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Giro della Valle d'Aosta 2013: Soffia un forte vento di Garbyno - Impresa del danese nel primo arrivo in salita. Villella 3°

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Marc Christian Garby vince in solitaria a La Magdeleine ed è il nuovo leader del Giro della Valle d'Aosta © ScanferlaSubito stranieri protagonisti, subito grandissime emozioni al Giro della Valle d'Aosta edizione 2013, che già per la prima frazione in linea proponeva un arrivo in salita a La Magdeleine. A giudicare dall'andamento della prima tappa sembrerebbe essere destinati proprio a non annoiarsi nelle prossime giornate ma intanto chi questa sera gode a pieno titolo dopo una giornata da straordinario protagonista è il danese Marc Christian Garby, vincitore a sorpresa dopo una vera e propria impresa.

Prima di descrivere nel dettaglio la tappa odierna però occorre fare un passo indietro al tardo pomeriggio di ieri, quando il Val d'Aosta aveva avuto la sua partenza vera e propria con un prologo di 2,5 chilometri a Pont-Saint-Martin, che chiamava all'azione gli specialisti e gli atleti più esplosivi. Uno dei maggiori favoriti per il successo era sicuramente il talentuoso tedesco Jasha Sütterlin che difatti ha mantenuto fede al pronostico: il 20enne del Thüringer Energie Team, che da juniores si classificò secondo al Giro della Lunigiana 2010, ha volato il breve percorso in 2'58" ad una media di 50,35 km/h. Per il team tedesco si è poi materializzata la doppietta in quanto al secondo posto è giunto il giovane connazionale Maximilian Schachmann, classe 1994, che ha conquistato la piazza d'onore per l'inezia di soli 81 centesimi.

Podio di tappa completato dallo svizzero Adrien Chenaux, distanziato di 2", facendo meglio di un solo secondo rispetto al lombardo Diego Brasi della Palazzago, che con il quarto posto è stato il migliore degli italiani al traguardo. Bene il belga Vliegen (7° a 5"), stesso distacco per Mattia Frapporti, giunto ottavo mentre a 6" Marco Chianese (altro atleta Palazzago) ha chiuso la top-ten proprio davanti a Davide Villella (lo stesso tempo l'hanno fatto segnare anche Toniatti e Simone Sterbini). 

Singolare invece la disavventura occorsa al giovane primo anno della Colpack Oliviero Troia, vittima di una caduta: il 19enne ligure ha completato il suo prologo dolorante facendo segnare un tempo altissimo (oltre 11 minuti), convinto del fatto che in una simile situazione gli sarebbe stato accreditato il tempo dell'ultimo classificato (questo se fosse ricorso alle cure mediche in ambulanza). La giuria non si è però mostrata molto chiara in merito ed ha accreditato a Troia il tempo effettivo fatto registrare al traguardo, gap con il quale il corridore bergamasco ha ripreso il via quest'oggi da Pont-Saint-Martin.

La cittadina che ha dato il via a questa edizione è stata pertanto teatro anche della partenza della prima tappa in linea, che come anticipato prevedeva il primo arrivo in salita, con l'ascesa finale ai 1712 metri di La Magdeleine preceduti dall'ostica ascesa del Col du Saint Pantalèon. Subito occasione per fare sul serio e chiamare quindi all'opera i principali favoriti per la vittoria finale, tanto che la partenza è stata subito velocissima e dopo una decina di chilometri si è creata una frattura nel plotone con un drappello di ben 38 corridori che si sono ritrovati nelle posizioni d'avanguardia mentre il leader Sütterlin si è trovato nella seconda parte. Situazione quindi molto delicata, dal momento che in testa si sono trovate formazioni rappresentate da più atleti e con alcuni esponenti in grado di poter dire la propria nella classifica generale: per la Trevigiani era presente Chirico (in compagnia di Frapporti), per la Zalf Berlato, Andreetta e Toniatti, per la BMC Vliegen (in compagnia di Vermeulen e Frankiny), i due Colpack Michele Senni e Troia, la General Store con Roberto Giacobazzi ed il danese Garby (oltre a Marchi), la nazionale kazaka con Ayazbayev (oltre a Bizhigitov e Kozhatayev), la Lotto con Meurisse e Peyskens e il francese Latour del Chambery, altro nome particolarmente atteso, oltre ad altri buoni pedalatori in grado di dar vigore all'azione (la Palazzago ad esempio era presente con Brasi, Bonusi e Chianese ed anche il rumeno Grosu, uscito molto bene dalla corsa a tappe disputata in patria, faceva parte dei battistrada).

