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Lo speciale: Dopo dieci anni il Giro torna alla Lupa - Terza parte: le difficoltà, le rivalità, il magico 2008, l'addio | Cicloweb

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Lo speciale: Dopo dieci anni il Giro torna alla Lupa - Terza parte: le difficoltà, le rivalità, il magico 2008, l'addio

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«Sapevo che non poteva durare in eterno. Giro e Tour, Giro e Tour... Fisicamente non avrei retto all'infinito. Ed onestamente, sarebbe stato più strano il contrario». Fabiana era ben conscia che quel dominio incontrastato era solamente un enorme raggio di sole nella sua sfolgorante carriera. Del resto, chi riuscirebbe ad arrivare a 24 anni con quattro maglie rosa, tre gialle, quasi quattro doppiette consecutive, senza però accusare il colpo? Pochi eletti. Tra gli uomini, nemmeno Merckx o Hinault hanno infilato tre triple consecutivamente. Tra le donne, Joane Somarriba ha portato a casa due Giri (di fila) e tre Tour (non consecutivi), esplodendo però dopo i 25 anni. Jeannie Longo eguaglia la Luperini, con i suoi tre Tour uno dopo l'altro, ma non ha mai vinto al Giro ed è sbocciata relativamente tardi (sui 27 anni). Fabiana è costretta a maturare ben prima di quei 21 anni che rappresentarono l'inizio delle sue cavalcate memorabili. Deve gestire il peso di tanti e tali successi. Credere che sia semplice è da ingenui. La sua non è una giovinezza ordinaria ma a lei va benissimo così e la sfrutta pienamente. Battere il ferro finché è caldo, si dice. Fabiana trasla il modo di dire in girare i pedali finché se ne ha, perché quella forza, quel recupero, quella freschezza, prima o poi la paghi. Insomma, finché poteva, vinceva, eccome se vinceva. Poi, come in tutte le belle favole, finisce l'incantesimo, arriva la stagione maledetta, bisogna arrendersi all'evidenza, al fisico che chiede aiuto.

 

1999: Passa alla GAS nell'annus horribilis
Dal '99 corre per la GAS © Archivio fotografico Fabiana LuperiniNel 1999 Fabiana torna insieme alla Cappellotto nella GAS, formazione tutta nuova che verrà diretta da Massimo Ghirotto. Marino Amadori è passato all'Acca Due O-Lorena dell'iridata Diana Ziliute e della vincitrice del Tour Edita Pucinskaite, portando con sé Bonanomi e Pregnolato. Fabiana si tiene una fedelissima come Pia Sundstedt ma perde Joane Somarriba. La basca va all'Alfa Lum, teniamola a mente. È un progetto, quello GAS, proposto da Alessandra Cappellotto a Claudio Grotto, proprietaro dell'azienda vicentina. Uno squadrone. Fabiana riproverà a far bene alla Freccia Vallone, classica che l'anno prima ha vinto. Si gioca la corsa non tanto sul Muro di Huy, ma nella discesa della Côte de Ahin. Freddo, pioggia e la Luperini si stacca dal gruppo delle migliori. Le rimonterà ad una ad una sul Muro, ma Hanka Kupfernagel avrà già vinto. Non andrà neppure sul podio. Eppure stava bene. C'è la sensazione che questo '99 non sia proprio l'anno più felice della sua carriera. Mettiamoci pure che il Tour è una delusione: 54 km a cronometro, poche salite. «Nessuno si può aspettare che io vinca un Tour così». Avrà ragione. In compenso, il Giro d'Italia si presenta abbastanza adatto ad una scalatrice: niente Dolomiti ma gli arrivi sul Serra ed a Tambre d'Alpago, già presenti nel '98. In aggiunta, 18 km di cronoscalata, da Chiuppano-Ponte Campiello. Sembra un buon tracciato. Intanto Fabiana prova a sbloccarsi al Trentino, dove solitamente almeno una vittoria di tappa la porta a casa. Il destino vuole che all'interno di quella corsa vi sia la Trento-Monte Bondone, una riproposizione della tappa del Giro '56. C'era anche Charly Gaul, attore protagonista della giornata leggendaria. Gaul, Bondone, pioggia e Luperini: come una riunione di famiglia. Scatta dopo 5 km di salita, con lei rimangono la Sundstedt e la Bubnenkova. A 2 km dalla vetta la russa dell'Alfa Lum è costretta a cedere a Fabiana, vincitrice di tappa e nuova leader della generale. È la prima vittoria della GAS ed arriva anche quella nella classifica finale. Prepara il Giro d'Italia in altura, allo Stelvio. Oltre ad Heeb e Jackson, Somarriba si propone come il capitano dell'Alfa Lum. E come non considerare la vincitrice dell'ultima Grande Boucle, Edita Pucinskaite? La lituana non potrà avvalersi dell'aiuto della connazionale iridata Diana Zilute, ma avrà a fianco Zulfia Zabirova, la giovane svizzera Nicole Brändli, Sara Felloni, Gabriella Pregnolato e l'espertissima Roberta Bonanomi, angelo custode di Fabiana nei suoi più grandi successi. La Luperini teme che il percorso sia troppo facile.

 

Giro: cade e cede al dominio dell'Alfa Lum
Veronesi e Somarriba (Alfa Lum) spianano il Monte Serra al Giro 1999 © Archivio RaiFabiana non sta nella pelle all'idea di regalarsi la quinta maglia rosa consecutiva. È dura ma ama le sfide impossibili. La quinta tappa è quella che farà capire se potrà ripetersi: si corre sulle sue strade, 113 km da Cascine di Buti al Monte Serra. In mezzo una prima ascesa a Prato a Ceragiola, poi l'arrivo al culmine. Sarà un test per tutte, tanto per Edita Pucinskaite, che vuol confermarsi dopo il Tour, quanto per Fabiana. Sulla prima ascesa però, lo stupore lascia il posto all'emozione dell'attesa. Ai tifosi abituati a vedere sbucare per prima Fabiana Luperini quando la strada guarda verso il cielo, si presenta invece un terzetto: è quello dell'Alfa Lum, composto da Daniela Veronesi, sammarinese, Svetlana Bubnenkova, russa, e Joane Somarriba, basca. Pucinskaite e Luperini provano a tenere il ritmo delle tre ma faticano. La scarsa lucidità porta entrambe a cadere nella discesa seguente e per Fabiana la botta (fisica, oltre che morale) è tremenda. Nell'ascesa finale del Serra anche la Bubnenkova viene staccata da Somarriba e Veronesi, che tagliano il traguardo mano nella mano (vince la ragazza di San Marino). Bubnenkova è vicina, Luperini e Pucinskaite a 2'53". Veronesi è la nuova maglia rosa, con quei distacchi che fanno impressione. Peggio è però la situazione in casa GAS. Fabiana, che all'arrivo sul traguardo del Serra è scoppiata in lacrime, non sta bene. Prova a tener duro ma ha una costola incrinata. Vorrebbe correre non tanto per il piazzamento, ma per arrivare alla Grande Boucle in forma. Viene consigliata, quasi forzata, e non prende il via nella crono di Portomaggiore. Meglio non rischiare. È una batosta non da poco, per una abituata a dominare in lungo e in largo nelle grandi corse a tappe. Il Giro andrà alla Somarriba, davanti alle altre due compagne dell'Alfa Lum, Bubnenkova e Veronesi. Fabiana, prima di ritirarsi, dirà a Edita: «Faccio il tifo per te». La lituana dell'Acca Due O sarà quarta, prima delle non Alfa Lum. Il pensiero va ora a quel Tour già etichettato come troppo facile.

