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Nazionale 2015: Cassani, i progetti e qualche pericolo - Dal Tour de San Luis parte un nuovo corso per gli azzurri | Cicloweb

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Nazionale 2015: Cassani, i progetti e qualche pericolo - Dal Tour de San Luis parte un nuovo corso per gli azzurri

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Davide Cassani, ct della Nazionale italiana © Outdoorblog.itParte la stagione dei professionisti, da martedì 20 saremo già in pieno World Tour con il Tour Down Under in programma in Australia, ma alcuni dei big del ciclismo saranno già in azione da lunedì in Argentina, al Tour de San Luis. Proprio in Sudamerica qualcuno già corre (in Venezuela, alla Vuelta al Táchira), ed è in quel continente che inizierà anche l'avventura 2015 dell'Italia di Davide Cassani.

Il ct della Nazionale, nonché coordinatore di tutte le selezioni azzurre, al via del suo secondo anno in ammiraglia è pronto a dare una forma più organica al suo ruolo. Non parliamo più di un professionista che verrà giudicato per quello che fa in una sola giornata dell'anno (o in una settimana), la valutazione non dipende più dal fatto che il De Marchi della situazione riesca a tenere o non riesca a tenere la ruota di Kwiatkowski a 5 km dalla fine di un Mondiale.

Il lavoro del Cassani ct si svolge lungo l'intera durata della stagione, e consta di una presenza attiva sui campi di gara, su un interfacciarsi continuo con tutti gli attori del ciclismo italiano. Davide è diventato praticamente il volto popolare della Federazione, il più spendibile, e anche se non fa politica direttamente (e di questo fa un punto d'onore), anche se non parteggia, anche se non prende posizione, ligio al suo ruolo sopra le parti, alla sua mission di essere il referente di tutti, si accorgerà che ci sono tanti modi di fare politica, e uno di questi è proprio la sua interpretazione dell'incarico conferitogli da Di Rocco un anno fa.

Nel momento in cui si fanno delle scelte e si opta per determinati indirizzi, si sta facendo politica. Coinvolgere nella squadra azzurra dei ragazzi under 23, spingere per la (ri)nascita di una scuola del cronometro italiana, andare a guardare giovani crossisti o pistard in azione per individuare quelli che potrebbero un domani diventare ottimi stradisti (tutto è finalizzato alla strada, nella visione molto realistica del romagnolo), equivale a dare un'impronta ben precisa a quelle che sono le direttrici della politica federale.

E prima o poi potrà succedere che qualcuno, qualche società che pure al momento è del tutto collaborativa col ct, qualche tecnico che magari sconterà un po' di umana invidia, qualche ingranaggio locale della struttura FCI, possa iniziare ad accusare qualche mal di pancia nei confronti del grande, sano attivismo di Cassani, e dal mal di pancia al seminare dubbi, al muovere conoscenze, all'organizzare qualche fronda interna, il passo può essere sorprendentemente breve.

Silvio Martinello, in un'accorata lettera aperta pubblicata sul suo blog, ha provato a mettere in guardia Davide proprio su questi aspetti della vita federale: perché si può essere bravi quanto si vuole, ma il rischio di finire con lo scontrarsi con le logiche elettoralistiche (dei delegati, degli amici degli amici) che in ultima istanza reggono le sorti della FCI è sempre presente. Si può essere bravi e Cassani lo è, ma bisogna esserlo doppiamente per andare avanti solo grazie alle proprie capacità e per non dover iniziare a "immischiarsi", a dover dire grazie questo e quello scontentando al contempo quest'altro e quell'altro.

Al momento Davide è ancora in una fase di "luna di miele" col movimento ciclistico italiano, tutti sono dalla sua parte e di sicuro conta anche quel po' di popolarità di cui il ct gode a livello globale. Ma alle prime avversità in tanti non ci penseranno due volte a voltare le spalle a Cassani e al suo progetto.

Il quale progetto, inutile dirlo, è certo ambizioso: per la prima volta la Nazionale svolgerà un'attività continuata lungo l'intero arco della stagione, si parte da San Luis (con 6 convocati: i pro' Enrico Battaglin, Liam Bertazzo, Mauro Finetto, i giovani Davide Ballerini, Simone Petilli, Jakub Mareczko - quest'ultimo già due volte a segno nella Vuelta al Táchira), ma saranno tante le corse in cui vedremo gareggiare le maglie azzurre, non solo gare di un giorno (praticamente tutte quelle del calendario italiano) ma anche gare a tappe (la Settimana Coppi e Bartali, ad esempio). L'obiettivo è di instaurare un rapporto stabile con un nutrito gruppo di atleti convocabili in vista dei Mondiali, e di permettere ai più giovani di maturare già buone esperienze internazionali.

L'entusiamo a Cassani non manca (e ce ne ha dato conferma in una lunga e bella chiacchierata domenica scorsa a Pezze di Greco, in occasione dei Campionati Italiani di Ciclocross), la visione generale neanche, e le idee non gli fanno difetto, siano esse più o meno condivisibili. Il disegno nella mente del ct è ben chiaro, l'auspicio di tutti quelli che hanno a cuore le sorti del nostro ciclismo è che possa essere realizzato effettivamente. Perché il movimento italiano ne ha fortemente bisogno. Dita incrociate, allora, e forza Davide: da San Luis, remota provincia argentina, parte a tutti gli effetti il nuovo corso, dopo il rodaggio del 2014; speriamo che i frutti arrivino, e che siano in linea con le premesse.

Marco Grassi

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