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Giro della Valle d'Aosta 2013: Finalmente Villella, Garby non molla - Vince il Colpack a Champorcher. Il danese resta leader

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A Champorcher Davide Villella conquista la seconda tappa del Giro della Valle d'Aosta © Riccardo ScanferlaUn anno fa di questi tempi Davide Villella aveva già ottenuto ben otto delle undici vittorie complessive del 2012, che ne fecero il plurivittorioso della scorsa stagione dilettantistica. Fa quindi un po' specie essere giunti all'11 luglio 2013 e ritrovarsi a raccontare di quella che è appena la seconda affermazione stagionale del talentuoso atleta bergamasco.

Non fosse però per l'invidiabile costanza di rendimento mostrata nel corso di questi mesi potremmo sicuramente parlare di bilancio magro ma spesso occorre fare una valutazione nel complesso, che non tenga meramente conto di quante corse effettivamente finiscono nel palmarès ma dell'andamento delle prestazioni da inizio anno ad oggi. Villella è corridore completo, forte in salita e dotato di uno spunto veloce invidiabile, cosa che lo scorso anno gli ha permesso di andare in doppia cifra. Quando però ti trovi regolarmente gli Andrea Zordan di turno che riescono a metterti in un modo o nell'altro sempre la ruota davanti ci vuole molta pazienza per non cadere nella frustrazione, consapevoli di essere sempre lì a giocarsela e fiduciosi che la giornata buona dovrà arrivare prima o poi.

Quest'oggi è finalmente arrivata quella giornata buona, per alzare le braccia al cielo come era accaduto soltanto lo scorso 19 maggio a due passi da casa, nella Medaglia d'Oro Domenico e Anita Colleoni. La giornata buona che giunge dopo un'infinità di piazzamenti (secondo all'Italiano, al Giro delle Pesche Nettarine, al Trofeo Edil C, terzo al Pezzoni e a Mercatale, quarto al Recioto, quinto alla San Geo, sesto al Giro del Belvedere solo per ricordare i più importanti) e che soprattutto consente di pensare in grande, alla possibilità di concludere non solo sul podio ma anche di lottare concretamente per vincerlo questo Valle d'Aosta, uno degli ultimi banchi di prova prima di spiccare il volo nel professionismo. Era prevedibile che Garby quest'oggi pagasse qualcosa dopo lo sforzo immane di ieri ma il danese ha avuto il merito di non andare alla deriva e, seppur affaticato, è riuscito nell'intento di mantenere ancora le insegne del primato.

La tappa odierna, lunga 154 chilometri con partenza da Saint-Vincent ed arrivo ai 1442 metri di Champorcher, si presentava forse come la più impegnativa dell'intero Giro, con le dure ascese del Col Tze Core ed il Col de Joux a precedere la scalata finale lunga ben 15 chilometri. Pronti-via e subito andatura sostenuta con i primi tentativi di allungo per dare vita alla fuga di giornata: tra i più attivi in queste prime fasi si sono segnalati i kazaki Ayazbayev e Bizhigitov, Giacomo Gallio e Simone Petilli del Delio Gallina, Simone Andreetta della Zalf ed il russo Katyrin. Petilli, Andreetta, Bizhigitov e Katyrin sono poi riusciti a costituire un quartetto che è riuscito a guadagnare un margine di oltre due minuti nei confronti del gruppo e ad essi è poi riuscito nuovamente ad accodarsi anche Gallio dopo la scalata al Col de Perloz, su cui è transitato per primo il russo Katyrin.

Si è così giunti al Col Tze Core, secondo GPM di giornata decisamente più impegnativo e, dopo che i cinque battistrada hanno approcciato la salita con un vantaggio di circa 2'30" nei confronti del gruppo principale, dove erano gli atleti della General Store e della Lotto a condurre le operazioni, è stato Simone Petilli a rompere gli indugi e a lanciarsi all'attacco con una bella azione. Il corridore lecchese è riuscito chilometro dopo chilometro a portare a circa un minuto il vantaggio nei confronti degli ex compagni di fuga ma in questo frangente si sono registrati anche movimenti dal gruppo: ci hanno provato in diversi, tra cui Berlato già in fuga ieri e il francese Latour ma l'azione più significativa ed efficace è stata quella prodotta da Fausto Masnada, uno dei grandi delusi della frazione di ieri in cui era giunto al traguardo con un quarto d'ora di distacco.

L'azione del bergamasco è stata molto incisiva, tanto che già in vetta al Col Tze Core (dove Petilli, superato un momento di difficoltà, è transitato per primo) aveva appena 22" di ritardo nei confronti del battistrada, avendo già ripreso e staccato gli altri componenti della fuga, segnalati a circa un minuto mentre il gruppo maglia gialla è transitato a 2 minuti. Superato il centesimo chilometro di gara, dopo una rapida discesa è quindi iniziata la scalata al Col de Joux dove è continuata l'azione di Petilli, raggiunto però a circa 3 chilometri dalla vetta da Masnada, riuscito finalmente a coronare splendidamente il proprio inseguimento. Il nuovo tandem venutosi a formare ha dato sicuramente nuovo vigore all'azione, tanto che in vetta al colle (su cui è transitato nuovamente per primo Petilli), il vantaggio dei due nei confronti del gruppo è salito a 3 minuti.

