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Ranking World Tour 2014: Spagna trascinata dai tre enemigos - Nazioni: Valverde, Contador e JRO meglio di Nibali e Aru | Cicloweb

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Ranking World Tour 2014: Spagna trascinata dai tre enemigos - Nazioni: Valverde, Contador e JRO meglio di Nibali e Aru

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Davanti a tutti Alejandro Valverde, Joaquim Rodríguez ed Alberto Contador © Cor Vos

La classifica dell'UCI World Tour, quella che più si tende a tenere in considerazione, è solitamente quella individuale. Nel 2014 ha primeggiato Alejandro Valverde e, di conseguenza, nella graduatoria a squadre, è stata la Movistar del murciano la prima della classe. Vogliamo però analizzare in questa sede, attraverso i punti attribuiti dal massimo circuito UCI, la resa delle principali nazioni. Chi ha finito l'anno in testa, perché si trova là, con quali corridori ha ottenuto un risultato buono (o meno buono). Attraverso il ranking per nazioni, quindi, andiamo ad analizzare ai raggi X quelle più importanti ciclisticamente ed i loro maggiori interpreti, che da gennaio ad ottobre si son dati battaglia sulle strade di tutto il mondo. E tra qualche settimana ritorneranno a correre col coltello tra i denti.

Spagna 1834 punti
Per il terzo anno consecutivo la Spagna vince la classifica per nazioni del World Tour e lo fa grazie soprattutto alle prestazioni di Alejandro Valverde e Alberto Contador, rispettivamente primo e secondo della classifica individuale: per calcolare il ranking si tiene conto dei cinque migliori ciclisti in classifica. Loro due da soli hanno totalizzato più punti di ogni altra nazione rendendo quindi inutile il pur buon contributo di Joaquim Rodríguez, Samuel Sánchez e Beñat Intxausti. La Spagna sarà la grandissima favorita anche nel 2015: ad alto livello non ci sono nazioni che possano vantare tre big in grado di lottare per vincere nelle classiche, nei grandi giri e anche nelle brevi corse a tappe. La domanda piuttosto è fino a quando potrà durare questo dominio perché l'età media dei fantastici cinque è parecchio alta e prima o poi la carta d'identità presenterà il conto: Intxausti con i suoi 28 anni è il più giovane, gli altri sono tutti over 32, non molto incoraggiante. Il problema della Spagna è che dietro ad una generazione fortissima non c'è molto: la crisi di squadre (tra World Tour, Professional e Continental saranno solo 4 nel 2015) e corse non aiuta la crescita dei giovani. Tra gli under 26 di corridori interessanti ce ne sono, ma nessuno sembra ancora pronto per primeggiare nelle gare più prestigiose del calendario.

Italia 1070 punti
Il ciclismo italiano non è più quello di qualche anno fa e ha sicuramente grosse difficoltà, ma la classifiche ci dicono che la crisi forse non è poi così accentuata: il secondo posto nel World Tour è garantito da due splendide eccellenze come Vincenzo Nibali e Fabio Aru. Se il siciliano è il presente vincente, il giovane sardo invece è colui a cui affidare il futuro visto che ha 6 anni in meno del compagno di squadra. I due alfieri dell'Astana garantiscono risultati sul fronte grandi giri, ma resta terribilmente scoperto quello delle classiche: Sonny Colbrelli può essere l'uomo giusto ma anche nel 2015 non porterà punti nella classifica World Tour. La chiusura della Cannondale sarà senza dubbio un duro colpo ma la promozione a Professional della Nippo-Vini Fantini, unita alla prospettiva di un World Tour a 17 squadre, dovrebbe comunque garantire al nostro movimento una base abbastanza ampia da cui pescare e buone possibilità per i giovani di mettersi in mostra. Questa è un'importante differenza rispetto all'attualità spagnola e la nostra vittoria nella classifica per nazioni dell'Europe Tour è lì a testimoniarla.

Belgio 1006 punti
Dopo il problemi fisici del 2013 l'annata di Tom Boonen, uno dei corridori di punta del Belgio, non è certo stata delle migliori e nonostante questo non c'è stato un crollo in classifica: Philippe Gilbert e Greg Van Avermaet hanno garantito ancora una volta prestazioni molto solide, il primo con i successi all'Amstel e a Pechino, il secondo con la solita infinita serie di piazzamenti nei primi 10. Il Belgio ha la fortuna di poter contare su un ricambio di nomi quasi continuo che impedisce dei vuoti generazionali: Sep Vanmarcke ha 26 anni ed è una realtà, Tim Wellens, Guillaume Van Keirsbulck e Tom Van Asbroeck crescono tra ottime prospettive ed anche nella lista di chi 21 anni o meno ci sono nomi da seguire con grande attenzione perché già hanno fatto vedere di avere grandi qualità. Il problema che impedisce al Belgio di primeggiare in queste classifiche è il rendimento nelle corse a tappe più impegnative: Jurgen Van den Broeck avrebbe il potenziale ma è poco continuo e molto sfortunato. All'orizzonte c'è uno scalatore di talento come Louis Vervaeke ma non gli si può chiedere di fare subito faville nel World Tour.

