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DéTour 2014: L'aggraziata Kate, il disgraziato Mark - Wiggins e un augurio che ha portato iella

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La principessa Kate taglia il nastro di partenza del Tour de France 2014 © BettiniphotoWow che fantasia! Quanti avranno già affibbiato, nei decenni, il titolo "déTour" a una rubrica che si propone di esplorare la corsa ma anche qualche sua "deviazione" (il significato letterale, dal francese ma anche dall'inglese)? Ci mettiamo in coda, umilmente, perché ci siamo resi conto che tante spigolature finiscono col restare fuori dalla cronaca più prettamente sportiva e tecnica, e sì, un bel pezzo di colore da intitolare "déTour" ci vuole proprio, vista la vastità dei temi che la Grande Boucle esprime ogni santo giorno.

Ad esempio, saremmo mai andati ad analizzare, in cronaca, il fatto che Bradley Wiggins, convitato di pietra di questa festa inglese, abbia mostrato l'abilità iettatoria di un cecchino? Il vincitore del Tour 2012 ce l'ha a morte con Chris Froome, al punto che gli righerebbe tutti i vinili degli Who, se solo quello stolto ne avesse almeno uno.

La storia tra i due è complicata ma in fondo semplice: Wiggo dovrebbe essere grato al kenyano che l'ha aiutato a vincere quel famoso Tour, e dovrebbe anche avere il pudore di riconoscere che invece lui gli ha fatto perdere una Vuelta. D'altro canto Froome non può aver paura della presenza in squadra di Brad, se veramente è l'uomo da battere in questa corsa. Due debolezze non fanno una forza, e anzi la debolezza al quadrato ha fatto finire a schifìo i rapporti interni alla Sky.

Chris, indossando un colbacco brezneviano regalatogli da Michelle, ha posto il veto alla presenza del Sir al Tour; il team manager Brailsford s'è inventato delle scuse assurde per giustificare questa bambinata (la migliore, quella del jet-lag post Tour of California da recuperare per Bradley: sì, il Tour of California di due mesi fa!); intanto Froomy ha pubblicato un'autobiografia in cui spara a zero su Wiggo; e tutto sommato, ripensandoci, forse è proprio un bene (per la salute dell'arredo dei vari hotel che ospiteranno la Sky) che i due non siano in squadra contemporaneamente...

Però Wiggins si deve vendicare. E allora che fa? Manda via social network l'augurio di un buon Tour per un grande corridore inglese. Chi? Mark Cavendish. Sì sì, avete letto bene, siamo proprio a questo livello di gnegnè-ismo. Peccato che il povero Cannonball, dopo cotanto bacio della morte, ci abbia messo poco meno di una tappa per perdere la testa, tentare un attacco kamikaze ai danni di Gerrans, finire a terra, rovinarsi una spalla ed essere lì lì per gettare la spugna. Troppo veleno nell'influsso di Wiggo per non produrre simili disgrazie, comunque Froome è avvisato (e infatti è attentissimo, ieri si è piazzato addirittura al sesto posto sfoderando inattese doti da sprinter...).

Si capisce che di fronte a simili problematiche, spariscano in un lampo le nostre misere questioncine di provincia (la maglia di Nibali, l'affronto al Tricolore, ma qvesta non è sqvadra di Italia, qvesta è sqvadra di Kazakistan). Ne abbiamo viste delle belle, nel corso della prima tappa, e nel novero non è ovviamente computata l'improvvisa apparizione sui teleschermi di Michil Costa, vestito in giacca gialla, camicia a righe rosse, foulard di seta verde&marrone. Sempre sobrio, il Maradona delle Dolomiti.

Le cose belle sono il sexy-zainetto portaborracce introdotto dalla Tinkoff per facilitare i compiti del mulo che si deve caricare i beveraggi per tutta la squadra; o anche Joaquim Rodríguez che su un tratto di strada bloccata in salita si ritrova staccato dai migliori, ma anziché affannarsi per recuperare terreno si ferma proprio, si fa una chiacchierata con la sua ruota, aspetta l'evolversi degli eventi e solo dopo parecchi secondi si rimette pigramente a pedalare. L'incredibile è che sia pure riuscito a rientrare in gruppo, alla fine della fiera.

Ancora più bella è Kate Middleton, la vedi e ti incanta nonostante il cappotto verde. Piace per la sua semplicità, si capisce subito che è una ragazza alla buona, che la potresti rendere felice con pizza e birra e partita a Risiko con gli amici (il tutto però ovviamente da realizzarsi su un panfilo di 600 metri). Con lei, il marito William (che somaticamente si sta trasformando troppo in fretta nel padre Carlo), e pure l'altro principino, il minore (ma sì, come si chiama... lo scavezzacollo filonazista, per intenderci), ma entrambi sfiguravano al cospetto della principessa, a cui è toccato l'onore di tagliare il nastro di partenza del Tour 2014 e di premiare poi la prima maglia gialla, Marcel Kittel.

Il primo dubbio della Grande Boucle invece l'abbiamo brillantemente risolto: ammirando le distese di greggi che punteggiavano la campagna inglese attraversata ieri, ci eravamo chiesti se da tutto quel pecorame emergesse qualche formaggio degno di menzione. Da un rapido giro di consultazioni con vari ministri dell'agricoltura, abbiamo appurato che la produzione casearia nella zona è abbastanza fiorente e qualitativamente egregia, al contrario della nostra conoscenza del mondo fuori dalle nostre anguste quattro mura. Compiti per le vacanze: assaggiare del Wensleydale, del Lacey's, dello Swaledale.

Marco Grassi

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