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Vuelta a España 2014: Ancora Degenkolb, Bouhanni furente - John batte Nacer. Ventagli della Tinkoff, domani si sale

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Altra vittoria di John Degenkolb a Ronda © BettiniphotoSembrava una tappa da pennichella, non il tipico disegno per le ruote veloci ma insomma, gli ultimi 10 km sarebbero bastati per fare il punto della situazione. Ma con zio Bjarne Riis non si possono mai dormire sonni tranquilli. Prova ne è stato il ventaglio aperto a 38 km dal traguardo proprio dalla Tinkoff-Saxo: gruppo in fila indiana, poi spezzato in due, tre tronconi.

Alla fine arriverà un gruppo di circa settanta atleti, sarà volata e John Degenkolb, più di forza che di mestiere (ma un po' anche di mestiere, e ci mancherebbe) bisserà il successo di ieri, regolando quel Nacer Bouhanni in formissima e già vincitore di una tappa. L'azione degli uomini di Riis non ha provocato grandi scombussolamenti tra i big, pur avendo lasciato la coppia Garmin-Sharp formata da Andrew Talansky e Ryder Hesjedal a oltre 3'.

È una Vuelta da occhi aperti, sempre, perché se Contador probabilmente sta bene, meglio di quanto si sarebbe aspettato alla vigilia, gli altri, da Quintana in giù, non scherzano. E pure Froome, in una tappa per nulla adatta a lui, s'è messo in luce oggi: ha chiesto a Knees di portarlo avanti in vista del traguardo volante di Campillos, quindi è transitato per secondo, portando via 2" e risalendo pian piano. Eccessiva sicurezza o consapevolezza di non essere ancora al top? Lo scopriremo già domani, con l'arrivo in salita di La Zubia.

Degenkolb, si diceva, riprendendo il discorso di ieri: arriva a sette tappe vinte alla Vuelta a España, lo fa di potenza vera e propria, stantuffando con quelle gambe potentissime, dando l'impressione che poteva continuare con quel ritmo infernale ancora per qualche metro. Non lo scopriamo certo oggi, il tedesco della Giant-Shimano. Un altro tedesco aveva provato, ad inizio tappa, ad andare in fuga: nei primi 5 km dei 180 da percorrere da Priego de Córdoba a Ronda, Tony Martin aveva preso la testa della corsa insieme all'olandese della Lotto Belisol Pim Ligthart.

L'Orica ha già avvisato: non tireremo un metro. Del resto domani Matthews perderà la maglia, anche se c'è un Adam Yates sì giovanissimo ma davvero portato per le gare a tappe. Tirare un giorno in più, per la squadra australiana, non farebbe la differenza, così il lavoro lo fa chi è interessato alla vittoria di tappa. Quando il vantaggio di Ligthart e Martin arriva a 3'49" il gruppo chiude velocemente.

Proprio Martin nella scorsa Vuelta - era la sesta tappa - andò in fuga al chilometro 0: da Guijuelo a Caceres, il Campione del Mondo a cronometro fu ripreso dal gruppo a 25 metri dal termine, con la vittoria di tappa che sfumò, andando a Michael Mørkøv. E ancora al Tour, a Mulhouse, Martin vinse dopo una fuga. Non va sottovalutato, insomma, anche perché questa fuga altro non è che un lavoro in vista della crono iridata di fine settembre a Ponferrada. Ai -80 Tony Martin torna nel plotone, prosegue da solo, sotto i 35°, Pim Ligthart.

Gruppo a 1'37", ma per ora basta. Al TV di Campillos Knees e Froome allungano, il kenyano prende 2" d'abbuono, inizia la risalita in classifica. Sussulto in gruppo ai -43, con lo strappo che porta al Castello di Teba. Non viene nemmeno calcolato come Gpm, ma fa sudare. Ligthart scollina con 1'39", ma al ritorno in piano i Tinkoff-Saxo si portano avanti. non solo stanno in testa al gruppo, ma menano. Così una leggera brezza può essere trasformata in un pandemonio. Gruppo diviso in tre tronconi, con i velocisti dapprima ad inseguire. Poi però inizia la salita, l'unica di giornata, il Puerto El Saltillo, e la situazione vede quasi tutti i big con Contador.

Ci sono Joaquim Rodríguez, Quintana, Valverde, Froome ed Aru, Zubeldia verrà riportato sui primi, Talansky ed Hesjedal perdono il treno. Ligthart viene ripreso ai -32.9, il gruppo si butta verso il traguardo di Ronda. Nei chilometri finali la BMC si porta davanti, con Philippe Gilbert che tenta l'allungo in vista del traguardo. Sembra imprendibile, il vallone, ma da dietro c'è la maglia verde di Degenkolb, con Bouhanni a ruota, che risale nemmeno troppo pian piano.

Tira dritto, una volta recuperato Gilbert, e va verso la seconda vittoria inn questa Vuelta. Bouhanni, a ruota di Degenkolb, si vede sottratto un piccolo spazio verso le transenne dal tedesco, che con un piccolo scarto fa la differenza. Avrebbe vinto comunque, con molta probabilità, ma al francese della FDJ.fr l'episodio proprio non va giù. Fatto sta che Degenkolb precede Bouhanni e Moreno Hofland, ottimo terzo. Ai piedi del podio di giornata il belga Jasper Stuyven, quindi Paul Martens, Lloyd Mondory, Philippe Gilbert, Vicente Reynés, l'empolese Kristian Sbaragli ed il Lampre Roberto Ferrari. Ancora brillante Damiano Caruso, 17°.

La generale non cambia e vede in maglia roja sempre Michael Matthews, con Nairo Quintana a 13" ed Alejandro Valverde a 20". A 24" c'è Rigoberto Urán, a 26" Damiano Caruso ed Esteban Chaves, a 29" Haimar Zubeldia, a 32" Wilco Kelderman, Alberto Contador e Robert Gesink. Chrsi Froome guadagnando 2" oggi si ritrova con un ritardo di 38" ed è 13°, Joaquim Rodríguez è 17° a 47", Fabio Aru 21° a 50".

Domani cambierà molto e si vedrà come stanno Contador, Froome, Aru, Rodríguez, Quintana e compagnia. La sesta tappa inizierà ad essere pepata, con 167.1 km da Benalmádena a La Zubia. Dopo 77 km l'Alto de Zafarraya, un seconda categoria, dopo 116 l'Alto de los Bermejales, di terza, e l'arrivo posto all'Alto Cumbres Verdes-La Zubia. Salita breve ma molto dura, non sarà l'Angliru ma la classifica, domani sera, avrà tutto un altro volto

Francesco Sulas

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