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GP de Montréal 2013: Cancellara vin... Ah no, è Sagan! - Affondo di Peter, Ponzi 2°. Pozzato in forma

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Peter Sagan impenna dopo la vittoria al Grand Prix Cycliste de Montréal © Cannondale Pro Cycling

Siamo solo alla quarta edizione delle classiche canadesi, ma questo binomio Québec-Montréal si sta imponendo sempre più come un appuntamento imperdibile e spettacolare, dove, specie quest'anno, una buona fetta dei migliori atleti al mondo si sfida per dimostrare la sua superiorità. Se poi ci aggiungiamo che il mondiale toscano come durezza del percorso si accosta a queste due prove, otteniamo la premondiale perfetta.

Nella fattispecie, Montréal somiglia ancor più del Québec alla prova di Firenze, con un circuito di 12.1 km, una lunga salita iniziale, la Côte de Camillen-Houde, e uno strappo al centro del percorso, la Côte du Polytechnique. E tale circuito ha confermato, se mai ce ne fosse bisogno, che Peter Sagan sarà l'uomo da battere al Mondiale di Firenze. Sagan che ha vinto con autorità, staccando senza appello i rivali proprio sulla salita del Politecnico.

La corsa si è evoluta come da programma con una fuga nella prima parte, che ha visto coinvolti due atleti italiani, Malori e Agnoli. L'iniziatore è stato Zachary Bell, qui in veste di rappresentante della nazionale canadese, scattato all'inizio del primo giro ed inseguito da Danilo Hondo (Radioshack), Ruben Pérez Moreno (Euskaltel), Sergio Paulinho (Saxo - Tinkoff) e Valerio Agnoli, che già era andato in fuga nel GP de Québec. Al loro inseguimento si portano William Clarke (Argos) e Adriano Malori (Lampre), che riescono presto a riportarsi sulla fuga.

I fuggitivi non riescono a prendere un largo margine: il loro vantaggio non supererà mai i 5 minuti. Durante l'inseguimento, niente succede di particolare, a parte un velleitario tentativo di inseguimento in diversi momenti di Ignatenko e Selig, entrambi Katusha, ed una caduta, avvenuta sull'ultima curva, un largo tornante, alla fine del dodicesimo giro, a 60 km dal traguardo. La caduta coinvolge tra gli altri Chris Froome, Jonathan Tiernan-Locke, Richie Porte e Michail Kwiatkowski, a parte Froome tutti costretti al ritiro e piuttosto abrasi. Inoltre, nel quart'ultimo giro David Veilleux (Europcar) si stacca ed ha così l'occasione di salutare i suoi tifosi, in quella che è stata l'ultima gara della sua brevissima carriera.

Nel corso del tredicesimo giro, la fuga viene ripresa. Nel quattordicesimo giro prende il largo una nuova azione, e la sorpresa è nel vedere attivo Damiano Cunego, assieme a Daniel Oss, Gorka Izagirre, Jesús Herrada, Alexandr Kolobnev, Tim Wellens e Cyril Gautier. Un'azione che tiene banco per due giri, con ormai la corsa lanciata verso una tumultuosa fine. Nel penultimo giro, la corsa viene accesa a sorpresa da Alberto Contador, che con un'azione in salita fuga i dubbi e avverte i rivali che a Firenze ci sarà anche lui. Su Contador si riportano Tejay Van Garderen e Jan Bakelants, i quali insieme al Pistolero si riportano sulla fuga iniziale. Ma l'azione di Contador scatena anche Peter Sagan, il quale con una facilità impressionante riesce a riportarsi sui primi. Tra gli 11 non c'è tanta collaborazione e vengono ripresi tutti, con Chris Froome che veglia in testa al gruppo, affaticato dal recupero per la caduta ma voglioso anch'egli di mettersi in mostra e prepararsi.

Il penultimo passaggio sulla côte du Polytechnique regala soltanto un estremo tentativo di Wellens, ma l'andatura sostenuta ha fatto male e difatti davanti restano solo una cinquantina di atleti. Alla fine del penultimo giro, Michael Albasini (Orica) parte ai -15, inseguito a distanza da Amäel Moinard (BMC), ma entrambi sono destinati a sciogliersi sull'ultimo passaggio del Camillen-Houde. Qui Bennett tenta un primo allungo, ma è Robert Gesink, il vincitore del Gp Quèbec, a sorprendere tutti, staccando di ruota anche Froome. È però Sagan ad avere le forze di ricucire sul tentativo. Allo scollinamento Chris Froome rilancia, mantenendo alta l'andatura.

Sul Polytechnique è ancora Gesink a provare l'azione, cercando di fare il gioco del suo compagno di squadra Nordhaug che ha fatto sua l'edizione precedente. All'inseguimento si porta Ryder Hesjedal, ma è soprattutto Sagan a passare entrambi come una scheggia e tirare dritto. Allo scollinamento, la situazione vede Sagan con un vantaggio superiore ai 15", mentre un Pippo Pozzato in evidente ottima forma scollina per primo su un gruppo di 10 atleti: dei nostri ci sono anche Ponzi e Gasparotto (che rumors vorrebbero fuori dalla formazione mondiale), mentre Froome, Contador ed Evans non dimostrano le gambe per rimanere coi migliori.

L'azione di Peter si mostra subito quella vincente: negli ultimi 5 km Sagan riesce a mantenere un vantaggio rassicurante. Dietro solo uno scatenato Hesjedal ai -2 tenta un ribaltone impossibile, ripreso da un bravissimo Ponzi. Ma per Peter Sagan gli ultimi 500 metri in leggera salita sono un arrivo fin troppo facile, e lo slovacco può liberamente festeggiare la sua seconda vittoria nel WT dopo la Gent-Wevelgem indicando le sue potenti gambe e lasciandosi andare all'ormai rituale "wheelie" dopo il traguardo.

Dietro, Ponzi supera Hesjedal conquistando un importante secondo posto: ricordiamo che Ponzi è ancora in cerca di un contratto per l'anno prossimo, in una squadra dove possa far da capitano per le classiche. La volata del gruppetto è di Greg Van Avermaet, ai punti il migliore nella due giorni, altro cliente pericoloso per Firenze, battendo i nostri Pozzato e Gasparotto. Poi si piazza anche Rui Faria da Costa, il vincitore uscente Lars Petter Nordhaug, il rampante Ion Izagirre Insausti, Jan Bakelants e infine Arthur Vichot, che a seguito delle prestazioni di questo weekend si candida come uomo di riferimento della nazionale francese, più dei "vecchi" Voeckler e Sylvain Chavanel apparsi legnosi.

Come potete vedere, un ordine d'arrivo di prim'ordine, complice un mondiale, quello che ci aspetta tra due settimane, quest'anno particolarmente sentito tra i migliori corridori al mondo: se lo spettacolo sarà come quello odierno, ci aspetta una prova senza respiro e incerta fino all'ultimo, dove ci saranno anche Cancellara, Gilbert e Nibali e dove contro questo Sagan tutti cercheranno di correre contro, correndo il rischio di far vincere un comprimario.

Nicola Stufano

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