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Mondiale Cronometro 2014: L'Australia non perde tempo - Flakemore tra gli U23, Stewart tra le Juniores. Italia in ritardo | Cicloweb

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Mondiale Cronometro 2014: L'Australia non perde tempo - Flakemore tra gli U23, Stewart tra le Juniores. Italia in ritardo

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Campbell Flakemore tra Ryan Mullen e Stefan Kueng © Bettiniphoto

Archiviata la prima giornata mondiale con i primi titoli assegnati nella Cronometro a Squadre, a Ponferrada quest'oggi si è aperto il tradizionale programma con le cronometro riservate alle categorie Uomini Under 23 e Donne Juniores con le prime utili indicazioni per le massime categorie che saranno della partita nelle prossime giornate. Adesso che anche questo lunedì di gare si è concluso possiamo senz'altro affermare di aver assistito ad una giornata in grado di regalare emozioni, colpi di scena, pronostici rispettati e disattesi lungo un tracciato in cui la protagonista indiscussa è stata indubbiamente anche la pioggia, che fin dal mattino ha complicato non poco le operazioni di atleti e addetti ai lavori, rendendo decisamente più incerto l'esito di gare in cui il pronostico poteva apparire scontato sulla carta.

Chi questo lunedì 22 settembre lo ricorderà per tutta la vita sono sia Campbell Flakemore che Ryan Mullen, atleti accomunati dalla lingua inglese ma a cui il destino ha riservato un finale tanto esaltante quanto scioccante, a seconda dei punti di vista: il primo, classe 1992, è uno dei tanti australiani di Tasmania saliti alla ribalta in quest'ultimo decennio ciclistico ed è giunto a Ponferrada con un'unica missione, ossia vincere. Ottimi trascorsi contro il tempo nelle scorse stagioni, un quarto posto ottenuto appena un anno fa a Firenze ed un'occasione per conquistare la maglia iridata quanto mai irripetibile. Il secondo, irlandese nato nel 1994, ha parimenti fatto delle prove contro il tempo il maggior terreno d'espressione, tanto che già da juniores è riuscito a conquistare un argento europeo, ha saputo vincere da Under una prova prestigiosa come la Chrono des Herbiers in Francia lo scorso anno ed anche su pista si è fatto valere più volte tanto nell'Inseguimento quanto nello Scratch, dove pure ha conquistato medaglie europee.

Entrambi l'hanno sognata quella maglia, entrambi l'hanno praticamente vista loro ma soltanto uno è andato ad indossarla sul gradino più alto del podio e quell'uno è stato alla fine Campbell Flakemore. Quarantotto centesimi di secondo, appena quarantotto centesimi per vedere cambiata la propria vita e vedere il mondo sotto una prospettiva diversa e se per l'australiano il titolo iridato poteva apparire quasi come un'ossessione, visto che era l'unico aussie in gara, per Mullen vestire l'iride poteva rappresentare l'entrata in una nuova dimensione di atleta, anche se francamente appare quasi impossibile considerare "perdente" un corridore battuto per meno di un secondo (in proposito: più rocambolesca conclusione di questo mondiale vi era stato probabilmente solo l'Europeo a cronometro Under 23 del 2009, quando un certo Marcel Kittel che ancora studiava da passistone riuscì a battere per appena 75 centesimi il russo Kritskiy e 1" il danese Quaade).

Conclusione, quella odierna, che è apparsa quasi l'ideale conclusione di una giornata meteorologicamente schizofrenica, in cui lungo può apparire l'elenco dei delusi, tra i quali si può annoverare anche il campione europeo Stefan Kueng, costretto a recitare la parte del terzo incomodo invece che del dominatore e dove anche i nostri azzurri (Martinelli in primis) escono dal confronto con l'amarezza di chi ha fornito una prova (tenendo anche conto delle possibili attenuanti) che non rispecchia il reale valore. Resta certamente il dato di fatto offerto da un'Australia che si conferma ai vertici assoluti della specialità a livello giovanile (quarto titolo nelle ultime sei edizioni conquistato tra gli Under 23, presenza costante sui podi anche a livello femminile) sfruttando anche i benefici dell'attività su pista, con la speranza che le attese possano essere mantenute anche nelle massime categorie dove non tutti riescono a mantenersi ai vertici per un lasso di tempo particolarmente lungo (oltre che di preparazione indubbiamente anche lo sviluppo fisico ha la sua importanza).

