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GP Ouest France - Plouay 2013: I domini francesi di Filippo il bello - Pozzato in volata su Nizzolo e Samuel Dumoulin

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Filippo Pozzato batte in volata Giacomo Nizzolo e si aggiudica il GP Ouest France-Plouay © Bettiniphoto

Per essere duro, il Grand Prix de Ouest France-Plouay è duro. Per essere un circuito, è un circuito. Analogie importanti con il Mondiale di Firenze ed il fatto che a Plouay abbia vinto Pippo Pozzato è sintomatico.

Un'affermazione importante per un corridore che fino a quindici giorni fa aveva ottenuto solamente la vittoria al Trofeo Laigueglia, in febbraio, poi giunse l'Agostoni, oggi la più importante, la prima prova World Tour del 2013 per il vicentino.

E sì che a Plouay il tricolore italiano non s'è imposto troppe volte in settantasette edizioni, anzi, solamente tre volte: con Andrea Ferrigato, vicentino come Pozzato, a portare a casa la corsa nel 1997, con Michele Bartoli nel 2000 e Vincenzo Nibali nel 2006.

Una corsa strana, più che altro impegnativa, adatta ai colpi di mano, difficile da controllare. Anche oggi stava per avere successo un corridore partito ai 2800 metri, Greg Van Avermaet. Il belga, reduce da un Tour of Colorado in cui in pratica è risultato secondo al solo Peter Sagan, ha proseguito in solitaria, rilanciando e credendoci, fino a 500 metri, quando il gruppo s'è riportato su di lui e la BMC ha attuato - senza successo - il "piano Hushovd".

È stato invece Nizzolo a prendere lo sprint di pezzo, vento in faccia, mentre Pozzato si nascondeva, uscendo in rimonta ai 50 metri ed andando a vincere una bella classica. Il Grand Prix de Ouest France-Plouay, ultimamente disputato all'ombra della Vuelta a España, è giunto alla sua 77a edizione.

L'impegnativo circuito bretone, 27 km da ripetere nove volte per un totale di 243 km, con le asperità rappresentate da Côte du Lezot e Côte de Ty Marrec da ripetere ad ogni giro, vede alla partenza 24 squadre; le diciannove del World Tour più le cinque invitate. Sono 25 gli italiani al via, Moreno Moser dà forfait all'ultimo momento.

Si parte subito forte, con un quartetto che prende il largo: l'eritreo Natnael Berhane (Europcar), il norvegese Vegard Stake Laengen (Bretagne-Séché) e la coppia transalpina formata da Christophe Laborie (Sojasun) e Julien Fouchard (Cofidis). Il gruppo lascia fare ed i battistrada arriveranno a guadagnare 16' quando mancheranno 150 km al termine. A quel punto è l'Astana ad incaricarsi di svolgere la maggior parte del lavoro per chiudere, infatti il vantaggio del quartetto pian piano cala: 10'50" a 120 km dal termine, 8' a 110, 6'55" ad 81 km, ossia tre giri del circuito. In cinque chilometri Valerio Agnoli mangia oltre 40" ai fuggitivi, che a 76 km dalla fine devono amministrare solamente 6'11" sul gruppo.

Battistrada che, seppure in calando, proseguono nella loro azione e ad un paio di tornate dalla conclusione hanno ancora 2'57" sul gruppo. Proprio dal plotone, a rendere ancor più difficile l'azione dei fuggitivi, iniziano però gli scatti. Inizia a fare sul serio Cyril Gautier, che all'inizio del penultimo giro allunga insieme a Michal Golas. I due vengono ripresi nel breve volgere di un chilometro. Ai -42 km attacca il russo Pavel Brutt ed è ancora l'Omega Pharma Michal Golas a chiudere, seguito da Durbridge, Quinziato, De Marchi, Visconti. Anche Tim Wellens e Manuele Boaro provano a portarsi in testa ma di fatto non fanno altro che trascinare con sé il gruppo, che chiude.

Però davanti non restano in molti, separati da soli 47" dai quattro battistrada quando mancano 39 km al traguardo. Dopo Wellens, un altro Lotto-Belisol scatta ai -35 km: si tratta di Jürgen Roelandts, la cui azione non prosegue ma che serve per chiudere sul quartetto che da inizio corsa conduce. Ai -32 km infatti Berhane e Laborie vengono riassorbiti dal plotone, mentre Fouchard e Laengen non desistono. Vengono raggiunti e superati con relativa facilità da Mirko Selvaggi, che per un po' mantiene la testa della corsa. prova a raggiungerlo lo spagnolo della Sky David López García proprio quando sta per iniziare l'ultima tornata e finire l'avventura solitaria di Selvaggi e López García.

