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Campionati Nazionali 2014: Démare, Schleck e tante altre bandierine - Il punto sui titoli assegnati all'estero

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In Francia Arnaud Démare (a destra) prevale su Nacer Bouhanni (a sinistra) © AFPChiuso ieri il capitolo campionati nazionali (su strada e a cronometro) in giro per il globo, è arrivato il momento di tirare un po' le somme di quanto accaduto nelle varie competizioni nazionali. Partendo dall'Italia, dove si è gareggiato sulle strade della Val di Non.

La corsa su strada ci ha regalato le lacrime di gioia di un Vincenzo Nibali che, a pochi giorni dall'inizio del Tour, sembra aver trovato la gamba giusta e questo, senza lasciarci andare a facili illusioni, ci fa comunque ben sperare per la tanto attesa Grande Boucle. Ma ci ha regalato anche uno splendido Davide Formolo, capace di rimanere alle costole del ben più esperto siciliano, nonostante la giovane età.

La corsa contro il tempo, invece, ci ha dato la conferma, dopo i successi di inizio stagione, di un Adriano Malori in forma e con tanta voglia di fare bene, in vista del mondiale di settembre (visto che lui al Tour non ci sarà).

Iniziando il nostro giro per l'Europa, capitiamo in Belgio dove, nonostante un percorso poco entusiasmante, la gara è stata incerta fino agli ultimi metri. La fuga che ha animato la corsa (in cui erano presenti nomi del calibro di Sep Vanmarke e Gert Steegmans), è stata ripresa negli ultimi 500 metri. Nella volata, lanciata dalla Lotto Belisol, il 25enne Jens Debusschere è riuscito a riprendere e superare Roy Jans, che ha dovuto accontentarsi della medaglia d'argento. Ma chi non si può accontentare, anzi ha deluso abbastanza, è Tom Boonen, apparso piuttosto in affanno (questa non sembra fino ad ora la sua annata migliore), che chiude solo al terzo posto. Insomma, sarà anche parte del podio ma il terzo gradino a uno come lui dovrebbe stare un po' stretto.

Nella vicina Olanda le cose sono andate molto diversamente. Sebastian Langeveld (in forze alla Garmin-Sharp) è riuscito, nei 15 km finali, a mettere i giusti secondi di distacco tra sé ed i suoi avversari tanto da arrivare tutto solo sul traguardo di Ootmarsum, facendo finalmente sua la tanto sospirata maglia di campione nazionale.

Sì, perché la leggenda narra che nel 2006 Sebastian, al suo primo anno da professionista, si lasciò battere sul traguardo da un ben più lento Michael Boogerd, in forze alla Rabobank, solo per poter passare l'anno successivo nella stessa squadra. Dietro di lui coglie un secondo posto, comunque di prestigio, Niki Terpstra (che la sua soddisfazione se l'è tolta quest'anno andando a vincere la ben più prestigiosa Parigi-Roubaix) e il compagno di squadra Wesley Kreder ha chiuso terzo. La maglia di campione nazionale a cronometro è andata, come da pronostico, a Tom Dumoulin.

Per concludere la carrellata sui paesi del Benelux, in Lussemburgo il maggiore dei fratelli Schleck, Fränk, va ad indossare a 34 anni la maglia di campione nazionale, cogliendo la prima vittoria dopo il ritorno alle gare. A fargli compagnia sul podio Ben Gastauer e il fratellino Andy.

Scendendo un po' più giù, in Francia, la corsa si è risolta allo sprint e si è giocata tutta in casa FDJ. Se qualcuno aveva qualche dubbio sulla scelta di Marc Madiot di portare al prossimo Tour de France Arnaud Démare e non Nacer Bouhanni (che ha concluso il Giro d'Italia con tre vittorie di tappa e la maglia rossa di leader della classifica a punti), dopo il risultato del campionato nazionale di certo ne avrà molti di meno. Nella ormai accesissima lotta tra i due gioielli dello sprint francese è stato infatti Démare a prevalere sull'ex pugile, coetaneo e compagno di squadra.

La faccia di Nacer a fine gara esprimeva tutto il disappunto e la rabbia per la sconfitta, resa ancora più bruciante perché è giunta da parte dell'acerrimo rivale (chissà quanta voglia avrebbe di prendere a pugni quel faccino pulito da primo della classe!). La convivenza tra i due nelle file della FDJ diventa sempre più insostenibile, per cui sembra ormai quasi certo il passaggio di Bouhanni alla Cofidis. Il terzo posto va a Kévin Reza del Team Europcar. Mentre nella corsa contro il tempo Sylvain Chavanel ha vinto il terzo titolo nazionale di fila (sesto della carriera).

