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Tour of Oman 2015: Kristoff ancora re del Golfo - Guardini e Pelucchi battuti dal norvegese. Cancellara leader

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Alexander Kristoff s'impone nella terza tappa del Tour of Oman © Bettiniphoto

Nove giorni di corsa, quattro vittorie: questo è il fantastico bilancio di inizio stagione per Alexander Kristoff. Il norvegese del Team Katusha, dopo tre vittorie nel recente Tour of Qatar, mette il proprio sigillo anche sul Tour of Oman vincendo la tappa odierna, partita e terminata a Al Mussanah Sports City dopo 158,5 km. Con questo successo il ventisettenne diventa il secondo plurivittorioso della stagione, ad una lunghezza di distanza da quel Mark Cavendish con cui si sfiderà domenica 22 marzo a Sanremo.

Kristoff riesce a precede allo sprint due italiani che, in questo inizio di stagione, sono particolarmente sugli scudi, ossia Andrea Guardini e Matteo Pelucchi. Il veronese dell'Astana è stato battuto di mezza ruota mentre il brianzolo deve è bravo a respingere l'assalto del giovane Danny Van Poppel (Trek Factory Racing).

 

Solito caldo, solita fuga e c'è sempre Van Merihaeghe
Dopo il minuto di silenzio alla partenza in memoria di Claude Criquielion, scomparso ieri a 58 anni, la tappa inizia sin da subito con una costante: il caldo. Se alla partenza i gradi registrati sono 34, a metà corsa si arrivano a toccare i 40°. Temperature superiori anche rispetto a quanto affrontato nelle già torride tappe precedenti.

Pronti, via, e scatta la consueta fuga di giornata: se nella prima e nella seconda tappa i protagonisti erano stati quattro, oggi sono tre i coraggiosi in avanscoperta. Sono il nostro Alessandro Tonelli (Bardiani-CSF) e i belgi Preben Van Hecke (in fuga anche ieri) e Jef Van Merihaeghe, entrambi della Topsport Vlaanderen-Baloise.

Proprio Van Merihaeghe merita una menzione particolare dato che, nelle tre frazioni omanite, è sempre protagonista in fuga. Neoprofessionista, questo ventitreenne di Gand era dilettante con la formazione vivaio della Lotto-Belisol: nel triennio con la squadra di Marc Sergeant l'ultima stagione, vale a dire il 2014, è stata quella della consacrazione, con la vittoria del campionato nazionale in linea Under 23 e col terzo posto alla Omloop Het Nieuwsblad di categoria. Bravissima la Topsport a fiondarsi su di lui e a fargli firmare un contratto biennale.

 

La fuga va, il gruppo risponde
Il gruppo lascia subito strada al terzetto, come si può capire dal rapido aumento del loro vantaggio: al km 3 è di 1', al km 10 è di 3'20", al km 19 è di 7'. Al km 34, in cui è posto il primo sprint intermedio - Van Merihaeghe, Van Hecke, Tonelli l'ordine del passaggio - il vantaggio è di 9'15".

Poco dopo la prima ora di gara - in cui i tre di testa hanno percorso 40,5 km - il plotone ha deciso di aumentare il ritmo, in maniera fin troppo violenta: se il ritardo al km 50 era di 8', al km 57 era di 6'25" mentre in prossimità del rifornimento del km 77 sono solo 3 i minuti di margine della testa della corsa.

 

IAM e Trek menano le danze in vista del finale
A tirare il gruppo sono soprattutto la Trek del leader Cancellara e la IAM Cycling, quest'ultima interessata alla tappa con Matteo Pelucchi e desiderosa di sfiancare i potenziali rivali dello sprinter lombardo. L'inseguimento ad alta andatura porta a ridurre il distacco in maniera esageratamente rapida: al km 116, quando al traguardo mancavano ancora 79 km, erano 35 i secondi di distacco dai tre di testa.

Non appena informati della situazione, il ritmo degli inseguitori si è fatto più blando, portando il distacco a 1'20" in occasione del secondo sprint intermedio al km 136,5 - anche in questo caso è Van Merihaeghe, Van Hecke, Tonelli l'ordine del transito.

 

Van Merihaeghe si rialza, dietro si cade (con Trentin costretto al ritiro)
Immediatamente dopo lo sprint intermedio Jef Van Merihaeghe decide di rialzarsi, dato che l'obiettivo di mettere al sicuro la vetta della speciale classifica è cosa fatta. Continuano invece l'avanscoperta Tonelli e Van Hecke, con il bresciano in buona evidenza al quarto giorno di corsa tra i professionisti.

Il gruppo, con l'avvicinarsi del traguardo, torna ad aumentare il ritmo. Dietro, però, si cade: assaggiano l'asfalto tre uomini della Giant-Alpecin, ossia Nikias Arndt, Tom Stamsnijder e soprattutto Warren Barguil, così come Matteo Trentin. Ed è proprio il valsuganotto della Etixx-Quick Step che paga le conseguenze maggiori, essendo costretto al ritiro.

 

Ripresi i due, è lotta per le posizioni di testa
In prossimità dei meno 16 km al traguardo la fuga di Tonelli e Van Hecke viene ripresa; il gruppo, in cui Barguil riesce a rientrare, è ora tirato da Astana e Movistar, desiderosi di provare qualcosa nel finale con Guardini e Rojas. Poco dopo si fanno vedere nelle prime posizioni anche Bora, MTN, Sky e Tinkoff, tutte formazioni desiderose di portare i rispettivi sprinter in buona posizione.

A prendere l'iniziativa in maniera prepotente sono però Astana, Katusha e Orica: sono loro a succedersi negli ultimi 3 km, con gli australiani bravi ad imboccare l'ultimo km in testa per portare il loro Adam Blythe nella miglior posizione possibile.

 

Volata regale di Kristoff, nulla da fare per Guardini
Nello sprint Kristoff riesce a conquistare il centro della carreggiata ed è bravo a resistere all'assalto di un Guardini raramente così continuo ad alti livello. Costanza che è una qualità anche del Pelucchi attuale, che su cinque giorni di corsa vanta due vittorie e altrettanti terzi posti.

Nei dieci si piazzano in rapida sequenza Danny Van Poppel, Nacer Bouhanni, Sacha Modolo, Matti Breschel, Ramon Sinkeldam, Tom Boonen e Adam Blythe. La generale non cambia, con Cancellara sempre capoclassifica con 4" su Alejandro Valverde e 5" su Patrick Konrad.


Domani si sale, c'è la Green Mountain
Il regno di Cancellara in maglia rossa si concluderà domani, a meno di un'improbabile prestazione del fuoriclasse di Berna; c'è da scalare infatti l'ormai consueta Jabal Al Akhdhar, meglio nota con il nome di Green Mountain. 189 i km in programma domani, dei quali gli ultimi 5,7 in salita.

La pendenza media dell'erta finale, che porterà la corsa ai 1235 metri slm, è del 10,5% con punte del 13,5% nell'ultima parte. Spazio agli scalatori dunque, con un Alejandro Valverde desideroso di poter mettere il suo nome anche a queste latitudini.

Alberto Vigonesi

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