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Giro d'Italia 2014: Cari aussie, da domani si gioca in difesa - Appennini, Evans vuole la rosa di Matthews. Che faranno Nairo&C?

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Cadel Evans e Michael Matthews si dovranno difendere sugli Appennini © Bettiniphoto

Dopo una settimana di pioggia e trasferimenti, di cadute e neutralizzazioni, di polemiche e ritiri, e dopo gli assaggi di Viggiano e Montecassino, domani si sale, e si sale seriamente. Il terreno di scontro, la salita di Carpegna, è quella strada su cui tanti (ma non troppi) anni fa Marco Pantani costruiva i suoi successi, con allenamenti certosini ma sempre legati alle sensazioni, alle risposte del fisico, anche agli umori del momento.

E quali saranno le risposte e gli umori - ma del gruppo - è anche ciò che cercheremo di capire nell'ottava tappa del Giro, da Foligno a Montecopiolo. Non lunghissima (179 km), ma una bella frazione appenninica, con 50 km finali tutti da seguire: la scalata al Cippo di Carpegna, divisa in due da un breve passaggio in piano, è lunga in totale 13 km; poi il finale, tra la scalata (più regolare) a Villaggio del Lago, e quella (molto dura nel finale) alla sede d'arrivo, promette di dare una bella shakerata alla classifica, di fungere da setaccio attraverso cui passeranno molti (non moltissimi) corridori che al momento occupano buone posizioni nella generale, ma che sono destinati a perdere fisiologicamente terreno nelle tappe altimetricamente più dure.

Il primo della lista è Michael Matthews: quello che Bling è riuscito a fare sui due precedenti arrivi all'insù è degno di menzione, visto che fino a qualche giorno fa erano in tanti a considerare l'australiano un semplice velocista o poco più. Invece su questi traguardi duri ma non durissimi la maglia rosa ha dimostrato che i panni dello sprinter gli stanno molto stretti, e che l'Australia può guardare a lui come a un nuovo Gerrans, a patto che il ragazzo confermi in futuro quanto di ottimo fatto vedere in questi giorni.

La tappa di domani però è decisamente troppo per Matthews: le salite da affrontare sono dure, lunghe, in sequenza, e tutto ciò porterà all'inevitabile resa per il simpatico corridore della Orica (ma lo ritroveremo più avanti su altri traguardi, visto che pare intenzionato a continuare a lottare per la maglia rossa della classifica a punti).

Alle spalle della maglia rosa, un altro australiano, Evans, è il primo dei cosiddetti big. Cadel ha 21" di ritardo da Matthews, ma conta più che altro quel che ha di vantaggio sugli altri favoriti: 57" su Urán, 1'04" su Majka, 1'30" su Aru (vittima di una foratura oggi, ma per sua fortuna l'incidente è avvenuto entro i 3 km dal traguardo, così il suo ritardo è stato neutralizzato come da regolamento), 1'45" su Basso, 1'47" su Quintana, 1'50" su Kelderman e Pozzovivo, 2'03" su Kiserlovski, 2'07" su Scarponi, 2'52" su Cunego, addirittura 4'18" su Hesjedal (se vogliamo ancora considerare il canadese uno dei pretendenti alla vittoria).

Al netto di tutti i discorsi sul farla pagare a Evans per l'attacco di Montecassino successivo alla caduta che ha terremotato il gruppo ieri, gli avversari avranno già di base molti stimoli per provare a mettere in difficoltà il leader in pectore di questo Giro: i secondi (o i minuti, per meglio dire) da recuperare sul cagnaccio della BMC sono parecchi, se consideriamo che la tappa appenninica di domenica ha un arrivo più dolce (e quindi più facilmente gestibile da Evans, almeno sulla carta), e che poi, dopo tre giorni interlocutori, verrà la crono a offrire a Cadel un'altra chance di guadagnare qualcosa su qualcuno.

Per questo motivo soprattutto chi è più lontano in classifica dovrebbe sentire la necessità di organizzare qualcosa già domani, per iniziare a risalire la china. Inutile negare che pensiamo magari a un Pozzovivo, ma anche allo stesso Nairo Quintana, che forse non pensava di potersi ritrovare dopo una settimana di Giro già con un gap di 2' da recuperare e coi postumi di qualche caduta da superare (anche lui tra i coinvolti ieri). Non è detto che un eventuale attacco di un grosso calibro non trovi il supporto di qualche altro bel nome più o meno in classifica (ad esempio Kiserlovski l'abbiamo visto voglioso di far qualcosa già ieri; e siamo tutti curiosi di vedere come si comporterà Kelderman).

Meno aspettative invece per Scarponi, che è alle prese coi postumi della caduta di Montecassino e che quindi probabilmente giocherà in difesa. Oltre che su Pozzovivo, l'Italia punta su Fabio Aru, che dovrebbe essere in netta crescita di condizione, e che si ritrova già nei 10 della generale (come peraltro Rabottini e Santaromita, i quali però domani potrebbero pagare qualcosa); l'altro tricolore che fa capolino nell'elenco dei primi 10 è quello associato al nome di Basso, decimo. Ivan sta carburando da buon diesel quale è sempre stato, da lui non potremo certamente aspettarci un attacco kamikaze che spacchi il Giro, ma c'è da scommettere che saprà restare attaccato a un treno buono (se non al migliore).

Dal canto suo Cadel ha una buona squadra che lo supporterà: Morabito ha già fatto ottime cose ieri, e non vanno dimenticati gli ottimi Quinziato e Oss visti anch'essi all'opera lungo l'ascesa a Montecassino; così come non va dimenticato Samuel Sánchez, che alla lunga risulterà un uomo fondamentale nelle economie della BMC. A voler essere cinici, c'è di buono per Evans che uno dei favoriti, Joaquim Rodríguez, non è più in gara: Purito avrebbe potuto attaccare in salita, e la sua assenza permetterà all'australiano di dover controllare un avversario pericoloso in meno.

In ogni caso, se dovessimo scommettere ancora oggi sul possibile vincitore del Giro, non punteremmo su Evans. Il motivo è semplice: già negli ultimi anni Cadel ha dimostrato di non riuscire a reggere al meglio le tre settimane, e per "al meglio" intendiamo "in maniera da poter vincere un GT". Lo scorso anno centrò il podio senz'altro grazie alla sua tenacia, ma anche perché un paio di tappe alpine vennero piallate (quella di Stevio e Gavia addirittura soppressa, quella delle Tre Cime di Lavaredo pesantemente decurtata di Costalunga, San Pellegrino e Giau), e nulla ci toglie dalla testa che su certe salite il capitano della BMC avrebbe pagato dazio.

Se comunque riuscirà a difendersi bene domani e a presentarsi in rosa all'inizio della seconda settimana, il Giro ne guadagnerà, visto che il personaggio è di quelli in grado di catalizzare attenzioni e simpatie (magari qualche simpatia in meno, dopo la tappa di ieri). Tra gli altri, ce ne sono diversi che hanno la possibilità di far saltare il banco, prima o poi: magari non già sugli Appennini, ma la lotta è più che mai aperta. Di sicuro da qui si entra in una fase della corsa rosa tutta nuova e diversa. E divertente, speriamo.

Marco Grassi

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