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Coppa del Mondo Nommay WE 2014: Vos, altro pianeta. E va questa Lechner... - Marianne domina, Eva è 3a. Compton ritirata

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Marianne Vos sul podio di Nommay, tra Helen Wyman ed Eva Lechner © Sport.beForse non è esatto affermare che Marianne Vos è tornata. Meglio: quando un Mondiale si avvicina, la Cannibale tout terrain si scatena. In una Coppa del Mondo dominata da Katie Compton, Marianne Vos aveva esultato solamente nella prima prova, in Olanda, sul suo Cauberg.

Tra una settimana, sempre in Olanda, ad Hoogerheide, ci si giocherà la maglia iridata e Marianne Vos, che dal rientro di Namur in Coppa del Mondo era sempre stata appena alle spalle di Katie Compton, alza la voce. Ed il ritmo.

Dal 5 gennaio, quando si corse a Roma, la Vos ha vinto altri tre cross, incluso il Campionato nazionale.

Oggi, nell'ultima tappa della challenge Uci, la sei volte iridata ha gareggiato praticamente da sola. Vero, la Compton dopo solo un giro ha dovuto abbandonare in preda all'asma, ma a quel punto Marianne Vos era già fuggita. Una vittoria che non significa poco, per l'olandese, in prospettiva Mondiale.

E sì che la corsa della Vos non era iniziata nel migliore dei modi: prima curva, in scia alla compagna di squadra Sabrina Stultiens, scattata come un fulmine. Prima scalinata, Stultiens e Vos davanti a tutte, con l'iridata che scivola e prende una mezza facciata. Si rialza come se niente fosse e si riporta sulla Campionessa d'Europa Helen Wyman, che nel frattempo è passata in testa.

Vos e Wyman, Compton e Cant ad inseguire, con la Campionessa belga frenata da un problema meccanico. Rimonterà. Eva Lechner è subito dietro. Basta una lieve discesa su un percorso che, oltre ad essere piuttosto deserto, non offre troppi spunti interessanti, per frenare la Wyman. È naturale che Marianne Vos ai freni nemmeno pensi, e così va in testa. Definitivamente.

Marianne s'è allenata ed ha corso. Il colpo di pedale è ben diverso da quello di un paio di settimane fa, quando boccheggiava per provare a tener la scia della Compton (senza riuscirvi). È questa la vera Vos. Katie Compton è poco dietro ed al primo passaggio sotto al traguardo la statunitense è terza. Vos guida davanti a Wyman, staccata già di 30", quindi Compton a 32".

Ma oggi la vincitrice della Coppa del Mondo è in affanno: Eva Lechner e Nikki Harris la passano facilmente, mentre lei, poco dopo il traguardo si ferma. Il ritiro è questione di minuti, quando la Compton capisce che l'asma non le avrebbe permesso di andar oltre. Fortuna per lei che la Coppa era già al sicuro.

Davanti il monologo della Vos, che lancia, rilancia, scatta, prende rischi, è iniziato da un pezzo. Dietro la Wyman gestisce un esiguo vantaggio sulla nostra Eva Lechner. Nikki Harris perde posizioni e si ritrova insieme a Sanne Cant. Alla conclusione della seconda tornata Vos ha 46" su Wyman, 53" su Lechner, quindi troviamo Cant, Harris e, più indietro, Ellen Van Loy.

Proprio quando l'aggancio di Eva Lechner ad Helen Wyman pare cosa fatta, ecco che l'altoatesina di Appiano cade prima della scala, per colpa del terreno eccessivamente fangoso. Risale prontamente in sella ma ormai la Wyman è andata.

La Vos chiude il terzo giro in leggera flessione: 8'53" il suo tempo (il giro veloce è stato il primo, 8'37"), sempre meglio del resto del gruppo, con la seconda che viaggia in 9' e spiccioli. L'olandese transita sul traguardo in pieno sforzo, con 1'02" su Helen Wyman, 1'12" su Eva Lechner, 1'21" su Nikki Harris, 1'29" su Sanne Cant ed 1'34" su Ellen Van Loy. Alice Maria Arzuffi fa sperare, passando in decima posizione a 2'08": perderà terreno e posizioni nelle due tornate finali.

