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Eneco Tour 2013: Stybarlumi di classicismo - Zdenek implacabile, tappa e corsa sul Muur. Dumoulin e Grivko a podio | Cicloweb

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Eneco Tour 2013: Stybarlumi di classicismo - Zdenek implacabile, tappa e corsa sul Muur. Dumoulin e Grivko a podio

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Il podio finale dell'Eneco Tour 2013. Da sinistra: Tom Dumoulin, il vincitore Zdenek Stybar ed Andriy Grivko © Tim de WaeleQuando nel maggio 2011 Zdenek Stybar iniziò a correre su strada con la Quickstep furono in molti a storcere il naso, forse anche il diretto interessato. Fare il grande salto dai cross alle gare su strada spesso non è semplice e non tutti riescono in quella che pare diventata una mezza impresa. Ex crossisti, maschi e femmine, che corrono e vincono ce ne sono a bizzeffe.

Crossisti a tempo pieno che decidono di cambiare stile di vita (e stagione) con netto successo non ne troviamo così tanti. C'è chi, come Lars Boom o Zdenek Stybar, per citare giusto gli ultimi due vincitori dell'Eneco Tour, disputa poche gare di ciclocross all'anno per dedicarsi anima e corpo alla strada.

Dicevamo di Stybar crossista. Dopo due bronzi ai Mondiali Juniores, due ori tra gli Under 23, un paio di argenti tra gli Élite, accompagnati da altrettanti ori nelle rassegne iridate del 2010 e 2011, è difficile rimettersi in discussione. Stybar crossista ha talento, vince molte corse (e nella stagione 2009/2010 fa sua la classifica finale del Superprestige e della Copa del Mondo), è una star, sia in Belgio, dove vive, sia in Repubblica Ceca.

Eppure un altro Zdenek nel 2011 si affaccia alla finestra del ciclismo. Non è atletico come Stybar, non corre nel fango, non sprinta con le gambe; si tratta di Mr. Bakala, uomo d'affari ceco che dal 2011 diventa proprietario della Quickstep. L'acquisto del connazionale Stybar ed in pratica l'imposizione affinché il corridore si dedichi quasi esclusivamente alla strada è solo una logica conseguenza.

Se all'alba della sua esperienza da stradista Styby non aveva proprio lasciato a bocca aperta, nel 2012 erano arrivate le prime vittorie di tappa, alla 4 Giorni di Dunkerque, al Polonia, la partecipazione alla Vuelta a España (conclusa al 76° posto) e la 10a piazza alla Paris-Tours. Non male, ma il salto di qualità, Stybar, l'ha fatto nel 2013.

Andando indietro di qualche mese, lo troviamo alla Roubaix, unico a tenere la ruota di Cancellara e Vanmarcke. L'impressione è che il ceco sia l'unico a poter tenere e magari battere il diretto di Berna, le cronache ci riportano uno Stybar che sul settore di Gruson urta uno spettatore, resta in piedi con un funambolismo da crossista e chiude al 6° posto, con tanti rimpianti.

Dopo la corsa del pavé Stybar torna a gareggiare al Giro di Polonia, chiuso al 24° posto, ma è all'Eneco Tour che partono i fuochi d'artificio. Vince la tappa di Brouwershaven, andando dietro allo sciagurato Roelandts, con Boom e Max Richeze battuti in volata ristretta. Non basta, perché la classifica è corta, il percorso esigente (ieri una tappa tutta sulle Ardenne, oggi la classica apoteosi a Geraardsbergen, con il Kapelmuur scalato tre volte insieme ad altre asperità che hanno fatto la storia di Fiandre e non solo).

Doveva recuperare 9" a Tom Dumoulin, lo Stybar stradista, e non ha avuto problemi ad attaccare sull'ultimo Denderoorberg, quando al traguardo mancavano solo 5 km e davanti a lui si trovava solo Ian Stannard. Dumoulin è spiazzato, il solo De Kort non basta per chiudere il gap, anche perché davanti Stybar ha raggiunto in un amen il generosissimo Stannard ed insieme vanno verso il traguardo.

Però 9" sono pochi, gli abbuoni al traguardo sempre utili, ecco perché Styby scatta appena iniziato il Kapelmuur finale, quello che non porta in cima ma "solo" al traguardo, e va a vincere una frazione prestigiosa sia per i luoghi toccati che per la classifica generata, con il ceco che si aggiudica la prima corsa a tappe su strada in carriera.

Sono 208 i km che separano Tienen a Geraardsbergen, da scalare undici muri per un dislivello complessivo che anche oggi sfora i 3000 metri. Dumoulin è in maglia bianca da ieri ma deve guardarsi da questo Zdenek Stybar attivissimo da una settimana a questa parte.

Dopo 27 km di gara se ne vanno Boaro, Hayman, Hoogerland, Rubén Pérez e De Vreese, ripresi al km 35. Contrattaccano Van Keirsbulck, Boaro, Stannard, Greipel, Nizzolo, Kern e Rubén Pérez che guadagnano prima 3', poi 5'37" (vantaggio massimo) a 133 km dalla conclusione.

Sul Tenbosse accelera Greipel, che vince lo sprint intermedio, mentre sul primo Denderoorberg è Stannard, insieme allo stesso Greipel, ad allungare. mancano 32 km al traguardo e dietro si muove Pippo Pozzato, che porta via un gruppeto con tutti i migliori. L'azione non andrà in porto ma fa piacere vedere Pozzato di nuovo bello pimpante.

