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Giro Rosa 2013: Alla fine Abbott torna a far festa - A Cremona crono a Van Dijk. Mara in trionfo, Tatiana Guderzo è 2a

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La 24a edizione del Giro Rosa va a Mara Abbott, già vincitrice nel 2010 © Ianuale

 dal nostro inviato

Sedici chilometri a cronometro per chiudere degnamente un'edizione 2013 che non ha mancato di regalare spettacolo e colpi di scena. Sedici chilometri a cronometro per issare nuovamente Mara Abbott sul trono della vincitrice a distanza di tre anni dal precedente successo. Sedici chilometri a cronometro molto veloci con la bella cornice di Cremona a sancire la doppietta di giornata della Specialized-Lululemon, che salva parzialmente il bilancio del team tedesco fin qui ben poco trascendentale.

Possiamo sintetizzare così l'ultima giornata di gara del Giro Rosa 2013, una competizione che il patron Giuseppe Rivolta, soddisfatto per l'esito complessivo della manifestazione, ha definito umano e quindi a dimensione di atleta, pur non escludendo che in futuro possano tornare ad essere disputate salite mitiche.

Non preoccupava eccessivamente Mara Abbott quest'ultima prova contro il tempo, decisamente più conforme alle caratteristiche delle sue avversarie dirette, cosicché la scalatrice statunitense si è accontentata di amministrare con attenzione il tesoretto acquisito dalle splendide imprese del Beigua e di San Domenico di Varzo, permettendosi il lusso di perdere quasi un minuto da Tatiana Guderzo che in questo tipo di prova ha trovato spesso il principale terreno di esaltazione (non a caso nelle scorse settimane si è riconfermata campionessa italiana di categoria).

Quel che contava era riuscire nuovamente a far propria quella maglia rosa che l'aveva consacrata come atleta da gare a tappe nonché scalatrice di livello mondiale, prima che i problemi personali ne mettessero in pericolo addirittura la prosecuzione di carriera. Fa ancora effetto a molti vedere quel fisico esile oltremisura danzare sulle salite più dure della nostra penisola ma tant'è, chi vince ha sempre ragione e Mara Abbott ha saputo meritarsi questa corsa dimostrando di essere la più forte, dopo che le prime frazioni facevano presagire l'ennesimo dominio di Marianne Vos, che abdica dopo due edizioni (chiude in sesta posizione) senza però lesinare lo spettacolo (ben tre tappe vinte e la maglia ciclamino della classifica a punti portata a casa).

Cosa ci proporrà la Abbott nei mesi a seguire e se il prossimo anno tornerà qui sulle strade rosa per difendere il primato di cui si è reimpossessata al momento non è dato saperlo ma la possibilità che possa schierarsi al via anche dei Campionati del Mondo di Firenze (non del tutto esclusa in conferenza stampa, in cui è stata protagonista, a riguardo, di un simpatico siparietto proprio con Marianne Vos) aggiungerebbe sicuramente molto pepe alla sfida iridata, che andrebbe a fregiarsi della presenza di un'altra protagonista assoluta. Per adesso però è solo tempo di festeggiamenti, poi si vedrà.

Come spesso accade in questi casi alla lotta per le posizioni ancora da definire (come detto il vantaggio della Abbott era alquanto rassicurante e quindi non lasciava molta suspence) si abbina la lotta per il successo di tappa che in prove di questo genere coinvolge le migliori specialiste. Una di queste è sicuramente la possente passista olandese Eleonora Van Dijk, non nuova a costruire le sue fortune contro il tempo (fu anche campionessa europea da Under 23 nel 2008), che lungo il tracciato cremonese, pianeggiante e con qualche curva a movimentare un po' il tutto (oltre ai 300 metri conclusivi in pavé) ha menato pesanti fendenti nei confronti di tutte le altre, imponendosi col tempo di 21'12", con una media superiore ai 47 chilometri orari.

Fin lì le migliori prestazioni le avevano fatte segnare un'ottima Tayler Wiles (anche lei Specialized-Lululemon), che difatti ha chiuso in sesta posizione assoluta a 1'09", superata poi dalla francese Ferrand-Prévot, alla fine quarta a 57". Nessuna è stata però in grado di far meglio dell'olandese ma per la Specialized la giornata di gloria è continuata con il secondo posto di Evelyn Stevens, da cui inevitabilmente ci si aspettava di più nelle tappe altimetricamente più complicate e che quest'oggi ha chiuso il suo Giro giungendo a 34" dalla compagna di squadra (nella generale chiude quinta a 3'39").

Bravissima invece l'australiana Shara Gillow, che timbra uno splendido terzo posto a 52" ed in classifica finale risale fino alla quarta posizione, con un distacco di 3'29". A completare la top-ten della tappa ci hanno pensato Linda Villumsen (quinta a 1'02"), Loes Gunnewijk (settima a 1'11"), Anna Van Der Breggen (ottava a 1'13"), Alexandra Burchenkova (nona a 1'15") e Carmen Small, decima a 1'17" mentre Marianne Vos chiude diciassettesima a 1'31". Tatiana Guderzo ha chiuso in undicesima posizione a 1'18", confermandosi la miglior italiana e chiudendo pertanto con un distacco finale di 1'33" dalla Abbott, peggio è invece andata Claudia Häusler, riuscita comunque a conservare il terzo posto (oggi 18esima a 1'39") a 2'18".

Cronometro difficile invece per Francesca Cauz, divisa al mattino da soli nove secondi dalla tedesca ma che invece ha accusato un pesante distacco al traguardo (90° posto per lei a 3'37", raggiunta dalla Häusler proprio in prossimità dell'arrivo) che l'ha fatta scendere in settima posizione a 4'25". Non si può comunque giudicare negativa la prova della promettente trevigiana, dimostratasi tra le più competitive in salita e capace pertanto di aggiudicarsi la maglia bianca di miglior giovane. Chiudono in top-ten generale anche Moolman (ottava a 5'23"), Vysotska (nona a 6'48") e Amialiusik (decima a 7'25"), non riesce ad entrare tra le prime dieci Rossella Ratto che comunque si migliora rispetto ad un anno fa (12esima a 7'59") mentre molto positiva è anche la prova di Jennifer Fiori, altra atleta Top Girls, che chiude in diciannovesima posizione a 14'16".

Si chiude così un Giro Rosa che è comunque piaciuto alla gente (in alcune sedi di tappa, in special modo la prima, si sono registrati buoni riscontri di pubblico) e adesso non resta che proiettarsi alla prossima edizione, sperando che l'avvicinamento sia il più tranquillo possibile. A sentire il commento finale di patron Rivolta però c'è solo da esser fiduciosi.

Vivian Ghianni

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