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Tour Down Under 2014: Ottimo lavoro, mister Cadel - Saggio di Evans, ora anche leader. Ulissi terzo di tappa e in classifica | Cicloweb

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Tour Down Under 2014: Ottimo lavoro, mister Cadel - Saggio di Evans, ora anche leader. Ulissi terzo di tappa e in classifica

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La sobria esultanza di Cadel Evans a Campbelltown © www.abc.net.auUn Cadel Evans così tirato a lucido come quello che sta dando saggio di sé al Tour Down Under 2014 - lo ammettiamo candidamente - non pensavamo di vederlo. È vero che ancora l'anno scorso il veterano australiano riusciva a conquistare un podio al Giro d'Italia, ma dopo il suo Tour segnato da un rovescio dietro l'altro non ci saremmo stupiti se alla fine della stagione avesse deciso di ritirarsi. E invece, alle soglie dei 37 anni, è ancora qui a lottare, a preparare un altro anno da protagonista prima ancora che da professionista. Lo rivedremo al Giro, e se sarà la naturale evoluzione di ciò che stiamo vedendo agli albori della stagione, saprà dire la sua una volta di più.

Del resto, che fosse la giornata dei grandi vecchi, al TDU, lo si era capito sin dalle primissime battute: dopo che al km 0 Travis Meyer (ancora Drapac sugli scudi) si era avvantaggiato, e dopo che era stato raggiunto da Grivko e Cousin, con poche pedalate un quarto uomo ha chiuso il subitaneo gap aperto dal terzetto (parliamo di un minutino), portandosi sui primi al km 7; quell'uomo altri non era se non Jens Voigt, 42 anni e non sentirli. Il drappello dei quattro fuggitivi non ha avuto più di 2'40" di vantaggio massimo (limite raggiunto già al km 14), e poi è rimasto a galleggiare a lungo con poco più di un paio di minuti sul gruppo tirato dalla Orica del leader Gerrans.

Al km 92 (a 53 dalla fine) Cousin, esaurite le energie di questo allenamento attivo, si è lasciato sfilare dal quartetto; gli altri tre hanno resistito fino a 16 km dalla fine, e sono stati ripresi dal plotone impegnato in una serie di grandi manovre, con Omega Pharma e Sky ad alternarsi in testa. Quando, poco dopo, è subentrata la BMC a controllare l'avanguardia del gruppo, si è capito che anche Evans sarebbe stato della partita, oltre agli attesi Porte, Ulissi e Gerrans.

Inutile dire che il momento dirimente della giornata sarebbe stato quello della scalata alla breve salita di Montacute, dai -10 ai -7 al traguardo. Non certo una rampa da grimpeur puri, eppure abbastanza insidiosa da permettere che la progressione di qualcuno potesse fare la differenza. La Sky ha iniziato a preparare, con Stannard, il terreno per l'attacco di Richie Porte, ma subito la BMC si è di nuovo impossessata della scena, con Morabito a tirare per un chilometro abbondante per Evans che scalpitava alla sua ruota. Cadel è partito a poco più di un chilometro e mezzo dalla vetta, e proprio Porte è stato lesto a prenderne la ruota, mentre il gruppo dei migliori, già selezionato da Morabito, perdeva ulteriormente pezzi.

Ci ha messo 600 metri, Evans, a disfarsi della compagnia di Porte: il rampante tasmaniano non è riuscito a tenere il ritmo, agilissimo e ficcante, del nonnetto, che si è involato per farsi a tutta quell'ultimo chilometro di scalata, conscio che era quello il momento di fare veramente la differenza, per potersi poi giocare tutte le possibilità di vittoria di tappa. Mentre Evans saliva sempre meglio, Gerrans, accusato il colpo iniziale dell'attacco dei due connazionali, è stato in grado di staccare tutti gli altri e di rinvenire, pian pianino, su Porte.

Al Gpm, a 7 dalla fine, Evans aveva 15" pieni su Gerrans e Porte, e poco più di 20" su Ulissi, Gesink, Thomas e pochi altri. In discesa, mentre il battistrada pennellava divinamente le curve, mantenendo intatto il margine sugli inseguitori, il drappello di Ulissi riusciva, appena in tempo per lo sprint del secondo posto, a rientrare su Gerrans e Porte (ripresi a 2.5 km dalla fine). Evans, senza perdere una pedalata, ha portato a termine la piccola impresa, badando di mantenere alto il ritmo fin dopo la linea d'arrivo, visto che era importante per lui guadagnare il più possibile in chiave classifica generale.

15" più tardi rispetto al suo passaggio, Haas ha anticipato per la piazza d'onore Ulissi, Hansen, Gerrans, Sutherland, Bookwalter, Hermans, Impey e Gesink. A completare il drappello, i soli Porte, Silin e Thomas, mentre tutti gli altri hanno pagato ben di più (i distacchi si sono via via contati a minuti, niente male per una tappa del Tour Down Under); e ci piace segnalare il buon lavoro, anche oggi come già ieri, di Luca Wackermann in favore di Ulissi. Evans faceva bene a impegnarsi fino in fondo, visto che ora è più che mai lanciato per tentare di vincere la corsa: guida la generale con 12" su Gerrans, 15" su Ulissi, 27" su Haas, 29" su Gesink e Thomas, 33" su tutti gli altri componenti del gruppetto odierno.

E a questo punto è proprio lui, Cadel, il primo dei favoriti per la frazione regina della corsa, quella con arrivo a Willunga Hill sabato; prima, ci sarà da affrontare la quarta tappa, da Unley a Victor Harbor, domani: 148.5 km privi di difficoltà sensibili, e pronti per essere coronati quindi da un volatone generale. L'ultima volta che si arrivò qui, due anni fa, si impose Greipel: ecco quindi il nome del principale indiziato per il successo, tantopiù che il tedesco è ancora desideroso di riscatto dopo la sconfitta patita nella frazione d'apertura ad opera di Gerrans. Meglio comunque non dare troppe cose per scontate, in una corsa che si sta rivelando davvero intrigante, per la quale la definizione di "edizione più spettacolare del Tour Down Under", almeno fin qui, è tutt'altro che esagerata.

Marco Grassi

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