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World Tour 2014: BMC, più vittorie ma siano di qualità - Gilbert, Evans, Oss, Zabel jr., ma non solo. E Ballan?

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La BMC in azione nella stagione 2013 © BettiniphotoLa stagione agonistica che si è appena conclusa è stata per la BMC un'annata molto deludente (e non è una novità per il sodalizio svizzero...). Sebbene siano ben trenta i successi, di cui quattro nei vari campionati nazionali, a mancare è la qualità: solo cinque vittorie vengono dal circuito World Tour e si tratta di tre tappe al Tour de Pologne, di una alla Vuelta a España e di una al Tour of Beijing. Come si può notare mancano totalmente sia le classiche primaverili, obiettivo sensibile per il team rossonero, sia vittorie al Giro d'Italia o al Tour de France (casella dei successi vuota per il secondo anno consecutivo nella corsa francese) anche se nella corsa rosa c'è stato il colpo di coda (l'ultimo?) di quel vecchio lottatore che risponde al nome di Cadel Evans.

Nel team di Andy Rihs i più brillanti sono stati lo statunitense Tejay Van Garderen, con quattro successi in carniere ma deludente al Tour, il belga Greg Van Avermaet, vincitore di quattro corse in stagione ed unico (assieme a Giovanni Visconti) a terminare tutte e cinque le classiche monumento, e lo svizzero Mathias Frank, alla migliore stagione in carriera. In chiaroscuro Cadel Evans mentre Philippe Gilbert, nonostante una tappa vinta alla Vuelta, sembra sempre più un lontano parente del dominatore che era due anni fa.

Saranno sei i nuovi innesti per la stagione che viene: il colombiano Darwin Atapuma arriva dal team Colombia di Claudio Corti portando in dote la vittoria in una tappa al Tour de Pologne, pur non avendo disputato una stagione esaltante. Dall'Omega Pharma giunge lo slovacco Peter Velits, già campione del mondo Under 23 nel 2007 e terzo alla Vuelta 2010, un corridore che non ha mantenuto le promesse di inizio carriera ma che sarà utile come supporto in salita. Altro scalatore è lo statunitense Peter Stetina che proviene dalla Garmin, gregario valente ma ancora con margini di miglioramento.

Approda dalla Radioshack il belga Ben Hermans, ulteriore rinforzo nel reparto scalatori, mentre dalla Rabobank sbarca il tedeschino Rick Zabel, figlio di cotanto padre che pare avere le potenzialità di ripeterne le gesta. Infine ha firmato con la squadra anche lo svizzero Silvan Dillier, prodotto della formazione di sviluppo, già messosi in luce in settembre quando, da stagista, vinse una tappa al Tour of Alberta. Un altro inserimento, e non di poco conto, è stato compiuto in questo mercato: Valerio Piva, già direttore sportivo di Katusha e HTC, prende il ruolo che fu di John Lelangue, dimessosi da primo ds dopo la debacle del Tour de France. A Piva, mantovano di nascita ma fiammingo di adozione, spetterà l'arduo compito di portare quei successi sinora solo sfiorati.

A lasciare la formazione statunitense saranno gli italiani Marco Pinotti che, appesa la bici al chiodo entra a far parte dello staff Bmc, e Ivan Santaromita, partito assieme alla maglia di campione nazionale in direzione Orica, lo svizzero Frank, che ha preferito scendere fra le Professional (all'Iam Cycling, per la precisione) per poter far classifica nei grandi giri, e il britannico Adam Blythe, velocista talentuoso ma incostante che si è accasato per la neonata formazione NFTO Racing.

Esperti per tappe e gare in linea
Philippe Gilbert ha rinnovato il contratto sino al 2016, presumibilmente ancora una volta ad una cifra importante: a lui si chiede quindi di raccogliere finalmente qualcosa di prestigioso dopo due stagioni in BMC ampiamente deludenti (Mondiale escluso, comunque corso non difendendo le insegne del team): un obiettivo sensibile sarà quello della rinnovata Milano-Sanremo il cui percorso, già visionato dallo stesso Gilbert, è adattissimo alle caratteristiche del vallone. Greg Van Avermaet deve compiere finalmente quel salto di qualità che lo possa portare da corridore di alto livello a campione: il fiammingo ne ha le possibilità ed è arrivato il momento, a ventotto anni suonati, di raccogliere qualche risultato prestigioso nelle classiche primaverili. Il neoarrivato Ben Hermans avrà modo di ben figurare nelle corse vallonate potendo essere, a seconda delle occasioni e della difficoltà dei percorsi, sia un prezioso aiutante per Gilbert e Van Avermaet che un'arma tattica intrigante. Il trentino Daniel Oss è chiamato ad un anno di svolta per capire come si evolverà il resto della carriera, ossia per capire se, oltre al prezioso ruolo di gregario che attualmente riveste, può essere protagonista in prima persona nelle gare che contano. Meriterebbe un capitolo a parte Alessandro Ballan: dal punto di vista agonistico il trevigiano è reduce dal terribile incidente avvenuto nel dicembre scorso, bisognerà quindi ancora vedere se e come ha recuperato dai postumi di quella caduta. Inoltre c'è ancora pendente l'inchiesta di Mantova dove l'ex iridato di Varese è indagato: il CONI ha recentemente chiesto due anni di squalifica, nelle prossime settimane sapremo come si risolverà questa vicenda.