Francia 987 punti
Dopo anni bui, finalmente la Francia sta tornando ad occupare un ruolo di primissimo piano grazie ad un oculato investimento sui giovani: Arnaud Démare, Nacer Bouhanni, Thibaut Pinot, Romain Bardet, Warren Barguil e Bryan Coquard sono tutti Under 25 che non temono il confronto contro i più forti al mondo sul loro terreno e la lista si potrebbe anche allungare parecchio, includendo altri bei talenti. La differenza con il passato sembra stare nel fatto che questa nidiata di talenti non è andata perduta al momento del salto di categoria: troppi gli esempi in passato di possibili fenomeni rimasti invece delle splendide incompiute. Accanto a questi invidiabili ragazzi però non sfigurano anche personaggi un po' (un bel po', alcuni) più in là con gli anni: a 37 anni Jean-Christophe Péraud è salito sul podio del Tour de France ed essendo arrivato tardi al ciclismo su strada può avere più cartucce da sparare rispetto ai suoi coetanei; Sylvain Chavanel di anni ne ha 35 ma anche lui è ancora in grado di piazzare qualche zampata importante mentre a rappresentare la via di mezzo ci sono Pierre Rolland e Tony Gallopin, il primo uomo da grandi giri, il secondo maturato tantissimo nelle classiche (6° al Mondiale).

Olanda 957 punti
Gli olandesi sfornano giovani interessanti con grande continuità ma non tutti riescono poi a confermarsi anche a livelli superiori: questo si traduce in annate negate che si alternano a quelle positive come è stato per esempio il 2014. L'apice del ciclismo olandese di quest'anno è stata la vittoria di Niki Terpstra alla Parigi-Roubaix, ma il nome da premiare è quello di Tom Dumoulin: il 24enne della Giant-Shimano è uno dei migliori cronomen al mondo (3° al Mondiale), in più è capace di ottime cose sui percorsi vallonati di classiche e brevi corse a tappe. Il terzo grande protagonista (che poi è colui che ha portato a casa più punti World Tour) si chiama Bauke Mollema che a 28 anni avrebbe forse bisogno di pensare meno al Tour de France ed un po' di più alla classiche per portare a casa qualche vittoria, magari in una breve corsa a tappe. Per il resto dall'Olanda arrivano alcuni punti di domanda: quando farà il grande salto di qualità Wilco Kelderman? A 29 anni Lars Boom è pronto per le grande classiche? Wout Poels potrà ritrovarsi alla Sky?

Australia 869 punti
Più della metà del bottino australiano di punti porta la firma di un unico uomo, un corridore che più passano le stagioni e più migliora: Simon Gerrans. Il 34enne della Orica è partito forte in patria, poi a maggio ha fatto il colpaccio con il trionfo alla Liegi-Bastogne-Liegi. Nel finale di stagione Gerrans è tornato grande protagonista con in testa il sogno di conquistare la maglia iridata: a Ponferrada, tra lui ed il titolo di Campione del Mondo, c'è stato solo lo scatenato Michal Kwiatkowski. Gerrans è il presente del ciclismo australiano ma un applauso enorme va fatto anche a chi dal prossimo febbraio sarà il passato: Cadel Evans ha deciso di appendere la bici al chiodo e ci vorrà parecchio tempo a trovare un altro capace di scrivere pagine di storia come lui. Il 2014 ci ha lasciato una stagione negativa per Richie Porte ed Heinrich Haussler, positiva invece per i due Michael, Matthews e Rogers. Sul fronte dei giovani invece la situazione è sempre la stessa: chi si mette in luce tra gli Under 23 poi fatica a fare il salto di qualità dopo, vedremo cosa sapranno combinare Caleb Ewan e Campbell Flakemore.