La situazione non è mutata ed anzi, a fine discesa, il vantaggio dei due atleti lombardi è arrivato a raggiungere i 4 minuti nei confronti del gruppo principale. Lecito a quel punto per entrambi iniziare concretamente a pensare alla possibilità di vincere la tappa, non costituendo un pericolo in classifica generale (di Masnada abbiamo già detto, il ritardo di Petilli al mattino invece era nell'ordine dei sette minuti e mezzo) e così per entrambi è iniziata la lunga scalata verso Champorcher. La situazione si è mantenuta pressochè immutata e quando il vantaggio è arrivato a sfiorare i quattro minuti e mezzo la General Store ha cominciato ad aumentare l'andatura per ridurre il gap. Inevitabilmente però i chilometri al termine iniziavano a ridursi e così, a poco più di dieci chilometri dalla conclusione, si è registrata la prima fiammata con l'allungo di Davide Formolo, uno dei più attesi. L'azione del veronese ha dato una prima smossa alle acque, riducendo ad una decina di concorrenti il gruppo principale, con Villella, Foliforov, Penasa, Garby, Ceolan pronti ad accodarsi. Mentre il vantaggio della coppia al comando ha iniziato a calare vertiginosamente (si era passati dai 4 ai 2'30" circa), la stilettata del belga Vervaecke, secondo della generale, ha prodotto il primo importante effetto, risultando indigesta proprio a Marc Christian Garby, che inevitabilmente si è sfilato dal gruppo principale.

Dietro il belga si sono portati immediatamente il connazionale De Tier, Foliforov e Villella mentre Formolo, Penasa, Dall'Oste e Senni seguivano a breve distanza. A -6 dall'arrivo Masnada, esausto dopo la sua dispendiosa azione, non è stato più in grado di tenere il passo di Petilli e nel breve volgere di un chilometro si è visto ripreso e superato anche dal gruppo di Villella, su cui era riuscito a riportarsi anche il francese Chevrier (persistevano poco più indietro Penasa e Formolo) mentre Garby continuava a perdere secondi, pur senza andare alla deriva (il suo ritardo era attorno ai 30"). Neppure Petilli è stato più in grado di resistere agli inseguitori e così a -4 dall'arrivo anche l'avventura del bravissimo portacolori del Delio Gallina è giunta al termine, con la soddisfazione però di aver fatto proprie la maglia di miglior scalatore e quella degli sprint.

Si sono così ritrovati in sette davanti, in quanto a Foliforov, Vervaeke, Villella, Chevrier e Dall'Oste si sono aggiunti anche Formolo e Senni ma presto il belga della Lotto non è stato più in grado di reggere il passo dei primi, perdendo contatto, così come Senni (che ha potuto contare sull'aiuto di Masnada per un po'). La salita è giunta quasi al culmine, in quanto l'ultimo chilometro era in falsopiano e si è così giunti all'ultima decisiva fase: Formolo, Villella e Chevrier hanno forzato i tempi, provocando il distacco di Foliforov e di Dall'Oste, distanziati così di una decina di secondi e tagliati pertanto fuori dal successo di tappa che è diventato pertanto un affare a tre.

Formolo, essendo il meno rapido allo sprint, ha tentato la carta della volata anticipata, cercando di sorprendere gli altri due ma è stato facilmente fagocitato da Villella che ha così potuto finalmente dare sfogo alla sua gioia per una vittoria attesa da molto tempo. Secondo posto per il francese Chevrier, uno degli scalatori più temibili in gara (lo scorso mese giunse secondo al Tour du Pays de Savoie, trionfando a La Toussuire), terzo posto per Formolo che ha accusato 4" di ritardo. Il quarto posto è stato appannaggio di Daniele Dall'Oste, giunto a 22", seguito dal russo Foliforov (a 25") e da un buon Manuel Senni (sesto a 28"). Ha perso invece decisamente più terreno Pierre Paolo Penasa, che ha tagliato il traguardo in settima posizione a 1'15", proprio davanti al danese Garby che, giungendo al traguardo con un ritardo di 1'21", frutto di una salita accorta, evitando pericolosi fuorigiri, è riuscito a conservare la leadership nella generale anche per la frazione di domani. Di più ha pagato il belga Vervaeke, uno dei primi ad attaccare nel tentativo di mettere in difficoltà Garby, che alla fine ha pagato 1'40" mentre il kazako Semyonov ha chiuso la top-ten giungendo a 1'57". Buona anche la prova di Giulio Ciccone, 11esimo a 3'16" mentre tra i primi ha ceduto lo spagnolo Iturria, sesto al mattino, giunto con un ritardo di 5'51". Da segnalare che tre atleti belgi (Peeters, Roelandts e Vandewiele) sono giunti fuori tempo massimo.

Garby resta pertanto leader della generale ma la situazione appare ancora molto incerta: Villella (che ha conquistato la maglia rossa di leader della classifica a punti) è ora secondo a 41", Formolo è terzo a 56", seguito da Chevrier (quarto 58") e da Vervaeke (quinto a 1'04"). Tutto può ancora accadere quindi ed ogni occasione può essere utile per guadagnare terreno. La frazione di domani, in territorio francese con partenza ed arrivo a Châtel per complessivi 145 chilometri, si presta sulla carta ad una fuga da lontano ma dopo queste prime due tappe sarà opportuno non dare nulla per scontato.

Vivian Ghianni

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