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Giro d'Italia 2014: Scarponi, caduta e mezzi sorrisi - Michele va in terra, ma alla fine rosicchia 11" agli altri big

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Michele Scarponi al foglio firma di Armagh © Bettiniphoto

Mancano 60 km alla fine della terza ed ultima tappa irlandese di questo Giro d'Italia e la pioggia sul gruppo è battente. Le strade, quando non bagnate, allagate, diventano tante piccole trappole. E prima o poi qualcuno ci casca. Ecco, a 60 km dall'arrivo di Dublino finiscono a terra, repentinamente, una quindicina di corrridori. C'è la maglia rosa, Michael Matthews, ma le due macchie più vistose sono quelle di Lampre ed Astana. I primi raccolgono Damiano Cunego, Mattia Cattaneo e Manuele Mori, poi ripartono. Il team kazako vede coinvolto il suo capitano, Michele Scarponi.

Con lui il comprimario di lusso Mikel Landa, Enrico Gasparotto, feritosi al volto, e Valerio Agnoli, che non appena terminata la tappa cinguetterà: «NO COMMENT! Costola ko!! Andiamo bene...prima o poi si cambierà la mia vita! Mah». Con uno dei migliori gregari in circolazione ridotto male e la prima caduta (augurandoci sia l'ultima) del Giro all'attivo, ci si aspetterebbe una giornata grigia come il cielo irlandese per Michele Scarponi. E invece l'Aquila di Filottrano può tranquillamente sorridere.

Il motivo è presto detto: sul traguardo si crea un buco tra il primo gruppo, quello di Kittel, per intenderci, ed il secondo, contenente buona parte dei big. Davanti troviamo, tra gli altri, Michele Scarponi (ma anche Rafal Majka, Robert Kiserlovski e Maxime Monfort). Rosicchiano ben 11" agli altri uomini della classifica, da Quintana ad Evans, da Aru, rimasto scoperto, a Basso ed Urán. Quattro uomini che stasera non saranno davanti a tutti gli altri big - anzi, devono recuperare terreno - ma possono lasciare l'Irlanda e sbarcare a Giovinazzo con il sorriso stampato in volto. La classifica virtuale limitata ai soli big vede al momento Urán guidare con 2" su Evans, 7" su Majka, 22" su Scarponi, 44" su Kiserlovski, 48" su Basso, 50" su Quintana, 53" su Kelderman e Pozzovivo, 1'15" su Cunego, 1'18" su Monfort, 1'28" su Rodríguez, 1'43" su Rolland, 3'21" su Hesjedal.

Tornando in casa Astana, Michele Scarponi poteva essere abbattuto, abbacchiato, rallentato, dopo il capitombolo. Invece no, chiude la tappa con un esiguo vantaggio. intendiamoci, non saranno certo questi 11" a decidere chi vincerà il Giro, non siamo di fronte ad un margine decisivo, ma il morale, pian piano, può salire. Certo, quando si inizierà a salire per davvero, su Appennini ed Alpi, si conteranno minuti, non certo secondi, ma c'è ancora tanta strada da percorrere.

Chi già ora i minuti li sta contando, e non perde occasione per farlo - sin dalla cronosquadre - sono gli uomini Katusha. A Belfast Purito Rodríguez e soci hanno perso 38" rispetto al diretto avversario Nairo Quintana, ieri Giampaolo Caruso a terra, oggi Dani Moreno, prezioso gregario di Purito, chiude a 2'34".

Stasera in classifica ha oltre quattro minuti, il suo Giro è finito prima di iniziare. Chi invece piano piano, zitto zitto, quatto quatto (ma soprattutto molto attento a non cadere nei buchi provocati), esce col sorriso da una giornata che sembrava davvero buia è Michele Scarponi.

Lui e Majka, abile scalatore polacco in forza alla Tinkoff-Saxo di Bjarne Riis, passano a pieni voti la prova dell'attenzione. Ora si rientra in Italia, da martedì si fa veramente sul serio. Ancora di più.

Francesco Sulas

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