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Tour de l'Avenir 2014: Le Alpi svelano i talenti del futuro - Il via sabato, finale a La Toussuire. Senni guida gli azzurri | Cicloweb

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Tour de l'Avenir 2014: Le Alpi svelano i talenti del futuro - Il via sabato, finale a La Toussuire. Senni guida gli azzurri

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Il tracciato del Tour de l'Avenir 2014 © tourdelavenir.comLa cinquantunesima edizione del Tour de l'Avenir si preannuncia dura e particolarmente adatta agli scalatori: dopo un cinquantenario piuttosto scialbo, con un percorso intermedio ricco di trappole e pochi protagonisti di talento (al di là della vittoria di Fernández, le prestazioni più interessanti arrivarono da Alaphilippe, Gougeard ed i gemelli Yates), si spera di vedere quello spettacolo che ha messo in mostra negli ultimi anni talenti del calibro di Nairo Quintana, Tony Martin, Rui Costa, Tejay Van Garderen, ed ancora prima ha premiato Gimondi, Baronchelli, Zoetemelk, LeMond, Indurain, Fignon, Menchov.

Il percorso si addice a quella che può esser presentata come una piccola Boucle: si correrà solo in due regioni, partendo dall'Auvergne e giungendo in Savoia dove le salite alpine faranno da giudice. La partenza, fissata sabato prossimo, è a cronometro, ma quella di Saint-Flour non sarà una prova facile: in 4.5 km saranno condensati almeno 200 metri di dislivello, per lo più consumati in una côte centrale di 800 metri. Tale prova sarà un ottimo indice della condizione fisica degli atleti. Seguirà una due giorni nel Massiccio Centrale, con la Saint-Flour-Brioude di 144.6 km, una tappa la cui parte iniziale da cinque GPM potrebbe scombinare parecchio le carte come non fare nulla e lasciare che siano gli sprinter a giocarsi l'arrivo in Alta Loira. Molto più insidiosa la seconda frazione che porta a Saint Galmier dopo 142 km: una salita di seconda e due di terza categoria, tutte sopra i mille metri, potrebbero accendere la corsa già nella parte centrale; in ogni caso, il circuito finale di 11.7 km si presenta abbastanza insidioso e già qui si capirà chi è interessato a far classifica e chi no. Unica occasione nitida per gli sprinter nella terza tappa, da Montrond-Les-Bains a Paray-Le-Monial, 150.7 km senza particolari difficoltà altimetriche.

Dalla quarta tappa ci si sposta in Savoia e la musica si fa tambureggiante. Ogni giorno un arrivo in salita: si comincia con una frazione nella quale la salita finale sarà decisiva. Giovedì da Saint-Vulbas si arriva al Plateau de Solaison, per quella che è la tappa più lunga: 165.3 km. L'ascesa finale di 11 km è una di quelle che fan male, la prima parte è costantemente attorno al 10%, mentre la seconda ha pendenze intorno al 7-8 %. Qui si scaveranno distacchi pesanti se gli atleti che hanno una marcia in più faranno il loro dovere. Più agevole la frazione di venerdì, da Bons-en-Chablais a les Carroz d'Arâches, sia nel chilometraggio (101.4 km) che nelle ascese: a metà gara c'è il Col de Saxel di seconda categoria, presente già nella passata edizione, mentre l'arrivo è una salita in due tronconi, il primo dai -15 ai -8 con pendenza massima dell'8% ed il secondo negli ultimi 3 km, mediamente sotto il 5%. Una salita che non fa male insomma, per una tappa che si presta a fughe o imboscate, visto che il tratto dal Saxel alla salita finale non è mai pianeggiante.