La musica non cambia nella quarta tornata, mentre i distacchi pian piano si dilatano. La Wyman è a 1'16" dalla Vos, la Lechner a 1'30", la Cant ha raggiunto la Harris a 1'51", la Van Loy perde 2'07". L'ultimo giro è come una passerella per la Vos, che affamata di vittorie pesanti non cede troppo (anche se viaggia con il tempo più alto tra quelli da lei fatti registrare) e va a vincere in solitaria. Helen Wyman esulta moderatamente, tagliando il traguardo dopo 1'32", mentre Eva Lechner, che dopo il bronzo di Roma si ripete, arriva a braccia alzate, come se avesse vinto: 1'46" il distacco della Campionessa italiana.

Sanne Cant, autrice di un bel recupero dopo i problemi del primo giro, è quarta a 2'08". La segue Nikki Harris a 2'19", con Ellen Van Loy, targata Telnet-Fidea così come la britannica, sesta a 2'46". Kaitlin Antonneau è settima a 2'54", Hanka Kupfernagel, dall'alto dei suoi quasi 40 anni (festeggia il prossimo 16 marzo), ottava a 3'33", Sophie De Boer, che ha fatto una grandissima rimonta (al secondo giro era 21a), chiude nona a 3'37". La francese Marlène Morel Petitgirard chiude la top ten con un distacco dalla Vos di 3'40".

Le italiane oggi in gara mandano messaggi importanti in vista di sabato prossimo, quando si correrà per la maglia iridata: Eva Lechner non è certo una scoperta. In quattro tappe di Coppa disputate (la prima a Namur) ha raccolto un 4° posto (appunto a Namur), un 11° (a Zolder) e due medaglie di bronzo tra Roma e Nommay. È la primissima punta del CT Fausto Scotti, sa come potrebbe arrivare sul podio iridato, o comunque rimanere a ridosso delle primissime. Il terzo posto di oggi è solo l'ennesima conferma.

Alice Maria Arzuffi, così come la Lechner, non la scopriamo certo oggi. Era tra le prime dieci dopo tre giri, poi ha ceduto ma ha portato a casa un 13° posto molto, molto importante. A 19 anni rappresenta senza dubbio il futuro dell'Italia nel ciclocross.

Discorso analogo per Francesca Cauz, oggi non davanti: ha chiuso infatti al 21° posto, staccata di 4'43", ma viene dalle vittorie dello scorso fine settimana a Scorzè ed al Gran premio Mamma e Papà Guerciotti. Più indietro Elena Valentini, oggi 35a a 7'37", ma che correndo da inizio stagione nel fango può senza dubbio essere arrivata a fine stagione un po' scarica. Infine Chiara Teocchi, classe '96 bergamasca, alla quale si chiedeva solamente di accumulare più esperienza possibile, chiude 42a a 8'59" dalla Vos.

La Coppa del Mondo si chiude con la vittoria nella classifica finale di Katie Compton, oggi sfortunata protagonista, che bissa il successo del 2013. La statunitense ha vinto cinque delle sette prove in programma, lasciando alla Vos le tappe di Valkenburg e Nommay, piegandola a Namur, Zolder e Roma. Compton chiude a quota 350, davanti a Nikki Harris, a 284, e Marianne Vos, a 270. Sanne Cant è quarta a 261, quindi Wyman, Van Loy, Lechner, Chainel-Lefevre (oggi non partita), De Boer ed Havlikova.

Una Coppa che, tutto sommato, è stata noiosetta, scontata, senza che Katie Compton (o Marianne Vos, quand'è stato il caso) vedesse insidiata la sua vittoria, fosse di tappa o della generale. Ci hanno pensato l'olandese e la nostra Eva Lechner a rianimare un po' una competizione che in campo femminile è stata più che mai scontata.

Proprio Vos e Lechner, tra una settimana, saranno le osservate speciali (insieme a Compton, certo, Wyman, Harris...): la prima perché ad Hoogerheide, dove tra l'altro ha già conquistato la maglia iridata nel 2009 (davanti a Kupfernagel e Compton), correrà in casa, con una pressione particolare (negli ultimi 2-3 anni mai era arrivata ad un Mondiale senza la sicurezza di dominarlo), con una Compton da battere, senza se e senza ma.

La seconda, Eva Lechner, perché ad Hoogerheide è l'unica reale speranza dell'Italia, forse insieme a Gioele Bertolini, di ottenere una medaglia. La biker prestata al cross ha fatto vedere come si conquista un posto sul podio. Adesso ha sei giorni per ripassare la lezione in vista del saggio, nel quale è richiesta, oltre che fortuna, perfezione.

Francesco Sulas

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