 

Tour: «Un percorso troppo facile». In giallo c'è Ziliute
Diana Ziliute vince il Tour '99 © Nicolas LeroyL'8 agosto il via da Pornic, l'epilogo a Parigi dopo quattordici tappe: anche nel '96, allorché s'impose Fabiana, gli estremi della gare a tappe francese erano questi, ma in mezzo c'era ben altro. Che sia un Tour semplice lo si vede dai 54 km contro il tempo, dalle salite limate: favorita d'obbligo Diana Ziliute. Non ha corso il Giro, vola contro il tempo, si difende in montagna. Fabiana il Tour lo corre e lo finirà, ma senza troppe ambizioni per la generale: quel che si potrebbe guadagnare in salita, lo si perderà a crono. La Luperini però vuole fare la gamba per il Mondiale che si terrà a Verona. Perde secondi fin dalla frazione inaugurale, ma prima delle tappe pirenaiche una caduta la penalizza ulteriormente. A 10 km da Mussidan - terza giornata - va a terra insieme ad altre trenta atlete. Altro colpo sulla sinistra, stessa zona del Giro. Se già la gamba non era delle migliori, questo capitombolo dà un'altra mazzata al morale. Anche perché il giorno dopo sono previsti 128 km da Aire-sur-l'Adour a Laruns, con il Col de Marie Blanque nel finale. Troppa discesa verso il traguardo: vince Ziliute, la cascinese scivola a quasi quattro minuti dalla lituana. «Forse sono peggiorata anche rispetto al Giro, ma questo Tour lo devo finire se voglio vincere il Mondiale», ammette. Il giorno dopo è prevista la scalata di Col d'Aspin e Val Louron, Fabiana è in difficoltà sin dalla prima salita. Sul traguardo di Loudenvielle perderà quasi 11'. Nella settima tappa si va da Les Baux de Provence a Valréas, con il Mont Ventoux in mezzo. La cronometro di Aubenas rafforza Diana, quindi si arriva a Vaujany. Lì Fabiana alza le braccia al cielo da quattro anni e se fosse anche solo al 50% potrebbe provare a riscattare in parte un Tour decisamente incolore. Niente, non va proprio. È una storia tra la sfidante, Valentina Polkhanova, e la maglia oro, Diana Ziliute; Fabiana chiude a quasi cinque minuti e sarà così fino a Parigi, dove la cascinese è 24a, distante oltre 35' da Diana Ziliute. Si scoprirà solamente a fine agosto, dopo una serie di esami approfonditi, che era stata vittima di un'infezione virale alle vie respiratorie. La buona notizia è aver capito cos'è che frenava la dominatrice delle grandi corse a tappe, relegandola a distacchi imbarazzanti. La cattiva è che il Mondiale di Verona non è poi così lontano. E Fabiana di brutte figure ne ha già collezionate abbastanza: se andrà nella città scaligera sarà per prendersi quella maglia che ancora manca nel suo armadio. A Verona non incide, è solo 46a. Se il 1998 era stato l'anno in cui non era stato possibile, per Fabiana, mettere a segno la quarta doppietta Giro-Tour consecutiva, il 1999 è la stagione che fa da spartiacque: di qua le preziose, roboanti, innumerevoli e leggendarie vittorie, di là la consapevolezza che tante giovani rivali stanno emergendo, che il livello generale è cresciuto ed i percorsi delle grandi corse a tappe non sono più ricchi di salite epiche. Già lo sapeva prima, ma adesso tocca con mano la realtà: tutto ciò che l'ha portata ad essere Fabiana Luperini non sarà per sempre.

 

2000: Cerca il riscatto ancora in GAS
Anno del Giubileo, Fabiana corre con la GAS. Massimo Ghirotto è stato sostituito da Marino Amadori, colui che ha portato in alto, e sin da subito, la Luperini. È tornato dopo una stagione all'Acca Due O, e con lui Fabiana ritrova Luisiana Pegoraro, Gabriella Pregnolato, Alessandra Cappellotto, la sempre preziosa Roberta Bonanomi. Esordio al G.P. Cavriè e la squadra festeggia con la vittoria in volata di Greta Zocca. Fabiana però sa ancora vincere. Datele, ad esempio, un tracciato esigente come quello del Trofeo Binda, a Cittiglio. Nel varesotto la cascinese va in fuga con la fida Sundstedt e con la francese dell'Alfa Lum, Fany Lecourtois. Il 20 maggio si ripete al Giro del Trentino, un classico. Non farà sua la generale ma nell'arrivo in salita di Castello di Fiemme chi la tiene... Una Luperini così potrebbe far più di un pensierino al Giro d'Italia. Potrebbe, se la corsa rosa non presentasse un tracciato facile. Troppo facile.

 

«Al Giro mancavano due salite, non le avversarie»
Joane Somarriba in azione in maglia rosa © Archivio RaiVia il 25 luglio da Pergine Valsugana: «Al Giro mancano due salite, non le avversarie», sentenzia con la solita vena polemica Fabiana. Non bastasse, la corsa rosa è stata piallata. Tolto il Monte Grappa, con relativa discesa, ed eliminata la cronoscalata del Cansiglio con una prova contro il tempo. «Si vede che la Federazione ha piacere che vinca una straniera», rincara. Gli arrivi più impegnativi sono tre: Bardonecchia, dopo il Moncenisio, quindi Champoluc ed il Monte Bondone. L'Alfa Lum, che porta Somarriba per la conferma, oltre a Veronesi e Pucinskaite, è la bestia nera di Fabiana: la basca le ha tolto il Giro dopo quattro anni di dominio, la lituana, nel '98, ha fatto lo stesso, ma con il Tour. Edita, veste la maglia iridata. La sesta giornata di gara, divisa in due semitappe, potrà dire qualcosa per la classifica: al mattino la Formigine-Sassuolo, al pomeriggio la cronometro di 24 km, da Montefiorino a Fiorano. Quest'ultima, naturalmente, è indigesta a Fabiana. Anche al mattino, su e giù per gli Appennini, la cascinese non guadagna, anzi. Sulla salitella di Monte Gibbio, e sulla seguente discesa, perde 48" dalle dirette rivali per la rosa. Al pomeriggio, nella prova contro il tempo, la Somarriba le rifila altri 2'48". Si fa dura. A Bardonecchia vince la Pucinskaite e Fabiana rosicchia non più di 2" alla maglia rosa. Attacco rimandato a Champoluc e sul Bondone. Il giorno dopo, sulla salita valdostana, trionfa sì una maglia del Team GAS, ma non è la Luperini. È Alessandra Cappellotto, aiutata dalla cascinese nella sua azione e mai così forte in salita. Il problema, per la Luperini, è che la Cappellotto è arrivata al traguardo proprio insieme alla maglia rosa, staccandola di 57". Il ritardo di Fabiana nella generale è di oltre 4': manca il Bondone ed una crono, entrambe le frazioni favoriscono terribilmente Joane Somarriba, lanciata verso la doppietta. Fabiana sul Bondone vorrebbe attaccare, ma ha la Cappellotto messa meglio in classifica. Vittoria della Polkhanova, con la Somarriba che non perde colpi, solo 9". Fabiana invece accusa quasi cinque minuti di ritardo sul suo terreno. Giro d'Italia andato. Chiuderà al nono posto (Somarriba, Cappellotto e Bubnenkova il podio), staccata di quasi nove minuti dalla basca dell'Alfa Lum. Il blocco, più che nelle gambe, è nella testa. Marino Amadori dà la sua spiegazione, a fronte di tali controprestazioni: «Lei ha nella testa la realtà di due o tre anni fa, quando le bastava poco per staccare tutte. Adesso che invece deve addirittura stringere i denti per non perdere le loro ruote, va in crisi e sembra patire tutti i mali del mondo». In queste condizioni psico-fisiche, si presenta al via del Tour, il 6 agosto, a Milano.

 