Giovani per tappe e gare in linea
Dominik Nerz, tedesco già visto in maglia Liquigas, ha disputato una stagione incentrata soprattutto nelle corse a tappe ma, come dimostrato nelle primissime uscite in carriera, potrebbe ben destreggiarsi anche nelle corse in linea. Per Silvan Dillier il primo anno da professionista sarà presumibilmente di apprendistato ma, come mostrato nelle prime gare fra i grandi, lo svizzero possiede già qualità interessanti che potrebbe mostrare sin da subito.

Corridori da GT
Cadel Evans, dopo il podio al Giro d'Italia, ha preso parte al successivo Tour de France in cui si è vista la non competitività nei primi due grandi giri; per il 2014 l'australiano ha già annunciato la presenza alla sola corsa rosa in cui punta a ripetere il podio di quest'anno in quella che sarà una delle ultime stagioni della carriera. Tejay Van Garderen raccoglierà definitivamente il testimone dell'ex biker come leader designato per la Grande Boucle dove vorrà ripetere, dopo un passo a vuoto, la prestazione del 2012. Darwin Atapuma sarà a supporto di Evans nelle salite italiane e poi potrà giocarsela nelle corse minori, Peter Velits dovrebbe avere lo stesso ruolo al Tour.

Esperti gregari
Il tedesco Marcus Burghardt e il bolzanino Manuel Quinziato condivideranno molti km di gara e molte trenate in testa al gruppo per proteggere i capitani; entrambi saranno utili sia nelle classiche che nelle corse a tappe, verosimilmente il Tour. Il francese Amaël Moinard, lo svizzero Steve Morabito e lo statunitense Peter Stetina, preziosi gregari in salita, avranno il consueto compito di accompagnare i capitani nelle prime rampe di ascesa nelle tappe di montagna, cercando di restare con loro il più possibile. Il britannico Stephen Cummings ed il campione svizzero Michael Schär avranno, oltre al compito di gregariato per il quale sono apprezzati, anche giornate di libertà per raccogliere qualche soddisfazione personale.

Giovani gregari
Il belga Yannick Eijssen è un fiammingo atipico visto che, piuttosto che nelle pietre casalinghe, si trova maggiormente a suo agio nelle côtes e nelle salite. Caratteristiche pressoché identiche sono proprie dello statunitense Lawrence Warbasse, sembrato ancora acerbo nella prima annata da professionista.

Esperti da volata
Il norvegese Thor Hushovd, trentaseienne a gennaio, è stato il più prolifico del team raccogliendo sei vittorie nel 2013 (non gli capitava dal 2009). Ormai ha perso lo spunto veloce che lo ha caratterizzato nello scorso decennio e, a parte le volate nelle gare a tappe meno prestigiose, si concentrerà nelle gare a lui più confacenti come le classiche del Nord, in cui ha tuttavia ampiamente deluso nelle ultime uscite. Lo svizzero Danilo Wyss più che uno sprinter è un atleta dotato di un discreto spunto veloce, comunque non sufficiente per battagliare con i califfi della velocità.

Giovani da volata
Rick Zabel, nonostante compia vent'anni nel prossimi dicembre, potrebbe essere una carta interessante per la squadra sin dalle prime uscite: intendiamoci, gli enormi risultati raggiunti dal padre «Herr Sanremo» negli sprint di mezzo mondo saranno difficilmente replicabili dal figlio ma, fatta questa premessa, le potenzialità per ritagliarsi un ruolo importante ci sono. Il belga Klaas Lodewyck è un velocista capace di tenere anche su percorsi mossi mentre il danese Sebastian Lander, sorprendente campione nazionale nel 2012, è un uomo veloce che ha però faticato nel primo anno nel World Tour.

Cronoman
Lo statunitense Taylor Phinney non ha fatto nel 2013 quel salto di qualità che ci si aspettava sia nelle classiche (unica eccezione la Milano-Sanremo) sia nelle cronometro, specialità in cui era vicecampione del mondo; per il simpatico ventitreenne, al probabile debutto al Tour de France, una stagione in cui si attendono dei miglioramenti per poter competere costantemente ai livelli più alti. L'altro statunitense Brent Bookwalter e lo svizzero Martin Kohler sono due gregari capaci di destreggiarsi anche nelle prove contro il tempo, pur subordinando le velleità personali a quelle del team.

Alberto Vigonesi

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