Il weekend finale sarà invece qualcosa di massacrante: due mini-tappe alpine, entrambe con una salita Hors-Catégorie e due di prima. Sabato si parte da St-Gervais-Les-Bains, si scalano Col de Saisies, Cormet de Roselend e si arriva a La Rosiére, affrontando i primi 16 km della salita del Piccolo San Bernando (versante francese) per 108.4 km totali. Una salita pedalabile, con pendenze mai oltre l'8%, che potrebbe premiare i passisti scalatori e punire chi soffrirà il caldo. Domenica si riparte da Saint-Michael-De-Maurienne e si affronta un bel circuito di 95.1 con Col du Molard, Croix de Fer e La Toussuire, scoperta recente dell'ASO che adesso fa il suo debutto anche all'Avenir dopo aver segnato Tour de France e Giro del Delfinato. Questa salita la conosciamo bene, 17 km con lunghi tratti sopra l'8% e giusto quattro chilometri di respiro nella parte centrale. Gli ultimi 5 km di questa salita decideranno il Tour de l'Avenir.

Chi sarà a primeggiare su questo percorso? Quando si tratta di giovani è difficile fare un pronostico netto, molti degli atleti al via devono ancora decidere cosa realmente faranno da grandi. Uno di questi casi è Robert Power dell'Australia, nazione faro in questa edizione della corsa. Power è un corridore al primo anno ed in salita ha già dimostrato di andare come un treno, facendo man bassa di corse in territorio italiano. Ma la sua tenuta sulle salite lunghe è ancora un'incognita e questo sarà il primo test valido; in alternativa il selezionatore James Victor ha a disposizione Jack Haig, anch'egli dimostratosi in ottima condizione tra corse italiane e Tour d'Alsace. Il Belgio parte con uno degli atleti che ha più impressionato nella categoria quest'anno, ossia Louis Vervaeke, capace quest'anno di conquistare Ronde de l'Isard e Tour de Savoie: l'anno scorso all'Avenir fece un giro a vuoto ma quest'anno il ragazzo di Oudenaarde, che già corre tra i professionisti, per la Lotto, potrà far valere le sue ambizioni, forte di una squadra molto competitiva. Altre rappresentative solide sono la Norvegia, che presenta il quinto classificato dell'anno scorso, Oskar Svendsen, e che bene ha fatto al Giro della Valle d'Aosta, nei cinque con Odd Christian Eiking e Sindre Lunke, ed il Kazakistan, vincitore del titolo a squadre l'anno scorso, presente con Kozhatayev quarto l'anno scorso: in più c'è Ilya Davidenok, vincitore del Qinghai Lake Tour, e Artur Fedosseyev. La Francia ha dichiarato capitano Pierre-Roger Latour, nei dieci al Tour de l'Ain, ma anche Guillaume Martin - stagista FDJ - e Pierre Gouault, tredicesimo l'anno scorso potrebbero dire la loro. La Spagna non ha grandi possibilità di replicare l'exploit dell'anno scorso ma comunque può entrare in classifica con Óscar Gonzalez, Mikel Iturria e Jaime Róson. In casa Russia va tenuto d'occhio Matvei Mamykin, autore di un formidabile Giro della Valle D'Aosta concluso fuori classifica per un'incredibile ingenuità nella cronoscalata finale; occhio ad Alexsey Rybalkin, sovente in mostra nelle corse spagnole. mentre potrebbe esserci un ritorno di fiamma anche per il poco costante Alexander Foliforov. Squadra giovanissima e possibili sorprese anche quest'anno dalla Gran Bretagna, che con Tao Geoghean Hart e Scott Davies l'anno scorso ha dominato il Giro di Lunigiana; Daniel Pearson si è invece messo in mostra in Italia con la Zappi's, il miglior risultato l'ottavo posto al Giro della Valle D'Aosta. Le speranze della Germania si aggrappano ad Emanuel Buchmann, il Portogallo confida nei suoi migliori rappresentanti alla Vuelta nazionale under 23: il vincitore Ruben Guerreiro e Joaquim Silva. Per la Polonia c'è Przemyeslaw Kasperkiewicz, che ha corso anche il giro nazionale. Occhio infine alla Colombia, che non è al via con atleti noti al grande pubblico e non è guidata dallo storico Saldarriaga ma da Jaramillo, eppure ha sempre pronta la sorpresa: tra i sei selezionati c'è Brayan Ramirez, che sta correndo in Toscana per il Cycling Team Cascine.

