente Contador. Nessun segnale invece al momento da Froome, ancor più indietro rispetto al compagno Kennaugh ed in apparente difficoltà. È il momento decisivo: Basso continua a pestare duro sui pedali fino a 7,3 chilometri dal traguardo, poi Contador si alza sui pedali e dà inizio all'assolo.

 

Il vantaggio di Alberto è costante, Froome inizia la rimonta
Vedere l'andatura "en danceuse" del madrileno è un piacere ed anche i riscontri cronometrici sono dalla sua parte: il suo vantaggio nei confronti dei più diretti inseguitori (sempre guidati da un bravo Kennaugh) sale prima a 15", poi a 28", infine a 34" quando al traguardo mancano 5,5 chilometri, per poi stabilizzarsi attorno ai 30". Dietro di lui intanto lo scenario è mutato: Froome infatti, dopo essersi rifatto sotto sul gruppetto di Kennaugh, ha sfruttato le ultime trenate del campione nazionale britannico e si è lanciato con convinzione all'inseguimento della maglia roja, con la sua ormai classica andatura. Froome si avvicina ma non basta, è trionfo per Contador! Per nulla turbato nel frattempo Contador ha proseguito nella sua azione, affrontando il secondo tratto di ascesa veramente duro, ossia quello che tra i -3 e i -2 dal traguardo superava pendenze che giungevano fino al 18%. Il suo vantaggio si è attestato sovente sui 25" su un Froome decisamente in ripresa, che però aveva bisogno di un vero miracolo per riportarsi sulla testa. Così il finale è presto detto: giunto all'ultimo chilometro in cui anche la neve ha fatto la sua comparsa a bordo strada, El Pistolero è andato a prendersi la sua prima, meritatissima vittoria di questo 2015 andando ad esultare con la classica sparata. Dietro di lui Froome ha continuato a venir su molto bene, istallandosi in una comunque buona seconda posizione con il distacco ridotto a 19".

 

Dietro i primi due un abisso, Bardet ottimo terzo
Per rendersi conto di come i primi due abbiano praticamente fatto gara a sè, è sufficiente osservare i riscontri cronometrici di tutti gli altri atleti giunti al traguardo, dove nel frattempo delle fortissime folate di vento gettavano a terra senza pietà transenne e striscioni. La prima sagoma a comparire sul traguardo è stata quella di Romain Bardet (ci si aspetta moltissimo dal transalpino anche in questa stagione), distanziato di 1'39", ancora più indietro invece Beñat Intxausti (secondo in graduatoria al mattino, con appena 1" da recuperare a Contador) che invece ha accusato 1'58". É stata poi la volta di Nieve (bello anche il suo finale), quinto a 2'02", quindi Kelderman (a 2'05"), un bravissimo Kudus (a 2'15", vale la pena ricordare i suoi appena 21 anni), l'encomiabile Kennaugh (a 2'16"), Reichenbach (a 2'30") e Pardilla (a 2'42") hanno completato le prime dieci posizioni, da cui sono rimasti appena fuori Van Den Broeck (stesso distacco di Pardilla) e Javier Moreno (a 2'54"). Occorre scendere alla 30esima posizione per trovare invece Ivan Basso (4'10" il suo distacco), che ha fornito un apporto fondamentale nel momento clou della gara e si è ugualmente confermato come miglior italiano al traguardo. A completare le note di cronaca l'arrivo fuori tempo massimo del transalpino Jimmy Engoulvent dell'Europcar.

 

La prestazione odierna ha naturalmente sortito l'effetto d'incrementare il vantaggio di Contador in classifica generale dove ora guida con 27" proprio su Froome mentre Intxausti perde una posizione e si ritrova ora con ben 1'59" sul groppone. Bardet risale in quarta posizione (2'18" il suo distacco), seguito dal terzetto di uomini Sky costituito da Kennaugh, Nieve e Siutsou (distacchi compresi tra 2'28" e 3'19") per loro. Basso perde comprensibilmente posizioni ma resta a ridosso della top-ten (ora è 11esimo a 4'27"). Contador guida anche nella classifica a punti, Bilbao, come detto in precedenza, con 16 punti è il nuovo leader tra gli scalatori mentre Pieter Jacobs si prende la maglia bianca di leader dei traguardi volanti.

 

Domani ancora salita nel menù della Maracena-Alto de las Allanadas, quarta frazione lunga 199,8 chilometri: dopo tre GPM di 3a categoria (Alto Puerto Lope, Alto de Moguerones e Alto de Albendín) concentrati nella prima parte, tutto si deciderà sull'Allanada del Santo, sopra Jaén: saranno poco più di 5 chilometri ma molto impegnativi e con pendenze che arriveranno fino al 20%. Dopo quanto ammirato quest'oggi se ne potrebbero ancora vedere delle belle, per cui non resta che attendere il pomeriggio di domani con assoluta impazienza.

Vivian Ghianni

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