Tour: si scontra con una Somarriba esagerata
Anche il Tour è di Joane Somarrriba © Jacques Brinon/APCom'è strano partire per il Tour da Milano. E invece è proprio il capoluogo lombardo la prima sede di tappa della Grande Boucle Féminine del 2000. Una Milano-Parigi con biglietto di sola andata, Fabiana non vuol sbagliare ancora. Ci sono due cronometro a renderle difficoltoso il cammino, ma a controbilanciare ecco tre arrivi in salita: Tourmalet, l'amata Vaujany e La Bresse. Il problema però è nella sua testa. Dopo il Tour s'è anche affidata ad uno psicologo: ha perso 5 chili, migliorato le prestazioni sul Serra, però non va come vorrebbe. Due giorni prima della Grande Boucle, al Trophée International che si concludeva in salita, sul Valberg, è andata vicina alla vittoria, ma Séverine Desbouys l'ha staccata. E, più importante, Fabiana ha visto la Somarriba: «Mi ha impressionato, mi è parsa ancora più forte del Giro». Stiamo freschi. Dopo le prime tappe, la gara vera inizia a La Salveta-sur-Agout. Col de Font Froide, attacca Fany Lecourtois, inseguono le Polikeviciute (Jolanta è interessata alla classifica), Veronesi, Somarriba, Pucinskaite, Luperini, Desbouys, Loewenguth e Polkhanova. L'Alfa Lum gioca di squadra, Somarriba precede Pucinskaite sul traguardo, con Jolanta Polikeviciute in maglia oro. Fabiana accusa 31". Alla vigilia di due semitappe, una delle quali a crono, è un'iniezione di fiducia - semmai ve ne fosse stato bisogno - per la basca. Fabiana invece risale pian piano. Nella cronometro di Tolosa perde poco più di un minuto: vince ancora Somarriba e la classifica della cascinese è nera. In giallo Jolanta Polikeviciute, Somarriba a 46", Luperini a 2'40". Le vere montagne devono arrivare, tra due giorni c'è il traguardo del Tourmalet. In quei 17 km terribili non ci sono tattiche: servono gambe e testa. Lì Fabiana, nel '96, ha vinto con una gamba sola, staccando nettamente le rivali, dalla Longo in giù. Altri tempi, ora tutto è diverso, le avversarie sono diverse. Sotto una pioggia battente, restano in sei quando mancano 9 km alla vetta: la maglia oro Jolanta Polikievicute, la russa Polkhanova, la francese Desbouys, la coppia Alfa Lum Pucinskaite Somarriba e Fabiana. È ancora un dominio Alfa Lum, che accelera con Somarriba e Pucinskaite ai -5; Fabiana scivola a oltre due minuti. Vincerà la lituana sulla basca mentre la Luperini chiude quinta a 3'15". Ci credeva, Fabiana, ma per contrastare questa Somarriba serve ben altro. Servirebbe la Luperini dei tempi d'oro, o qualcosa di molto simile. La ritroviamo quattro giorni dopo. Arrivo, manco a dirlo, a Vaujany. Dal '95 al '98 è stata roba sua, questa località alpina. Non ripone di certo il coraggio ed attacca a 20 km dal traguardo. Sull'erta finale rimane da sola, sembra poter tornare ad esultare, invece Sévérine Desbouys ritorna sotto ai -2. Fabiana deve accontentarsi di una piazza d'onore che brucia, la Somarriba controlla. Si può rimediare sull'ultimo arrivo in salita, a Gérardmer? No, quel traguardo va a Daniela Veronesi, Fabiana non perde terreno da Somarriba, ormai prossima alla passerella parigina. Sul traguardo di Avenue Foch, oltre alla basca dell'Alfa Lum, farà festa un'atleta della GAS, Greta Zocca, a parziale risarcimento della Boucle non esaltante di Fabiana, che chiude al decimo posto nella generale. Non può essere soddisfatta di certo. Essere la prima italiana in graduatoria non lenisce il dolore.

 

Giochi: dopo Atlanta, salta Sidney
A fine settembre ci sono le Olimpiadi di Sidney. Fabiana non risulta nella lista del CT Broccardo: il percorso non la favorisce, le prestazioni non l'hanno aiutata. In Australia volano le sorelle Cappellotto e la Bonanomi. La cascinese salta, dopo Atlanta, anche questi Giochi. Come per il Mondiale, i Giochi Olimpici della cascinese somigliano ad una miccia: più passa il tempo, più brucia, e con essa spariscono le occasioni. Non sono stati dalla sua i risultati e così a fine anno la GAS non la conferma. Fabiana piange molto, vorrebbe rimanere con Amadori e con quelle compagne che in tanti anni l'hanno affiancata nelle sue più grandi vittorie. È costretta a cambiare aria, dal 2001 vestirà la casacca dell'Edilsavino, team toscano guidato da William Dazzani.

 

2001: Freccia Vallone con l'Edilsavino
Con l'Edilsavino vince la sua seconda Freccia Vallone © Archivio fotografico Fabiana LuperiniDazzani e Lupi, un ex professionista di Cascine, costruiscono una squadra più che buona. Fabiana potrà contare anche sull'aiuto di una giovane svizzera, Nicole Brändli, oltre che sulla russa Svetlana Bubnenkova, confermata dalla stagione precedente, di Simona Parente e Luisa Tamanini. Inizia il 2001 pensando in grande: vuol tornare a vincere. O Giro o Tour, nonostante quella Somarriba faccia davvero paura. Intanto parte bene e già il 19 marzo coglie il primo centro in maglia Edilsavino, al Giro dei 6 Comuni, Mendrisio. Una vittoria delle sue, in solitaria, con la seconda, un'altra Edilsavino, Simona Parente, che chiude ad un minuto. Al GP Alfa Lum, a San Marino, arriva un'altra vittoria in solitaria, davanti a Nicole Brändli. Il 18 aprile è il giorno della Freccia Vallone, quarta edizione. Fabiana è determinata a vincerla di nuovo, dopo la prima portata a casa nel '98. Teme la Campionessa del Mondo Zinaida Stahurskaja, tra le tante. È una rivincita, quella che vuol prendersi, e se la prende. Di solito scattava sulle côtes precedenti il Muro di Huy, stavolta no: si fa portare ai piedi dell'erta finale, con la sua squadra brava a tener cucita la corsa. Poi si scatena ed è una progressione micidiale: stacca tutte, giunge al traguardo da sola. È la vera rinascita di Fabiana, che ora pensa seriamente al Giro ed al Tour. Se la corsa francese presenterà il Tourmalet al secondo giorno ed il classico arrivo di Voujany, la gara a tappe italiana non sembra troppo dura: tre arrivi all'insù, Vetriolo, Nevegal e Paularo, una lunga cronometro all'ultimo giorno. Fabiana non ne è entusiasta: «Sulla carta, sembra un tracciato più favorevole alla Ziliute o ad Alessandra Cappellotto che a me». Per non perdere l'abitudine, però, si aggiudica una semitappa al Giro del Trentino e si avvia a Capo d'Orlando, Sicilia: da lì il 1° luglio prende il via il Giro d'Italia con l'Anteprima Rosa.

 

Giro: Brändli in rosa, Fabiana è lontana
In rosa c'è Zinaida Stahurskaja ma il Giro andrà a Nicole Brändli © Archivio RaiChe sia un Giro troppo semplice, Fabiana l'ha ripetuto in tutte le salse. È da un paio di stagioni almeno che i percorsi, per lei, sono diventati più morbidi. Risultato: non riesce più a fare quella selezione che le permetteva di volare su Alpi, Appennini e Pirenei. È tanto convinta dei propri mezzi quanto scettica per il tracciato. E poi ci sono le avversarie: Diana Ziliute, Zinaida Stahurskaia, Joane Somarriba e la sempre pericolosa lituana Edita Pucinskaite. Presto Zinaida Stahurskaja si prende la maglia rosa, Fabiana è lì a 10". La Stahurskaja si afferma anche a Catanzaro, poi arriva il primo traguardo in salita. A Selva di Fasano si rivede Daniela Veronesi, ma è la maglia rosa ad allungare. Fabiana perde 37" e scivola in basso. L'Edilsavino, però, trova nell'elvetica Nicole Brändli una seconda punta di lusso: è seconda nella generale. La Brändli s'imporrà a Nevegal, con la Luperini scatenata sin dalla prima salita di quella tappa, ed a Paularo, nella terz'ultima tappa. La vittoria finale di Zinaida Stahurskaja sarà tanto imperiosa quanto di fittizia: positiva ad un diuretico, verrà squalificata. La maglia rosa se l'aggiudica a posteriori Nicole Brändli su Diana Ziliute. Fabiana chiude a oltre sei minuti. Ed a venti secondi da quella Joane Somarriba che è intenzionata a vincere il suo secondo Tour de France consecutivo. Non per nulla si partirà dai Paesi Baschi.

