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Coppa del Mondo su Pista: Germania e Gran Bretagna, solite certezze - Iniziata a Manchester la prima prova ma il futuro è incerto

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Le inseguitrici britanniche festeggiano dopo un altro Record del Mondo © Britishcycling.comSi è aperta a Manchester la vera e propria stagione invernale del ciclismo su pista con la prima tappa della Coppa del Mondo. Potremmo parlare subito dei risultati, ma è doveroso fare prima una seria riflessione su cosa sia diventata la Coppa del Mondo e se abbia ancora senso parlarne.

Da quando 4 anni fa si è deciso di cambiare radicalmente il programma olimpico a subire il vero colpo di grazia è stata proprio la Coppa del Mondo. Infatti, l'UCI, accanto al cambio di programma delle Olimpiadi ha modificato anche il regolamento per partecipare (con i punti che si ottenevano solo tramite Coppa del Mondo e Mondiale): ora in Coppa non si svolgono più tutte le gare, come un piccolo Mondiale, no, si fanno solo le prove olimpiche. Fin qui, magari, tutto bene. Ma come si partecipa allora ai Mondiali per la Corsa a Punti? Qui c'è stato il vero caos. Il primo anno ogni tappa di Coppa del Mondo aveva anche una prova non olimpica e questa assegnava anche il trofeo; ci si è accorti che non aveva molto senso assegnare la Coppa con una gara sola, allora dall'anno successivo le prove non olimpiche venivano fatte due volte. Questo non cambia il senso della questione: ha senso consegnare una Coppa del Mondo con sole due prove? E se poi si arriva al 2013 quando di tappe ce ne sono solamente 2? Stiamo parlando di una disastro organizzativo totale.

Da questa modifica dei programmi e dei regolamenti la Coppa del Mondo sta scomparendo: nel 2009 c'erano 4 prove, nel 2010 3, ora solamente 2. Forse si farà una seconda gara in Messico (altra idea assurda visto che c'è già in programma la tappa di Aguascalientes), forse in Sudafrica, forse... Una situazione imbarazzante per l'UCI che deve capire dove vuole andare. Brian Cookson, che ha fatto la sua fortuna proprio grazie al movimento su pista britannico, si trova una grossa gatta da pelare. La specialità ciclistica che dà più medaglie ai Giochi Olimpici si ritrova senza una Coppa del Mondo e con tutto un movimento da riformare: vedere alla voce "sparizione delle 6 Giorni". Ci si potrebbe cominciare a domandare perché spremere la Coppa in pochi mesi quando invece si potrebbe fare durante tutto l'anno; si potrebbe anche eliminare del tutto e creare solamente una challenge di corse importanti (come quella di Fiorenzuola quest'anno), chiamarla Track Challenge o Track League e ottenere così i punti per i Mondiali: gli organizzatori non sarebbero più costretti a seguire il programma imposto dall'UCI, potrebbero organizzare le gare che preferiscono risparmiando anche sui costi. Sono tutte riflessioni che in seno all'UCI vanno fatte, e vanno fatte alla svelta.

Dopo aver parlato del futuro della Coppa del Mondo è il momento di tornare ai risultati della prima giornata di gare. Il termine corretto per questi risultati è continuità, oppure proprietà commutativa (quella del "cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia"): anche se cambiano i partenti la Gran Bretagna vince sempre gli Inseguimenti e la Germania la Velocità a Squadre. Volendo essere proprio precisi non si tratta di grandissimi cambiamenti d'organico rispetto alle scorse stagioni, ma questi team riescono sempre a trovare gli innesti giusti restando sempre ai massimi livelli. Dopo aver "pensionato" Geraint Thomas (ora riservato alla strada) la Gran Bretagna pesca il giovane Owain Doull e, anche se alle prime esperienze, il ragazzo riesce a tenere il ritmo del team che ferma il cronometro ad un ottimo 3'58"654. Lo stesso discorso si fa per le donne: anzi, nel loro caso, si tratta proprio di una gara tutta nuova (dal terzetto sui 3 km si è passati nel 2012 al quartetto sui 4 km), ma quando inserisci una plurititolata come Elinor Barker è ovvio che forse migliori anche. Tra qualificazioni e finale le britanniche migliorano di ben 7 secondi il loro Record del Mondo fatto solamente pochi giorni fa agli Europei di Apeldoorn. Ora il Record del Mondo è stato portato a 4'19"556, ma è evidente che sia nelle corde di queste ragazze almeno il 4'15", forse anche meno, se si tiene presente i tempi che facevano prima sui 3 km.

È stata una grande giornata anche per le prove della Velocità a Squadre: i tempi fatti registrare dalle squadre tedesche vincitrici sono di altissimo livello, 32"788 per Miriam Welte e Kristina Vogel e 43"293 per René Enders, Max Niederlag e Robert Förstemann. Per Max Niederlag vale lo stesso ragionamento fatto per Doull e Barker, si tratta di un giovane (già mondiale da juniores) che viene inserito all'interno di un team consolidato e mantiene alto il livello delle prestazioni. Si è svolta anche una finale di una prova non olimpica, lo Scratch donne, che ha visto la vittoria della polacca Malgorzata Wojtyra che ha regolato il gruppetto di 4 atlete che avevano guadagnato il giro. L'Omnium maschile si trova invece a metà gara e attualmente vede al comando il belga De Buyst che ha inanellato 3 podi nelle prima 3 gare in programma.

Va ora fatta una riflessione sui risultati della prima giornata di gare degli azzurri: come dicevamo già agli Europei, il quartetto azzurro non si schioda da 4-5 anni da quel 4'08", ma se agli Europei questo tempo era valso il quinto posto, qui non si va oltre il 12°. È innegabile che sia un risultato deludente perché non si vedono i miglioramenti: la stessa Svizzera in pochi anni è passata da 4'11" a quasi 4 netti: non si può nemmeno dire che sia una problema di uomini, non crediamo che Silvan Dillier o Claudio Imhof siano da considerare migliori di Elia Viviani e Marco Coledan. Buona invece la prova delle donne: sebbene il piazzamento sia solo un 7° posto, il tempo ottenuto è il loro migliore fino ad oggi, 4'36"159. La cosa più rilevante è che si tratta di un quartetto tutto nuovo formato da Beatrice Bartelloni, Elena Cecchini, Simona Frapporti e Silvia Valsecchi. Considerando che queste 4 ragazze non si sono mai allenate regolamente insieme si tratta di un'ottima possibilità di lavoro per la nazionale.

Laura Grazioli

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