Poco più di 36 chilometri da percorrere per i ragazzi della categoria Under 23, attraverso un tracciato particolarmente favorevole ai grandi passisti per due terzi e con un'ultima parte più insidiosa proprio nei chilometri conclusivi, con una salita di due chilometri (pendenza massima attorno al 7%) a rendere pesanti le gambe già provate dallo sforzo fin lì profuso (sarà proprio questo il tratto dove si finirà per vederne delle belle). Alle 14 in punto è stato il turco Ahmed Orken ad aprire le danze con il cielo che sembrava voler concedere una breve tregua dopo la pioggia già caduta, come avremo modo di vedere, al mattino. Dieci minuti più tardi è stata la volta del sudafricano Louis Meintjes, fresco reduce dall'ultima Vuelta (primo grande giro non solo per lui ma anche per la MTN-Qhubeka) che ha deciso di ripresentarsi al via della categoria Under 23 dopo l'argento conquistato nella gara in linea lo scorso anno a Firenze. La sua prova è stata abbastanza buona, con il tempo fatto segnare al primo rilevamento momentaneamente superato dal neozelandese Oram (che poi ha rallentato nel finale) e con il 44'38" fatto segnare sul traguardo che ha rappresentato il primo rilevamento cronometrico di una certa entità. Col passare dei minuti però le condizioni hanno iniziato nettamente a peggiorare, con una pioggia battente che di fatto non ha risparmiato alcuna parte del tracciato e che ha finito per complicare la marcia di coloro che via via si susseguivano nelle partenze. Tra coloro che hanno fatto le spese dei capricci del meteo va annoverato sicuramente il colombiano Miguel Angel Lopez, protagonista di una scivolata che fortunatamente si è rivelata senza gravi conseguenze per il vincitore del Tour de l'Avenir (chiuderà la giornata con un 36esimo posto).

Non tutti però hanno trovato in Giove Pluvio un ostico antagonista e tra questi vi è stato il portoghese Rafael Reis, partito molto forte (il suo 14'04" sarà uno dei migliori intertempi al km 12, al primo rilevamento) e capace di fornire una prova molto costante, che gli ha permesso di stampare un 44'09" che lo manterrà a lungo in vetta alla classifica parziale, tra la sorpresa generale, tanto che neanche il norvegese Vangstad (che aveva saputo far meglio per un secondo al primo intertempo) riuscirà a mantenere lo stesso passo per i restanti chilometri. Alle 15.36 ha avuto inizio anche il mondiale dell'azzurro Seid Lizde, che però anche a causa del tempo inclemente si è ben presto reso conto di andare incontro ad una giornata difficile, accusando già un consistente ritardo al primo rilevamento. Ben peggio è andata, considerate le ambizioni, all'ucraino Marlen Zmorka, con l'atleta della Pala-Fenice atteso ad una prestazione notevole ma costretto a fare i conti con una foratura neppure dopo un chilometro per una giornata che si rivelerà da dimenticare.

Mentre l'attesa iniziava ad essere tutta rivolta agli ultimi e più attesi nomi, tra cui figurava anche il nostro Davide Martinelli, un improvviso sussulto ha scosso il pubblico (probabilmente quello televisivo, dato che in questa prima giornata di gente in quel di Ponferrada se n'è vista pochissima...): l'irlandese Ryan Mullen, partito fortissimo, ha sfruttato al massimo la prima decina di chilometri facendo segnare uno strepitoso 13'42" che lo ha collocato nettamente in testa al primo rilevamento. Molti erano pronti a scommettere su una cottura a fuoco lento dell'atleta che durante l'anno veste la casacca dell'An Post ma il secondo rilevamento, posto al chilometro 23, ha confermato che la sua era realmente una giornata si: 27'42" il suo tempo con un gap di 5" da gestire nei confronti di Reis che ancora resisteva in testa. L'ultima parte dell'irlandese, nonostante l'ostacolo della salita, è stata però ulteriormente proficua e gli ha permesso di aumentare il suo vantaggio a 18" su Reis, che significava un tempo finale di 43'50" (primo a scendere sotto i 44 minuti) ad una media superiore ai 49 orari.