Il gruppo resta compatto per ben poco: è il classe '89 della Sojasun Fabien Schmidt a riaprire le danze, con Bardet che dietro cerca di far staccare più corridori possibile. Il francesino non andrà da nessuna parte ma il gruppo risulterà molto frazionato. A 21 km dal traguardo l'Omega Pharma-QuickStep manda avanti Dries Devenyns, presto raggiunto dall'olandesino della Argos-Shimano Tom Dumoulin. Una decina di secondi sul gruppo non bastano per arrivare al traguardo, così vengono ripresi.

Ai -14 va però via un terzetto davvero intrigante: Giovanni Visconti attacca, Tim Wellens e Kristijan Koren seguono il Movistar ed arrivaano a guadagnare 10" sul gruppo. Il plotone, ormai ridotto ad una trentina di unità, è tirato dalla BMC di Hushovd e Van Avermaet ed ha in Michael Schär una locomotiva preziosissima nell'inseguimento. I tre vengono infatti ripresi a 3 km dalla fine, proprio ai piedi della Côte de Ty Marrec, l'ultima da affrontare. È ancora l'Omega Pharma, stavolta con Michal Kwiatkowski, a tentare di fare il vuoto, ed in effetti un gruppetto lo porta via.

Enrico Gasparotto è in testa e prova l'azione personale, senza successo. Non va certo meglio a Greg Van Avermaet, che per un chilometro buono ha dato però l'impressione di poter vincere la prima corsa importante della carriera. Parte ai 2800 metri e fa subito il vuoto.

Il gruppo ha un attimo di smarrimento, poi insegue il belga della BMC con vigore, altrimenti rischierebbe di arrivare. E Van Avermaet rischia davvero il colpaccio, rilancia, e si trova sul rettilineo di Plouay, con quella leggera discesa che favorisce l'inseguimento di un gruppo rispetto al singolo. Voltandosi e vedendo alle sue spalle una trentina di colleghi sputare l'anima per chiudere Van Avermaet capisce, rilancia, ma ai 500 metri rientra nei ranghi.

È allora che Giacomo Nizzolo, classe '89 milanese, lancia uno sprint lunghissimo, degno dei velocisti più navigati. Pozzato resta coperto come se fossimo in una giornata di fine inverno, ed il motivo è presto spiegato dallo stesso corridore: «Il finale era stato stabilito assieme al ds Vicino. Sapevamo che una volata presa in testa sarebbe stata molto difficile da vincere. Ho preferito quindi rimanere sino all'ultimo nella scia degli avversari lungo il rettilineo in discesa finale, per poi disputare il mio sprint sino al traguardo».

Tattica ineccepibile, che permette a Pozzato di uscire al centro, mentre a sinistra Nizzolo non molla, e precedere il corridore della RadioShack. Terza piazza per Samuel Dumoulin, con Roelandts che resta ai piedi del podio. Bennati non va oltre la quinta piazza, seguito da Hushovd, Viviani, Ventoso, Bozic e Degenkolb.

Altri italiani nelle posizioni d'avanguardia: Giovanni Visconti, 18° e molto attivo nell'ultimo giro, tant'è che il gruppetto l'ha portato via. Il palermitano precede Simone Ponzi, da cui sicuramente ci si aspettava qualcosa in più.

C'è poi Enrico Gasparotto, oggi 22° ma che dopo la Côte da Ty Marrec ha saputo resistere al forcing di Kwiatkowski e rilanciare, pur senza successo. La gamba del friulano parrebbe buona, così come non hanno affatto sfigurato Mirko Selvaggi e Manuele Boaro, le cui doti sul passo non le scopriamo certo oggi e che chiude 45°, una posizione davanti a Marco Marcato.

Chi più di tutti torna a testa altissima dalla Bretagna è Filippo Pozzato, corridore che all'Agostoni aveva fatto intendere di essere sulla strada giusta per raggiungere la miglior forma a fine settembre e che oggi, con una volata sorprendente, ha fugato ogni dubbio. Filippo Pozzato come l'altro vicentino Andrea Ferrigato, che sedici anni fa precedeva il connazionale Sergio Barbero (oggi il Lampre ha messo la ruota davanti a Nizzolo) ed un giovane Chris Horner.

Pozzato che corre per la Lampre e non per Bettini, coma aveva precisato subito dopo la vittoria all'Agostoni, ma che da stasera, con questa testa, questa gamba, cotante prestazioni, sarà un po' più sicuro di ricevere un invito per fine mese. Destinazione Toscana.

Francesco Sulas

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