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Tirreno-Adriatico 2014: Bardiani, è bravo chi studia di più - Marco Canola, i traguardi Gpm, il regolamento: un piccolo capolavoro

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Marco Canola tra la maglia verde e i baci delle miss alla Tirreno-Adriatico © BettiniphotoUn pensierino della sera lo vogliamo dedicare a una vicenda senz'altro minore della Tirreno-Adriatico, ma dotata pure di un certo interesse. Vogliamo parlare della Bardiani-CSF e del soliloquio che i suoi uomini hanno instaurato con la classifica del Gran Premio della Montagna. In una corsa in cui per gli uomini di Reverberi difficilmente ci sarà spazio ai massimi livelli (anche se oggi Pirazzi s'è fatto vedere nel finale), avere un corridore con la maglia verde di migliore scalatore (senza peraltro essere uno scalatore) è un piccolo capolavoro di tattica.

Lo spieghiamo nel dettaglio, perché la cosa merita un piccolo approfondimento. Oggi in fuga nella quarta tappa della corsa dei due mari c'era, insieme ad altri 5 coraggiosi, Filippo Fortin. Ora, che ci azzeccasse il promettente velocista all'attacco in una tappa con arrivo in salita, non sarebbe dato saperlo, almeno a prima vista. Senonché, se andiamo a vedere quel che è successo nelle pieghe di questa fuga, il disegno ci si manifesta in tutta la sua precisione.

Dopo una prima metà quasi completamente pianeggiante, la tappa si increspava nella seconda parte. E il primo dente di un certo livello corrispondeva alla salita di Forca di Cerro, svettante al km 152. È stato proprio in cima a questa salita che Fortin, urlando ai quattro venti "mi manda Canola!", ha sprintato al primo posto, col chiaro intento di togliere punti a eventuali avversari del suo compagno (Canola appunto), detentore della maglia verde di migliore scalatore.

Dice: non è troppo impegno, per una maglia che in genere vola via appena i big si danno battaglia sulle salite più dure, quelle che solitamente mettono in palio più punti? Esattamente no, carini: perché dovete sapere che in questa Tirreno non ci sono differenze tra i Gpm, e ogni traguardo in quota vale 5-3-2-1 punti per i primi 4 piazzati, sia esso un cavalcavia, sia esso il duro Passo Lanciano.

Benissimo ha quindi fatto Canola a razzolare tutto il razzolabile nei primi giorni (ha vinto 5 Gpm su 5 nella seconda e nella terza tappa), dato che ora si trova a 25 punti, e il secondo (Lutsenko, quello che era in fuga oggi) ne ha 8, come Teklehaymanot; e Contador che ha vinto a Cittareale ne ha quindi solo 5. Di fatto, con soli 4 Gpm ancora da affrontare, il corridore della Bardiani ha seriamente ipotecato il successo nella speciale classifica: per dire, Contador dovrebbe vincerli tutti e quattro per raggiungere Canola a 25 e superarlo in base al (presumibile) miglior piazzamento nella generale: molto difficile; quanto agli altri rivali (quelli che dovrebbero recuperare 17 punti), non ce li vediamo a vincere domani a Guardiagrele, sicché al massimo potranno totalizzare 15 punti... insomma, il 25enne vicentino badi a portare a termine la Tirreno senza rischi, che il suo traguardo l'ha già messo in cassaforte.

E diciamo che sì, tale traguardo arriva anche grazie all'impegno di Fortin, che oggi ha quasi sputato sangue (e lo conferma nell'intervista raccolta a fine tappa dal nostro Vivian Ghianni), ma ha tolto 2 punti proprio a Lutsenko, su quel traguardo di Forca di Cerro: magia dell'aritmetica, si tratta proprio dei 2 punti che serviranno a Canola per avere la certezza di conquistare la maglia verde. E arriva, il traguardo in questione, anche grazie all'aiuto di Nicola Boem, prezioso supporto per Canola nella mezza fuga di ieri (quando il vicentino s'è rialzato dopo aver vinto i due Gpm).

Non è difficile vedere, in questa vicenda, la longa manus del team manager Roberto Reverberi, che probabilmente ha studiato il regolamento di corsa meglio di altri team manager, notando l'importanza di ogni singolo traguardo Gpm e spingendo il suo Canola alla cavalcata che lo porterà al successo finale nella speciale classifica; lui, il ragazzo, anche se una corsa l'ha pure vinta (una tappa del Langkawi 2012), è fin qui ricordato soprattutto per aver sfiorato un successo di tappa al Giro 2013, a Matera: quel giorno Marco si era trovato quasi casualmente in testa alla gara nell'ultimo chilometro, e provò in tutti i modi a resistere al ritorno del gruppo, ma venne inesorabilmente risucchiato in dirittura d'arrivo (vinse Degenkolb).

Stavolta invece il veneto non rischia di essere bruciato in volata: l'ha lanciata lunga ma l'ha lanciata benissimo, e può contare su dei compagni che hanno dimostrato (Fortin oggi) di sapergli guardare le spalle ottimamente. Si chiama, tutto ciò, gioco di squadra. Bravo chi lo fa, e bravo chi studia!

Marco Grassi

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