All'ultimo passaggio sul traguardo, proprio laddove inizia il Kapelmuur, Greipel, Stannard devono gestire un vantaggio di 35" su Pim Lighthart, che ha perso le loro ruote ed è stato raggiunto da Van Keirsbulck. Il plotone si sta avvicinando e viaggia con un ritardo di 1'27". Proprio sul Muur scatta Chavanel, seguito dal nostro Daniel Oss e da un grandissimo Wilco Kelderman.

In breve raggiungono Pim Lighthart, il quale non riuscirà a tenere il ritmo del terzetto. Nel frattempo Stannard ha provato a staccare Greipel sul Kapelmuur, senza successo, mentre l'accelerata del britannico della Sky è letale per il tedesco della Lotto sul Bosberg. Sembra un Giro delle Fiandre vecchio stile.

Oss, Kelderman e Chavanel raggiungono Greipel e viaggiano a 1'07" dall'infaticabile Stannard. Il gruppo, con Stybar che marca Dumoulin, è a 1'20" dal fuggitivo. Negli ultimi 0 km Stannard accusa la staanchezza, il quartetto è riassorbito dal gruppo ed ai -5 si decide la corsa. Non la tappa, proprio la corsa.

Siamo sull'ultimo Denderoorberg ed a pestare come un dannato sui pedali è Zdenek Stybar, ossia il secondo nella generale; Tom Dumoulin ha finito i gregari e si guarda intorno in cerca di qualcuno che lo aiuti a preservare quel primato che danza sul filo dei secondi, pochi secondi, solo nove. Quinziato, Boom e Weening provano a riportarsi sulla testa della corsa ma Dumoulin non ne ha per seguirli. Più avanti, d'altra parte, Stybar ha già raggiunto Stannard e tira quasi sempre per guadagnare quanto più possibile.

Quando all'ingresso di Geraardsbergen, all'attacco dell'ultimo Muur, il ceco dell'Omega Pharma Quickstep capisce che Stannard probabilmente ha finito la benzina, si mette a saltare i marciapiedi pur di portarsi in testa. L'allungo nei metri finali è letale per Stannard mentre consacra Stybar, che porta a casa tappa e maglia, e lo sa bene.

Alle sue spalle Stannard a 4", Lars Boom, che dodici mesi fa qui fece vincere Alessandro Ballan, aggiudicandosi l'Eneco Tour, quindi Manuel Quinziato a 14". Pieter Weening paga 17", Daryl impey è il primo di un gruppetto contenente Wilco Kelderman, Tom Dumoulin, Filippo Pozzato e Laurens De Vreese, tutti a 25".

La classifica finale parla chiaro: Stybar vince il 9° Eneco Tour con 26" di vantaggio su Tom Dumoulin, 50" su Andriy Grivko, 55" su Jan Bakelants e Daryl Impey, 1'20" su Sylvain Chavanel, 1'32" su Wilco Kelderman, 1'34" su Pieter Weening, 2'07" su Maxim Iglinskiy e 2'14" su Maxime Monfort. Il campione uscente Lars Boom chiude 11° a 2'15" e probabilmente senza La Redoute e le côtes di ieri sarebbe giunto stamane in maglia di leader, pronto a giocarsi la corsa.

Primo degli italiani nella classifica finale Luca Wackermann, 23° a 5'39" dal vincitore. Il Lampre-Merida di Rho ha solo 21 anni e corre tra i professionisti da un annetto, si può dire; dal 1° agosto 2012 fu stagista con la Lampre e subito si mise in bella mostra alla Tre Valli Varesine. Un anno dopo Wackermann fa capire che in un futuro nemmeno troppo lontano potrebbe far bene anche sui Muri e sulle Ardenne. Già, perché anche ieri, sulle côtes, il ragazzo di Rho era stato davanti, con i migliori. Il futuro è tutto dalla sua.

Con questo Zdenek Stybar che ad aprile ci aveva detto di essere uomo da Roubaix, che ieri ci ha fatto capire che sulle Ardenne non se la cava affatto male e che oggi ha letteralmente dominato sui muri con la "emme" maiuscola, abbiamo un altro interessantissimo interprete per le grandi classiche di primavera. Uno che ha lasciato la fama ed il successo (ed i soldi, certo) dei cross per rilanciarsi su strada, riuscendoci pienamente.

Zdenek Stybar, la dimostrazione vivente (ma non l'unico esempio, ci mancherebbe) che la polivalenza non può fare che bene. Altrimenti non succederebbe in quest'Eneco che s'è fatto interessante, tra tappe insidiose, mai banali, ed il fine settimana di chiusura addirittura storico, a Lars Boom, altro talento dei cross che ha preferito la strada.

Se non avesse corso (e vinto) tanti cross in vita sua, Zdenek Stybar nel finale di tappa odierno non si sarebbe messo a saltare su e giù dai marciapiedi di Geraardsbergen per rubare pochi centimetri a Stannard ed infine lanciarsi verso la vittoria finale. Avrebbe banalmente lasciato il successo di giornata al britannico, accontentandosi dell'abbuono e del vantaggio scavato tra sé e Dumoulin. Gesto cavalleresco, come no, ma la cavalleria non è certo di casa nei cross. Non sempre, almeno.

Francesco Sulas

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