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Coppa del Mondo Nommay 2014: Meeusen-Mourey, si chiude in volata - Van Der Haar vince la Coppa su Walsleben. Lontani gli azzurri | Cicloweb

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Coppa del Mondo Nommay 2014: Meeusen-Mourey, si chiude in volata - Van Der Haar vince la Coppa su Walsleben. Lontani gli azzurri

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Il momento in cui Tom Meeusen sta per superare allo sprint Francis Mourey a Nommay © Sport.be-BelgaFaremmo un torto al senso dello sport - ovvero quello che ci suggerisce che in una competizione tutto può sempre succedere, almeno teoricamente - se dicessimo che la Coppa del Mondo era già virtualmente assegnata prima della prova conclusiva in programma oggi a Nommay, in Francia. Ma di fatto era così, visto che il leader Van Der Haar partiva con 54 punti di vantaggio su Albert secondo e 63 su Walsleben terzo... avrebbe dovuto veramente fare una prova disastrosa (o molto sfortunata), l'olandesino, per farsi soffiare il titolo da sotto al naso.

A ciò, aggiungiamo anche il particolare posizionamento in calendario della gara di Nommay: a una settimana esatta dal Mondiale di Hoogerheide, era lecito attendersi molte prove sottotono da parte di chi punta forte all'appuntamento iridato. Non a caso, Sven Nys non ha neanche preso il via, oggi in Francia (si sta allenando in Spagna), e Niels Albert, che pure avrebbe avuto più di una ragione per provare ad essere protagonista oggi, ha giocato a fare il fantasmino: chi l'ha visto?

Ne è conseguita una gara in cui ad avere la ribalta sono state alcune individualità di non primissima fascia, per quanto di assoluto livello e di notevole coinvolgimento nella lotta per la Coppa del Mondo. Sin dal primo giro s'è capito chi faceva sul serio e chi era sul circuito per fare da tappezzeria, e nella prima categoria rientrava Tom Meeusen, che è stato il primo a proporre un attacco e a prendere qualche secondo su un folto gruppetto, transitando in solitaria al primo passaggio dal traguardo. Ovviamente non era pensabile che il corridore della Telenet-Fidea si sciroppasse tutta la gara da solo, e infatti nel secondo giro su di lui sono rientrati il giovane compagno Van Kessel e il tedesco Walsleben, il quale - vista la scarsa vena del compagno e capitano Albert - ha avuto la libertà di far la propria gara.

E ci ha creduto davvero, il 26enne della BKCP terzo in classifica, visto che Van Der Haar rimaneva intruppato nelle retrovie: tanto valeva provare a far saltare il banco, sicché nel terzo giro Philipp è partito all'attacco (lanciandosi "all'americana" con un albero in curva...), facendo saltare Van Kessel. Meeusen, dopo aver dato spazio, si è rifatto sotto a fine giro, e al terzo passaggio i due battistrada avevano 7" su Francis Mourey, il quale già dalla fine della seconda tornata si era isolato all'inseguimento dei primi. Il corridore della FDJ, già vincitore in Coppa a Namûr, sentiva particolarmente la gara, e ci teneva a regalare una gioia ai tifosi di casa, nell'unica prova francese della challenge.

Al quarto giro Walsleben ha riproposto un allungo, e stavolta ha insistito più a lungo, tanto da rimanere da solo al comando per un paio di tornate; alla fine del quinto giro, però, Mourey (che intanto aveva ripreso Meeusen e aveva pure provato a staccarlo) si è rifatto sotto insieme al belga, e il terzetto si è accinto a giocarsi la vittoria negli ultimi tre giri, visto che il vantaggio sugli inseguitori continuava a crescere. Tra quelli dietro, nel frattempo, Van Der Haar e Pauwels avevano staccato gli altri, rimanendo in coppia a circa mezzo minuto dai battistrada.

Se il sesto giro ha visto Mourey forzare a più riprese, costringendo Meeusen a un continuo elastico, nella settima tornata è stato nuovamente Walsleben ad allungare, e ancora una volta Mourey è stato il più reattivo, con Meeusen che ha faticato molto di più a riportarsi sotto, riuscendo nell'impresa nella parte finale del circuito, più scorrevole (ma in generale il percorso non era particolarmente esaltante e sarà ricordato come il meno tecnico della CDM, dopo quello di Roma).

A metà dell'ottavo e ultimo giro, Mourey ha tentato per l'ultima volta di andarsene da solo, ma in quest'occasione è stato Meeusen a guidare la riscossa, chiudendo insieme a Pauwels giusto in tempo per preparare la volata a tre che avrebbe assegnato la vittoria. Sul breve rettilineo conclusivo, Walsleben ha subito perso la ruota dei due avversari, mentre Mourey impostava lo sprint in testa. Meeusen, dotato di eccellente tempismo, è uscito dalla ruota del francese a meno di 100 metri dalla fine, e ha avuto la meglio dopo un appassionante testa a testa. Mourey non ci stava proprio a perdere, ma ha dovuto cedere alla maggior velocità (o tenacia?) di Meeusen. Walsleben ha chiuso a 6", e a 1'02" è arrivato, esultando pure lui per il successo in CDM, Van Der Haar. Pauwels, staccato dall'olandese nell'ultimo giro, ha chiuso in calando e si è fatto superare pure da Simunek, piazzatosi al sesto posto; alle spalle di Kevin, Bosmans, Peeters, Bart Aernouts e Vantornout hanno completato la top ten. Albert non è andato oltre uno scialbo 12esimo posto.

Poca gloria per gli italiani, a dispetto di un circuito che poteva essere loro più favorevole di altri: Enrico Franzoi, che pure nella prima parte della Coppa del Mondo si trovava tra i primi 10 della classifica, ha chiuso appena 16esimo, mentre più incoraggiante è stata la prestazione di Bryan Falaschi, che ha portato a casa un 18esimo posto.

La classifica finale vede Van Der Haar vincere - come detto - la Coppa con 467 punti, davanti a Walsleben con 409, Albert con 392, Pauwels con 363 e Mourey con 340. Il primo degli azzurri è Franzoi, 13esimo con 253 punti; per trovarne altri, bisogna scendere fino al 42esimo posto di Marco Ponta e al 49esimo di Falaschi. Finita la CDM, e nell'attesa che febbraio decida anche le altre challenge maggiori (Superprestige e Bpost Bank Trofee), ora ci si può proiettare sul Mondiale del prossimo fine settimana. I favoriti sono i "soliti" Nys (campione uscente) e Albert, ma occhio anche a Van Der Haar, che correrà in casa e che a 22 anni ha già dimostrato, vincendo per l'appunto la CDM, di non temere il confronto coi mostri sacri della disciplina.

Marco Grassi

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