 

«Al Tour stavo bene, ero sempre con Somarriba»
Vince al Tour davanti alla maglia gialla Somarriba © Profimedia.czLa Grande Boucle dà appuntamento a Bilbao, il 5 agosto. Subito due semitappe: una crono e l'arrivo nella Guernica di Somarriba. Per Fabiana è la solita solfa: «Sto bene ma il percorso non mi si addice, ho pensato di concentrarmi sul Mondiale». In effetti ci sono ben 52.7 km contro il tempo e la Somarriba ci giocherà, con il cronometro. Nei soli 9.9 km di Bilbao rifila alla Luperini 51", ma nel pomeriggio la cascinese fa capire che la strada per bissare la maglia oro sarà in salita. Nel finale di tappa, Fabiana va via con Somarriba e Rasa Polikeviciute, battendo allo sprint sia la lituana che la basca, davanti al suo pubblico. Joane si vendica su Fabiana nel breve volgere di ventiquattr'ore: è la tappa del Tourmalet, posta al secondo giorno. La Luperini fa il vuoto sul colle pirenaico, i limiti tecnici in discesa permettono a Somarriba di rientrare. Al traguardo Fabiana pagherà 1'24" dalla basca: «Sono contenta. In salita sono tornata a pedalare come piace a me», chiosa, rimarcando che questo è «un Tour che non sa di niente». In effetti, dalla tappa del Tourmalet in poi, ci sono sette giornate in cui succede poco o nulla. Nella crono di Rive de Gier, lunghezza: 42.8 km, la Luperini perde tanto da una Somarriba ancora vincente (1'23" il ritardo).

 

Vince in salita nel «Tour che non sa di niente»
Attacca la Somarriba sulle rampe del Tourmalet © Archivio fotografico Fabiana LuperiniCome accaduto a Bilbao e Guernica, ad un successo della Somarriba replica con effetto immediato Fabiana. Il giorno dopo la lunga cronometro, la cascinese si prende il secondo successo parziale a Vernoux en Vivarais. In classifica sono 3'33" i minuti che la separano dalla basca, ma si affrontano due tappe di montagna. Prima l'arrivo all'insù di Superdevelouy, quindi il tappone con Izoard, Lautaret e Vaujany. A Superdevoluy, mentre la svedese Susanne Ljungskog esultava, Fabiana provava a ripetizione a staccare la Somarriba: niente. A Vaujany il quinto successo in questo paesino benedetto. Prima salita di giornata: il Col d'Izoard. Primo attacco sul Col d'Izoard. La Somarriba però è una tenaglia che s'attacca alla ruota e non la molla mai. Quasi mai, almeno. Sulla salita di Vaujany, che Fabiana sa come domare, la basca nulla può contro le sue accelerazioni. È la terza vittoria di tappa in questa Grande Boucle ormai chiusa. Parigi, Avenue Foch: è ancora Joane Somarriba, come un anno prima, a vestire la maglia oro. Alle spalle della basca targata Alfa Lum c'è proprio Fabiana, con un ritardo di 3'27": «Soddisfattissima, ero tornata a pedalare ad ottimi livelli in montagna». A Fabiana però il secondo posto non interessa, specie se si tratta del Tour.

Punta con decisione al Mondiale di Lisbona, non durissimo ma che potrebbe favorirla. Rosario Fina, il nuovo CT, le ha prospettato addirittura la possibilità di schierarla anche nella crono. Ed in effetti corre entrambe le prove: 11a a crono, 12a su strada. Gli ori sono di Jeannie Longo, contro il tempo, e Rasa Polikeviciute, nella prova in linea. Nel frattempo si laurea in Management dello Sport alla European School of Economics e prosegue gli studi in Giurisprudenza: le mancano una decina di esami. Già, perché mentre le suonava alle avversarie e pativa brucianti sconfitte, attraversava periodi bui e ritrovava lo smalto dei tempi migliori, non ha mai abbandonato gli studi. D'altra parte, a scuola era o no una secchiona?

 

2002: Terza Freccia Vallone, ma salta Giro e Tour
Arriva la terza Freccia Vallone © Archivio fotografico Fabiana LuperiniAnche per il 2002 trova l'accordo con l'Edilsavino. In squadra non c'è più la svizzera Nicole Brändli, ma arriva la sammarinese Daniela Veronesi e rimane la russa Svetlana Bubnenkova, solo per citare i nomi più rilevanti. L'anno passato non sarà stato dei più brillanti, però Fabiana ha portato a casa una Freccia Vallone (la sua seconda), ha preparato bene il Giro d'Italia, forse fin troppo bene, mentre al Tour, su un percorso con quasi 60 km a cronometro, ha saputo tener testa a Joane Somarriba. Una volta accertato che la vera Luperini non è scomparsa nel nulla, tornerà a far grandi cose nelle corse a tappe? A mettere a tacere chi la dava per finita? Un'unica arma a disposizione, quella dei risultati. Ripercorrendo l'andamento delle stagioni precedenti, si presenta il 17 aprile in Belgio, dove difende il titolo alla Freccia Vallone. Côte de Ahin, già sentita? Probabile: è il suo trampolino di lancio. Anche quest'anno è lì che va via in progressione, dopo aver forzato anche sulle altre côtes. Resta con lei la sola svizzera Priska Doppmann e filano al traguardo. Si lasciano ai piedi del Muro di Huy, con la Luperini che va a prendersi la terza Freccia Vallone. È la plurivittoriosa della corsa e sta molto bene, ora è lanciata: Giro e Tour, certo, ma anche la Coppa del Mondo, nel caso dovessero giungere buoni segnali dalla prova di Montréal. È al settimo cielo, tanto da candidarsi per il Mondiale di Zolder, inadatto a lei, ma dove potrà dare una mano a Greta Zocca. Ha vinto il Trophée Méditerranéen ed una tappa al Tour de Midi-Pyrénées. L'estate sta arrivando, e con lei la forma migliore. Il Giro del Trentino è il consueto passaggio per arrivare bene al Giro d'Italia. Si aggiudica la classifica e la tappa di Baselga di Pinè. Vittoria che arriva il 23 maggio, il giorno dopo la presentazione del Giro d'Italia. Percorso con poca crono, poche tappe per velociste, molti su e giù. Percorso da Luperini. Eppure non disputerà né la corsa rosa né la Grande Boucle ed il nono posto di Plouay vale poco: ci vuole ben altro per ritrovare la vera Fabiana.

 

2003: Aude, Emakumeen Bira. Niente tricolore
Va al Team 2002 Aurora, squadra sammarinese guidata da Stefano Della Santa. Con lei le solite Tamanini, Veronesi e le gemelle Polikeviciute, avversarie in tante occasioni nel passato. Alle spalle una stagione infernale, unita ad altre annate non certo memorabili. Vuol tornare a volare alta e prova a conquistare, il 23 aprile, la sua quarta Freccia Vallone (su sei edizioni). Si scontra contro quella ragazzina terribile che viene dal Galles, ha vinto tre giorni prima l'Amstel Gold Race e risponde al nome di Nicole Cooke. La cascinese è solamente ottava. Al Tour de l'Aude vince una tappa. Non in modo banale, ma con 76 km di fuga. Altra vittoria all'Emakumeen Bira, nei Paesi Baschi, in una cronometro. Fabiana ha cambiato preparazione? No, si tratta di una cronoscalata, appena 5 km da Elorrio ad Elgeta. Stacca di 8" l'atleta di casa, Joane Somarriba. È un bel segnale, Fabiana in salita c'è eccome: non si vince per caso o fortuna né all'Aude né all'Emakumeen Bira. Il 26 giugno c'è un Campionato Italiano da vincere ancora, a Corridonia: e la Luperini non veste il tricolore dal 1996. Non lo vestirà, almeno non per quei dodici mesi. La squadra, non viene fatta partire: le cartelle sanitarie di dieci atlete non sono in regola con il protocollo della Commissione sanitaria nazionale FCI. Stefano Della Santa parla di persecuzione ai danni della formazione, ma tant'è, Fabiana non gareggia ed il tricolore finisce sulle spalle di Alessandra Cappellotto. Servirebbe un Giro d'Italia superbo per raddrizzare la seconda parte di stagione.

