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Giro d'Italia 2014: Adesso Urán rischia il sorpasso - Aru è vicino a Rigoberto. Rolland e Pozzovivo in cerca del podio | Cicloweb

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Giro d'Italia 2014: Adesso Urán rischia il sorpasso - Aru è vicino a Rigoberto. Rolland e Pozzovivo in cerca del podio

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Rigoberto Urán sulle rampe del Monte Grappa © Bettiniphoto

Con la cronoscalata del Monte Grappa Nairo Quintana ha messo in cassaforte quella maglia rosa che alla vigilia tutti o quasi prevedevano sarebbe finita proprio sulle sue spalle. Ha legittimato l'azione, discussa ma regolarissima, dello Stelvio, i distacchi di Val Martello. È l'uomo più forte, non c'è dubbio.

Il classe '90 colombiano si scontra però con un pari età, italiano, veste i colori dell'Astana: Fabio Aru. Anche il sardo, come Nairo, ha dimostrato, oggi più che a Montecampione e Panarotta, di essere una vera forza della natura quando la strada sale. E se la prima vittoria da dilettante Aru l'ottenne quassù, nella Bassano-Monte Grappa 2011, no sarà proprio un caso. Partito come capitano alla pari con Michele Scarponi, gli eventi (sfortunati per il marchigiano) e le salite l'hanno promosso.

Lo si credeva capace di stare nei primi dieci? Sì, anche nei primi cinque. La lotta per il podio era invece affare più arduo, ma Aru ora è, terzo, lì ad insidiare Rigoberto Urán, che si trova lontano da Quintana, ma pur sempre alle sue spalle. Sono 41" a separare Urán da Aru e con il tappone di domani (Passo del Pura e Sella Razzo prima dell'ultimo arrivo in salita sullo Zoncolan) non sembra un'impresa rosicchiare tanto al colombiano dell'Omega Pharma-Quick Step.

Chi pensava che Urán potesse risalire in generale, addirittura scavalcare la maglia rosa, lui che l'aveva vestita dalla crono di Barolo, era un illuso. Gli uomini da salita di questo Giro hanno ben altri cognomi, da Quintana ad Aru, da Majka a Pozzovivo, ma non Urán. Rigoberto ha avuto una condotta di gara, sulle tre settimane, impeccabile. Favorito dall'ottima cronosquadre dell'Omega a Belfast, s'è mantenuto sempre ai piani alti della generale, per dare la stoccata nella crono dei vini.

Lì ha guadagnato tutto il tempo che ora conserva, perché dopo, sulle salite, non ha fatto altro che accusare. Da tanti, tutti. E adesso Aru è lì che incalza. Lo Zoncolan non scaverà chissà quali solchi, ma tra Aru ed Urán ci sono quei miseri 41" che il sardo può guadagnare. Lo può fare perché è in forma, gasatissimo dopo i recenti exploit, adatto a queste tappe. Urán dovrà difendersi e basta, ma non sarà la cosa più facile del mondo dopo tre settimane corse veramente a tutta.

Se la sua opera di salvataggio del podio andrà a buon fine, eguaglierà il risultato personale del 2013, altrimenti peggiorerà: se di una o più posizioni è difficile da prevedere, anche se una corsa rosa fuori dal podio, per questo Urán che aveva dichiarato apertamente di puntare alla vittoria, sarebbe un fallimento totale. Non solo Aru ed Urán, escludendo ormai Quintana, a giocarsi le posizioni di rincalzo: Rolland e Pozzovivo su tutti aspirano a prendersi una fetta di podio, la tappa dello Zoncolan è l'ultima possibilità per ribaltare parzialmente la situazione.

Pierre Rolland, penalizzato dalla pessima cronosquadre della sua Europcar, è sempre stato in classifica, eppure ha attaccato. Quando poteva, Pierre era là davanti. Risultati buoni, piano piano. Finché ieri, sulla via verso Panarotta, ha approfittato della giornata non di Cadel Evans e s'è issato al terzo posto. Oggi l'incontenibile Aru l'ha di nuovo buttato giù ed ora il francese deve recuperare al sardo dell'Astana 1'38". Per la forma palesata da entrambi, sarà difficile che Rolland chiuda nei primi tre (a meno di clamorosi cali di Urán domani), e sì che se lo meriterebbe tanto.

Domenico Pozzovivo è poco più indietro, ma non troppo. In salita, fino a due terzi di Giro, sembrava quasi il più brillante. Quando sono arrivate le Alpi, il lucano della AG2R La Mondiale s'è un po' eclissato. Ora insegue il terzo posto di Aru a 2'28" (3'09" invece il ritardo da Urán), sul Grappa è andato bene ma non benissimo (5° a 2'24" da Quintana), i primi sono fuori dalla sua portata, come ha ammesso. L'attuale quinto posto sarebbe comunque per Pozzovivo il miglior risultato finale al Giro (ad oggi il best è rappresentato dall'ottavo posto del 2012), a 32 anni e con talenti come Aru e Quintana ben più che all'orizzonte è difficile migliorare.

Tra coloro che hanno davvero deluso non può non esserci Rafal Majka. Partito tre minuti prima di Aru, con lo stesso distacco del sardo rispetto a Quintana, il polacco della Tinkoff-Saxo ha ceduto di schianto. Dapprima un lungo che poteva costare caro, poi il cedimento sulla salita verso Cima Grappa, finché Aru l'ha messo nel mirino e superato in scioltezza. Botta al morale non da poco, per il giovane Rafal, sempre lì lì per spiccare il volo, mai incisivo veramente al Giro. Il podio è ora a 3'11", una chimera.

Se Cadel Evans risale dal nono al settimo posto, ma sempre con 9'25" da Quintana e 5'37" dal podio, impossibile solo da immaginare, chi subisce una piccola batosta è Wilco Kelderman. Andato già oltre le più rosee aspettative, il classe '91 della Belkin ha perso tempo sia a Val Martello ma soprattutto ieri, sulla strada verso il Rifugio Panarotta.

L'inversione di tendenza, per il giovanotto olandese, era impensabile verso Cima Grappa, dove non è mai stato in gioco: già a 53" da Urán in pianura, a 2'52" da Quintana al secondo intermedio, pagherà sul traguardo 4'52" alla maglia rosa. In classifica adesso è ottavo a 9'29" dal leader, mentre il podio per lui dista troppo, 5'41". Per la giovane età ha già fatto tanto, tornerà negli anni a venire, qui o al Tour, per dar battaglia ai vari Aru e Quintana.

Chi sulla discesa dello Stelvio, ma più in generale in quasi tutto il Giro, aveva dato buoni segnali, era stato Ryder Hesjedal. Il Grappa è stato fatakle anche al canadese che nel 2012 vince un Giro ben diverso: scende al decimo posto, addirittura raggiunto e superato da Pozzovivo. La maglia rosa è a oltre 10', il podio a 6'23".

Domani, sulle salite verso lo Zoncolan, non può che perdere terreno. Quintana, Urán ed Aru, con il sardo che può ragionevolmente superare il colombiano dell'Omega, mentre Rolland e Pozzovivo cercano di mettere la ciliegina sulla loro torta a forma di stivale rosa. E questa ciliegina si chiama podio.

Francesco Sulas

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