In breve il vantaggio dei 38 è lievitato fino a superare i 4 minuti di vantaggio (4'22" il massimo gap raggiunto), obbligando inevitabilmente ad una reazione soprattutto chi si era ritrovato senza atleti presenti nel drappello di testa: di quest'onere si è incaricata la nazionale russa che ha in Akimov e Foliforov le proprie punte e che si è messa di buona lena a tirare per ridurre lo svantaggio. Nel frattempo il primo GPM di giornata a Mont Jovet è stato appannaggio di Giacobazzi mentre il campano Chianese, vincendo lo sprint intermedio di Aosta, si è assicurato la prima maglia di leader nella speciale graduatoria (nel secondo sprint è giunto terzo). Successivamente la situazione si è mantenuta frizzante, col gruppo che iniziava a limare il gap (sempre compreso tra i due e i tre minuti però) e i battistrada che continuavano nell'azione, producendosi in alcune schermaglie, specie quando la strada tornava a salire. Giacobazzi ha conquistato anche il secondo GPM di La Salle, seguito dal kazako Ayazbayev, Berlato e Meggiorini, che nell'occasione hanno guadagnato una decina di secondi di vantaggio su tutti gli altri. Il nuovo rimescolamento delle carte ha quindi lanciato in avanscoperta il belga Meurisse, che però si è visto raggiunto quando le rampe del Saint Pantalèon, penultima fatica di giornata, hanno cominciato a farsi impegnative ed il meteo, con pioggia sempre più intensa, andava via via peggiorando.

Proprio sul Saint Pantalèon si è avuta la vera e propria svolta: in testa sono rimasti prima in sette, poi in sei, quindi in quattro, vale a dire Garby, Berlato, Kozhatayev ed il belga De Tier, che hanno subito preso un buon vantaggio su tutti gli altri, mantenendo un vantaggio di quasi due minuti sul gruppo dei migliori. Al quartetto si è però aggiunto poi, con un'azione notevole, il belga Vervaecke, che a tre chilometri dalla vetta è riuscito a riagganciarsi ai primi, avvicendando il kazako Kozhatayev che nel frattempo perdeva contatto. Ad un chilometro sono rimasti in tre, in quanto anche l'altro belga De Tier perdeva contatto, tanto da accusare ben 58" di ritardo al passaggio in vetta, dove Garby precedeva Berlato e Vervaecke. Mentre gli ex battistrada venivano ormai riassorbiti uno dopo l'altro, il gruppo principale, di cui facevano parte i vari Formolo, Penasa, Villella e Foliforov è transitato in vetta con un ritardo di 2'10", che rendeva molto difficile il recupero sui battistrada.

Una volta iniziata la discesa però si è subito prodotto lo show di Giacomo Berlato, che si è lanciato immediatamente all'attacco (al traguardo mancavano circa 15 chilometri), guadagnando in breve tempo 30" sugli inseguitori. L'azione solitaria del giovane scledense è proseguita fino ai sette chilometri dall'arrivo, quando su di lui è piombato il danese Garby ed insieme hanno pertanto approcciato l'ascesa finale mentre Vervaecke proseguiva distanziato di una ventina di secondi. L'atleta danese approdato quest'anno General Store però, che in stagione finora non era ancora riuscito ad esprimersi al meglio (per lui due top-20 al Recioto e al Trofeo Piva), ha dimostrato di avera ancora tantissime energie a disposizione, dopo essersi avvalso anche del prezioso lavoro di Giacobazzi nelle precedenti salite, ed ha quindi piazzato uno scatto a cui Berlato (poco dopo raggiunto e superato anche da Vervaecke) non è stato in grado di replicare.

L'azione di Garby ha vissuto quindi un crescendo ed un appassionante lotta con Vervaecke ma il belga non riusciva a recuperare alcun secondo, perdendo anzi terreno chilometro dopo chilometro e lasciando pertanto spazio alla splendida, insperata impresa del danese, che ha così coronato con un successo una cavalcata durata nel suo complesso ben 140 chilometri. Alle sue spalle il pur generoso e bravissimo Vervaecke ha chiuso con un ritardo di 54". Per l'ultimo gradino del podio invece è stata questione tra i big più attesi e a spuntarla è stato un brillante Davide Villella, che a dispetto di un solo successo ottenuto in questa stagione, continua nella sua straordinaria regolarità, conquistando il terzo posto a 2'13" e candidandosi seriamente per il podio finale. Quarto posto, con lo stesso distacco, per il russo Foliforov, leggermente più staccato (a 2'16") è giunto Davide Formolo, a 2'18" hanno tagliato il traguardo il francese Chevrier e lo spagnolo Iturra mentre a 2'21" è giunto Manuel Senni. Qualche secondo in più l'ha lasciato per strada quest'oggi Pierre Paolo Penasa, nono a 2'53" mentre la top ten è stata chiusa da Daniele Dall'Oste, decimo a 3'09" con Simone Sterbini undicesimo a 3'33". Pesantissimi gli altri distacchi fatti registrare sul traguardo: Berlato, andato in netta difficoltà nei chilometri finali, ha chiuso a 5'36", il francese Latour a 6'02", Chirico a 14'17", il giovane Masnada, rivelazione della scorsa stagione quando chiuse al sesto posto nella classifica finale, a 15'02", i due gemelli transalpini Le Lavandier rispettivamente a 17'04" e 18'39", Akimov a 19'23".

Classifica generale che ricalca in gran parte quella dell'arrivo odierno, con Garby che ha fatto proprie anche le insegne del primato (oltre a vestire anche la maglia di miglior scalatore e quella della classifica a punti) e guida ora con 43" su Vervaecke e 2' netti su Villella. L'arrivo in salita di domani a Champorcher, preceduto da due ascese molto impegnative come il Col Tze Core e il Col de Joux, può comunque ancora sconvolgere le gerarchie di questo Val d'Aosta assolutamente spumeggiante. Quest'oggi però la scena è tutta per Garby, meritatamente primo in quella che per lui è diventata la giornata della vita.

Vivian Ghianni

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