 

Giro sottotono, al Tour la vittoria numero 100
Sesta vittoria a Vaujany e centesima tra le Élite © Getty ImagesIl 4 luglio parte dalla Campania, da Grumo Nevano, il 14° Giro d'Italia. Sin dalla prima tappa il Team 2002 Aurora è davanti, ma non con Fabiana. Ci pensano infatti le Polikeviciute a vincere in quel di Guardia Sanframondi (tappa e maglia a Rasa su Jolanta), mentre la Luperini è già in ritardo di oltre un minuto. La leadership di Rasa Polikeviciute si è esaurirà già alla terza tappa, con Nicole Brändli ed Edita Pucinskaite a fare il vuoto sotto la pioggia. È proprio Edita la nuova maglia rosa, mentre Fabiana perde più di cinque minuti. La lituana della Prato Marathon Bike-Aki conserva il simbolo del primato fino alla cronometro finale di Venezia, dove si presenta con 5" sulla Brändli e 3'25" sulla Somarriba. In quei 24 km da si consuma il dramma sportivo della Pucinskaite, che va alla deriva e deve arrendersi alla sveglia del primo sogno rosa per soli 17". Sveglia suonata da Nicole Brändli, naturalmente. Fabiana chiude 13a nella generale, a quasi otto minuti dalla svizzera. Si pensa al Tour, con una Somarriba che va per la terza maglia oro. La corsa a tappe francese prende il via dalla Corsica, tagliata da sud a nord. Rientrati sulla terraferma, si affronteranno le Alpi, quindi alcune tappe di pianura verso l'apoteosi di Parigi. Già dalla Corsica, nella seconda tappa, si assiste ad un assolo di Joane Somarriba; Fabiana chiude a 1'12". Si comincia male. La basca non si spegne nemmeno il giorno dopo, sull'arrivo in salita del Valberg. Una mazzata, visto che lascia Fabiana a 1'49". La cascinese ora in classifica è quinta a poco più di quattro minuti. Si lotta per le tappe. Le cattive condizioni meteo impongono un accorciamento della tappa regina, da Val d'Allos all'arrivo in salita di Puy-Saint-Vincent. Dai 116 km in programma se ne percorrono appena 35, ma tanti bastano a Fabiana Luperini per affermarsi su Brändli e Somarriba. Il giorno successivo l'arrivo è posto a Vaujany e si sa, più o meno, come andrà. Fabiana forza sull'ascesa finale insieme a Brändli e Somarriba; ottiene la sesta ed ultima vittoria su quest'arrivo, staccando le altre due. Di più: è la centesima vittoria da quando è Élite. Pazzesca! Agguanta il podio provvisorio in classifica generale, con 3'34" da recuperare alla Somarriba. Impossibile, anche perché dalla sesta tappa in poi, questo Tour lascia poco spazio alla fantasia. Conserva la terza piazza - perdendo da Somarriba un po' qui, un po' là, ma siamo nell'ordine dei secondi - e si presenta alla cronometro di Flers (ben 37 km) con un buon vantaggio su Pucinskaite ed Arndt: 2'30" sulla lituana e 3'09" sulla tedesca. E però le due viaggiano a crono, al contrario di Fabiana che fa quel che può. Judith Arndt quella prova contro il tempo la vincerà, rifilando alla Luperini 3'48": la tedesca della Nürnberger è così terza (davanti sempre Somarriba e Brändli), Fabiana si deve accontentare della medaglia di legno. La stagione viene archiviata ancora prima del Mondiale di Hamilton, che la Luperini non disputerà: il CT Rosario Fina e la Federazione, infatti, optano per la linea verde. La più anziana è Sara Felloni, che di anni ne ha 25; sono presenti Bronzini, Cantele, Carrara, Guderzo e Zugno mentre la 29enne Luperini, pur dimostrando di essere la miglior italiana in salita (e di salita ad Hamilton ce n'era), non viene presa in considerazione.

 

2004: Torna Campionessa italiana, ma al Giro c'è Cooke
Vittoriosa al Campionato Italiano di Cascina © Archivio fotografico Fabiana LuperiniDa San Marino alla Finlandia passando per la Svizzera. Nel 2004 si accasa alla Let's Go Finland, squadra dalla chiara matrice (eppure la sede si trova a Prato), diretta da Felice Puttini, svizzero. La formazione ha, oltre a lei, anche Zulfia Zabirova su cui contare. Puttini è reduce dalla vittoria del Giro d'Italia con Nicole Brändli. Il debutto ad inizio marzo, al Trofeo Città di Rosignano Marittimo: subito un quinto posto. Punta alla Freccia Vallone che ha già vinto nel '98, nel 2001 e nel 2002. Fabiana va all'attacco, ma viene ripresa a 8 km dall'arrivo. La vittoria va alla francese Sonia Huguet. Il primo centro arriva però in una corsa svizzera, il difficile Berner Rundfahrt, il 25 aprile. In fuga con la canadese Lyne Bessette, la batte nella volata a due, con l'atleta di casa, Karin Thürig, distanziata di quasi un minuto. L'obiettivo dei primi mesi estivi è però il titolo italiano: non lo vince dal 1996, l'anno precedente è stata esclusa in partenza. Un'ingiustizia, dal punto di vista di Fabiana, che dev'essere spazzata via. Corre anche in casa, a Cascina, Pisa: con Alessandra Cappellotto è tra le favorite. Sente il tifo degli amici di sempre, percepisce il calore delle strade su cui si allena ogni santo giorno. Nasce l'impresa. Salita di Castel di Nocco, una delle sue: mancano più di 70 km al traguardo, allunga e se ne va. Si prende un minuto, se lo tiene per più di due ore e vince come piace a lei: tutta sola. Sull'onda del secondo tricolore, si candida per il Mondiale di Verona, nonostante la linea federale abbia scelto da oltre un anno di puntare sulle giovani. Ha 30 anni giusti, ma quanto viaggia! Con una forma del genere si presenta al Giro d'Italia: punta alla cinquina. Non siamo però di fronte ad un Giro d'Italia da Luperini, tanto per cambiare. Poche salite, bisognerà scegliere con cura le tappe in cui piazzare i Trascina la Let's Go Finland nella cronoscalata a squadre © Ianualecolpi decisivi. Una di queste è sicuramente la cronoscalata a squadre in Svizzera, da Briga a Leukerbad: 45.4 km in totale, ma i 17 km finali guardano tutti verso il cielo. Si prende il tempo sulla quarta. La Let's Go Finland, che ha Fabiana e Zabirova come grandi treni, chiama l'elvetica dell'Univega Priska Doppmann. Tornerà utile per la prova. Le prime tappe del Giro sono semplici, maglia rosa subito in casa Safi-Pasta Zara-Manhattan, a Diana Ziliute, anche se Fabretto può contare sulla giovane gallese Nicole Cooke per la vittoria finale (un'altra papabile è la campionessa uscente Nicole Brändli, elvetica in forza alla Michela Fanini-Record Rox). Per le prime cinque giornate di gara la maglia rosa resta alla Ziliute, poi arriva la cronosquadre, il 7 luglio. Sulla salita vallese la Let's Go Finland è la più veloce ed è proprio l'ultimo acquisto, Priska Doppmann, a finire in rosa. La Safi di Ziliute e Cooke chiude alle spalle della squadra guidata da Puttini, con un distacco di 17". Per la classifica vengono contate le prime tre, non più le quattro: cambiano i tempi, ed i distacchi, in favore della formazione di Fabretto. Il giorno dopo la maglia torna sulle spalle della Ziliute, mentre Luperini e Cooke sono vicine: 7" in favore della gallese, che con questo vantaggio si presenta alla vigilia della tappa decisiva, la Oggiono-Madonna del Ghisallo. È una Nicole Cooke che vola, è scatenata; vince la tappa davanti a Pucinskaite, Brändli, Polkhanova e Luperini. Staccata di 32" dalla gallese della Safi-Pasta Zara-Manhattan, Fabiana deve dire addio al sogno rosa per 49": Nicole Cooke vince il suo primo ed unico Giro d'Italia a soli 21 anni, la Luperini mastica ancora amaro, pur con la consapevolezza di essere sempre all'altezza delle migliori. Il Tour de France non viene disputato, la Nazionale di Rosario Fina punta nuovamente sulle giovani per il Mondiale di Verona ed il sogno iridato della Luperini sfuma per l'ennesima volta.

