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Vuelta a España 2014: Un grande Valverde in rampa di lancio - Alejandro lavora per Quintana, poi vince a La Zubia

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Chris Froome tampinato a vista da Alberto Contador © BettiniphotoAncora non siamo entrati nel vivo della Vuelta a España ma già da La Zubia, sede d'arrivo della sesta tappa, qualche conclusione la si può trarre senza problemi. A patto di essere tutti d'accordo: una salita, seppur durissima (punte oltre il 12%, molti tratti tra 9% e 10%), di 4.5 km non rivela granché, a parte assegnare la palma di miglior scattista di giornata.

Partendo da questo presupposto, impossibile non notare la grande superiorità della Movistar, ed in particolare di Alejandro Valverde.

Si dirà: Nairo Quintana, il colombiano che la Vuelta dovrebbe vincerla, nei piani di Eusebio Unzué, ha perso 12" dai diretti rivali, Contador e soprattutto Froome, e 4" da Joaquim Rodríguez. Vero, ma le sue salite sono ben altre, le attende con quella faccia un po' così, sempre la stessa, e quella gamba...

La Movistar, si diceva: basti pensare che lavora per chiudere sui due fuggitivi di giornata, che avevano un vantaggio notevolissimo, mette Valverde in testa al gruppo - o quel che ne rimane - quando inizia la salita verso La Zubia, e lancia lo stesso murciano verso la vittoria numero 32 della stagione. Tanti, i centri del team di Unzué, quanti quelli del 2013 e ad un passo dal record assoluto (nel 1998 l'allora Banesto primeggiò per 36 volte).

Valverde è la prima vera star di questa Vuelta. È in forma, semplicemente, un po' perché è uscito dal Tour con una gamba niente male (la stessa che gli ha permesso di aggiudicarsi la Clásica San Sebastián), un po' perché si punta forte su Quintana e quale miglior gregario (senza offesa) del murciano? Ha preso la maglia roja alla seconda tappa, l'ha lasciata a Matthews il giorno dopo, ma in cuor suo, quella roja...

Oggi a La Zubia, dopo aver ridotto il gruppo principale ad un pugno di sfidanti, ha deciso, vedendo Quintana in leggera difficoltà, di non lasciare ad altri (altri = Froome/Contador) la vittoria di tappa. L'accelerazione in vista del traguardo è stata prepotente, decisiva. Da allora si è lottato solo per il piazzamento, con un occhio ai secondi che scorrevano inesorabili.

Con Froome e Contador ad un soffio da Alejandro, Joaquim Rodríguez un po' più indietro, a 8", Quintana non brillantissimo, a 12", il nostro Aru a 18". Un piccolo macello, quello scatenato da Valverde. Ma andiamo con ordine. Sesta tappa, frazione da non sottovalutare: 167.1 km da Benalmádena a La Zubia, in mezzo due Gpm, l'Alto de Zafarraya ed il più semplice Alto de los Bermejales. Al chilometro 0 vanno in fuga Pim Ligthart (Lotto Belisol) ed il miglior scalatore Lluís Más Bonet (Caja Rural-Seguros RGA).

Provano ad aggiungersi, non appena si capisce che il gruppo farà andar via i due, anche Daniel Teklehaymanot (MTN Qhubeka), Simon Clarke (Orica-GreenEDGE), Elia Favilli (Lampre-Merida), Peter Sagan (Cannondale), Jimmy Engoulvent (Europcar) e Johan Le Bon (FDJ.fr). Respinti, e la coppia partita subito prende il largo. Il tempo vola quando ci si diverte ed i due devono divertirsi parecchio, là avanti: arrivano ad avere 14'22" dopo 51 km, poi la Garmin-Sharp si mette a lavorare seriamente in gruppo ed il vantaggio cala.

