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Giro d'Italia 2014: Ulissi caduto, si rivede Moser - Buon lavoro della Bardiani per Battaglin

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Moreno Moser in fuga verso Savona © Bettiniphoto

Le uniche due vittorie italiane a questo Giro sono targate Diego Ulissi. Oggi a Savona si attendeva la fuga da lontano, ed in effetti era partita. In caso di rimescolamento delle carte, Dieguito sarebbe stato lì, pronto a dare la terza zampata. La discesa del Passo Cento Croci ci mette lo zampino: una caduta, Ulissi a terra, così come Puccio, Mori e Ratto, ed ecco che il ragazzo di Cecina dice addio sia alla possibile terza vittoria che alla top ten.

Perduti infatti 4'31" al traguardo, Ulissi patisce una botta al ginocchio e stasera si ritrova 21° a 6'04" da Cadel Evans. Un peccato per il giovane della Lampre che aveva trovato la giusta condizione, piazzando due stoccate a Viggiano e Montecopiolo. Esce di classifica, e chissà che non sia un grandissimo bene, visto che lui, alla graduatoria finale, non puntava. Almeno ufficialmente. Ulissi esce di classifica ma non dal Giro, cosa che potrebbe fare a giorni, se non a ore, Michele Scarponi.

Il marchigiano dell'Astana era stato ingaggiato dai kazaki per l'Obiettivo: aiutare Vincenzo Nibali a vincere il Tour. Non era impossibile, però, tentare la conquista della seconda maglia rosa, la prima su strada dopo quella vinta a tavolino nel 2011. L'Astana porta lui ed Aru, giovane rampante. Partono alla pari, poi Michele l'intenditore di GT cade a Cassino, picchia il costato. Gli costa la classifica, non così ad Aru, che diventa prima punta.

Soffre Michele, e per andare avanti così - pur aiutando il giovane sardo - con il Tour ancora da correre in luglio, meglio rivedere tutto. Prenderà il via alla crono? Partirà dal Giro una volta tagliato il traguardo di Barolo oppure resisterà stoicamente? Lo scopriremo a breve, ma è un peccato per Scarponi non aver nemmeno iniziato a correrlo, questo Giro, per colpa di quella caduta.

Chi invece ancora non s'era visto finora (ma diciamo proprio nella stagione, non nel solo Giro) è Moreno Moser. Dopo una prima stagione da sogno, lo scorso anno non s'è più visto, Strade Bianche a parte. Questo 2014 doveva essere un po' un rilancio, ma niente. Oggi, nella fuga dei 14, formatasi dopo innumerevoli tentativi di andare e andare ancora, il nipote di Francesco c'era. All'attraversamento di Genova aveva anche allungato insieme a Roche, Monsalve e Quéméneur, ma i dieci inseguitori si sono riportati su di lui.

La giornata era sì da fuga, ma qualcuno dietro era - giustamente - contrario. L'Androni-Venezuela di Gianni Savio non è riuscita a mettere un uomo uno in avanscoperta, ergo dopo il capoluogo ligure s'è messa pancia a terra a tirare per ridurre il gap. Operazione riuscita in pieno, tant'è che salendo verso Naso di Gatto Moreno Moser si era già rialzato. Pregevole il segnale del trentino, non ai livelli del 2012, di andare in fuga per poi salire del suo passo (chiuderà comunque al 6° posto).

Nella fuga c'era anche Francesco Manuel Bongiorno, della Bardiani. Lo scalatore che ha origini calabre ma vive a Fucecchio è stato uno degli ultimi ad arrendersi sull'ascesa di Naso di Gatto. Scattato con Roche, Preidler e Moreno, il Bardiani cede presto, ma da dietro Roberto Reverberi lancia Edoardo Zardini. Già vincitore al Giro del Trentino, si riporta in testa seguendo le orme di Arredondo, a caccia di punti Gpm, ma quando l'azione del colombiano si esaurisce si ricompatta il gruppo.