 

2005-2006: Tra FRW e Top Girls (con tricolore)
A Buja arriva la terza maglia tricolore © Davide RonconiNel 2005 altro cambio di casacca: passa al Team FRW, sotto la guida di Fausto Tardozzi e Fulvio Valentini. Le giovani avversarie che si stanno affermando sul panorama internazionale, i percorsi facilotti, la lenta ma progressiva scomparsa del Tour de France e l'età che avanza rendono la vita difficile alla Luperini. Servono le corse dure, serve contrastare le avversarie. Per esempio, una Nicole Cooke che ti vince la seconda Freccia Vallone consecutiva, come la fermi? Non la fermi, non la Luperini, che sul Muro di Huy resta pur sempre la miglior italiana, ma chiude al 15° posto. Arrivano solo tre vittorie: una al Gracia Tour, l'altra nella consueta cronoscalata dell'Emakumeen Bira. Come a far capire che se la strada sale, è lei la migliore, Fabiana si aggiudica la prova dell'Alto de Goiuria. Altro centro al Giro di San Marino: nella prima tappa in linea riecco l'impresa. Si va da Fonte dell'Ovo a Serravalle, la temperatura non è esattamente clemente: 39 gradi. La salita di Monte Grimano la lancia, Nicole Brändli e Zinaida Stahurskaja vengono lasciate sul posto. La Luperini s'impone in solitaria ed è consapevole di avere una condizione con la quale potrebbe rispondere agli attacchi di Brändli, Stahurskaja e Bubnenkova, nell'ultima frazione. Invece a Serravalle, è proprio la Stahurskaja ad affermarsi, portando a casa anche la classifica finale. Fabiana, quinta a San Marino, aveva anche sofferto nel Giro Donne vinto da Nicole Brändli: una mononucleosi l'aveva fortemente penalizzata. Al Mondiale di Madrid il nuovo CT, Marino Amadori, segue la politica federale, sempre orientata verso la linea verde.

Nel 2006 passa alla Top Girls Fassa Bortolo di Lucio Rigato e Fortunato Lacquaniti. Con quest'ultimo s'instaurerà un ottimo rapporto: è un ds esperto, ha sempre osservato la cascinese da avversario, ora può lavorare insieme a lei, fianco a fianco. E l'affiatamento si vede sin dai primi mesi di corsa, quando la Luperini dimostra di essersi preparata bene: il 12 marzo fa suo il Gp Knorr di Brissago, il 26 è la volta del Costa Etrusca, anche quello per distacco. Se alla Freccia Vallone ormai Nicole Cooke è di casa e coglie un altro centro, la Luperini è 11a, ma a giugno, quando arriva il caldo, si scatena nuovamente. Il 1° giugno stacca tutte al Giro del Friuli, lasciando le altre a 39". Prende parte all'Emakumeen Bira, dove la compagna di team Tatiana Guderzo (una delle giovani leve della Nazionale) vince già alla seconda tappa, in quel di Sopelana, prendendo la maglia di leader (al secondo posto si affaccia una minuta 19enne, olandese. Tale Marianne Vos). Non dura troppo, per la vicentina, visto che la Luperini fa sua la cronoscalata di Goiurria ed agguanta anche la maglia di leader. È un vantaggio, quello di Fabiana, che non muterà nelle due frazioni successive; finalmente si porta a casa la breve corsa a tappe basca. È veramente tornata ai livelli di dieci anni fa? Forse no, ma ci va vicina. Un buon test è il Campionato Italiano che si tiene a Buja, su un percorso nervoso. Se stavolta vorrà sfuggire all'esplosività di Bronzini o Baccaille, dovrà attaccare da lontano. E che problema c'è? Va via a tre giri dalla fine, quando mancano più di 50 km: vantaggio che sale pian piano a 30", poi al minuto, al minuto e mezzo nell'ultimo giro. Siamo di fronte all'ennesima impresa. Esulta sul traguardo e lascia la seconda (Gessica Turato) a 1'56", la campionessa uscente (Silvia Parietti) a 2'39". Marino Amadori, che aveva assistito dall'ammiraglia alle imprese della giovine Luperini, mentre ora fa il CT del femminile, è tentato: non portarla al Mondiale di Salisburgo con questa condizione sarebbe un delitto. Fabiana, intanto, ha visionato il percorso iridato. Le altimetrie del Giro che sta per iniziare le ha pur viste, ma sarebbe una bugia affermare che la soddisfano. È una corsa a tappe senza veri arrivi in salita. Tutto si deciderà sul filo dei secondi, nell'ultima frazione, quella del Ghisallo (affrontato dal lato più semplice, peraltro). Da Formello il 30 giugno, una breve cronometro che va alla Brändli. La svizzera della Bigla viene privata della maglia rosa alla quarta tappa, con Olga Slyusareva, ma a Mondovì se la riprende. La Luperini è sesta a 53". Tutto cambia, per le posizioni di vertice, sul Ghisallo, quando Edita Pucinskaite si va a prendere con la forza il primo Giro d'Italia, relegando Nicole Brändli alla piazza d'onore (e vendicando la crono di Venezia del 2003, quando la svizzera scalzò la lituana dal gradino più alto del podio). Fabiana terza sul prestigioso traguardo, ma nella classifica rimane sesta a 53". Questi anni senza Tour de France sarebbero ideali per tentare l'assalto al Mondiale che manca in casa Luperini. Il CT, che da agosto è Edoardo Salvoldi, porta a Salisburgo l'esperta cascinese insieme alle giovani Baccaille, Bronzini, Cantele, Carrara e Guderzo. Chi poteva sapere, alla vigilia, che quella 19enne olandese di nome Marianne Vos avrebbe regolato gente come Worrack, Cooke e Cantele? La Luperini cambia squadra: c'è la Menikini-Selle Italia-Gysko.

 

2007: Sorride a Montréal, sfiora il podio al Giro
In Coppa, a Montréal, esulta davanti alla giovane Abbott © Archivio fotografico Fabiana LuperiniSquadra nuova, questa Menikini-Selle Italia-Gysko, ma la coppia formata da Fabiana Luperini e Fortunato Lacquaniti non si dissolve. Semmai si rafforza con l'altro ds della squadra, Walter Zini. Un miscuglio ordinato di giovani talenti ed atlete d'esperienza, nel team. Manca un anno all'Olimpiade di Pechino, Fabiana già nel 2006 ha fatto vedere di esser tornata a determinati livelli. Sa bene che quel treno a cinque cerchi o lo acchiapperà l'anno prossimo o mai più. Le poche vittorie all'attivo non rendono giustizia ad una Luperini ormai non più nel fiore degli anni - siamo sinceri - né nel pieno delle forze. Una che è facilmente battuta, specie se le tue avversarie si chiamano Cooke, Brändli, Pucinskaite o Vos. Anche se tutte la temono, visto che quando la strada sale, ha ancora più di qualcosa da dire. E lo dice il 23 maggio, nella tappa di Osseja, al Tour de l'Aude, dove vince per distacco, e che distacco! Claudia Häusler, la seconda, la vedono dopo 2'16". Che stia attraversando una seconda giovinezza, la Luperini lo dimostra pure a Montréal, in Coppa del Mondo. Il circuito è di 11 km, da ripetere per dieci volte e con il Mont Royal da scalare. Prima s'arrivava lassù, adesso non più. A Fabiana non garba questo cambio di percorso. Se ne fa una ragione e va in fuga a 40 km dal termine. Le restano a ruota solo una francese, Edwige Pitel, e quella statunitense di 21 anni, una certa Mara Abbott. «E questa chi cazzo è?». Walter Zini, in ammiraglia, non conosce la talentuosa del Colorado, né può rispondere alla domanda di Fabiana. Restano in due, Luperini ed Abbott: sarà veloce, l'americana? Mi fregherà allo sprint? Chi può dirlo. Al Giro dà tutto nella cronoscalata del Monte Serra © IanualeIl fisico è da scalatrice, le movenze anche. La Luperini agisce d'esperienza ed ha la meglio; porta a casa anche quest'anno una prova di Coppa del Mondo. Al Giro del Trentino è una delle favorite ma nelle due tappe della corsa c'è sempre la lituana Pucinskaite davanti a lei. Ora il Giro d'italia, con la cronoscalata al Serra come primo e quasi unico elemento discriminante. Luperini molto motivata, Pucinskaite preparata almeno quanto la cascinese, visto che vuole bissare il successo del 2006. Prologo il 6 luglio a Crocetta del Montello, Edita è la prima maglia rosa. La lituana inizia come aveva finito, lascia la rosa alla connazionale Ziliute, ma il prestito dura un giorno. Nella cronoscalata da Buti al Monte Serra, la Pucinskaite è la più rapida, stacca di un solo secondo la spagnola Moreno e di 35" la Luperini. Giro compromesso per Fabiana? Praticamente. Nelle altre due frazioni un po' più dure, Cittiglio e Seregno, perde il podio a favore della Brändli, che nel varesotto la mette in difficoltà. Alla fine sarà quarta a 51" dalla Pucinskaite, splendida autrice di un'altrettanto splendida doppietta. Può esultare ancora su due traguardi del Tour de l'Ardèche, a Meysse à Privas ed a Villeneuve de Berg: in entrambe le situazioni prova a mettere in difficoltà la leader Maribel Moreno, che però cede appena 2". Bisogna accontentarsi della piazza d'onore, a soli 6" dalla spagnola. Al Mondiale di Stoccarda vige ancora la regola della linea verde e Fabiana è relegata al ruolo di riserva. Una come lei, con il suo orgoglio, non può accettarlo. Ciao ciao azzurro, ai Mondiali ci andate voi.

