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Parigi-Nizza 2014: Hofland nel nome di Argentin - Pasticcio Meersman, Bouhanni resta leader | Cicloweb

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Parigi-Nizza 2014: Hofland nel nome di Argentin - Pasticcio Meersman, Bouhanni resta leader

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Moreno Hofland precede John Degenkolb e Nacer Bouhanni nella seconda tappa della Parigi-Nizza © BettiniphotoUno degli aspetti più divertenti e intriganti del ciclismo (ma fondamentalmente vale per ogni altro sport) è la scoperta dei nuovi talenti, dei giovani che si affacciano sulle ribalte principali, degli atleti che promettono di diventare protagonisti negli anni a venire. In questo primo scorcio di stagione abbiamo avuto modo di apprezzare ad esempio le qualità di Moreno Hofland, che ha 22 anni, corre per il secondo anno nella Belkin, e si prospetta come un velocista che da qui a un decennio conquisterà molte vittorie.

Quand'era più giovane andava benino anche nelle crono brevi (in questo ricorda Kittel), ma il passaggio al professionismo, dopo tre anni di bella gavetta nella Rabobank Continental (in cui ha incrociato il cammino di gente come Kelderman, Slagter, Markus, Wesley Kreder), l'ha visto perfezionarsi in maniera decisiva sulle volate (non che prima andasse piano, in passato ha conquistato anche un paio di tappe al Tour de l'Avenir). Ha fatto filotto lo scorso ottobre al Tour of Hainan (tre successi di tappa, tre secondi posti più la classifica generale), rompendo così il ghiaccio nella categoria superiore. E ha ripreso il discorso con la vittoria assai presto in questo 2014, imponendosi prima in una tappa della Ruta del Sol, e poi, oggi, nella seconda frazione della Parigi-Nizza.

In mezzo a queste due vittorie ha trovato anche modo di esprimersi quasi al meglio alle sue latitudini (lui è olandese, qui parliamo di Belgio, ma ciclisticamente la sostanza non cambia), cogliendo il secondo posto alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne alle spalle di un mostro sacro come Tom Boonen. E di un altro mostro sacro porta con sé il ricordo, stampato sulla carta d'identità alla voce "naam"; ovvero "nome", ovvero "Moreno", che per chi mastica di ciclismo da classiche può essere accoppiato solo al cognome "Argentin".

«Sì, mio padre è stato un grande tifoso di Argentin e più in generale lo è dei campioni italiani», dichiarava lui stesso ammettendo l'omaggio onomastico che a questo punto diventa anche un auspicio, visto che il ragazzo nel grande ciclismo ci è arrivato, e sta iniziando a cogliere dei bei risultati.

Quello di Saint-Georges-sur-Baulche, sede d'arrivo della tappa partita a Rambouillet e lunga 205 km, è stato ottenuto battendo due avversari tosti e veloci come John Degenkolb e Nacer Bouhanni (per restare a quelli del podio di tappa: ma più dietro sono finiti uomini come Kristoff, Hushovd, Coquard). Tutta la tappa si era svolta col gruppo impegnato a inseguire i due fuggitivi di giornata, partiti al km 2.5. Anthony Delaplace e Aleksejs Saramotins hanno messo insieme 11'30" di vantaggio massimo (toccato al km 31), prima che il lavoro dei team dei velocisti (Omega Pharma e FDJ, e poi nel finale anche Giant e Orica) limasse progressivamente quel margine.

Intanto, con la classifica corta e Gianni Meersman ad appena 1" dal leader Bouhanni, era chiaro che ai due traguardi volanti di giornata qualcosa sarebbe successo. Proprio Boonen in persona si è speso per aiutare il compagno Meersman a sprintare (al terzo posto, alle spalle dei due fuggitivi) e a conquistare 1+1" di abbuono, il che ha permesso al belga di scavalcare Bouhanni prima dell'atteso volatone finale.

A 10 km dal traguardo, però, il diavolo ci ha messo la coda, e ha fatto cadere Meersman (insieme a Farrar, Boasson Hagen, Albasini, Matthews e Boom, che ha riportato la peggio, ovvero una lieve frattura al gomito destro: domani Lars si sottoporrà ad esami direttamente in Olanda); il belga ha così perso con gli interessi quanto aveva faticosamente messo in cascina. Allora non ci ha visto più dalla rabbia (agonistica), e, rimessosi in sella, si è lanciato in un furioso dietromacchina, volando a 70 orari nella scia dell'ammiraglia guidata dal suo ds Wilfried Peeters, il tutto sotto gli occhi delle telecamere.

Quando, proprio agli ultimi 2 km, Gianni ha iniziato a intravedere la coda del gruppo, per lui sembrava fatta, tantopiù che un suo compagno che si era staccato dalla testa della corsa gli ha pure dato un cambio all'americana per facilitare il suo rientro; ma il buon Meersman non aveva considerato due cose: la prima, è che il plotone si è frazionato in più tronconi nel finale, e lui non è riuscito a risalire fino al primo, sicché al traguardo ha perso 18" da Bouhanni; la seconda, che avrebbe tagliato comunque la testa al toro, è che la giuria non poteva proprio far finta di niente, sicché l'ha poi penalizzato di 1'10", buttandolo definitivamente lontano in classifica.

Mentre Meersman viveva tutte queste avventure, la fuga del giorno finiva con Saramotins che, dopo aver staccato Delaplace ai -12, veniva a sua volta ripreso a 3.5 km dalla fine; quanto alla volata, la Giant ha messo il suo treno a guidare il gruppo, ma nel turbinio di cambi in testa abbiamo visto pure Nibali, per un attimo; una caduta ai 600 metri ha coinvolto Wackermann e Tsatevich, e poco dopo Hofland era già lì a sprintare, prendendo la volata in testa e difendendosi molto bene dal ritorno di Degenkolb e Bouhanni.

La classifica vede lo sprinter francese della FDJ al comando con 2" su Degenkolb, 4" su Hofland, 13" su Thomas, 14" su un gruppetto guidato da Coquard, Rojas e Kristoff. Il migliore dei nostri al momento è Marco Marcato, undicesimo a 14" pure lui (è stato anche 15esimo di tappa), ma ovviamente la classifica è quantomai instabile, e pronta a vivere anche domani una giornata sul filo di abbuoni e traguardi volanti: la terza tappa, da Toucy all'autodromo di Magny-Cours si risolverà in 180 km per velocisti.

Marco Grassi

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