Si corre per Enrico Battaglin. Dettaglio non da poco che Michael Rogers scatti in discesa, con il beneplacito di Cadel Evans, australiano pure lui, e vada a vincere. I Bardiani, con Zardini, provano a riportare sotto il gruppo per Battaglin, ma alla fine Rogers arriverà da solo e Battaglin chiuderà con un terzo posto un po' beffardo.

Si diceva, poco sopra, del gran lavoro della Androni-Venezuela: lontana da una vittoria di tappa e fuori dalla fuga, la squadra del Principe ha lanciato su verso Naso di Gatto Franco Pellizotti. Il Delfino di Bibione, ormai fuori classifica, tenta la vittoria di tappa, guadagna qualcosa, salvo poi venir risucchiato dal gruppo. Il segnale l'ha dato, lui come Moser e Bongiorno, e sulle Alpi ci faranno divertire.

Da non dimenticare la bella prova di un Gianluca Brambilla sempre più concreto (oggi 5°) e che nell'Omega Pharma si sta ritagliando a poco a poco i suoi spazietti. La rosa di Urán, ancora da conquistare, viene prima di tutto, ma se il ragazzo di Bellano trova un allungo in discesa, una volata in cui si piazza quarto, va benissimo.

Per quanto riguarda casa Scinto, ossia la Neri-Alé, ha provato a mandare nella fuga dei 23, quella partita sul Cento Croci, Mauro Finetto. Alla fine collezionerà dei chilometri con Monsalve nel gruppo dei 14 e qualche caduto alle porte di Genova (Colli e Ponzi). Matteo Rabottini si vede verso Naso di Gatto, ma non incide, anche se chiude all'8° posto.

Per quanto riguarda la generale ed i nostri, possiamo contare su un paio di uomini, non di più. Vero che il capitolo che assegna la maglia rosa deve essere ancora scritto, ma da quanto visto finora Domenico Pozzovivo è il più pimpante. Ha saputo prendersi 30" sulla maglia rosa, è 4° a 1'20", ha una squadra che lo sorregge in maniera egregia. Le pendenze che a lui piacciono davvero devono ancora arrivare, vedremo come se la caverà.

C'è in secundis Fabio Aru, sardo classe '90, mingherlino, scalatore puro come Pozzovivo. Sesto in classifica a 1'39", pochi (nessuno?) passaggi a vuoto, un sostegno da parte dell'Astana che l'ha visto ricevere l'aiuto di un Michele Scarponi acciaccato, come detto. Può ambire ad una bellissima classifica, forse i suoi limiti non li conosce neppure lui. Li scoprirà strada facendo, da sabato in poi.

E ci dimentichiamo di Ivan Basso? Certo che no. In odor di passare ad altra squadra, il varesino oggi ha scalato la classifica generale di una posizione (per le sfortune di Ulissi, caduto e naufragato, ma Ivan è sempre là davanti). Ora è decimo a 2'01": diesel, forse non più quello dei tempi migliori, sa ad ogni modo preparare un appuntamento ed ha la squadra tutta per sé. Può fare davvero bene, vincere però è molto difficile.

Detto già di Brambilla, Pellizotti e Rabottini, tutti nei primi venti, si segnala un Damiano Cunego 22°, a 6'35" da Evans, appena una posizione dietro ad Ulissi. Ma oggi il veronese della Lampre c'era, ed ha chiuso 12°, facendosi vedere. Non farà classifica, come sperava, ma è lecito pensare di portare a casa una tappetta (o un tappone, chi lo sa).

Infine, in coda, chiudono fuori tempo massimo Davide Appollonio e Nicola Ruffoni, a 38'34" da Michael Rogers. Peccato, entrambi avrebbero avuto una manciata di occasioni per affermarsi, piazzarsi, mettersi in luce, da qui a Trieste.

Domani la crono, con Malori che, se non fosse caduto giù dal Cento Croci, come Ulissi, avrebbe potuto dire la sua (e non è stabilito che non lo faccia), mentre Cataldo, che su quel terreno ondulato se la cava a meraviglia, potrebbe stupire.

Francesco Sulas

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