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Il Lombardia 2014: A chi andrà l'ultima Monumento? - Arrivo a Bergamo, il Ghisallo lontano e gli assenti. Da Nibali in giù

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Un momento del Lombardia 2013 © Bettiniphoto

Con Il Lombardia, la Classica delle foglie morte, non si chiuderà la stagione (almeno non ancora) ma assisteremo all'ultima classica monumento del 2014. Un'annata nera per i colori italiani, nelle corse di un giorno - e non è una novità, ahinoi - dove il migliore dei nostri è stato Giampaolo Caruso, 4° alla Liegi-Bastogne-Liegi. Niente di nuovo, purtroppo, anche se si attende, si auspica, si brama l'inversione di tendenza. Per esempio con un giovane talentuoso che risponde al nome di Fabio Aru, o con un meno giovane, forte anch'egli, soprattutto in formissima, come quel Giampaolo Caruso, reduce dalla vittoria alla Milano-Torino. Vero, c'è differenza tra semiclassica e classica monumento, ma mai dire mai.

IL PERCORSO, L'ARRIVO A BERGAMO
Per capire meglio cosa ci offrirà Il Lombardia, vediamo su che strade si correrà. Dopo tre anni di arrivi a Lecco, con Villa Vergano e lo strappo dell'Alpino a decidere le sorti (nel 2011 in favore dell'anonimo svizzero Oliver Zaugg, mentre il 2012 ed il 2013 hanno visto trionfare Purito Rodríguez), si cambia meta: Como la partenza, Bergamo l'arrivo, con tanto di salita della Boccola, verso Largo Colle Aperto, negli ultimi 5 km. Non sarà quella l'unica asperità di un tracciato nuovo ma non inedito (risalendo agli ultimi anni, è praticamente lo stesso dell'edizione 2003). Si esce da Como, si costeggia il Lago di Lario fino a Bellagio e si inizia a salire. Verso il Ghisallo, naturalmente: ascesa che nell'ultimo Lombardia era posta a 46 chilometri dall'arrivo di Lecco, con tanta pianura davanti ed il solo Villa Vergano a decidere il vincitore. Chi ha provato, negli anni, ad attaccare sul Ghisallo - da Nibali a Voeckler - è sempre stato ripreso dal gruppo nel tratto di pianura che precedeva Villa Vergano, quindi Lecco.

In quest'edizione il Ghisallo sarà percorso giusto per la tradizione, per quello che rappresenta, ma posto a 196 km dall'arrivo probabilmente sarà il trampolino per una fuga innocua, nulla più. Molto più interessante il post Ghisallo, con l'avvicinamento a Bergamo attraverso Asso, Pusiano, Oggiono, Galbiate e Pescate, dov'è posto il primo rifornimento. nella città che viene divisa in Alta e Bassa si transiterà una prima ed unica volta, per poi iniziare le montagne russe. Dopo 140 km di corsa ce ne sarà poca, di tregua. Colle dei Pasta sarà il preludio ad un su e giù che, specialmente in caso di maltempo, potrebbe rivelarsi decisivo. Seguirà la salita di Colle Gallo, 7.4 km al 6% di pendenza media, con punte al 10%.

Discesa verso Cene, ultimo rifornimento, poi da Gazzaniga riprende la salita. Stavolta tocca al Passo di Ganda, 9.2 km al 7.3% di pendenza media, ma il tratto duro è negli ultimi 3 km, con punte che sfiorano il 15%. Chi sarà sopravvissuto a Gallo e Ganda - anche alle discese, non soltanto alle salite - dovrà superare, dopo 207 km, lo strappo di Brenna: solo 600 metri, ma tra ascesa e picchiata tecnica verso Zogno e Brembilla qualcuno pagherà dazio. Non è finita qui, perché ci saranno ancora i 5.5 km del Berbenno, salita che parte da Brembilla ed ha punte del 10%, a fronte di una pendenza media davvero modesta (5.3%).

Ecco, una volta superato il Berbenno mancheranno 26.1 km a Bergamo, e questo fa storcere il naso a non pochi, anche se di terreno per fare un discreto casino, in precedenza se n'è trovato. Non è tutta pianura però fino al traguardo. Giunti a Bergamo si sale alla Città Alta: imboccata Porta Garibaldi - mancano 4050 metri all'arrivo - saranno decisive, per chi ancora si troverà davanti, sia i 200 metri in ciottolato che le rampe che toccano la pendenza del 12%. Siamo sulla Boccola, si supera Largo Colle Aperto e ci si butta a capofitto verso Piazza Matteotti. Sarà qui che verrà accolto il vincitore del Giro di Lombardia numero 108.

TRA ASSENTI DI LUSSO E PRETENDENTI MONDIALI
Già, il vincitore, ma anche molti assenti. S'è parlato dei vari Quintana e Froome, che hanno già chiuso la stagione, mentre Vincenzo Nibali, correndo per la kazaka Astana, è stato dirottato proprio là, in Kazakistan: di fatto lo Squalo dello Stretto, pur in corsa al Tour of Almaty, ha chiuso anch'egli la stagione. Per l'Astana ci sarà Fabio Aru, in gran forma sia alla Vuelta che al Mondiale. Forse le salite non sono adattissime a lui, che predilige sforzi lunghi, rampe impegnative, mentre il finale, con la Boccola, si presta più a colpi da finisseur. C'è da giurarci, il sardo proverà a portare a casa la prima classica monumento, riportando l'Italia in vetta nelle corse in linea (proprio al Lombardia 2008, con Damiano Cunego, l'ultima vittoria in una monumento). Aru dovrà fare un bel forcing sulle salite poste attorno a Bergamo, non certo aspettare la Boccola.

