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Giro d'Italia 2014: È anche il giorno dei coraggiosi - Arredondo e Pirazzi all'attacco da lontano, Rolland nel finale

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Anche tifosi bislacchi a incitare Pierre Rolland e Julián Arredondo © Bettiniphoto

La prima vera tappa di montagna di questo Giro d'Italia ha dato le prime importanti indicazioni sullo stato di forma dei favoriti per la vittoria finale, ma la presenza contemporaneamente di due salite di prima categoria ed una di seconda ha fatto scattare anche i primi movimenti convinti per andare a caccia della maglia azzurra dei gran premi della montagna: fino ad oggi la maglia era stata sempre stata indossata in gara da Maarten Tjallingii che se l'era conquistata con le due belle fughe iniziali e poi se l'è tenuta in prestito da Michael Matthews negli ultimi due giorni (l'australiano era al comando della classifica "di specialità" oltre che di quella generale).

Comprensibile quindi che fin dai primi chilometri fossero in tanti a voler andare in fuga, non solo per giochi tattici o per cercare la vittoria di tappa ma appunto anche per cominciare a collezionare punti pesanti sui Gpm: e così prima sono andati via in 16, poi da questo gruppetto si sono avvantaggiati Edvald Boasson Hagen (Sky), Mauro Finetto (Neri), Mattia Cattaneo (Lampre), Julián Arredondo (Trek), Eduard Vorganov (Katusha), Marco Bandiera (Androni), Perrig Quéméneur (Europcar), Julien Bérard (AG2R), Julián Quintero (Colombia) e Stefano Pirazzi (Bardiani). Un gruppetto molto ben assortito in cui non poteva mancare ovviamente il laziale Pirazzi, maglia azzurra del 2013 e rinato oggi dopo tutte le botte prese nelle cadute dei giorni scorsi: Stefano s'è fatto trovare pronto anche perché la sua classifica era già compromessa mentre il bis tra gli scalatori è un traguardo alla sua portata.

Quello visto oggi è stato il solito Pirazzi grintoso e dallo scatto fin troppo facile: è stato lui a fare selezione tra i fuggitivi sulle prime rampe del Carpegna ma purtroppo il corridore della Bardiani ha trovato sulla sua strada il colombiano Julián Arredondo, rivelazione dell'anno con la maglia della Trek che l'ha ingaggiato dal Team Nippo su segnalazione di Andrea Tonti. Al via da Belfast il capitano designato della Trek era il croato Kiserlovski, ma le attenzioni maggiori erano proprio su questo colombiano classe '88 che ha vissuto e corso per tanti anni nelle Marche: c'era grande curiosità per la sua prima grande corsa a tappe, a Viggiano era già lì a dare battaglia e poi la terribile sfortuna di Montecassino gli ha fatto perdere 18'30" e ogni speranza di ben figurare in classifica generale.

Secondo i piani di squadra Julián neanche sarebbe dovuto esserci in quella fuga perché con le sue caratteristiche avrebbe potuto fare molto bene anche nello scontro diretto con Diego Ulissi: una volta trovatosi davanti nella fuga iniziale a 16, però, Arrendondo ha deciso di insistere spinto dal fatto di essere quasi sulle strade di casa e ha dato un bel saggio delle sue capacità attaccando sul Carpegna da vero scalatore con il rapporto lungo e resistendo in testa fino a meno di 3 chilometri dall'arrivo.

La vittoria di tappa è sfumata, in compenso è arrivata la conquista della maglia azzurra con un totale di 47 punti dei quali 46 presi oggi tra Carpegna e Villaggio del Lago: Ulissi ne ha 35 ma la sua resistenza sulle grandi montagna è tutta da scoprire, Pirazzi ne ha 26, poi nell'ordine troviamo Kiserlovski (20) ed Evans (15) con Quintana più indietro a quota 10. Adesso non vediamo l'ora di scoprire cosa può essere in grado di fare Arredondo in una tappa di montagna senza andare in fuga da lontano perché la sensazione è che oggi avesse le gambe per restare molto vicino ai migliori, in più ha dimostrato di essere un corridore dotato di buona esplosività e senza timori reverenziali nei confronti di avversari e salite.

Un applauso se lo meritano comunque tutti gli altri corridori che hanno caratterizzato la fuga da lontano della tappa odierna. Partiamo dagli italiani perché Mauro Finetto è stato a lungo maglia rosa virtuale dopo che la Neri-Alé aveva mancato la fuga ieri per la prima volta; ma davanti c'erano anche Mattia Cattaneo che cerca di dimenticare i problemi fisici del 2013 e Marco Bandiera che ha cercato di dare visibilità ad un'Androni-Venezuela sempre generosa ma che quest'anno sta faticando a concretizzare. Tra gli stranieri Vorganov è stato il simbolo della voglia della Katusha di non arrendersi alla sfortuna, Boasson Hagen con la sua azione è riuscito a mascherare un po' i limiti di questa Sky per la generale, Quintero è un altro che si è formato da dilettante in Italia e spesso lo vediamo all'attacco, Bérard dopo la fuga ha ancora avuto forze per dare una mano a Pozzovivo nel gruppo dei migliori.

Un capitolo a parte per l'Europcar che oggi ha studiato molto bene la tattica di gara: la presenza nella fuga di Perrig Quéméneur non era casuale ed il francese è stato un fondamentale punto d'appoggio per Pierre Rolland dopo il suo attacco nella discesa del Carpegna. I due hanno percorso assieme il tratto prima dell'ascesa di Villaggio del Lago con Rolland che a quel punto s'è involato da solo a caccia di Arredondo: molto intelligentemente Rolland ha scelto di salire con il suo ritmo e avvicinarsi gradualmente al colombiano andandolo a prendere a poco meno di 3 chilometri dal traguardo; purtroppo per lui il suo sogno di vincere una tappa al Giro dopo le due al Tour de France s'è interrotto a meno di 500 metri dal termine. Ecco, Rolland sarà un corridore da tenere molto in considerazione in montagna: nella generale ha già 2'56" di ritardo da Evans, ma vuole vincere una tappa e non ha paura di attaccare dalla media, lunga o lunghissima distanza. E occhio a lui anche per la maglia azzurra, ha già vinto una maglia a pois in carriera.

Sebastiano Cipriani

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