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Amstel Gold Race 2014: Damiano, dopo gli alti, puntuali i bassi - Cunego, un rendimento che è a suo modo una certezza...

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Un'Amstel Gold Race deludente per Damiano Cunego © Bettiniphoto

«Ragazzi, che ve ne pare di un gioco di parole tipo Cuneberg contro Valverburg? Non sarebbe un bel titolo per la preview dell'Amstel?».

«Cioè, dando per assunta una cosa possibile - ovvero che Valverde vinca a Valkenburg - dobbiamo pure prenderne per buona una inverosimile, ovvero che Cunego faccia un numero sul Cauberg?».

«Proprio Valverde l'ha indicato come uno dei principali avversari, e Damiano al Giro dei Paesi Baschi si è dimostrato all'altezza dei più forti».

«Però in genere Cunego quando è particolarmente atteso tende a scomparire. Non ricordate alla Tirreno che corsa anonima che fece, dopo aver illuso i suoi tifosi con la bella prova alla Strade Bianche?».

«Sì, ma quella era stata una prestazione estemporanea di un giorno, qui invece viene da una settimana ad alto livello in Spagna».

«E sia, Cuneberg contro Valverburg, diamo credito al ragazzo, si è pure preso la sua brava paginata sulla Gazza, l'ennesimo ritorno del campione che fu...».

...E invece, a conti fatti, era meglio puntare su Gilbert. Però troppo facile, troppo scontato, tantopiù dopo la bella vittoria del vallone (tornato aerostatico) alla Freccia del Brabante di mercoledì; invece in casa Lampre il discorso poteva essere intrigante, con quelle tre punte (o sperabili punte) pronte a dividersi equamente i gradi di capitano: Amstel per Cunego (quello che sembrava al momento il più in forma), Freccia per Ulissi (su distanze più consone alle sue caratteristiche), Liegi per il più rodato - in questi ultimi anni - Rui Costa.

Se questo era il piano, bisogna richiamare in attività Hannibal Smith degli A-Team, per metterne a punto uno più efficace o almeno più funzionale. Perché se Rui Costa, dando un'impressione di crescita, ha chiuso oggi in coda al secondo gruppetto (17esimo), e se Ulissi, rimasto fino all'ultimo Cauberg coi migliori, ha poi perso del terreno nel finale portando a casa un mediocre 34esimo posto (che peggiora il 25esimo dell'anno scorso e che non fa ben sperare in vista della Flèche di mercoledì), Cunego è andato ancora peggio, non riuscendo a chiudere più su del 50esimo posto, in quella che col Lombardia è la "sua" classica.

E insomma, ce l'ha fatta un'altra volta, ci ha gabbati di nuovo: appena il suo nome circola un po' di più sui media all'approssimarsi di una gara, sia essa molto o poco importante, il biondo di Cerro Veronese si eclissa, tenendo fede a un teorema che inizia ad avere una reale valenza matematica, per quanto è dimostrabile in maniera lapalissiana: se lo aspetti, puoi star certo che non lo vedrai. Se non gli dai due centesimi di credito, magari ti sorprende.

È inutile andare a cercare spiegazioni arcane dietro ai su e giù di Damiano, sì, di sicuro la serenità dei familiari, tornati a vivere in Veneto dopo un anno e mezzo da pesci fuor d'acqua in Svizzera, conta molto nel tranquillizzare il corridore, ma non è questa la soluzione del quesito Cunego. Tra l'altro, arrivati a 32 anni (i suoi), non c'è più nemmeno troppo da alambiccare: Damiano è così, prendere o lasciare.

E se molti non si capacitano della sua parabola ciclistica, a molti altri invece lui piace o va comunque bene così (tra questi ci mettiamo i maggiorenti della Lampre, che gli hanno sempre confermato la fiducia): un corridore che una volta ogni tanto estrae dal cilindro la buona prestazione (sottolineiamo: buona prestazione. Quanto alle vittorie in corse di primo livello, quelle mancano dalla Vuelta 2009, nella quale conquistò due belle tappe). Tutto qui.

Ora Cunego eviterà certi numeri del passato (della serie: tra Amstel e Liegi vado a fare il Trentino), ma sarà ordinatamente al via della Freccia, mercoledì, e a questo punto non possiamo che sperare - per lui - che faccia letteralmente pena, sì da attirarsi lo sdegno di tifosi e appassionati, cadere di nuovo nel dimenticatoio e prepararsi così il terreno per l'inattesa improvvisa (ennesima) resurrezione sportiva alla Doyenne... Noi, nel nostro piccolo, possiamo solo promettere che sabato sera, nel titolo della preview, non faremo alcun riferimento a una fantomatica Damyenne...

Marco Grassi

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