Prestazione notevolissima quindi che ha inevitabilmente iniziato a preoccupare il resto dei contendenti, tra i quali al primo intermedio regnava l'equilibrio con Flakemore transitato in 14'02" (20" da Mullen), Kueng (l'ultimo a partire alle ore 16.04) in 14'03", il russo Evtushenko in 14'05" mentre il 14'17" di Martinelli seppur denotava una gara da affrontare in rimonta non precludeva ancora nulla. I successivi dieci chilometri sembravano poter dare ulteriore morale all'impresa di Mullen, che al km 23 poteva vantare ancora 20" su Flakemore e 22" su Kueng (entrambi in linea col precedente rilevamento) mentre Martinelli ha continuato a perdere terreno ed è apparso chiaro come qualunque speranza di podio o top-5 fosse ormai sfumata. L'ultima parte del tracciato, con il tratto in salita di due chilometri e la successiva discesa, ha però decisamente rappresentato l'inizio delle vere e più incredibili emozioni: detto di Mullen e del suo finale in crescendo, per Flakemore non restava che giocarsi il tutto per tutto in questa parte conclusiva che poteva, sulla carta, apparire come la meno agevole ma l'australiano ha cominciato pian piano a limare secondi, giungendo in vetta prima della discesa con circa 10" di ritardo dall'irlandese.

Nella successiva discesa le sue traiettorie non hanno fatto registrare sbavature e così l'ultimo tratto pianeggiante ha rappresentato quello della definitiva resa dei conti: rettilineo finale, metri che diminuiscono, traguardo sempre più vicino ma assoluta incertezza sulla riuscita di quella che appariva ormai come un'impresa disperata. Flakemore si è alzato sui pedali negli ultimi cento metri per poi piombare di gran carriera sul traguardo, bruciando le ultime energie ancora rimaste in corpo. Un attimo, lo sguardo rivolto al cronometro e il responso più atteso: 43'49"94 che ha significato primo posto per appena 48 centesimi di secondo di vantaggio nei confronti di un Mullen ritrovatosi improvvisamente catapultato in uno dei più amari drammi sportivi che si possano vivere. A quel punto, con un Martinelli ormai demotivato che si apprestava a chiudere la sua fatica, non restava che attendere Stefan Kueng, accreditato anch'egli di un trend in rimonta nei chilometri conclusivi: effettivamente anche lo svizzero ha recuperato vari secondi su Mullen e Flakemore ma non abbastanza da riuscire a sopravanzare entrambi, cosicché il 43'59" fatto segnare sul traguardo (9" di ritardo dall'australiano) gli è valso "solamente" la medaglia di bronzo, impedendogli così la sontuosa doppietta con l'Europeo.

Quarta posizione finale per il bravissimo Rafael Reis, staccato di 19", quinto il tedesco Schachmann a 37", seguito a breve distanza dal britannico Dibben (38" il suo ritardo). Bella prova anche per il norvegese Vangstad, che ha portato a casa un buon settimo posto a 44", così come molto positiva va valutata la prova di Meintjes (ottavo a 48") se si considera che è stato tra i primissimi a partire. Il figlio d'arte Frederik Frison (nono a 1'07") e il neozelandese James Oram (1'09" il suo distacco) hanno poi chiuso una top ten dalla quale sono stati in diversi a restare fuori tra i più attesi: tra i vari delusi di giornata troviamo il danese Andersen (16esimo a 1'44"), i russi Manakov (13esimo a 1'28") ed Evtushenko (crollato nella seconda parte per chiudere 20esimo a 1'55"), lo svizzero Bohli (32esimo a 2'24"), il già citato Zmorka (33esimo a 2'27") e lo statunitense Eisenhart (35esimo a 2'37").

Giornata poco brillante per i colori azzurri: Davide Martinelli era atteso sicuramente ad una prova in grado di collocarlo nelle prime dieci posizioni ma al di là delle avverse condizioni atmosferiche non ha vissuto una delle sue giornate migliori, come già gli era accaduto anche in passato ai mondiali ed ha concluso in 19esima posizione con un distacco di 1'55". Prestazione che non può essere considerata soddisfacente come quella dei vari protagonisti sopracitati ma che certamente non cancella un'annata in cui il bresciano ha saputo compiere ulteriori progressi nella specialità, in cui è riuscito a giungere fino all'argento europeo e in una squadra come la Sky che di certo non trascura la specialità potrà senz'altro continuare a lavorare per provare a collocarsi stabilmente ai vertici della specialità. Discorso differente invece per Seid Lizde, che necessita ancora di esperienza in simili appuntamenti e che ha trovato un ostacolo in più nelle avverse condizioni atmosferiche, con il condizionamento operato anche da una recente caduta occorsagli al Giro del Friuli: il 41esimo posto a 3'08" da Flakemore fa quindi testo fino ad un certo punto per uno come lui che, tra l'altro, è solamente al primo anno nella categoria.

