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Giro della Valle d'Aosta 2014: Senni lascia ancora un gran segno - Manuel vince anche a Les Marécottes ed è il nuovo leader

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Manuel Senni vince anche a Les Marécottes © Rodella

Se il primo duro tappone conclusosi ieri a Breuil-Cervinia ci aveva dato una precisa indicazione della grande volontà del Team Colpack di fare propria ancora una volta la classifica finale del Giro della Valle d'Aosta, la tappa odierna ci ha fornito un'ulteriore conferma, con il team bergamasco che ha potuto esultare ancora una volta sul traguardo svizzero di Les Marécottes, località in quota facente parte del comune di Salvan.

Proprio come ieri è stata la giornata di Manuel Senni, scalatore romagnolo che, dopo tanti e tanti piazzamenti ed appena una vittoria tra i dilettanti ottenuta alla vigilia della dura gara a tappe valdostana (per la precisione il 2 giugno scorso a Comonte di Seriate), sta probabilmente giungendo al momento della consacrazione, avendo intrapreso una parabola che potrebbe ricalcare quella già vissuta lo scorso anno da Gianfranco Zilioli, il bergamasco approdato in questa stagione tra i professionisti e che seppe esaltarsi alla grande nella precedente estate.

Di strada in salita ce n'è ancora da fare ma se non altro la frazione di quest'oggi ci ha confermato che, nonostante i giochi per il successo finale siano ancora assolutamente aperti, il Team Colpack può contare su pedine assai valide, in grado di fornire il giusto supporto a Senni e, all'occorrenza, creare alternative in grado di scombinare i piani delle altre formazioni. Guai però a sottovalutare gli avversari, al fine di evitare un epilogo simile a quello già vissuto da Filosi alla Vuelta Bidasoa di questa stagione (e considerando che l'ultima frazione sarà una cronoscalata, seppur breve, c'è da fare tutti gli scongiuri del caso).

Tappa sviluppatasi tutta in territorio elvetico quella disputata oggi, con l'arrivo, già citato, di Les Marécottes a cui si è giunti dopo 120 chilometri impegnativi dopo il via da Martigny. Frazione in cui era lecito attendersi vari tentativi d'attacco, tanto che la bagarre è iniziata dopo pochi chilometri verso la salita di Evionnaz, dov'era fissato il primo GPM di giornata (vinto dal brasiliano Gaspar). É stato però il campano Marco Chianese, interessato alla conquista del traguardo volante di Follateres per incrementare la leadership della speciale classifica, a dare il via al primo importante tentativo (i primi a seguirlo sono stati Grossschartner, De Plus e Seibeb) di giornata, che ha coinvolto una trentina di atleti (tra i più attivi anche Martinelli e Sannino) che hanno così macinato i chilometri verso la seconda ascesa di giornata posta a Leytron (su cui è transitato per primo Giacomo Berlato), guadagnando oltre un minuto sul primo gruppo inseguitori. In questa fase di gara si è visto nelle posizioni buone anche l'abruzzese Giulio Ciccone, leader dei GPM, che ha così fatto intendere come la speciale classifica sia uno dei principali obiettivi della sua gara.

Sono state però le prime rampe del Col du Lein, terza asperità di tappa che presentava anche un insidioso tratto sterrato, ad accendere i primi veri fuochi d'artificio, dando vita ad una fase che ha visto come protagonista indiscusso Simone Andreetta della Zalf: il veneto, uscito di classifica nella tappa di ieri, si è infatti lanciato in un attacco tanto bello quanto temerario che gli ha permesso di guadagnare in breve tempo un cospicuo vantaggio sui primi inseguitori (tra cui il più brillante si è dimostrato l'austriaco Felix Grossschartner) mentre il plotone, che iniziava pian piano a perdere pezzi, veleggiava a oltre tre minuti di ritardo.

Fase abbastanza delicata questa, in cui in un primo momento si sono mossi anche atleti interessanti quali l'ex leader Ochoa e Filosi, nel mentre iniziavano a registrarsi anche vari ritiri (tra cui quello dello statunitense Eisenhart, secondo nel prologo inaugurale) per una tappa che vedrà anche sei corridori finire fuori tempo massimo. Nel mentre, tra Andreetta che scollinava primo sul Lein con 1'20" su Grossschartner ed il gruppo, che già decisamente selezionato transitava con circa 3'40" in vetta, era rimasto in avanscoperta Ciccone, con un buon vantaggio superiore al minuto nei confronti del plotone ed anche in compagnia di buoni pedalatori (il francese Guerin, l'austriaco Bosman e l'americano Vermeulen). Azione questa molto importante e che obbligava certamente tutte le altre formazioni (in primis la 4-72 Colombia del leader Suaza) a gestire il momento con particolare attenzione.

Nel frattempo Andreetta ha proseguito di buzzo buono nel suo splendido tentativo, conservando un vantaggio di circa un minuto sul drappello di Ciccone che nel frattempo si era infoltito arrivando a comprendere nove atleti (erano infatti rientrati Mager, Akhametov, Ruyters ed anche il norvegese Svendsen) sulle rampe del Col des Planches, penultima fatica di giornata, dove si è vissuto un ulteriore momento chiave: dal gruppo della maglia gialla, che ad inizio ascesa aveva ancora da recuperare 2 minuti al battistrada, è scattato proprio a pochi chilometri dalla vetta Manuel Senni, con il compito di saggiare la gamba di Suaza, che però non si è fatto sorprendere dal romagnolo e l'ha seguito prontamente, andando a riprendere assieme a lui il drappello degli inseguitori, transitato allo scollinamento con 45" di ritardo da Andreetta, che ha così fatto proprio anche questo gran premio della montagna.

