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Vuelta a España 2014: Poche ma buone, la firma è di Navarro - Ad Obregón quarta vittoria da pro'. Montagne alle porte

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Daniel Navarro s'impone sul traguardo di Obregón © BettiniphotoLavorare per gli altri può soddisfare in sé e per sé - c'è pieno il gruppo di gregari ormai di professione - o far imparare ad arrivare alla vittoria. Nella Vuelta che fino ad ora è stata di Alberto Contador, ma da domani chi lo sa, sullo strappo di Obregón non poteva che vincere un corridore che è cresciuto con il campione di Pinto, Daniel Navarro.

Scalatore non fortissimo, ma che di tanto in tanto il segno lo lascia, Navarro è nato il 18 luglio 1983 a Salamanca e passato professionista con la Liberty Seguros-Würth, anno 2005. Lì incontra Alberto Contador, con il quale Navarro correrà per otto stagioni, tra Liberty Seguros-Würth, Astana, Saxo-Tinkoff. Solamente dal 2013 ha provato ad affrancarsi da cotanto capitano, andando all'estero, alla francese Cofidis, provando a correre per sé. E da allora ha vinto la sola Vuelta a Murcia, proprio nel suo primo anno da battitore libero. In precedenza solamente altre due affermazioni, una tappa al Tour de l'Ain 2012 e, nel 2010, quella che fino a stamane era probabilmente la vittoria più importante, la tappa di Grenoble al Critérium du Dauphiné. L'affermazione odierna è solo la quarta da pro' per il corridore di Salamanca, la prima in un GT. Strano a dirsi per chi ha dato una grossa mano ai suoi capitani a vincere molte corse a tappe.

Tredicesima frazione della Vuelta, 188.7 km da Belorado ad Obregón, finale che strizza l'occhio al finisseur che tiene in salita. Nemmeno 3 km e se ne vanno Damien Gaudin (AG2R La Mondiale), Vegard Breen (Lotto Belisol), Jay Robert Thomson (MTN Qhubeka), Jasper Stuyven (Trek), Alexey Lutsenko (Astana), Damiano Cunego (Lampre-Merida), Stef Clement (Belkin), Danilo Wyss (BMC), Luis León Sánchez (Caja Rural-RGA Seguros), Paolo Longo Borghini (Cannondale) e lo stesso Dani Navarro (Cofidis). Raggiungono un vantaggio massimo che subito supera i tre minuti, l'Orica-GreenEDGE si mette al lavoro.

Sull'Alto de Caracol, l'unica salita di seconda categoria prevista oggi, restano in cinque: Alexey Lutsenko, Damiano Cunego, Luis León Sánchez, Danilo Wyss e Damien Gaudin. Mentre abbandonano la corsa Jurgen Van den Broeck (una Vuelta mai nel vivo per il belga della Lotto Belisol), Brett Lancaster, Murilo Fisher e Kenny Elissonde (il giovane transalpino è risultato una gran delusione), dal gruppo esce Luis Ángel Mate, presto raggiunto dall'Europcar Maxime Méderel.

L'Orica non tira più ed allora si fa carico di inseguire la Tinkoff-Saxo di Alberto Contador. Inseguimento per modo di dire, visto che agli uomini di Riis sta benissimo la fuga, che si traduce in meno rischi che Valverde si pappi qualche secondo d'abbuono. Arriviamo così ai -20 con i cinque al comando che possono vantare ancora 1'40" sul plotone. Probabilmente non basterebbero lo stesso per arrivare, ed allora Lutsenko tenta il tutto per tutto a poco più di 10 km dal traguardo. Va via da solo, dietro si guardano molto.

Il kazako che fu Campione del Mondo tra gli Under 23 a Valkenburg, nel 2012, guadagna 39", poi il plotone riprende Cunego (ottima la prova del veronese, tralasciando il risultato dimostra che la grinta non è volata via e la speranza di un posticino per Ponferrada c'è ancora, in lui), Sánchez, Gaudin e Wyss, infine Lutsenko. Mancano 7.5 km al traguardo, la FDJ.fr, tra le tante squadre, è molto attiva: credono davvero in Nacer Bouhanni (e avranno fatto bene). L'inizio della rampetta finale lancia Gianluca Brambilla, subito seguito da Daniel Navarro.

Il Cofidis fatica a riportarsi sul portacolori dell'Omega Pharma-Quick Step, ma presto Brambilla è superato. Navarro se ne va da solo, mentre dietro, dal gruppo, scatta Daniel Martin. Un paio di allunghi per l'irlandese, che su questo traguardo si sente vincente. Non lo lasciano andare, ci prova pure Chris Froome, che si piazza in testa al gruppetto Contador e prova un forcing, ma non cambia molto. Nell'ultimo chilometro Navarro deve solo gestire il vantaggio e può esultare per la quarta volta da quando è professionista.

Alle sue spalle un altro Daniel, Moreno: voleva festeggiare il compleanno con una vittoria, l'arrivo è uno dei suoi, si deve accontentare della piazza d'onore, a 2" dal vincitore. Stesso distacco per il terzo, l'olandese Wilco Kelderman. A 5" c'è Alejandro Valverde, che nell'ultimo traguardo volante aveva perduto la possibilità di prendere l'abbuono ed anche sul traguardo non lima il suo distacco da Contador. Stupisce Nacer Bouhanni, sesto a 5", giusto dietro a Valverde e davanti a Damiano Caruso, Alberto Contador, Robert Gesink, Daniel Martin e Gianluca Brambilla. A seguire, fuori dai primi dieci, Joaquim Rodríguez, Rigoberto Urán, Chris Froome, Samuel Sánchez e via tutti gli altri, con Fabio Aru che non concede nulla ed è 16°, appena davanti a Warren Barguil e Giampaolo Caruso, tutti a 5".

La classifica generale non cambia, con Alberto Contador sempre davanti ad Alejandro Valverde per 20", mentre Rigoberto Urán è a 1'08". Seguono Chris Froome a 1'20" e Joaquim Rodríguez a 1'35", quindi Sámuel Sánchez a 1'52", Fabio Aru a 2'13", Winner Anacona a 2'37", Robert Gesink a 2'55", Damiano Caruso a 3'51".

Domani le cose si faranno più serie, con l'arrivo in salita di La Camperona. Partenza da Santander, dopo 77 km la Collada de la Hoz, un seconda categoria. Al km 120 inizierà l'impegnativa ascesa verso il Puerto de San Glorio, con lo scollinamento al km 130.9. Si va verso l'ascesa finale restando in quota, mai sotto i 900 metri s.l.m., ed alla fine la salita di La Camperona potrebbe rinforzare il primato di Contador o cambiare le carte in tavola. Del resto Valverde gode di buonissima salute, Froome sta migliorando giorno dopo giorno, Aru è una mina vagante alla ricerca di un bel piazzamento con cui tornare a casa da Santiago de Compostela. Senza contare che Gesink pare in palla, Samuel Sánchez e Joaquim Rodríguez sono due cagnacci, specie quest'ultimo. Insomma, siamo di fronte ad una Vuelta ancora apertissima.

Francesco Sulas

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