La grande giornata dell'Australia era però iniziata già nella mattinata nella prova riservata alle Donne Juniores, in cui la nazionale oceanica (che partiva inevitabilmente coi favori del pronostico) è riuscita a piazzare nelle prime cinque posizioni tutte e tre le proprie atlete schieratesi al via, anche se a centrare il bersaglio grosso è stata forse l'atleta sulla carta meno accreditata del trio. Con questo naturalmente non intendiamo minimamente sminuire la prestazione offerta da Macey Stewart, atleta dal fisico già ben sviluppato e che il proprio talento ha già avuto modo di metterlo in mostra su pista, dove si è laureata campionessa del mondo nell'Inseguimento a squadre. Sui 13,9 chilometri del percorso della prova scattata alle ore 10 (l'estone Mottus la prima a prendere il via) e che prevedeva anch'essa lo strappo di due chilometri prima della discesa e rettilineo conclusivo, dopo i primi significativi riscontri fatti registrare dalla britannica Lowther e la statunitense White, è stata proprio la Stewart col suo 20'08" (media di 41,410 km/h) ad andare a conquistare il primato, grazie ad un'azione potente che non ha perso vigore neppure nella parte più ostica del tracciato.

Il peggioramento delle condizioni atmosferiche con la pioggia che si è fatta via via più insistente ha reso più difficile la rimonta per tutte le altre, con alcune delle favorite che già al primo rilevamento accusavano dalla Stewart un distacco molto difficile da colmare, tanto che nessuna riuscirà più a fare meglio. La medaglia d'argento è andata alla forte danese Pernille Mathiesen, atleta già avvezza alla specialità (lo scorso anno fu battuta per appena 1" dalla nostra Lisa Morzenti ai Giochi Olimpici della Gioventù Europea, riservati alle ragazze Allieve) che ha pagato 10" dalla Stewart mentre il bronzo è andato all'altra australiana Anna-Leeza Hull, campionessa nazionale contro il tempo, che ha invece accusato un distacco di 13". Stesso gap, con pochi centesimi di differenza, per Alexandra Manly, bronzo lo scorso anno a Firenze e considerata probabilmente come la maggiore favorita, costretta ad accontentarsi della quarta posizione davanti alla statunitense Emma White e alla francese Greta Richioud, entrambe distanziate di 26". Settimo posto per la britannica Melissa Lowther (27" il suo ritardo) soltanto ottava l'olandese Aafke Soete, campionessa europea in carica, che ha accusato un ritardo di 28". La polacca Daria Pikulik (nona a 38") e la russa Daria Egorova, altra pretendente al successo (decima a 44") hanno chiuso le prime dieci posizioni.

Anche in questo caso Italia fuori dalle prime dieci posizioni, con una prestazione che è andata un po' al di sotto delle aspettative iniziali: Alice Gasparini ha chiuso in 13esima posizione con un distacco di 52", frutto di una prima parte discreta e di una seconda parte in cui ha accusato qualche difficoltà sulla salita posta ai -3 chilometri dall'arrivo mentre per Sofia Bertizzolo (14esima a 55") le condizioni atmosferiche l'hanno sicuramente fatta optare per una gara prudente, per non correre il rischio di non compromettere la partecipazione alla prova in linea di venerdì prossimo in cui sarà una delle atlete di riferimento dopo il titolo europeo conquistato in luglio. L'insidioso tratto in discesa conclusivo, affrontato sotto una pioggia incessante, ha suggerito quindi una condotta decisamente più accorta per la talentuosa atleta di Borso del Grappa.

Domani il programma prosegue con la prova riservata agli Uomini Juniores (per l'Italia in gara Edoardo Affini e Filippo Ganna) che prenderanno il via alle ore 10 (29,5 i chilometri da percorrere) mentre alle 14.30 prenderà il via sulla stessa distanza la prova riservata alle Donne Élite in cui saranno Elisa Longo Borghini e Rossella Ratto a cercare di tenere alti i nostri colori con una buona prestazione.

Vivian Ghianni

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