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Giro d'Italia 2014: E l'Italia aspetta Aru sullo Zoncolan - Ma Rolland sarà un avversario tosto e imprevedibile | Cicloweb

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Giro d'Italia 2014: E l'Italia aspetta Aru sullo Zoncolan - Ma Rolland sarà un avversario tosto e imprevedibile

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Fabio Aru sommerso dall'affetto del pubblico sul Monte Grappa © Bettiniphoto

Se dovessimo individuare un elemento determinante per la riuscita spettacolare della tappa di domani, la più attesa (insieme a quella di Gavia e Stelvio) di tutto il Giro d'Italia, non faticheremmo a trovarlo nella figura di Pierre Rolland. Il francese è quello che più di tutti ha dimostrato di saper coniugare, in queste settimane, voglia di attaccare e pienezza della gamba: non ha paura di lanciarsi, il capitano della Europcar, e ha una condizione che gli sta permettendo di fare una classifica eccellente: dopo la tappa di ieri era sul podio, oggi ne è sceso essendo stato scavalcato da Fabio Aru dopo la cronoscalata, ma non è tipo che si darà facilmente per vinto.

Domani c'è una frazione durissima, non per la lunghezza (167 km), né per le condizioni estreme del meteo (anche se potrebbero scatenarsi delle perturbazioni, saremo lontanissimi dalla neve di Gavia e Stelvio), ma per il profilo altimetrico della seconda metà della tappa: superato il rifornimento di Enemonzo, si entrerà nel vivo per 75 km da togliere il respiro. Il Passo del Pura (9 km di ascesa, si scollina a 64 dal traguardo) sarà un antipasto durissimo, la successiva Sella Razzo, appena più morbida, potrebbe però essere un trampolino ideale, visto che dopo il suo Gpm ci saranno quasi 30 km di discesa e circa 5 di fondovalle prima dello Zoncolan, altrimenti ribattezzato Kaiser, vista la sua durezza. E nei 10 chilometri conclusivi della tappa il Giro troverà il suo vincitore.

Un vincitore che probabilmente sarà Nairo Quintana, non ci vuole il mago per scoprire che il colombiano della Movistar ha grandi possibilità di portare a casa la sua prima (e speriamo non ultima) corsa rosa: con oltre 3' di vantaggio sul secondo, il leader della generale non avrebbe bisogno nemmeno di attaccare, domani, anche se magari - dovessero esserci le giuste condizioni per lui - si lascerà tentare dal desiderio di una nuova impresa su una montagna tanto celebre.

Più sfumato il discorso relativo al podio, che riguarda almeno tre ma forse anche quattro corridori. Non di più, e ci permettiamo l'arbitrio di lasciare Majka fuori dalla contesa: il polacco, sesto a 6'59" da Quintana e a 3'11" dal terzo posto, sembra andare in calando, e non ce lo vediamo domani dare minuti a tutti i rivali.

I quattro coinvolti sono Urán, Aru, Rolland e Pozzovivo. Tra il primo e l'ultimo ballano 3'09". Aru sogna di rosicchiare i 41" che lo separano da Rigoberto e dal secondo posto, ma dovrà guardarsi le spalle da Rolland (che dovrebbe recuperare al sardo 1'38") e Pozzovivo (che è a 2'28" dal sospirato podio). Chi andasse in crisi sullo Zoncolan potrebbe dire addio al piazzamento importante, ma qui vogliamo fare un discorso diverso.

Magari prevarrà il timore reverenziale nei confronti del Kaiser, e quindi - come sempre in passato - ogni contesa sarà rimandata alle rampe dell'ultima salita. Non si è mai verificato, nei precedenti approdi alla montagna friulana, che qualcuno abbia attaccato da lontano e abbia poi conservato il margine. Perché stavolta dovrebbe o potrebbe essere diverso? Intanto perché il disegno della tappa, molto ben congegnato, potrebbe stuzzicare la fantasia di qualche avventuroso.

E poi - e qui ci riallacciamo alla riflessione iniziale - perché c'è questo Pierre Rolland che ha già dimostrato di avere l'immaginazione necessaria per tentare di far saltare il banco. Il francese potrebbe pensare che aspettare lo Zoncolan potrebbe significare lasciare il match point a corridori più abituati di lui allo sforzo breve e concentrato. Massimo esempio, Aru, che nelle precedenti tappe di montagna ha sempre dimostrato di sapersi gestire ottimamente e di avere uno spunto notevole nei finali in salita.

Arrivare insieme a lui ai primi chilometri dell'ascesa finale vorrebbe dire metterlo nelle condizioni migliori per difendersi egregiamente. Rendergli la corsa durissima già dalle prime due scalate potrebbe invece invertire gli equilibri. Posto che Urán sarà anche lui in difesa, e che Pozzovivo per indole non è tipo che se ne vada tutto solo a 50 km dal traguardo, Rolland avrebbe l'interesse a terremotare la corsa. Rischiando certamente molto, moltissimo: fare male i conti e ritrovarsi senza benzina a metà Zoncolan equivale a rimetterci minuti su minuti. Ma se Pierre non reputa il quarto posto finale un risultato per il quale fare le barricate, chissà. E una volta che il transalpino partisse su una delle prime due salite, lo lascerebbero andare? Qualcuno di importante lo seguirebbe? La corsa esploderebbe come accaduto martedì nella frazione di Val Martello?

Dal canto suo, Aru deve ovviamente sperare di arrivare nelle condizioni più stabili possibili allo Zoncolan, per avere la possibilità di tirare lui l'ultimo rigore. Fabio è ancora giovane, sta disputando un Giro molto giudizioso, oggi è stato strepitoso nella cronoscalata e domani dovrà curare un paio di avversari, non di più: Urán (nella speranza che il colombiano ceda e che gli lasci via libera per il secondo posto) e Rolland, appunto. Se il francese fa subito il "matto", tutto diventa imprevedibile; se aspetterà, tutto sarà più facile, anche perché poi la salita finale, sulla quale sono attese non meno di 100mila persone, sarà un tripudio per il sardo: i tifosi italiani hanno trovato un campioncino da seguire per i prossimi anni, e già oggi sul Grappa hanno dimostrato di poter essere un favoloso carburante per il quasi 24enne di Villacidro: non osiamo immaginare domani, gasati dal testa a testa diretto tra i big (quello che oggi nella crono non poteva esserci), quanto potranno spingere Aru coi loro incitamenti.

Quanto a Quintana, lui sembra fuori portata per tutti: starà a guardare o vorrà intervenire in prima persona nella battaglia? Onestamente, non vediamo l'ora di scoprire l'epilogo di questo bel romanzo.

Marco Grassi

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