 

2008: «Ai Giochi di Pechino avrei vinto io...»
Quarto tricolore a Forcola. Ma ride la Guderzo, chissà perché... © Fabiano Ghilardi«Sto studiando il cinese». Ad inizio 2008 corre sempre nella Menikini-Selle Italia. E non studia il cinese per occupare il tempo libero (quale?); lo fa perché alla partecipazione ai Giochi Olimpici, gli ultimi ai quali verosimilmente potrebbe essere presente, crede eccome. In fondo non ha mai neppure assaporato un successo iridato o una maglia a cinque cerchi. Le mancano tanto. Vedendo l'altimetria della corsa in linea di Pechino, con quella lunga salita nel finale, Fabiana è ingolosita. «Avrei vinto», ripensa. Vero è che il CT Salvoldi l'ha già messa in panchina a Stoccarda, che sta utilizzando le varie Bronzini, Guderzo, Bastianelli, Cantele. La Luperini sembra troppo vecchia. Se leggiamo l'anagrafe, come dargli torto? A guardarla in azione, però, qualche dubbio sorge. Pechino è l'obiettivo, ma quali ostacoli si dovranno superare per sapere chi andrà in Cina? Fabiana lo domanda: «Trentino, Campionato Italiano e Giro saranno le prove di selezione». Ottimo, si prepara di conseguenza. Parte piano all'inizio di stagione ma al Trentino, il 20 giugno, è prontissima. A Coredo l'arrivo è adatto alle scalatrici. Di fronte alle emergenti Mara Abbott - ormai sa bene chi è - Claudia Häusler e delle sempre presenti e pericolose Nicole Brändli ed Edita Pucinskaite, la migliore è ancora Fabiana. Corsa ipotecata e portata a casa. Il primo mattoncino della muraglia che porta a Pechino è stato eretto, adesso c'è il tricolore a Forcola, Sondrio. È il 26 giugno, il percorso è fin troppo duro (arriveranno al traguardo solo 15 delle 68 iscritte), il caldo si fa ben sentire. Fabiana, lungo i 119 km, sfalda ad ogni giro il plotone, scattando sulla salita del Berbenno. Ed è lì, a 6 km dal traguardo, che piazza l'ultimo, decisivo scatto, lasciando sul posto le probabili olimpioniche Guderzo - nemmeno prova a seguirla - Bastianelli e Cantele. Va a vestire la sua quarta maglia tricolore, precedendo la 23enne Guderzo di 29" ed il gruppo regolato da una 24enne Bronzini a 2'28". Il CT Salvoldi, in ottica Pechino, sembra nuovamente orientato sulle giovani: quasi sicure Cantele e Bastianelli, la terza dev'essere una donna squadra. Figura che risponde più al nome di una Guderzo che a una Luperini. Tant'è, quest'ultima su percorsi impegnativi dimostra di volare, le altre no. Due tappe su due, per giocarsi le Olimpiadi, Fabiana le ha portate a casa; resta il Giro d'Italia.

 

Giro: dopo dieci anni si riprende la rosa (con qualche spina)
Una delle giornate più belle della carriera: vittoria sul Monte Serra e maglia rosa © WomensCycling.netLe danze si aprono il 5 luglio: da Mantova a Desio, un prologo ed otto tappe. Due arrivi in salita: il primo sul Serra, l'altro a Montevecchia, con in mezzo la difficile frazione di Laveno Mombello. La breve crono di Mantova assegna la prima maglia rosa all'olandese della Flexpoint Mirjam Melchers. Lendinara, Rosolina Mare ed Altedo Malalbergo sono terreni di conquista della possente Ina-Yoko Teutenberg, alla quarta tappa si sale sul Serra. Tappa tutta pisana, con la partenza da Calcinaia e, prima dell'erta finale, la salita di Prato a Ceragliola. Lì Fabiana allunga, anche per avvantaggiarsi in vista della discesa, oltre che per saggiare la gamba. E la gamba gira bene. Lo si vede ai piedi del Serra: a Sant'Andrea di Compito, dove inizia la salita verso la montagna toscana, attacca. Nessuna ha passo né ritmo per seguirla. La coppia dell'Equipe Nürnberger, Claudia Häusler e la campionessa uscente Edita Pucinskaite, insegue con Tatiana Guderzo e Nicole Brändli. Fabiana però ha tutto un altro ritmo e le prende per sfinimento. Torna a vestire la maglia rosa e ad assaporare il piacere di essere in piena lotta per la conquista del Giro. Sarebbe il suo quinto in carriera, ma stavolta ha un vantaggio: lei è la preda, non la cacciatrice. Che la inseguano! E le altre inseguono sì: già dalla breve crono di Novara Guderzo e Pucinskaite rosicchiano qualche secondo. È semmai il giorno seguente, nella Cardano al Campo-Laveno Mombello, che Fabiana vacilla. Giornataccia, piove e fa freddo: si scalano il Passo Sette Termini prima, il Cuvignone poi. Mentre la vincitrice uscente, Edita Pucinskaite, non va, Brändli e Cantele attaccano nella discesa precedente il Cuvignone. Gli attacchi della svizzera saranno una delle variabili più fastidiose in assoluto per Fabiana, che non ha certo la tecnica dalla sua. Sul Sette Termini la Häusler viene lasciata libera dalla capitana Pucinskaite e transita per prima, la Bigla di Brändli e Cantele prepara l'attacco. Sulle rampe del Cuvignone la Luperini si fa vedere in fondo al gruppo, sembra in crisi. Amber Neben, Claudia Häusler e Nicole Brändli ne approfittano, Bacia il trofeo e vince il quinto Giro d'Italia © Ianualementre Tatiana Guderzo resta con la maglia rosa, dopo aver perso il treno buono. A Laveno arriva il terzetto Häusler (che può esultare), Neben e Brändli, con Guderzo e Luperini a 56". La cascinese conserva, nonostante tutto, la maglia rosa. L'indomani, verso l'altro arrivo in salita di Montevecchia, dovrà guardarsi da Häusler e Brandli, vicine. Colle Brianza, Giovenzana e Sirtori prima della salita che avrebbe fatto da giudice della corsa rosa. Amber Neben attacca, ci prova, ma non è la Luperini del giorno prima e si vede. Tiene le ruote della statunitense, poi sulle difficili pendenze di Montevecchia ricomincia a danzare. Se ne va a 2 km dall'arrivo e rifila altri bei distacchi: 34" alla Neben, 1'40" alla Guderzo, 1'54" alla Bastianelli, 1'57" alla Häusler e via. La classifica finale è sua per la quinta volta. Quante sarebbero state capaci di tornare, attraversati periodi più o meno felici, a vestire la maglia rosa? Quanti saprebbero farlo dieci anni dopo? Lei ne è stata capace. Le Olimpiadi sono un sogno e tale resteranno: a Pechino vanno Cantele, Bastianelli e Guderzo. La giovane Campionessa del Mondo inciamperà nell'antidoping e la FCI richiamerà Fabiana. Che dice «sì». Come riserva, ma in patria. E allora no, Fabiana lascia volentieri il posto alla D'Ettorre. Mette nel mirino il Mondiale di Varese, altra delle ultime occasioni per vestire l'iride. Si passa per Plouay, gara che, manco a dirlo, porta a casa. Va in fuga con la tedesca Keller, resiste alle sue sfuriate e la regola negli ultimi metri, sfruttando la maggior freschezza. Bel messaggio per Salvoldi, che la porta a Varese con Bronzini, Cantele, Guderzo, Lechner e Baccaille. Si va per la rivincita, dopo l'argento olimpico di Pechino. A fine luglio vince la Cooke, a Varese la britannica si ripeterà, la Luperini chiude a oltre sei minuti e nessuna italiana va a podio.