Colombia 814 punti
Pochi ma buoni, o meglio, buonissimi. Ormai non è più una sorpresa trovare la Colombia nelle posizioni di vertice del World Tour, anzi, dovremmo stupirci di trovarla giù dal podio. Il 2014 colombiano è stato soprattutto il Giro d'Italia vinto da Nairo Quintana davanti a Rigoberto Urán, una doppietta storica a cui si aggiunge anche la rivelazione Julián Arredondo che nella corsa rosa ha vinto una tappa e la classifica dei GPM. L'ultimo anno ha portato la rinascita di Esteban Chaves, un grande talento rimasto vittima di un brutto infortunio e che pian piano si sta ritrovando, ma anche tante note negative: le cadute di Quintana alla Vuelta, i problemi multipli di Sergio Henao o quelli di Carlos Betancur che per nostalgia o chissà che altro ha gettato alle ortiche un inizio di stagione strepitoso. All'inizio del 2015 tutti i citati (a proposito, il più vecchio è Urán che a gennaio compirà 28 anni) dovrebbero essere abili e arruolabili quindi è lecito attendersi una stagione con tanta Colombia davanti: non dimentichiamo infatti di tanti giovanissimi che scalpitano come Sebastian Henao, Dayer Quintana o il vincitore dell'Avenir "Superman" López.

Gran Bretagna 721 punti
Annata non facile per i corridori britannici di vertice e la perdita di qualche posizioni in classifica è quindi inevitabile. Il faro è sempre Chris Froome che vince il Romandia e fa 2° alla Vuelta, un bottino che se paragonato a quello del 2013 non basterebbe per la sufficienza: se consideriamo però i problemi di salute della prima parte dell'anno e la doppia caduta al Tour de France le cose un po' cambiano e aspettiamo di vedere se nel 2015 tornerà ad essere dominante in lungo ed in largo. Soffre anche Mark Cavendish che già aveva perso la prima posizione tra i velocisti, figuriamoci se poi gli gira pure un po' male, e non se la passa meglio Ian Stannard uomo da pavé messo ko dagli infortuni. In questi 721 punti conquistati dalla Gran Bretagna non è compreso il Mondiale a cronometro vinto da Bradley Wiggins, senza dubbio il miglior risultato stagionale. Del resto della pattuglia convincono solamente i due gemelli Adam e Simon Yates: i due 22enni della Orica hanno fatto molto bene ogni volta che hanno corso e Adam con il 6° posto al Delfinato ha marcato i primi punti World Tour della carriera.

Germania 640 punti
Marcel Kittel vince sei tappe tra Giro e Tour ma a livello World Tour non fa molto altro e non deve stupire se lo troviamo solo al terzo posto tra i tedeschi; peggio di lui ha fatto André Greipel, che è stato il plurivittorioso assoluto in stagione con 16 successi, ma di questi solo 3 (2 in Australia, 1 al Tour) sono arrivati da corse del calendario mondiale. Il protagonista principale diventa così John Degenkolb che un velocista pure non è: alla Vuelta vince sì quattro tappe, ma è anche primo alla Gand-Wevelgem e secondo alla Parigi-Roubaix. Nel 2015 potrebbe puntare ad un successo in un'altra grande classica. Tra Degenkolb e Kittel nel ranking dei tedeschi troviamo Tony Martin, battuto da Wiggins a Ponferrada: nel 2014 ha vinto cinque cronometro in corse World Tour (due allo Svizzera, una a Tour, Vuelta e Paesi Baschi) e questa sua abilità gli consente di scavare distacchi che poi diventano importanti in alcune brevi corse a tappe non troppo impegnative. Al momento alla Germania manca qualche corridore per i tracciati più duri, cosa fondamentale per puntare alle prime cinque posizioni.

Polonia 565 punti
La Polonia ha chiuso il 2014 con solo tre corridori in zona punti ma nonostante ciò riesce a entrare nella top ten del ranking World Tour per nazioni. Il 34enne Przemyslaw Niemiec continua a garantire un buon rendimento, sia come gregario, sia per portare a casa qualche risultato utile a salvare la squadra: non sono però i suoi 67 punti a fare la differenza (la Polonia sarebbe decima comunque); le stelle polacche sono infatti Michal Kwiatkowski e Rafal Majka. Nonostante la vittoria nel Campionato del Mondo non porti punti per regolamento, Michal Kwiatkowski ha tenuto la sua bandiera in alto grazie ad un aprile fantastico: 2° posto alla Vuelta al País Vasco, 5° all'Amstel Gold Race, 3° alla Freccia Vallone e ancora 3° alla Liegi-Bastogne-Liegi. È mancato un successo ma magari arriverà nel 2015 con la maglia iridata. Da maggio ad agosto è stato poi il turno di Rafal Majka: 6° al Giro d'Italia, due tappe vinte (e la maglia a pois) al Tour de France, quindi il gran finale in casa con il trionfo al Giro di Polonia. Quanto basta per tenere lontano il Portogallo di Rui Costa, gli Stati Uniti, la Svizzera di Cancellara, l'Irlanda di Martin, la Norvegia di Kristoff e la Slovacchia di Sagan, tutte nell'ordine dall'11° al 16° posto della classifica finale per nazioni.

Sebastiano Cipriani

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