A fianco dei favoriti per la classifica, ci sono al via una serie di corridori che difficilmente vedremo lottare per il podio, ma potrebbero comunque farci divertire ed animare i traguardi parziali: la Svizzera propone Stefan Kueng, capace di vincere entrambi i titoli europei a luglio sulle strade di casa; se la vedrà col passistone tedesco Silvio Herklotz e col cronoman australiano Campbell Flakemore per la conquista della prima maglia gialla. A caccia di tappe il rappresentante della Slovenia Luka Pibernik, prossimo al passaggio in Lampre, ed il russo Evgeny Shalunov, che ha segnato l'ultima impresa al recente Gp Liberazione, così come tutta la formazione della Danimarca, l'anno scorso protagonista in combattività e quest'anno presente con una formazione che sul passo è la meglio attrezzata: tenete d'occhio Mads Pedersen, primo anno che da juniores ha vinto di tutto e di più, e soprattutto Magnus Cort Nielsen, leader dell'Europe Tour ed unico dei presenti che potrà lottare contro l'australiano Caleb Ewan allo sprint assieme al briannico Daniel McLay. La Francia l'anno scorso non fece classifica ma rivelò i talenti di Alaphilippe e Gougeard, quest'anno potrebbe toccare a Chetout ed al crossista Jauregui, bronzo ai Mondiali Juniores 2012. Infine le Centre Mondial du Cyclisme quest'anno a tinte sudamericane, con due brasiliani (Gaspar Pereira e Caio Godoy), un peruviano (Navarro Calle) e un panamense (Jurado). Ma è ancora presente l'africa, col promettente namibiano Dobrisch e il marocchino Ait El Abdia.

E l'Italia? I nostri, guidati da Marino Amadori, si presentano con una formazione equilibrata che potrebbe dare più soddisfazioni rispetto all'annata 2013. A capeggiare la spedizione azzurra è Manuel Senni, autore di un ottimo Giro della Valle d'Aosta chiuso al terzo posto: l'anno scorso è già venuto a fare esperienza. Il più giovane Giulio Ciccone, classe 1994, ha corso d'appoggio a Senni ma sembra in grado di dire anch'egli la sua: una convocazione però imprevista per lui, in sostituzione di Alessandro Tonelli che ha dato forfait all'ultimo per indisposizione fisica.  L'altro scalatore nel nostro arco è Gianni Moscon, coetaneo di Ciccone: il trentino è una presenza costante negli ordini d'arrivo delle corse più dure, anch'egli ha concluso una corsa a tappe, il Giro delle Pesche Nettarine, sul podio, e anch'egli come Power ha bisogno di un test per valutare le sue reali capacità sulle salite lunghe. Con gli altri uomini i nostri tenteranno di conquistare una tappa: Iuri Filosi è stato la rivelazione stagionale vincendo il Nettarine e conquistando l'argento agli Europei e potrebbe far valere nelle ultime due tappe anche le sue doti da discesista; Davide Martinelli è anch'egli alla seconda partecipazione al Tour de l'Avenir, è migliorato molto a cronometro e da juniores praticava l'inseguimento: nella prima tappa è chiamato a dare tutto. Infine Federico Zurlo, reduce da un'annata resa sfortunata da due infortuni nella stagione primaverile, sarà il nostro velocista e vista la penuria di ruote veloci in gara potrà farsi valere. Notare come si tratti di 4 atleti Colpack e 2 Zalf; lo strapotere di queste due formazioni in campo dilettantistico rende difficile per Amadori selezionare atleti da altre sponde, sebbene i candidati non mancassero (Chirico o Simone Sterbini ad esempio); tuttavia, i nostri rappresentanti sono più che validi e non ce la sentiamo di dire che il CT abbia fatto scelte sbagliate.

Nicola Stufano

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