Discorso analogo per i Davide Formolo, che insieme ad Alessandro De Marchi e soprattutto Damiano Caruso può regalare un bel piazzamento alla Cannondale, nell'ultima monumento della squadra di Amadio. Ci sarà poi da tenere in considerazione il vincitore della Milano-Torino, Giampaolo Caruso, che dal Mondiale è uscito bene. A Ponferrada era in fuga in un gruppetto con Giovani Visconti, altro uomo da marcare stretto. Edoardo Zardini sarà presumibilmente la punta della Bardiani-CSF, con Franco Pellizotti che vorrà onorare il finale di stagione dell'Androni Giocattoli-Venezuela, Rinaldo Nocentini, più che un Domenico Pozzovivo rientrato dall'infortunio alla Milano-Torino, che in casa AG2R La Mondiale potrebbe dire la sua, anche e i capitani in partenza saranno i galletti Romain Bardet e Jean-Christophe Péraud.

FAVORITISSIMI, FAVORITI E GRANDI OUTSIDER
Ma chi saranno i favoritissimi? Senza dubbio c'è un trio spagnolo che incute timore. Alejandro Valverde viene dall'ennesimo podio ad un Mondiale (il sesto, per la precisione, manca giusto l'oro), la forma è davvero buona. Quanto avrà influito sul murciano della Movistar la nascita di Natalia, appunto mercoledì? Forse tanto, forse meno di quanto si possa pensare. Di certo le salite di questo Lombardia Alejandro le può superare e la Boccola sembra disegnata apposta per lui. Altro uomo da controllare sarà Joaquim Rodríguez, che da due anni si porta a casa la Classica delle foglie morte: non sembra il miglior Purito, la stanchezza forse si fa sentire, ma nel Lombardia il catalano della Katusha ha sempre visto una bella corsa, che a lui si presta (forse perché quello strappo dell'Alpino, sul Villa Vergano, a Lecco, era roba per le sue leve...).

Non è in Italia per onor di firma nemmeno Alberto Contador, uno che ha vinto la Vuelta ed ha rinunciato al Mondiale di casa perché ritenuto, forse a ragione, troppo facile. El Pistolero alla Milano-Torino ha giochicchiato, chiudendo 6° dietro ad Aru e Rodríguez. Come detto per Aru, dovrà dare una bella setacciata nelle salite che precedono Bergamo Alta per poter sperare di vincere, o comunque di ottenere un bel piazzamento. In una corsa aperta, ci sono tanti, tantissimi favoriti.

Per dire, chi potrà sottovalutare il fresco iridato, Michal Kwiatkowski? A Ponferrada s'è preso l'oro con un colpo d'astuzia, di forza e di mano, qui potrebbe ripetersi. È dal 2006 che un neo Campione del Mondo non s'impone al Lombardia: allora fu Paolo Bettini, che tagliò per primo il traguardo sul lungolago di Como, Kwiatkowski saprà imitarlo? Ma non c'è solo il polacco dell'Omega tra gli outsider. Philippe Gilbert, se adeguatamente supportato dalla BMC e dal connazionale Greg Van Avermaet, sul ciottolato della Boccola potrebbe andarsene, conquistando il suo terzo Lombardia (gli altri due nel 2009 e 2010).

Anche l'ex Campione del Mondo Rui Costa può uscire bene con un tracciato simile e lo stesso dicasi per lo svizzero Michael Albasini, spesso sottovalutato, qui capitano, in quanto la formazione australiana non avrà a disposizione Simon Gerrans (2° al Mondiale una settimana fa, con un percorso del genere, a lui favorevole, poteva mettere nel palmarès la terza monumento, dopo Sanremo e Liegi. Peccato). Non meno degni di considerazione gli olandesi Bauke Mollema e Wilco Kelderman, i francesi Tony Gallopin e Warren Barguil, la strana coppia della Garmin-Sharp formata dal canadese Ryder Hesjedal e dall'irlandese Daniel Martin, gli Scinto boys, con Mauro Finetto, ma anche Fabio Taborre e Simone Ponzi, il tedesco della NetApp-Endura (ma fresco di firma con la Sky) Leopold König, gli Sky Dario Cataldo, Vasili Kiryienka e soprattutto Ben Swift, il colombiano della Trek Julián Arredondo, con la squadra statunitense che potrebbe puntare in corsa su Fränk Schleck, mai primo ad un Lombardia, a volte vicino, quello sì.

Sarà un Lombardia nuovo, non inedito, ridisegnato, ma cambiare, anche per una Classica monumento è necessario: per Il Lombardia, poi, la rotazione di arrivi, partenze, salite, è davvero piacevole, anche se non sempre si azzecca il tracciato ideale. L'ultima Classica monumento del 2014 ha chiamato, chi sarà il più lesto a rispondere?

Francesco Sulas

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