Il gap del veneto si è però ridotto notevolmente proprio verso la conclusione della discesa verso Martigny dove sul generoso fuggitivo della Zalf è piombato uno scatenato Manuel Senni, che ha subito cercato la collaborazione per poter cercare d'incrementare il proprio vantaggio sul gruppo inseguitore, in cui Suaza cercava di ricucire il gap e formato da poco più di dieci atleti (con la coppia norvegese Eiking-Lunke a formare un tandem temibile) distante solo una ventina di secondi. Proprio però nel momento in cui il tandem stava iniziando ad acquisire un buon vantaggio, a circa 8 chilometri dal traguardo una foratura ha costretto ad uno stop forzato proprio Senni, costretto a fermarsi per alcuni secondi. La condizione del romagnolo in queste giornate è però strepitosa e così, dopo aver riagganciato Andreetta, a 7 chilometri dal traguardo ha piazzato un veemente allungo, che gli ha consentito pian piano di guadagnare sempre più terreno sul gruppo, che nel frattempo si era rinfoltito (rientrati tra gli altri Bianchini e il russo Mamykin, terzo della generale) e dove la situazione per Suaza, rimasto isolato, si faceva assai complicata, dal momento che il vantaggio di Senni era giunto a toccare il minuto e mezzo.

Il corridore di Cesenatico (a quanto pare ottimi scalatori possono nascere anche in riva al mare, come dimostra la mai dimenticata storia di Marco Pantani) ha pertanto proseguito nel suo tentativo ed è apparso chiaro come fosse molto difficile che gli inseguitori riuscissero a raggiungerlo, tanto più che lo stesso Suaza, sull'ascesa finale, ha vissuto un momento di difficoltà. Così, a tentare l'azione ci hanno pensato prima Mamykin e Vermeulen e poi, una volta annullata quest'azione, in maniera più convinta un terzetto formato dal bravo Paolo Bianchini, da Andreetta che cercava ancora stoicamente di resistere dopo il grande sforzo profuso in precedenza e da Edward Ravasi che poteva tranquillamente controllare la situazione in appoggio a Senni. Con il vantaggio ancora superiore al minuto l'atleta della Colpack ha così potuto gestire gli ultimi chilometri e, nonostante lo sforzo si sia fatto sentire proprio nell'ultimo chilometro, Senni ha potuto tagliare il traguardo in prima posizione per la seconda giornata consecutiva, andando a suggellare col successo un'evidente superiorità in salita, che gli ha portato in dote anche la maglia gialla di leader.

Alle sue spalle il norvegese Eiking (classe 1994 che sta attirando molto interesse su di sé in questo Valle d'Aosta) ha operato un bell'allungo e a 20" è andato a prendersi la piazza d'onore davanti all'austriaco Bosman (anch'egli nato nel 1994 e autore di una grande prova) e al connazionale Lunke, giunti un secondo più indietro. Ancora molto convincente la prova dello scalatore lombardo Paolo Bianchini del Delio Gallina, che ha tagliato il traguardo in quinta posizione distanziato di 26" mentre il kazako Kozhatayev, altro degli attesi protagonisti, ha concluso poco più indietro a 30". A 33" si è invece conclusa la fatica di Bernardo Suaza che ha cercato di tenere duro nei chilometri conclusivi ma lo sforzo non gli è stato sufficiente per riuscire a mantenere le insegne del primato. A 41" ha concluso un generoso Ravasi mentre più indietro sono giunti sia il kazako Maidos (nono a 1'12") che il russo Mamykin, che ha pagato un po' la fatica dopo la tappa di ieri ed ha chiuso la top-10 di tappa odierna a 1'38".

Di poco fuori dai primi dieci è giunto un bravissimo Simone Andreetta, undicesimo a 1'57", seguito poi nelle posizioni immediatamente successive dal belga De Tier (a 2'03"), Giulio Ciccone (giunto a 2'06" dopo aver speso molto nella prima parte di tappa), lo statunitense Vermeulen (a 2'09") e l'interessante britannico Pearson (a 2'11") mentre per tutti gli altri i distacchi sono stati decisamente più pesanti: tra coloro rimbalzati indietro in classifica il colombiano Diego Ochoa, primo leader della corsa, giunto a 18'34" e Andrea Garosio, decimo ieri a Cervinia e che oggi ha tagliato il traguardo con 20'13".

Classifica generale che quindi vede ora in giallo Manuel Senni ma con appena 5" di vantaggio su Suaza che può così coltivare ancora fondate speranze di successo. Occhio però anche a Eiking, distante 30", che precede Ravasi (quarto a 37") e Bianchini (staccato di 42"), con l'altro norvegese Lunke (sesto a 57") unico altro atleta a contenere il distacco entro il minuto mentre da Giulio Ciccone in poi i distacchi dalla vetta sono tutti superiori ai due minuti. Proprio il corridore teatino quest'oggi ha rafforzato la sua leadership nella classifica degli scalatori mentre Senni oltre che nella generale guida anche nella classifica a punti. La graduatoria dei Traguardi Volanti sorride invece ancora a Chianese, incalzato però da Davide Martinelli, distante appena 3 lunghezze (11 a 8 in favore del campano).

Domani dalla Svizzera ci si trasferirà in Francia per l'ultima frazione in linea che condurrà il gruppo da Chatel a Les Esserts, località in quota sopra Morillon dopo quasi 165 chilometri. Una frazione che potrebbe vedere il buon esito di una fuga da lontano ma che potrebbe ancora scombinare le carte per ciò che riguarda i discorsi inerenti alla classifica generale. La gara, pertanto, è lungi dall'essere chiusa e potrebbe regalare ancora molte emozioni. 

Vivian Ghianni

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