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Tour de France 2014: Valverde, cuore e sofferenza - Attacca in discesa, poi paga a Hautacam | Cicloweb

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Tour de France 2014: Valverde, cuore e sofferenza - Attacca in discesa, poi paga a Hautacam

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Alejandro Valverde in affanno verso Hautacam © Bettiniphoto

A 34 anni questo Tour de France rappresentava la grande occasione di Alejandro Valverde per salire finalmente sul podio finale di Parigi dopo tante delusioni fatte di ritiri per infortuni, ventagli, incidenti meccanici o crisi fisiche che gli aveva fatto portare a casa al massimo un sesto posto: a soli tre giorni dalla conclusione invece il murciano della Movistar si trova ancora una volta fuori dalle prime tre posizioni della classifica generale e ora si trova costretto ad affidare tutte le proprie speranze alla cronometro, una specialità che storicamente non è mai stato il suo punto forte.

In questo Tour de France, Valverde aveva agguantato il podio virtuale per la prima volta al termine della tappa di La Planche des Belles Filles, prima terzo dietro anche a Porte, poi secondo anche se s'è capito presto che per lui non si poteva parlare di un ruolo come rivale principale di Nibali: il corridore spagnolo infatti non ha mai destato una grande impressione in salita, non solo nei confronti della maglia gialla, ma anche di tutti gli altri uomini di classifica. Tuttavia fino a Chamrousse tutto sembrava procedere per il meglio: da Risoul invece ha iniziato a perdere e quello che era un secondo posto s'è trasformato in un quarto a pochi secondi dai francesi Thibaut Pinot e Jean-Christophe Péraud.

Nella tappa di oggi, conscio delle proprie difficoltà in salita, Valverde ha tentato di evitare lo scontro diretto con gli altri uomini di classifica provando ad anticiparli a più di 40 chilometri dal traguardo scendendo giù dal Tourmalet: tatticamente l'attacco in discesa era una soluzione saggia e s'era visto anche nella tappa di ieri quando l'AG2R era riuscita a mettere in difficoltà Pinot proprio sfruttando quest'idea; in più la Movistar aveva iniziato a preparare questa mossa già dai primi chilometri di tappa inserendo Jesús Herrada e Ion Izagirre nella fuga del giorno e infatti i due si sono fatti trovati al posto giusto al momento giusto per dare una grossa mano al loro capitano.

Come detto, la tappa studiata da Eusebio Unzué era sicuramente valida sulla carta e forse poteva anche essere l'unico modo per restare sul podio del Tour almeno fino alla cronometro: l'azione di Valverde invece s'è esaurita proprio al termine della discesa del Tourmalet dopo che il murciano ha avuto un vantaggio massimo di poco inferiore ai 20", non molto. Il problema dell'attacco di Valverde è il fatto di essere stato portato con una situazione di gruppo ancora abbastanza numeroso e con tutti gli altri uomini di classifica che potevano contare su almeno un compagno di squadra: i più attenti si ricorderanno una mossa simile fatta Alberto Contador al Tour dell'anno scorso giù dal Col de la Sarenne, ieri invece prima di lanciare Bardet l'AG2R ha fatto un gran forcing in salita isolando quasi tutti ed obbligando poi i big a consumarsi in prima persona nell'inseguimento.

Fallita la mossa dell'attacco in discesa, a Valverde è rimasta solo la carta della difesa sulla salita finale verso Hautacam e lì i guai sono iniziati a circa 6 chilometri dal traguardo quando è arrivato lo scatto deciso di Thibaut Pinot: sulle prime Alejandro ha sofferto oltremodo il cambio di ritmo e non solo non è riuscito a seguire Pinot, Péraud e Van Garderen, ma ha anche fatto una fatica enorme per ritornare in scia a Bardet, Konig, Mollema e Ten Dam. Sembra strano dirlo per un corridore che ha costruito molti suoi successi proprio sull'esplosività, ma il leader della Movistar una volta che è riuscito a prendere il suo ritmo poi è andato meglio: ieri addirittura riuscì a riprendere e superare Pinot, oggi non s'è spinto fino a quel punto ma è riuscito a rimediare ad una situazione che pareva molto più compromessa.

Al traguardo Valverde ha perso rispettivamente 49" e 44" da Pinot e Péraud, gli altri due contendenti nella lotta per il podio parigino: in classifica generale i tre sono adesso racchiusi in appena 15" e sabato nei 54 chilometri tra Bergerac e Perigueux sarà un grande spettacolo per vedere chi tornerà a casa più deluso degli altri; i margini attuali possono avere un valore più psicologico che reale e chi ora si trova davanti, specialmente dopo aver recuperato negli ultimi giorni, avrà una leggera spinta in più, ma dopo 20 giorni di corsa saranno le energie residue a fare la differenza. Sarebbe cambiato qualcosa senza l'attacco di oggi in discesa? Difficile, al massimo Valverde si sarebbe ritrovato non a 15" ma a 5" da Pinot ma, come detto, la sostanza è altro.

In questo 2014 c'è un precedente che vede coinvolti tutti e tre gli attori, ed è la cronometro conclusiva del Giro dei Paesi Baschi: in quei 25.9 km Péraud rifilò 27" a Valverde e 50" Pinot, i valori in campo saranno gli stessi? Di sicuro quest'anno Valverde ha lavorato molto sulle cronometro come tutta la Movistar ed ha realizzato alcune buone prove tanto da trionfare al Campionato Nazionale: le sue difficoltà nei cambi di ritmo potrebbe essere proprio dovute al miglioramento sul passo ma se invece si tratta solo di difficoltà legate alla mancanza di forze allora il murciano rischierà di dover patire l'ennesima delusione e di dover chiudere la carriera senza mai essere stato sul podio del Tour. Almeno stavolta non gli si può neanche dire però di aver corso male: quello che poteva fare l'ha fatto, la grinta ce l'ha messa, grossi errori non ne ha fatti, semplicemente gli altri ne avevano di più.

Sebastiano Cipriani

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