 

2009-2014: Le Granfondo, il ritorno alle gare, l'addio
In maglia Giordana corre le Granfondo © apgcycling.comReduce da un'annata strabiliante, non fosse per le delusioni legate all'azzurro, continua a correre con la Selle Italia-Ghezzi. Non vola come l'anno prima e si vede dalle corse che precedono il Giro d'Italia, dove cerca il suo sesto successo. Porta a casa una tappa al Gracia-Orlová, poi al Trentino trova sulla sua strada Nicole Cooke. Va ad un Giro d'Italia che presenta sì il Monte Serra, ma nemmeno una capatina sulle Alpi: tutto al centro ed al sud, da Scarperia a Grumo Nevano in nove tappe ed un prologo. Fabiana nella prima frazione parrebbe poter dire ancora la sua: sul traguardo di Pratolino di Vaglia esce ai 500 metri, poi subisce la rimonta di Edita Pucinskaite. La lituana torna al successo al Giro ed al contempo nega una delle ultime gioie alla cascinese. La maglia rosa uscente è spenta, il test nella tappa del suo Serra dà esito negativo. Vittoria della Abbott sulla Pooley, che veste la rosa. Luperini taglia il traguardo al decimo posto, staccata di 2'47". Sarà la tedesca Claudia Häusler a succedere a Fabiana nell'albo d'oro della corsa e sarà sempre la bavarese a replicare la doppietta Tour de l'Aude-Giro, dopo che la Luperini l'aveva messa a segno nel 1998. La cascinese chiude sesta e va al Thüringen Rundfahrt. «Il giorno della crono non era andata bene ed avevamo discusso molto - ricorda il ds Fortunato Lacquaniti. Al mattino seguente rimase in silenzio durante la riunione tecnica. Era un fatto insolito. Dopo però venne da me: sai che faccio oggi? Vado in fuga e vinco. Disse così, non ci feci troppo caso». Come promesso, è una fuga a undici e nel finale, verso Greiz, stacca tutte le dirette avversarie. That's Fabiana, baby. Il Mondiale di Mendrisio è bello impegnativo, potrebbe essere l'ultimo treno per Fabiana. Invece, nonostante la maglia azzurra guadagnata, Salvoldi la impiega per sgranare il gruppo, ma non da capitana. Il successo italiano ci sarà comunque, con l'oro alla Guderzo ed il bronzo alla Cantele, ma quella maglia iridata rimarrà per sempre qui, alla Luperini. Che a 35 anni, 5 Giri d'Italia, 3 Tour de France, altrettanti centri alla Freccia Vallone più altre amenità, prende la decisione: «Chiudeva la squadra, la Selle Italia-Ghezzi. Ho pensato di dover smettere anch'io». Annuncia il ritiro a fine stagione. Ma può, una come lei, star ferma? Ovviamente no.

9 settembre 2012: a Cascine di Buti, nel Memorial Cesare Del Cancia, l'ultima vittoria © Archivio fotografico Fabiana LuperiniSi dà alle Granfondo. Naturalmente le vince per distacco, senza quasi far fatica. Si allena, ma non come quando correva. Finisce però che, vinci oggi e vinci domani, Giordana non le chieda più la sola presenza ma, appunto, il bersaglio grosso. «Dovevo allenarmi esattamente come quando gareggiavo. L'ho fatto per un anno. Poi mi sono detta che tanto valeva tornare alle corse, visto che l'impegno era lo stesso». La MCipollini-Giordana (poi MCipollini-Giambenini), nel frattempo, è nata: siamo nel 2011, ed il ritorno di Fabiana Luperini è nell'aria. Diventa ufficiale il 1° giugno. Fabiana corre il Giro Donne, che affronta per la prima volta il Mortirolo (da un versante meno cattivo) ed altre salite alpine. È l'anno di Marianne Vos, anche sulle grandi salite. Fabiana non ha il ritmo gara nelle gambe e sostanzialmente il suo 2011 non è un granché. Nel 2012 segue Walter Ricci Petitoni alla Faren Honda. Corre molto e ritrova la vittoria al Giro del Trentino, nella semitappa mattutina di Sarnonico. Prima in fuga, poi stacca Laws, Treier e Guderzo: un grande classico luperiniano. Se siamo in forma al Trentino, perché non pensare a quel Giro Rosa che qualche salitella la presenta? E la Luperini ci pensa. A Castiglione dei Pepoli, primo tappone toscano, è Evelyn Stevens a negarle l'ultimo successo nella corsa che l'ha lanciata e consacrata: sarà seconda, con tanto di scambio di cortesie con Emma Pooley. Il podio è alla portata ma si distrae nell'ultima, caldissima tappa verso Bergamo e resta quarta. Peccato. A Plouay graffia sempre, strappando un settimo posto, poi il Memorial Cesare Del Cancia, organizzato da papà Giovanni: partenza da Pontedera, arrivo a Cascine di Buti. S'impone, manco a dirlo, in solitaria. È la sua ultima vittoria da professionista. Sembra che il sipario, stavolta per davvero, debba calare sulla sua carriera. In fondo chiudere con un assolo al proprio paese natale è la conclusione ideale della storia. Lo sarebbe, ma l'agonismo di Fabiana è più forte del lieto fine. Continua anche l'anno seguente, sempre con la Faren-Kuota, che verso il Giro cambia la casacca in un rosa quasi premonitore. Magari... Tanto per dimostrare che finita non lo è, sfiora il podio in un durissimo Campionato Italiano in Valcuvia, poi parte per Giovinazzo, dove il 30 giugno inizia il Giro Rosa. La prima tappa impegnativa, nella Giro 2013: podio sul Beigua insieme a Mara Abbott © Ianualerisalita dello Stivale, è quella ligure: da Varazze al Monte Beigua, salita tosta. Se ne va in salita Mara Abbott, inseguono Francesca Cauz, Tatiana Guderzo e Fabiana Luperini. La cascinese sembra quella di un tempo, per come zampetta. Con la Cauz stacca la Guderzo, tenta di raggiungere la Abbott, chiede i cambi al fenicottero della Fassa Bortolo. La giovane di San Fior parrebbe stanca, poi all'ultima curva prende e stacca la Luperini, che proprio bene non la prende. A San Domenico di Varzo - altro arrivo in salita - stessa musica, con la Abbott a fare il vuoto e Fabiana che chiude quarta alle spalle anche di Häusler e Cauz. Veste la maglia di miglior italiana ed è seconda in classifica generale. Non passa la verifica del peso della bici: 6.6 kg contro i 6.8 kg minimi previsti dal regolamento UCI. «È stata colpa della squadra». Viene cacciata dal Giro ed è un vero peccato, per quella splendida 39enne. Vuol tornare alla sua corsa l'anno successivo, per riprovarci, ma il citomegalovirus la fermerà. L'ultimo numero attaccato sulla schiena: 11 ottobre 2014, prima edizione del Giro dell'Emilia. In cima al San Luca, che somiglia al Muro di Huy, vincerebbe facile, se fossimo di fronte alla miglior Fabiana Luperini. Invece è la volta della compagna emergente, Rossella Ratto. La cascinese è 13a e saluta così il ciclismo pedalato.

 

È un arrivederci, perché non uscirà certo dal gruppo. Sta studiando per diventare direttore sportivo di terzo livello; farà da coach alla squadra dell'amica Giuseppina Grassi, con tante giovani messicane; continuerà ad allenarsi, naturalmente. Motiverà inoltre le ragazzine che, anche solo per venerazione nei confronti di una tale leggenda del ciclismo, andranno a chiederle dei consigli. Le spronerà a rischiare, a lavorare duro ed a farlo meglio, utilizzando frasi come: «Ah sì, dici che vai forte? Se vuoi ti stacco anche domani...». È Fabiana, prendere o lasciare. Scomoda, musona, toscana atipica per antonomasia, non sempre simpatica per forza o per dovere, «anche perché dopo un po' di tempo mi ero creata una sorta di personaggio: quella che non vuole i giornalisti in mezzo alle scatole. Così spesso ho recitato una parte». Tanto difficile da gestire quanto sconfinata nel suo talento. Pragmatica e precisa, attenta ad ogni dettaglio. Fortissima e geniale, naturalmente. Senza ombra di dubbio, una delle più grandi di tutti i tempi ed una spanna sopra le altre nelle corse a tappe. Questa è stata, è e sempre sarà Fabiana Luperini. Professione: ciclista. Anche adesso che ha smesso. Forse.

 

Puntate precedenti
1 - Dagli esordi alla doppietta del '95
2 - Il periodo giallo e quello rosa

Francesco Sulas

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