Il dominio Movistar in Spagna non deve entusiasmare troppo i suoi tifosi. Lo scenario del ciclismo spagnolo è apparso, in questi campionati nazionali, piuttosto desolato. Se si mettono da parte le assenze importanti di Alberto Contador, Sámuel Sanchez e Joaquim Rodríguez (tutti e tre alle prese con le fasi finali della preparazione al Tour), quello che rimane delle due ruote iberiche è proprio la Movistar (l'unico altro corridore World Tour che ha partecipato alla prova su strada è stato Carlos Verona dell'Omega Pharma).

Il traguardo di Ponferrada ha visto l'arrivo in parata di Ion Izagirre e del compagno di squadra e capitano Alejandro Valverde, che, molto sportivamente, ha lasciato la vittoria al 25enne basco, visto che lui la sua maglia di campione nazionale se l'era già conquistata a cronometro venerdì, proprio davanti a Izagirre. Chiude il podio il promettente ciclista dell'Euskadi Carlos Barbero.

Se in Spagna i due compagni di squadra della Movistar hanno preferito l'arrivo in parata, altrettanto non si può dire di quanto accaduto in Gran Bretagna. Nello sprint finale i due compagni del Team Sky, Peter Kennaugh e Ben Swift, si sono dati battaglia fino all'ultimo metro, con la vittoria a sorpresa di Kennaugh (e meno male che aveva problemi di salute!) nonostante gli sforzi di Swift per tentare di staccare il compagno. Il terzo gradino del podio è occupato da Simon Yates dell'Orica. La cronometro, pare quasi scontato dirlo, è andata a Sir Bradley Wiggins che ha rifilato più di un minuto (1'08" per la precisione) al secondo classificato Geraint Thomas e 1'21" al campione uscente Alex Dowsett.

In Germania, su un percorso abbastanza impegnativo, il campione della Lotto Belisol, André Greipel, ha avuto la meglio in volata su un John Degenkolb che fino ad ora è apparso in grande spolvero, riconfermandosi così per il secondo anno consecutivo campione nazionale tedesco. Al terzo posto il giovanissimo Phil Bauhaus. Durante una corsa molto combattuta, ha tentato di imbroccare l'azione giusta il campione dell'Omega Pharma Tony Martin, che però, alla fine del weekend, ha dovuto accontentarsi del "solo" terzo titolo nazionale consecutivo a cronometro.

Saltando per un attimo dall'altra parte dell'Oceano Atlantico, in Canada troviamo Svein Tuft che si è reso protagonista di un'altra impresa che potremmo definire "into the wild" (anche se le condizioni di gara non erano proibitive come quelle delle sue imprese giovanili). La prima maglia rosa del Giro 2014, dopo aver vinto, senza lasciare ombra di dubbio (2'04" il distacco inflitto a Hugo Houle, arrivato secondo), la prova a cronometro di giovedì, si è involato in fuga per 120 km andando a tagliare tutto solo il traguardo e indossando così anche la maglia di campione nazionale su strada (l'ingordo!).

Tornando nel continente europeo, nell'ex Cecoslovacchia, per dare una maggiore competitività alle corse, i campionati delle due repubbliche sono stati come d'abitudine corsi insieme. Sul traguardo sono arrivati in trionfo Zdenek Stybar (Repubblica Ceca) e Peter Sagan (Slovacchia).

In Svizzera è stato Martin Elmiger a vincere il suo quarto titolo nazionale (dopo quelli del 2001, 2005 e 2010) davanti a Michael Albasini (vincitore di tre tappe all'ultimo Tour de Romandie) e Steve Morabito (che abbiamo visto ottimo gregario di Cadel Evans al Giro). La cronometro è stata vinta, senza sorprese, da Fabian Cancellara. Mentre nella vicina Austria si è riconfermato campione Riccardo Zoidl.

In Slovenia sorprende la non vittoria di Luka Mezgec che si è fatto battere dal meno quotato Matej Mugerli. In Portogallo Nelson Oliveira si è reso protagonista di una doppietta, vincendo sia la prova contro il tempo sia quella su strada. In Finlandia l'ennesimo titolo è andato a Jussi Veikkanen (ormai anche lui ha perso il conto di quanti ne ha vinti tra crono e strada).

Quasi tutti questi campioni li vedremo a breve, il 5 luglio, alla partenza da Leeds dell'edizione numero 101 del Tour de France. Dispiace non vedere tra questi i due campioni nazionali inglesi, Kennaugh (pare per problemi di salute) e Wiggins (i cui problemi sono invece di compatibilità con il capitano indiscusso Chris Froome). Dispiace anche l'assenza di Nacer Bouhanni, ma possiamo comprendere che Madiot abbia voluto evitare di fare a pugni con l'irascibile sprinter francese.

Marilù Calsolaro

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