Más Bonet passa per primo sia sull'Alto de Zafarraya che sull'Alto de los Bermejales, ai -30 i due hanno ancora 6'05" sul gruppo. Ma nel frattempo la Movistar si è messa in moto ed arriviamo ai piedi della salita. Ligthart, che si conferma numero rosso (il più combattivo di giornata), piazza uno scatto né bello né utile proprio all'inizio della salita, Más Bonet si rilassa, Christophe Le Mével prova a innescare l'azione del capitano Cofidis Dani Navarro e va in avanti, provando a raggiungere l'olandese, ormai stremato.

Iniziano i tratti al 10%, Valverde si piazza in testa, Quintana gli sta a ruota. Restano pochi intimi nel gruppetto di testa: oltre ai due Movistar c'è Froome, brutto in bici come non mai, che si muove nelle ultime posizioni. Dani Navarro stringe i denti, Alberto Contador zampetta a fondo gruppo, domandandosi chi si fosse procurato quella micro frattura alla tibia. Troviamo anche l'ottimo Fabio Aru, un ritrovato colombiano che corre nell'Orica, ovvero Esteban Chaves, e naturalmente lo scattista per antonomasia, Joaquim Rodríguez.

È proprio Purito che ai 700 metri rompe il ritmo Movistar e prova a prendersi il primo arrivo in salita della Vuelta. L'allungo provoca la reazione di Chris Froome, che pareva al gancio un minuto prima ma, come nella sua tradizione, fa semplicemente l'elastico tra fondo gruppo e la testa della corsa. Il britannico di Nairobi accelera, Purito e Valverde tengono botta, Contador rimane con Quintana ed Aru. Pare una mossa saggia, ma il madrileno morde il freno: prima della rima piazza uno scatto che lo riporta su Froome e Valverde, mentre Rodríguez fatica. Quintana è ancora più indietro, Aru, Chaves e Navarro cercano di resistere.

Però davanti si viaggia che è un piacere (per modo di dire), Valverde scatta, a coronamento di una giornata targata Movistar. Froome prova a riportarsi sotto, Contador non lo molla un attimo, ma ormai la vittoria è andata al più forte, Valverde. Alle sue spalle, leggermente staccati ma classificati con lo stesso empo, proprio Froome e Contador, nell'ordine. A 8" Joaquim Rodríguez, a 12" Nairo Quintana, a 18" Fabio Aru, che sprinta per limitare il ritardo. Esteban Chaves chiude a 25" con Dani Navarro, a 32" il basco della Sky Mikel Nieve, a 33" l'olandese della Belkin Robert Gesink, con Warren Barguil , 11°, che arriva con lui. Cede nel finale Sergio Pardilla, che accusa 44" così come Wilco Kelderman. A 47" Samuel Sánchez, a 56" un sempre più convincente Damiano Caruso. Paga cara la salita di 4.5 km Rigoberto Urán, che chiude a 1'04", mentre a 1'07" troviamo il britannico prodigio Adam Yates.

La classifica generale rivede Valverde al comando, in maglia roja, con Quintana a 15" e Contador a 18". Froome è a 22" e sulle salie vere, così come il colombiano della Movistar, promette scintille. A 41" c'è l'ottimo Esteban Chaves, a 45" Joaquim Rodríguez, a 55" Gesink, a 58" Aru, a 1'02" Barguil, a 1'06" Kelderman.

E domani? Altra tappa, altro patimento: 169 km da Alhendín a Alcaudete, con finale in leggera salita e due Gpm, l'Alto de Íllora dopo 39 km e l'Alto Ahillo, un seconda categoria, al chilometro 121. Una tappa che potenzialmente esalterà ancora la maglia roja, quell'Alejandro Valverde davvero in palla. Si divertirà, lavorerà sodo, terrà il simbolo del primato finché potrà, prima che Nairo Quintana trovi le sue salite. E lì si deciderà la Vuelta, non certo sulle rampe di 4 km, ma nel vivo, quello sì, c'è già entrata.

Francesco Sulas

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