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Tour Down Under 2014: Buongiorno 2014, Ulissi è già sveglio - Diego piega il leader Gerrans ed Evans | Cicloweb

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Tour Down Under 2014: Buongiorno 2014, Ulissi è già sveglio - Diego piega il leader Gerrans ed Evans

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L'esultanza di Diego Ulissi a Stirling © www.abc.net.auL'avevamo evocato ieri, anche sulla scorta del buon quarto posto conquistato nella tappa d'apertura del Tour Down Under; e lo ritroviamo oggi, vincente e convincente in quel di Stirling, su un traguardo che storicamente ha premiato corridori di grande qualità. Per dirla tutta, lo aspettavamo più a Willunga Hill, nella tappa forse più adatta alle sue caratteristiche (è la quinta, prendete nota, nella notte tra venerdì e sabato forse uno strappo alla regola del sonno lo si può fare); e invece Diego Ulissi ha deciso di regalarci questa gioia sin da subito, dalla prima occasione valida, quella presentatasi appunto oggi a Stirling.

Negli anni '10 il Tour Down Under ha finalmente deciso di lasciar perdere la tradizione, ovvero quella che voleva il suo percorso più che altro piatto e predisposto a ospitare 6-volate-6, e si è votato a una maggiore varietà. Non consentendo, l'assenza di Mortiroli nelle vicinanze di Adelaide, grossi exploit altimetrici, gli organizzatori fanno di necessità virtù, e questo arrivo di Stirling, su una rampetta che a marzo sarebbe insignificante ma che a gennaio ancora permette di vedere qualche spunto tecnico intrigante, è tra i più significativi dell'intera corsa.

La tappa numero due della gara australiana si è aperta (senza Tanner e Rojas, non partiti per i postumi della caduta di ieri) più o meno come la numero uno, ovvero con una fuga di un Drapac e di un UniSA: il primo, William Clarke, subito affezionatosi all'idea di vincere il premio del supercombattivo del TDU, visto che era in fuga già ieri; il secondo, Campbell Flakemore, 21enne tutto da scoprire, e con un nome-cognome da generale della Guerra di Secessione. Sui due si è riportato immediatamente - non era che il km 5 della frazione - un terzo uomo, ovvero l'olandese Boy Van Poppel, e il minigruppo ha proceduto in ovvia sintonia, ha messo insieme fino a 3' di vantaggio massimo (al km 24), e i due australiani del terzetto si sono spartiti amichevolmente i traguardi volanti e quelli Gpm di giornata (uno e uno a testa per Clarke e Flakemore).

A tirare il gruppo, la Orica del leader Gerrans immaginava di star lavorando per un nuovo successo del capitano: se ieri aveva bruciato Greipel in una volata pura, oggi cosa avrebbe potuto fare il buon Simon, su un traguardo ancor più favorevole alle sue gambe? Al km 119, cioè a 31 dalla meta, Flakemore è stato il primo degli attaccanti ad alzare bandiera bianca; 10 km più avanti sono stati ripresi pure Clarke e Van Poppel, ma prima che la situazione si regolarizzasse abbiamo ancora visto un contropiede di alcuni uomini (tra i quali Bauer e Simon Clarke).

Il nuovo drappello non ha avuto spazio, né lo ha avuto Darren Lapthorne, autore di un allungo ai 15 km. In quel momento il plotone era guidato dalla Tinkoff, e non dalla Lotto di Greipel (già attiva in precedenza) per il semplice motivo che André aveva forato a 16 dal traguardo, e i suoi compagni cercavano di aiutarlo a rientrare: la piccola impresa (tra una scia d'ammiraglia e un'altra) s'è compiuta a 11 km dalla fine, ma chissà che il piccolo sforzo per rientrare non sia rimasto nelle gambe del gorillone di Rostock.

Ai 5 km la Garmin (pronta a giocarsi Haas se non Von Hoff) ha preso in mano con decisione le redini della corsa, e la salitella che già ai 3.5 km dalla fine si manifestava blandamente sotto le ruote del gruppo, iniziava a fare qualche danno (ad esempio Ferrari si è staccato proprio ai 3.5 km); il tempo di una caduta pure oggi (ai 2 km: tra i coinvolti, Erviti), che in testa c'è stato un tentativo d'allungo da parte di Stannard.

Sicuramente il britannico s'è mosso per favorire in qualche modo il suo capitano Porte, il quale infatti si è fatto trovare al comando del plotone una volta che il suo compagno, sotto lo striscione dell'ultimo chilometro, è stato raggiunto; ma non era, questa, una giornata da Team Sky. Era più una giornata da Orica, e infatti prima Hayman, poi Impey hanno alzato l'andatura per favorire la volata di Gerrans, appositamente lì accucciato nell'avanguardia di un gruppo prossimo al frazionamento.

A ruota di Hayman c'era Cadel Evans, il quale, quando l'altro s'è rialzato, ha dovuto cercare un nuovo punto di riferimento, mettendosi alla ruota dello stesso Gerrans; Simon, a sua volta, era alle spalle del compagno Impey, che era proteso nello sforzo di tirare una volata che comunque in quel momento - ai 300 metri dal traguardo - sembrava impossibile da perdere per gli uomini del team di casa. Chi mai avrebbe potuto impensierire Gerrans, a quel punto? Semplice: Diego Ulissi.

Il toscano della Lampre è sbucato proprio dalla ruota di Evans, è partito secco ai 150 metri (forse qualcosa di più), ha saltato Gerrans e ha avuto modo di scegliere la miglior traiettoria, all'interno dell'ultima semicurva, andando così a vincere senza tante ciance, mentre la maglia arancione di leader della corsa si doveva accontentare del secondo posto di giornata (e del comunque gradito abbuono annesso). Terzo s'è piazzato Evans, e l'Italia ha poi inserito altri due uomini in top ten: Gavazzi quarto e Felline ottavo. Tra i due, Gesink, Porte ed Hermans; il primo gruppo, comprendente 19 corridori (e chiuso da Greipel) aveva staccato di 7" gli inseguitori, ma la giuria ha optato per il non conteggio del buco (evidentemente non congruo); la classifica comunque si muove: Gerrans è ancora al comando, ma ora il secondo è proprio Ulissi, a 7"; seguono Greipel a 11", Evans a 13", Gavazzi e Gesink a 17", e poi un nutrito drappello a 21" (guidato da Impey, che è settimo nella generale).

Domani a Campbelltown avremo un finale già visto anche l'anno scorso: in prossimità dell'arrivo c'è una salitella (Montacute, che svetta a poco più di 7 km dalla conclusione) che potrebbe lanciare qualche corridore particolarmente brillante: l'anno scorso fu Geraint Thomas a fare la differenza qui, ma quel che è certo è che la conformazione degli ultimi chilometri di tappa promette spettacolo e un'altro po' di rimescolamento delle carte. Si muoverà per primo Ulissi, o attenderà le mosse del rivale - ora anche di classifica - Gerrans?

Marco Grassi

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